La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 1 - 11 gennaio 1923

2 organo di una classe e quindi non ci saranno più sfruttati e sfruttatori. Senza attaTdarci ricmderemo soltanto che essa è la conseguenza naturale e necessaria di quella concezione ottimistica della natura umana che, nata nel secolo decimottavo, non ha ancora compiuto, ma è forse prossima a compiere, il suo ciclo storico. Concezione in base alla quale l' uomo nasce buono e la società, Q meglio le istituzioni socia1i, lo renderebbero malvagio; sicchè, cambiando queste, la stirpe di Adamo, come liberata da una ferrea compressione, avrebbe po-- tuto esplica,re tutta la sua naturale bontà. E<l è ovvio che i seg.naci di questa scuola dovessero indicare la proprietà privata come origine prima ed unica dell'egoismo umano, anzichè ammette.re, come già aveva fatto Aristotile, cne l'egoismo fosse la causa che rendeva inevitabile la proprietà privata. Difatti a cominciare da Morelly, da Mably, e da Babeuf, venendo fino .a Luigi Blanc, a Proudhon ed a Lassalle, tutti gli ~crittori che hanno volnto tracciare un pia.no completo di i-igenerazione umana hanno sempre 1nesso nel , loro programma l'attuazione parziale e 'gra,.. duale, ovvero completa ed immediata, del ·comunismo e l'abolizione della proprietà privata. Il Marx inv~, seguendo in certo modo 1e inclicaziO'll.idi Petro Léroux, sostituì al piano concepito da un individuo il fatale corso della storia, che, secondo lui, doveva condurre allo stesso risultato. E senza dubbio il metodo da lui a<lottato si è -climostrfa'1, in pratica assai più efficace di quello dei suoì 1preclecessori; perchè non fil può criticare e demolire ciò che si presume che debba fatalmente avvenire, come si critica e si demolisce un progetto di riforme fondamentali, che poggia soltanto sull'autorità di un uomo; e perchè, fra tutti gli "rgomenti a fayore di una dottrina, il più convincente di tutti è quello che ne vuole dimostrare ineyitabi/e il più o meno prossimo trionfo. • GAETANO MOSCA (1) La storia delle dottrino politiche, abbastanza studiata in Francia ed in Inghilterra ed anche in Germania e negli Stati Uniti d'America, è stata quasi del tutto trascurata in Italia, dopo la pubblicazione fatta, più di mezzo secolo fa, della Storia degli scrittori politici italiani di Giuseppe Ferrari ; e ciò è oltremodo dep1ore,ole, perchè si tratt\ di un ordine di studi destinato ad acquistare grande importanza se la scienza politica, o, come altri l'appellano, la socio.. logia, deve veramente diventare una scienza. Difatti se si segu• lo svolgimento del pensiero politico attraverso le varie epoche storiche facilmente si constata che, se i fatti politici contemporanei allo scr~ttore banno grandemente ip.fluftoDella formazione della sua ment&lità e quindi delle sue teorie, alla loro volta queste teorie, una volta t>rmulate, hanno potentemente contribuito a form2re la mentalità politica delle generazioni successive e q.uindi hanno contribuito a determinare nuovi fatti. Di ciò si potrebbero facilnÌente ad.. durre moltissimi esempi ed in fondo è questo uno dei tanti casi, così frequenti nelle S:lienze ao~iali, nei quali c:ò che in origine era un effett') si tramuta in causa determinante. POSTILLE. Antipanziniana. C'è un manipolo d'Italiani che risente in sè e pro--"'°..,guegl'ideali del Carducci; son ge1,te mo\to per bene, un po' anziani, ordinati, padri di fa~ migM; colti e cultori cli qualche studio, in genere di belle lettere; una brutta e gofia'parola Vénuta di Francia gli piace, e sarebbe il • civismo >;·ma l'ammantano, e non solo per imitare servilmente quella nobile posa leonina, di sdegno. Questa rrostra Toscana non più georgica è ormai troppo smilza e vacata per loro; mi par· ch·emigrino, in cerca >di solidità e di roba massiccia, verso 1'1ilano: che ben si chiama la capitale mora.le. Per essi, a ogni piè sospinto, ci son cagion·1 cli virile rosaore, che si articola nella fiera ram- '[)Ogna, nell'accorata invettiva. Cosa ci fanno tutte quelle donne su i marciapiedi 1 tutte portano le calze di seta 1 gli opewi. la domenica vanno al T.a,barm i pescicani han soppiantato i signori 1 le ragazze scrivon libri' afrodisiaci 1 i giovanotti s1 tingono i capelli 1 e le bische 1 e la cocairu,.1 Non s'avvedono ,d'esser ccsì i migliori propa-- gandi...oti, i quotidiani coadiutori di Pitigrilli, o <11chi altri mai occupi il primo luogo nella loro disistima. Kell'anima loro cli conigli vibra un'insoddisfatta curiosità d'adolescenti rattrappiti e rinchiusi e, cli fronte a quei ca.~i, si corrucciano del loro proprio interesse. Come farebbero a es.sere umani, serenamente, a saper sorridere, a saper passare, se ribolle in cuore il rimpianto della giovinezza che non han c~p:ta, e l'obesa étà senza speranza la si deve consolare, per viver", con quel!a 1dignità ost<:n-, tata 1 La radice del moralismo è in un'immoralità repre,sa. Non posson sopportare le tentazioni, per questo gridano che la patria va in rovina. Kon sanno capire la virtù delle valvole. Non se.nno capacitarsi che il rapido deterioramento cli intere classi sia economico. La loro attenzio111> è tan_to perniciosamente attratta da quegli spettacoli che non sanno veder più in là, non credono a altro. E che cosa si rovina, in fin dei • LA RIVOLUZIONE LIBERALE conti 1 Non intere classi, ma il loro peggio, gente già fradicia e imbelle; che è bene spazzar via; tut~ quelli che non contano, che viv.rebbero solo p'er falsa pietà, sotto una continua butela. In fondo, se quel quadro fesse reale e non stravisto con occhi bovini, ne saremmo felici. La corrutela è un incentivo ai forti, una p.r~:va e un paragone. Il male non produce il bene, ma lo limita, .lo fa sicuro e intelligente; le. tentazioni sono un patrimonio. E poi l'elencò dei vizi sarà sempre uguale e costante, non darà senso, non potrà significare nulla. Sod.oma e. Gomorra sono imagini j,ibliche; l'età d'Eliogabalo è una fii'l'!!one retorica, che non fu mai nella storia. U. M. d·i L. ma a patto che sia l'ultima guerra combattuta dall'uma,nità, e che giovi non a-l proprio paese, ma alla libertà, alla giustizia, alla democrazia .. Egli ama la patria, ma-è -sempre pronto a denunziarne i csegreti disegni di espansione. e •di cO'll.quista, a tutto p;rofitto dell' espans,i.one e della conquista altrui. Egli pnò anche essere religioso, ma amerebbe molto che la religione fosse un corpo ,dli dottrine predicate da un prete laico, in nome dehgrande Architetto dell'UniLiberalismo e Democrazia. verso. Egli può, rendere lealmente oosequio alla Monarchia, ma dentro dentro sente una nostalgia per la repubblica: forma ideale di Governo che, attraverso 11 magistero delle elezioni, li Liberalismo. Il liberalismo ebbe sapienti teorici e politici insigni e "il liberalismo italia.no, in particola:re, vanta, come Capo sempre presente e immoTtale un genio che, pur essend:osi preparato su la dottrina e l'esperienza inglesi, creò una dottnlla e una espenenza 'italiane, delle quali noi italialiani pDffiiamo andare superbi. Bgli fu liberale per temperamento, prima che per ragi.onamento. Il liber.a.le è un essere insofferente di ogni ti1·ru1nide ,avv~rso a cricche e .a sette, rispettciso d;. sè e di altrui e devoto alla sua patria. Cittadino di uno Stato che vuole giusto e fmte, vincolato e protetto a un tempo d'a leggi, ohe vuole poche, chiare e salde, egli ama di muoversi a suo aigio, ,di scegliersi il domicilio, la professione -e l'occupazione che piìt gli piacciono, di commerciare con chi gli aggrada. Intende di collaboTare al go,,erno della cosa pubblica mediante rappresentanti da lui liberamente scelti, e desidera di pensa.re con la propria testa e di €Sprimere aperta.mente ail suo pens'.ero; cli riunirsi e .associa,rsi con le· persone che più gli garba.no. Il liberalismo è il sistema sociale che consente il massimo di movi1nenti, - e qru:nd~concede il massimo di dignità di gioia e di 1,iicchezza - agli individui e però alla soci-età. Nel sistem,,. socia.le ooncsciuto sotto il nome di Ìibe,ralismo vi è un continuo rinnovars_!!delle cìassi diri.genti, che emergono dal popolo per incessante sele7iont, attraverso sforzi ed errori, cadute e trionfi. Così potentemente opera La selezione, che il più m1ùle figlio del popolo può div<l'lltare, e diventa, grande industmale, professc,re di università, ministro; e se si risa.J.,e di una o due generazioni, si vede che i nove decimi degli uom-ini che in un determmato istante coma.udano vengono da g.enitor'Ì e nonni che obbedivano. Il Socialismo. Il preciso ·opposto del liberalismo è il socialismo .e bisogna dirlo senza infìngimenti. L'u 1 no esalta, l'altro deprime; l'uno spinge all'emuT;,.- zione., l' altro predica l'invidia e il ranco~ l'uno vuol far salire in alto i p.iù degni ed,. i meglio capaci, l'altro vuol liveHare abbassando. Il liberale, garantito un minimo d'istruzione e d'aiuto a tutti, lascia poi che ognuno scelga la sua strada e proceda oorn le sue forze,1e il liberalismo quindi affina il se,nso di r8"ponsabilità. Il socialista, invece, vuole tutto minutamente re.gelare e d_isciplinare; di ogni prod.ùttore fa un omino da mettere sotto la sorveglianza di un burocrate, oosicchè togliendo ai produttori f stimo,lo a produrre, e moltiplicando i sorveglianti che non producono, genera l'uguaglianza nella miseria. Che il socialista sia il nemico inconciliabile del liberale, molti saranno disposti ad ammet. tere, qualora per socialista s'intenda il comunista, (i) ma più d'uno non ,si sentirà cli còndan.nare il socialista riformista. Da noi i socialisti riformisti hanno goduto e forse ancora goclono mc,lté simpatie, perchè si riteneva che m potessero salvare dalla rivoluzione, e perchè si ritiené che qualche cosa del loro programma sia attua.bile e giovi ,all'elevazione del popolo. Quanto alla rivoluzione disinganniamoci. AJl'f rivoluzione bolscevica i socialisti riformisti non avrebbero osato opporsi, poichè essi partecipano molto dalla natura del mollusco. Se la rivoluzione si fosse potuta condurre a termine i riformisti l'avrebbero approvata e sfruttata. E a rivoluzione fallita abbiamo visto il mollusco più letterato della compagnia salire sul pulpito e lo abbi!',mo udito raccontarci, con uno stile lambiccato, eome qualmente la. tentata e mancata rivoluzione fosse una rivoluzione legaJitaria. Quanto alle 'riforme, dobbiamo pure dising2nnarci. Ficchiamo lo sguardb dietro i panoramici programmi di rigenerazione sociale, che ci vengono periodicamente sciorinati davanti agli occhi, ed ecco quali melanconiche scoperte c1 aspetteranno. • l.o - Il primo immancabile effetto di mia qualsivoglia riforma., sociale è la creazione di un ufficio governativo, o per lo meno comunale. Gli uffici pubblici hanno questa.specialità, che mentre vengono attuando la giustizia sociale sul n06tro pianeta, procurano un pane 'e un companatico a nuovi impiegati. Co~ì i compag11i, o i loro figliuoli, o magari le loro figliuole, banno modo di mettersi in pianta stabile a servizio della collettività. Così gradatamente GTesce il numero dei locali da appigionare, degli stipendi eia pagare, dei mobili ed oggetti di cancelleria eia comperare, e sempre più si gonfia quel terribile c011toche s'intitola «burocrazia». Come tante pustole si propagano gli uffici sullo sventurato corpo della Nazione: uffici locali e uffici ceni rali, coronali da nuove direzioni generali, e, quando è pOGSibile, da nuovi ministeri con annessi gabinetti e sottoga- l'Ìesce infallibilmente a scov,aire e pone a capo binetti. Che cosa non è capace di mventare il dello Stato il miglior cittadino della na.zione, riformismo per au,mentare ]a burncrazia, Dio mentre la monarchia ereditaria urla contro la solo lo sa. • dichia,·azione dei diritti ·dell'uomo. Egli· è sin2.o " Aggiungete una numerosa burocrazia oeramente amico dei derelitti e dei poveri, ma operaia: capi e sottocapi e segreta.ri di leghe, ~rede che il più sicuro modo di rialzarne le sorti sindacati, confederazioni, camere, circoli .e cir- consista nel fa1· votare riforme sociali dal Parcoletti: e in genere tutte le persone c,he recano lamento, e di nominare nuovi impiegati che le scritto sul loro biglietto di visita la parola « or- attuino; egli plasma la società a colpi di leggi ganizzato,re ». Questa burocrazia odia il duro l'a- e regolamenti. v-oro, ama invece viaggi,a,re in lungo e in largo Se poi abbandontamo il candido, e puro del'Italia, s(: 1,re sulle soffici poltrone dei mini_ mocratico, il riepettabile campione della sana steri, discutere a tu per tu coi ministri, co~ce- democrazia, e ci avviciniamo al politicante <led-ere "interviste ai giornalisti e ordire scioperi. mocratico, - che molti di nori, negli ultimi Essa vuole vivere comodamente, e poichè nulla ai,ni, ebbero campo di veàere all'opera - alproduce, il suo mantenimento, ~otto qualunque lora il giudizio peggiora. La democrazi,a dei forma pagato, e da chiunque anticipato, finisce politicanti io me la ra.ffigru·o come un corpo a col 1jcadere come un 1ieso morto sul1e spalle due teste, che si volgono a due pubblici oppcsti. della nazione. Le ,due facce della democrazia sembrano iruj]Ji3.o - Ma se i burocrati socialisti degli enti pendenti: l'una sorride alla. Reggia, l'altra alla pubblici e delle organizzazioni d1 classe si ]imi- piazza; l'una difende le istituzioni, l'aJtragrida tassero a farsi pagare senza produrre, la loro ai nemici dello Stato: « Lo. Stato è la casa di presenza costituirebbe soltanto un mezzo ma_ ti;_tti ». Le labbra di destra esclamano: « l'eserlanno. Senonchè essi hanno come compito speci- citc, deve tutelar l'ordiine •, ma le labbra di sifico d'impedire e ritardare il lavoro altrui e di nis~ra mormoit'ano: « il popolo è sovrano e deve confiscare o falcidiare il risparmio altrui, e così poter disselciare le strade per tirare i ciottoli facendo rendono il malanno completo,. si.i soldati immobili». Un bocca ammonisce: Essi mirano a ridurre progressivamente la «salviamo il bikancio», l'altra sussurra: «Sussidurata del lavoro nei m_odi più assur,d;i _ non diamo le cooperative e sistem!iamo i buoni epura nell'officina, ma suL'a, ·:-..~i, _sui treni, sulle lettori». La faccia numero uno guarda con navi -: essi costringono 1 •piy. futili pre- cc,mpiacimento un cartellone su cui è scritto: testi i _lavor~to~ ·a sciope..,chi _ N. 9 ,ridano ab- <e lavorare e risp'armiare». Contemporaneamente basso. 11<la,p1tah~moe vog_;c,v,rT; .~,.,<JGtedissan- h faccia numero due chiude gli occbi a sa.cguatrici e costringono gli uomini d' a,ffari a cheggi e invasioni, e, riapertili, ordina ai tesoreca,rsi tutti i momenti a Roma ed a perdere , rieri dello Stato di pagare lo stipendio ai fertempo e a dissipare energia nei·vosa. Sciami di ro\'ieri scioperanti. ispettori, di assicuratori, di colonizzatori v'in- Il politicante democratico è sempre disposto vadono la fabbrica o l'azienda rurale. e se li ar: adular la folla, è sempre pronto a conciliare lasciate fare s'intromettono anche in ·C'asa, e e capitolare, e scendendo di scalino in sc.a,lino scivolano fin tra le marmitte della cucina; ob- aùnu!J.a le gerarchie, e inebriandosi del plauso bligando la vostra signora o la vostra ~uoca a. deHe moltitudini allontana la soluzione dei riempire moduli e .a,ppliC'aremarche da bollo, problemi scabrosi e prepara il f.alli•Lento dello ilJ.fastidendovi e angarii.andovi senza pietà. Stato. 4.o - Il riformisE,_ vug.!e conti,!!..l!c"±ll..!@te _iI)'l-_ E;:":'_dunqu.'.' P_~rc!,èil_ l.!_l:,~_rale_"._:.~cl~dare bastire opere pubbliche per dar da vivere ai de1 poht1cantè democratico e-ae, progr~ disoccupati. In -altre parole egli richiede sempre suoi, imprecisi, equiv_oci, .adattabili: perchè il nuovi milioni di lire per alimentare ma-nova.li democratico gli tende contimuumente il tranello che fanno i cosi.detti « movimenti di terra», o di allea.rl:o coi socialisti, ossia di snaturm·lo ed clri~zano argini che verranno poi abbattuti: o anm,llarlo-. sootituiscono paracarri prismatici a. paracarri cilindrici e viceversa. Ma per fai- venire fuori i milioni di lire occorrenti a.Ile opere pubbliche affretta.te, bisogna sottrarli, mediante imposte, da impieghi più produttivi; sicchè in ultima 1azaalisi si diminuisce il reddito nazionale e si crea nuova disoccupazione. 5.o - Un'•aJtra idea fissa del -riformista, consiste nel voler inc01°aggiàre le cooperati ve. OoILinciata come un movimento di riscossa contro i troppi intermediari, la cooperazione è divenuta una baasa speculazione politica, rnn-ante a estorcere privilegi tributari, e favo-1~, e regali non facilmente riconoscibili dai 1~rofani, e non vi è manipolo di gente furba che non si stringa in cooperativa, e non si metta a<l assaltare. con bandiera rossa o bianca o triéolore, il pubblico erario. Nessilllo Tiescirà mai a incontrare, sotto il nostro bel cielo, una cooperativa, che sia capace di vincere, con le sole sue foTze, la concorrenza di un'impresa non cooperativa. Quando dunque si è ben esplorato il retro.- scena riformistico, e sonio cadute le illusioni degli uomrni di molta fede, si deve convenire che il riformismo è per l' Italia un pericolo mortale, se pure a lunga scadenza. Il bolscevismo avrebbe schiacciato in brevissimo tempo la n22ione, ·ma il riform-ismo, irraid~ato in tutte le direzioni, e spinto a tutte le sue applicazioni, ed estesD a tutto, il paese, se lo succhierebbe so:nso a sorso, lasciando al suo posto una vuota. ca;rcassa. La Democrazia. Sembrerà che io abbia divao-ato intrattenendomi sul socialismo, ed invee: sono al centr~ della questione. Ohe cosa deve intendersi per dcmJoorar..ia. Se democrazia significa soltanto governo eletto dal popolo allora ,si che og11iliberale è democratico. Nei governi rappresentativi a largo suffragio si può dire che la parte più preparata o meno impreparata del popolo concorre alla scelta dei governanti: e non v'è liberale che si proponga cli togliere il voto a quelli che l'hanno, o che si rifmti di estencle1·lo .gradatamente " quelli che lo meriteranno. (2) Ma vi è nel cuore ciel clemooratico un osseq1Lio alla folla, un'ammirazione pel numero, uç.1aspirazione ali' uguaglianza cli fatto, oltre che cli diritto, fra gli uomini; i quali sentimenti fanno sì che in molti problemi il liberale e .il clemocr-atico 1ton potranno anda,re d'accorclo. IJ de1nocratico è pacifi.sta, umanitaTio, reazionario, riformatore. Egli ammetterà la guena Esempi di governi democratici. Se questa conclusione sembra~e a taHmo esagE-rata, io lo pn~,gherei di ripercorrere oon me le vi-cende degli ultin1i a.uni e sono sicuro che m, darà ragione, pòichè i fatti purtroppo lo cc..1.fer.rnano. Durante il periodo più vergognoso della sua storia, l' Italia ebbe a .capo del governo un ur~mo, che si vantava di essere la quintes._~uza della democrazia (3). Chiamo vergogn05O quel periodo in cui l' It.::1ia, dopo av.ere, col valore delle sue armi, a1·nientato un impero famoso nei secoli, si ripiegò su sè stessa,, si mortificò e rinnegò la viltoria. E ben triste fu la mattina del quattro ncYembre 1919, quando le bandiere tricolori non poterono affacciarsi sui pubblici edifici, e drappelli delle milizie vittoriose non Poterono schierarsi avanti all'altare della patria perchè il ca.po del Governo aveva provveduto a impedirlo. Chiamo vergognoso quel periodo in cuj gli araldi e artefici della. vittoria., auz..ichè esser a.d<litati alla ricon0srenza rl1.,l1?. nazio~e, vr~n1vano :i.nc:-.rsi e nrnlmencd.;isulle piazze -e sulle strade, e più erano òegni di ammirazion~, più avevano fregiato il 1:,,,tto di medaglie, più recav:11!0 ì-Htlesi i :::egni'-1elle .soi!erLeferiLe e 1.nutilazioni, p:ì, erano perseguitati daJla plebaglia, pugnalati nella rchiena o spagliati e- gettati nudi nei navigli. Il Governo den1ocratico, per tntto rimedio, esortava gli ufficiali a vestire in borghese. Chiamo vergogncso quel periodQ in cui i treni venivano perlustrati nelle sta;ioni e non p,n·tivano se prima ufficiali o ca,rabinieri o gvardie, o altri viaggiatori rei d1indossare una ch·iaa non clisoendevano-. Il doppio obbrobriocli un servizio pubblico abbandonato a facinorosi, e di agenti dell'ordine e rappr<.;entanti della forza armata <lello Stato impunemente ofresi - non &olo era tollerato dal Governo democratico, ma aggra va.to dal seo-reto rimprovero che il Governo medesimo fa;eva pervenire ~1 pochi ferrovieri capaci di manifestare agli m,pudent1 colleghi il proprio disgusta. L'autorità dello Stato non fu mai più vilipesa di allora, ma l'on. Nitti con roseo e sorridente volto badava a concedere interviste e far discorsi in Parlamento celebrando l'Italia come li. terra classica e privilegiata della demoorazia.. , L'Italia è una grande democrazia• egli soleva ripetere; e dileggiava l'orticaria nazionalista, e chiamava disertori, non i disertori veri da

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