La Rivoluzione Liberale - anno I - n. 37 - 14 dicembre 1922

140 d.a la vie chrétienne et ·1a. traiter ccmme une naissance, un ricorso (suivant la terminologie de Vico) .... Puisque nous somme à une époque primitive, il ne saura.it y a.voir de vrai symbofame dans le premier christianisme: !ES paroles doivent etre entendues dans le sens le plus littéral; !es rites renferment autaut de réalité que la. vraisem bla.nce permet de leur en imposer;, c'est à la logique popula.ire qu'il faut s'a.dresse1· pom- comprnndre !es sens nouvea.ux que preiinent !es formules qui pro,-i.ennent de milieux lettrés et qui tombent dans !es nouveaux co·1- .rants. Nous trouvons ici un prodigieu..xdéveloppement des facnlt:és poétiques; il y avait plus d 'enthousiasme que da logique dans la conscieace chrétienne; il faut éviter de vouloir juger !es premières expressions de la nouvelle religion au moyen de principes qui a.ppai-tiennent soit à l'ancieune philosophie grecque soit à la thér,lo gie a.vancée • (p. 460). Il y ava.it 1ilus d'enthousiasme que de logique d,a.:nsla conscience chrétie1me ,' on _pourrait dire de meme que, selon Sorel, pour que le sccin!isme triompbe, il faut aus;i qu'il y ait plus d'enthousiasme que de logique da.ns la cons1~ir;u•o révolutionnaire; sa théorie des mythes, rt en psrticulier du mythe de la-grève générale, vie!lt évidemment de cétte importance capitale accordéc par lui au développement des facultés pr0prement poétiques; cette théorie, d'ailleurs, lui venait àirectement du grand penseur italien Vice, auquel il se réfi,rait expressément; c'est la théorie des ricorsi nécessaires aux renouvellements périodiques de l'humanité; et ]'on comprend allilSi pourquoi Sorel était si enthousiaste de Bergson, de Newman, et de tous ceux qui mettent l'intuition, l'enthousia.sme poétique et créateur, au-dessus de la dialectique et de la logique, pour qui il avait un violent et sarcastique mépris. Quand on relit !es Réfl,exions sur la. Violence; <'~ livre qui restera, comme je l'ai dit, l'reuvre maìtresse de Sorel, on est frappé du souffie et LA RIVOLUZIONE LIBERALE d~ la. ferveur révolutionnaire du ton sur !eque! il a été écrit; le s-ublime prolé/.arie,. semble avoir soulevé d'un élan puissant l'ame de Sorel, qui était une a.me extrèmement passionnée, une ame de feu; ce qu'il appréciait chez l~ poètes, avant tout, c'était le /w al111mé au plus profond de lem- creur, ex i mo vectore; !es poètes scolastiques du genrè de Moréas, si cher à Maurras, ne lui semblaient que des 11oètes de café. Les livres de Sorel ressemblent plus généralement à cles collections de notes faites en marge d'uno lecture, qui avait puissamment ébranlé son imagination. Les Réfl,exio11-s, elles, sont un vrai ti,,re, où il y a. des parties lyriques et où passe un souffie, qui a porté l'auteur aux sommets de l'enthousiasme socialiste. Le synclicalisme révolutionnaire avait fo1stement t-xcité et exalté son esprit - !es Réfl,exions ont été écrites en quelque sorte sous sa dictée, et s'il est vrai que, selon le mot de Grethe, dans Poésie et vérité, !es grands livres sont !es livres de circonstance, on peut affirmer que leur immortalité est a.ssurée. · EnouARD BERTB. SOR.EL. Giorgio Sorel ebbe spirito veramente originale, alieno dalle viete formule. Cercò ognora il vero, e trovò spesso il ,.vero sperimentale, quando si restrinse nei confini della scienza. Oltre questi, vide, con il sentimento, ciò che nobilmente desiderava, e se volle, come accade ai metafisici, «creare la realtàD, almeno la foggiò elevata, e sempre mos;o dal _desiderio dell'altrui bene. Visse indipendente; tenuto ;n disparte dalla scienza ufficiale, e cl.i essa non cura.ate, disprezzandone i vantaggi, da.i quali sono fatti lieti i fedeli, nè mai si piegò per lusinghe o minaccie di potenti. Come uomo e come scienziato fu sempre degno di lode. VILFREDOPARETO. vanti a sè. Il sindacalismo rivoluzionario realizza, oggi, tutto ciò che vi è nel marxismo di vero, d1 profondamente originale, di superiore ad ogni formula: vale a dire che la lotta di clllSSO è' l'alfa e l'omega del socialismo, - ch'essa non è un concetto sociologicc per ruso dei sapienti, me. !'a.spetto ideologico d'una guena sociale condotta dal proletariato contro la massa dei capitani d'industria, - che i! sindacato è lo strumento della guerra sociale D. · Sorel e la disperazione eroica. Quando le parole di So1·el si interpretino ccm~ il programma per un'azione prossima o il manifesto di un partito (e così di fatto le interpretarono i primi facili e improvvisati segua.ci), non si potrebbe fare a meno cli 1~levare il loro carattere fragile e mortale. Nessuna parola potrebbe clescri vere la, tt·ovina. dell'ideologia meglio deffisola.mento doloroso che accompagnò la fine di Giorgio Sorel. In realtà quelle parole contengono un apprezsamento storico fondamenta.le e definitivo, inaccessibile soltanto a chi non sappia intendere con quale misteriooo processo le valutazioni storiche della. vita presente si trasformino insensibilmente in ideologie, confondendosi, nell'appassionata intuizioaie, la nozione esatta e oggettiva. delle forze coi presentimenti soggettivi delle loro future possibilità. E qu; ci si ofi'?e l'occasione d'additare la specifica differenza che intercede tra le due interpretazioni del marxismo, più spesso ravvicinate e consiàerate come identiche dai critici; va.le a dire quelle di Sorel e di Croce. Poichè mentre il pensatore abruzzese, libero da passioni pratiche e educato a una minuziosa cautela filosofica, analizza. le dottrine dj Marx, cercando di estrarne un canone teorico valido, e determinarne l'ufficio sul terreno della storiografia e della filosofia eoonomica j il normanno, in fondo alieno dalle dispute teoriche, si preoccupa delle risor.anze pratiche della predicazione comunista; e se per Croce il materialismo storico vale come metodo d'interpretazion'e ,dei fenomeni, premessa o sch~ma per le ricerche del filologo; per Sorel invece la lotta, di classe è specificamente la forma e il contenuto delle battaglie contempora.nee; non filosofia della storia, storia. in atto. Un esame analitico (ohe qui non è possibile) delle opere dei due scrittori mostrerebbe tutte l'interesse dell'italiano rivolto a valutare e de. f.nire la teoria di Marx; la passione del francese esercitata f1, comprendere il mo\o--imento SO-· cialista operaio: differenza che non esclude la pcssibilità d'incontri in taluni svolgimenti e deduzioni laterali. Non è stato impresa difficile, per alcuni critici, dimootrare c~e Sorel non era tempra di filosofo nè di storico. No,:,.storico, mancandogli il metodo, la precisione, la dottrina: tutt'al più autore di qualche intuizione geniale. Non filosofo, per difetto d'o1iginalità, di chiarezza, d'organismo: forse, a voler concedere, padrn di qualche ragionamento, se pur frammentario, profondo. Resterebbe, per questi critici, un Sorel « eccitatore», a: rivelato re•, un uomo serio, leale, sinoero, che avendo promosso un'azione, ispirato un risveglio culturale, è destinato a rimanere, nella storia, un nome, la cui fama si raccomanda, più che alle sue opere determinate, personali, a un mo,-i.mento di idee e di passioni che lo tra.scende. d libri del Sorel sono destinati fin d'ora ¾i aumentare il numero cti quei tanti che dopo avere svegliato un paese o una generazione non sono più letti, e non ne resta il nome che nelle bibliografie degli studiosi e nei manuali scolastici: dove, cioè, avrebber.J meno voluto essere•· Ora, non è qui il luogo cli parlare delle virtù di scrittore del Sorel, che dovreb bere ba.stare a far leggere, ·anche in futuro, quando i rumori delle nootre lotte sociali siano spenti del tutto, a.lmellJJ una parte delle sue opere. Ma non sarà forse inopportuno tentar di scoprire, in Sorel, oltre la capacità di esercitare un ammaestramento pratico e di indirizzare un moto attivo, ch'egli in fondo, anche cercandola, non ebbe rr.ai, l'attitudine a penetrar la logica dei fatti storici e a congegnar teorie aderenti ai problemi del suo tempo; vale a dire quell'attitudine proprio che gli han voluto negare. Si potrebbe, in un certo senso, definir tutta l'opera di Sorel come una storia del socialismo contemporaneo. In realtà il fondatore del sindacalismo rivoluzionario ci offre, non un progra.mma d'azione, un a. descrizione penetrante e appassionata delle cose piccole o sublimi che accadevano attorno a hti. K essuno potrà, in quest<, campo, rimproverargli le citazioni cli seconda mano e la generale -deficienza del metodo· perchè non gli manca almeno un'antica espe'. rienza delle passioni umane, e una calda e veram-,nte mirabile adesione ai documenti psicclogici che la realtà gli sottopone. Si potrebbero forse te'."ere fraintendimenti per troppo amore; s,; in lui ]o storico non frenasse di continuo, con S&-gretae tempestiva sapienza, il teorico, correggç_;ndone g11 errori o le jpotesi troppo azzar~ rla.t,;. Altri ebbe a riconoscere, come qualità precipua del Sorel, • la fortiF,sìma coocienr.a, che in lui si trova, dei problemi morali R. In verità. l"inter)!mtazione morale del marxismo non f~ tanto un'audace concezione filosofica, quanto piu tosto ;1 risultato d'un'attenta osr,,,rvazione èclle vicende pratiche e culturali. Cadendo sottù il p"30 delle obiezioni liberali il sistema. eccnomioo di Marx, perdurava il compito e !"attività d,;lle organizzazioni operaie. Sorel dc,sc,-rìve • commenta.: • La ,;emplic-ità apparente della so'uzione marxista svanisce quanto più si penetra dentro al problema in questione: appare e- ~1d,;nte a. tutti che l'economia non 6i presenta, 111ogru epoca determinata, con una forma uni. ca; a,xade invece che diversi sistemi coesistano. b1010ecag1noo E" ancor più certo che il diritto non potrebbe ruai I.imitarsi a un principio unico, corrispondente ad un unico modo di produzione. L'individualismo, il collettivismo e il comunismo, anzichè caratterizzare tre periodi successivi, son ooncetti, che la ,scienza sociale può benissimo ccnstatare simultaneamente nelle società sviluppate. Ammesso questo punto di vista, tutto ciò che vi era di utopista nelle tesi di Marx sparisce, non c'è più bisogno d'uscir dalla scienza per lanciarsi nei sogni sull1avvenire, diventa inuthe cercar leggi problematiche per regolare la stor.=.a;- si rimane sul terreno dei fatti concreti, e s; adopera il complesso dei materiali osservati, classificati e interpretati da Marx. Si chiederà: che cosa è dunque ;1 socialismo, se non la ricerca della società desc!Ùtta in termini misteriosi da Engels 1 La risposta mi par semplice: il socialismo è il movimento operaio, la rivolta dei proletari contro le istituzioni padronali, l'organjzza.z.i.one conomi.ca ed etica insieme, che sotto i nostri occhi si crea, per la lotta contro le tradizioni borghesi•· Queste parole son del 1899. Nel '98, Sorel aveva già scritto: di socialismo è un problema. morale: in questo senso, che offre agli uomini un nuovo fondamento per giudicaN tutti gli atti umani, o per usare una celebre espressione di NietJ,sche, una. nuova valutaz.i.one di tutti i valori... Il socialismo non sa. se potrà, quando potrà, realizzare le sue a.spirazioni attuali, perchè il tempo muta, come le nostre condizioni economiche, le nostre idee morali · ma esso si pone di fronte al mondo borghese'. avversario irriconciliabile, minacciandolo d'una catastrofe morale, ancor più che d'una catastrofe materiale•. E in una conferenza pubblicata nell'aprile 1899 ,aggiunge: « Il socia.lismo si reali"."a tutti i g_iorni, sotto i nostri occhi, in quella n:i1st~ra1?1 cm non rrusc1amoa concepire che cosa s1gruficl11 una condotta socialista, e riusciamo a _<lfrigere le istituzioni, vale a. dire in quella misura che l'etica socialista si crea nella nostr: cc.scienza e nella vita. Quando questi princ1p1 saranno ben compresi, si abbandonerà J'illu~io~e prospettica d'una catastrofe che sempre JHU s allontana; allora si tra.sformeranno le antiche dottrine, da sociologiche che sono di venta.H<loetiche•· ' !\ell'Ave1>ir sociahste de, syndicats, Sorel riassume le sue ccnclusioni sulle parLi vive e morte della clo_ttrina marxista, e il suo pensiero assume precisamente l'aspetto <l'una valutazione storica: • Non dobbiamo ineravigliarci vedendo le teorie socialiste di8SOlver<;iuna. dopo Ia.'Jtra o mostrarsi così fragili, mentre il movunr~nt,~ proletario è così fo,-to: tra lo duo coso intercede un legame del tutto artificioso. Le teorie son nate dalla riflessione borghese; esse si presentano d'altronde come perfer.ionarnenti cli filosofie etiche o storiche elaborate in una società che è giunta da lungo tempo ai gradì piì1 alti dell'in- ~(lettua.lismo: queste teorie nascono dunque g1a vecchie e doc-repite. Talvolta esse offron l'illosione cli possedere una realtà, che effet.tiv.,. mente manca loro, soltanto perchè esprimono felicemente un sentimento che per caso è congiunto al movimento opera.io: mancando questo rapporto ca.sua.le, mse rovinano. II sindacalismo rivoluzionario, invece, ha ]'avvenire aperto dal,; Chi vuol persuadersi dell'influenza immediata e precisa che avevano, sul pensiero di Sorel, b modificazioni della realtà circostante, può studiare con attenzione gli scritti di lui nel periodo dell'affaire Dreyjus: vi 1·iconoscerà i particolari e lenti sviluppi cli quel processo ch'egli ebbe a riassumere, in uno scritto autobiografico del 1910, cooì: « Le prime agitazioni dreyfusiane m'avevan fatto pensa.re che il socialismo avrebbe molto guadagnato, diventando chiaramente cosciente della sua essenza di movimento operaio in una democrazia; la liquidazione della rivoluzione dreyfusiana mi fece riconoscere cbt il socialismo proletario o sindacalismo non rea- _ lizza pienamente la sua natu.J.·a,se non ponendos; come movimento operaio contro. i demagoghi•. Con quali strani e fantasiosi lega.mi la considerazione storica si sposi di continuo e si confond;a con l'ideologia, è cosa difficile da spieo-are, sebbene in fondo riesca oscura soltantob a chi misconosca le complesse esigenze del meccanismo umano, o come una volta si usava dire, h misteriose influenze del cuore sulla ragione. E' certo comunque che, la. radice dell'interesse critico riposando in un'occulta passione, e i programmi risultando fondati su una specifica conoscenza della realtà di fatto, la storia ne nasce più calda, meno avventata l'ideologia .. Il lettore consideri, per esempio, le parole che seguono: • I rivoluzionari del XVIII secolo credevano di possedere la scienza e rimprovera.van l'ig_noranza, la pedanteria e l1intrigo che carattenzzavano, ai loro occhi, le classi superiori ... Nel XV secolo i dottori in diritto romano avevano un profondo disprezzo per tutta l'antica c<stituzione feudale... Oggi il proletariato non s1 trov_a.in, questa situazione; esso non disprezza. la c1vdtà_borghese, l'invidia e l'ammira; aspira ad ass1m1larsi le idee della classe dei padroni. Altra volta due civiltà erano in presenza, e eia• scuna aveva coscienza che i piani del loro svilup_Po non poteva.no essere ravvicinati .... Oggi v1 e u.no sforzo per ravvicina.i-o i piani• la borghesia va al popolo per dovere sociale, il popolo aspira _a _pensare borghesemente. II problema del socialismo sa.rehbe foTSe insolubile 1». • Ecco ccme, clclineaJ1do i caratter-i del socialismo democratico, Sorel inserisce ne] giudizio Ullé'. implicita condanna, sensibile quasi solo nel tono dello _parole, e prepara insieme un ponte d1 passaggio alla sua t.eoria del mito. Storia ideologica e ideologia storica trovano in essa un punto di contatto cooì nuovo, profondo, umano ad un tempo, da giustificare il valore centrale e s;mbolico che i contemporane; vollero attribuii-e a. questa dottrina .. Certamente chi interpreta la. le01ia del mito come un programa per la. lotta. degli operai ha subito ~ronta l'obiezione che !'«immagina'. z:one che riflette no~ è più immaginazione, e trna volta che s1 clas.~1ficad. a sè non è più calore m,, soltanto luce, non più azione ma conoscenza.». E non c'è nulla da rispondere. Senonchè il mito, per Sorel, fu anz1~utto la scoperta di un principio per comprendere-la realtà circostante; non programma., interpretazione storica. Il più fecondo e geniale canone di interpretazione storica, per v,alutare e descrivere gh avven1n.enti sociali e politici dell'Europa. contempore.nea. E più specificamente la rappresentazi(!Ile palpabile, penetrante e commossa dello stato d'animo diffuso tra le masse operaie; l'esaltata o vivente descrizione della loro rinascente barbarie. Di questa funzione ,non d·apostolo, di storico, Sorel aveva, almeno in certi istanti, pr.,ci.sa. G06Cienza. 1 ella prefazione al primo tes:.u della« Violenza•, poteva scrivere: «Lo storico non è obbligato a rilasciar titoli di virtù, a mettere ;nnanzi progetti cli statue, a stabilire un cateehismo qualsiasi; il suo ufficio è di compi endere ciò che v'ha di meno =identale negli avvenimenti ... Qui non si tratta. di giustificare i violenti, ma di sapere quale compito è proprio della violenza delle masse operaie nel socialismo con tempora.neo>. Non egli offriva ai contemporanei ]~accettazione dispera-ta e disillusa di una fede; la realtà stessa offriva a lui l'esperienza di una simile (se pur tale poteva definirsi) contraddizione. Come Sorel attesta, nella lettera all'Halévy: «L'annalista, puro registrat<rne di fatti, è spinto ,a considerare la redenzione come sogno o come errore; ma chi è storico per davvero considera \e cose da un altro punto di vista ... L'esperienza di questa grand' epoca mostra molto h~Jte che r uomo d; coraggio trova, nel sentiri,ento di lotta che accompagna questa volontà di redimersi, una soddjsfazione bastevole a ma.ntfner. vivo il suo ardore>. Anché quando tenta tli mostrare il valore del mito in confronto con l'utopia, Sorel contrappone non due concetti, du<-'espeiienze storiche: « Mentre i miti presenti spingono gli uomini a prepararsi alla distruzione di oiò che esiste, l'utopi-a. ha sempre avuto per effetto di volger gli spiriti a riforme attuabili spezzettando il sistema. Non bisogna meravigliarsi, perciò, se tanti utopisti poteron diven .. tare abili uomini <li stato, quando ebbero acquistata maggior esperienza della. -rita politica•. L'allusione agli esperimenti del socialismo riformista è appena coperta. Anche qui, a. dire il vero, il commento agli ac""-C!imenti reali offre di continuo lo spunto ali 'enunciazione dei risultati teorici. Il mito è, non solo una spiegazione del passato, bensì una dottrina genera.le, un sistema. La consba.ta:,ione della viltà di certi gruppi, della rinascita di c,-rti altri, non è senza trepidazione: la teoria eh~ ne sorge è ancora, secondo l'anbica defì.nizionf>, C1 sostanza di cose sperate D. Anche una volta, dalla storia rampolla, senza che appaia, l'ideo- __ logia. Senonchè, in questo caso, essa acquista un carattere generale e un tono religioso e solenne; che ci introducono diretta.mente nel cuore della filosofia di Sorel. In una storia della filosofia, non strettamente tecnica, psicologica, che tenga cento cioè dei sotterranei rapporti delle dottrine con l'umore dei ceti e le reazioni dei tempi, Sorel troverà naturalmente il suo posto, accanto a Nietzsche. Anche lui, come Niet?.SCbe « inattuale D, nemico dei tempi. U1>zeitgmàsz. Mjnore tuttavia di Nietz.sche, Sorel non seppe dedune tutte le conseguenze della sua disperazione; e del Tedesco gli mancò, come la mirabile dovizia artistica, così la capacità di comporre la mente in una. vjsione tanto più totale ed organica, quanto più era eminentemente fantastica e paradossale. Lo trattennero del resto talune qualità positive del suo temperamento. Il suo genio storico gli ispirò cautela e moderazione. Ma nei limiti, condizionati dalle circostanze, del suo problema esclusivamente mo.raie o politico, Sorel creò una soluzione integrale e definitiva.. • Vecchio francese, di quella vecchia Francia r:o.r,.ancora imbastardita», « poeta e matafisico •, « r..n1mae_h fuoco, t~ ardente, immaginazione eYocatnce e creatnce, degna di Michelet», _ c0me ce lo descrive Edoardo Berth, fedele e int<.lhgente discepolo - Sorel deriva.va le sue deduzioni e i suoi giudizi da un sentimento 1 di ra• do espreGSO,sempre implicito: l'odio per la civiltà borghese, volgare mediocre imbelle. In un suo libro ciel 1889, scriveva.: « Di tutti i sistemi di governo, è più cattivo quello in cui ricchezza e capacità tecniche si di,Idono il potere. I pregiudì,n antinobihari della maggioi- parte dei nostri storici, impediscono lorn di. vedere i viz.i delle costituzioni plutocratiche. In questo regime, piì1 non es1st..e I or_gogho.eh 1·az.za: bisogna « an·iva ... re•, o une /ois_ la li~nbale décrochée, pochi si p~eoccupa1~0 de, mezzi adoperati. Il successo giu. st,fica ogni cosa: nessuna idea morale. è l'ideai degl_i Ing_lesi: Il vizio di questo gove:.no deriv: ctall _apphca.z,one del principio cli scambio: gli uo~ 1n1 11?n contano nulla; rimangono in lizza dei val on ec?nomicì. Il predominio delle idee ~cc,,om_iche riesce non solo a ottenebrare la legge -~o_,aie, ma anche a. corrompere i principì p0!ttic1 •· 'elio stesso libro, il difetto essenziale 0 profondo della civiltà. borghese è ricondotto alla diffusa mentalità ottimista.: « L'uomo che trova. la sua soddisfazione nel probabilismo che crede all'indipend_enza assoluta della ragio~e e alla purezza ongrnale dell'anima., non sentirà ma, la ~ece~ità_ d'abbandonarsi al pessimismo. Il meglio eh egli possa fare, è di-lasciar andare le cooe per la loro strada, fare il suo mestiere come meglio può, non guastarsi l'animo, quan-

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