La Rivoluzione Liberale - anno I - n. 35 - 30 novembre 1922

b LA RlYOLUZIONR LlBJJ,ltAL~ Note sulla burocrazia III. Il Governo della b uro e ra z i a. Una denuncia del Senato. Il 3 a.prile di quest'anno, il sen. Tittoni, in Uù discorso detto in Senato a riepilogo e chiusura cl·un periodo di gran lavoro della Camera alta, dopo aver pronunciato una fterissima r<'- quisitoria contro l'istituto del decreto-legge e il suo abuso, usciva in queste notevoli dichiarazioni: uSe noi ... risaliamo alla vera sorgente dei decreti-legge, ci troviamo di fronte a quJ.l votere incoercibile che è la burocrazia dei ,ainitteri, nella quale il sistema dei decreti-legge concentra di fatt,o il z1utere legislativo»; qui'J.- di, dopo aver insistito sui pericoli di quest:i. «a11011i11wforma. di as.wlntismo11 e dopo aver ricordato che « alla condanna dei decreti-legge sono legati i nomi più illustri della nostra storia parlamentare» da Cavour e Rattazzi a Or. kndo e Luzzatti, veniva a citare queste apocalittiche parole del Luzzatti: « Più si approfondiscono questi a.bissi dei decreti-legge, più ne cresce l'orrore. :I ssumono l'aspetto terribile di •u,1 rer1gimento assoluto ver spontanea ded-izione dei parlamentari•, e concbiudeva fìnalment,3 ripetendo, lui Tittoni senator Bernardo « le parole che un fiero spirito democratico, Domenico Guerrazzi, poneva in bocca ad un per~°: naoaio storico: .-1 u,torità senui legge, aut onta co;r~mJJitrice di leggi, le osteggiai tu,tte; e finche durino, nessun vovolo si vanti nè i.ibero nè cirile 11. E braYo sig. Presidente! Però, a voler·essere incontentabili e indiscreti, si poteva anche obiettare a.I commooso e autorevole oratore che, Yerame~te, quasi tutti i pa,rlamentar:i da lui ricordati, specialmente i più recenti ed i viventi avendo fatto parte dei aoverni sotto cui, prim~, durante e dopo la gu~·ra, piìt celere e profonda era stata la decadenza parlamentare, madre, o per lo meno, sorella della strapou-nza burocratica, erano, ciascuno per la sua quota parte, i veri e maggiori responsabili del terrificante stato di cose, che il Titton:i lamentaYa davanti e a nome del Senato. La quale constatazione, con implicito bia5imo, era esteu• s:ibile anche all'on. Tittoni, come quello che di parecchi di quei governi << burooratizzat.ori. » era stato grandissima parte. E ancora, data la stura alle impertinenze, si sarebbe potuto, a proposito cli questa un po' tarda e assai coccoclrillesca deplorazione, rileYare, come fu del resto rilevato cli fatto, che il Senato allora. aveva aspettato a insorgere contro lo strapotere della burocrazia, quando l' azione dei decreti-legge si era mostrata sempre più inesorabile e pesante persecutrice delle alte fortune industriali e immobiliari, che sono, come ognun m'insegua, nell'alta Camera assai largamente e degnamente rappresentate. ::ira, fatte così, a sfogo del nostro cattivo carattere, queste obiezioni e queste riserve, non è possibile non applaudire toto corde alla denuncia dell'on. Tittoni, e non convenire con lui che, nel momento attuale, porre :in questi termini e cercar di risolvere in quE!6to senso il problema della burocrazia è opera indiscutibilmente coraggiosa e della più alta benemerenza: Perchè, quando si parla cli problema, o di piaga, della burocrazia. in Halia, e fu_ori d'Italia crediamo anche no1 che 11 lato piu grave e il ~unto più purulento, n_onsia tanto nella pletora degli impiegati molti, e mal pagati, e non si« neanche nello scarso rendimento di queste tllrbe di funzionari impecuniosi, ma sia invece appunto nella ,uwrpazione di funziom di govrrnr, da parte dell'alta burocrazia centrale, e nella esistenza di quella , anonima fonna di assolutismo,, che è cli quella usurpazione la conseguenza diretta. E la gravità della coea, si badi bene, non ò mica di oggi; sono di ieri il discorso Tittoni e i u vivùaimi applausi • dei senatori, ma il male è antico assai. Già un pezzo prima della guerra, alla vigilia delle prime elezioni a suffragio quasi universale e completamente giolittiano, « l'autore di queste note•, per dirla anch'io col Luzzatti scriveva. su La roee del 9 ottobre del 1913': « ... la iniziata, e qw,.nto prima completa, decadenza del parlamento, avrà a segnare il definitivo e permanente trionfo della burocrazia. La , 1uale, in questi ultimi tempi. ha vistn la sua influenza e i r-moipote:ri ingrandirsi e;normemente: tantr1 che 11romoi na~t;l}Jjl/1011:,,te ;;ià 11spira ori 111.·,,r~ver,, e 7,r117rrù, fwnzforii rl't, [J()- ,:,r1,0; E JJO.lfrl.\'l, TALI PU.YZ/0.\'f., 88 .YCJJ,.1 lS1'Eltl'l/;'J'f1, RSSA /,/;' A VliA /Jl FAT'l'O •· Burocrazia e dittatura. Dall'autunno del tredici in qua nulla €6S<,ndo int.ervenuto in senso opposto, tuU,o <,Fhcndo inttrvenuto in s6nso favorevole, quella dw nel tredici era previsionE:. d'un vociano, ad,;1,so nel w,ntidue è la constatazione del Presid,-nt...-, <1,-1 Senato: e il fatto è questo insomma, eh,, l'ft,J/,1, 1•i,:e ora r]arver9 ,in regime di gf"Jvr-r,10 l,ur,Jcra. tico, cioè in regime di dittaturo. Pcrchè l'importante è qui: la burocrazia moderna non è che la permanenza e la rivjne,-ita del11antico regime; clire governo della. ~urocrazL1. è dire potere assoluto, clittatur_a,; ~httatura cli uu uomo, quando l'uomo c'ù, e s1 chiama per esrunpio, oggi. come .ieri,. Gio!itti (e q_uest~ 'è ancora il mighore cle1casi), dittatura eh un or• ga1tizzazione, di un gruppo, di una banda, quando manca l'uomo cli stahua e di abilità superio• ri alla media (e questo è il caso più frequente ed i} peggiore dei mali). . . Episodi noti e tipici ,;!_elreggimento dittatoriale da cui è beneficata l'Italia del dopo-guerra sdno, tra i moltissimi: gli scandali delle nole di variazione dei bilanci con cui la burocrazia romana aveva trovato modo di eludere, non solo lo Statuto, ma anche la legge di contabilità,; e prima, la promulgazione del. d~creto Alessio, con cui Giolitti, dopo le elez1on1 del '21, prima di èedere il posto a B?nomi, aum~ntava nella misw·a che si sa le tariffe doganah, con. solidanclo per anni, a beneficio cli certi gruppi bancari e industriali, il caro-viveri iugulatore cli tutto il paese: e ciroa lo stesso tempo, sebbene in tutt'altro campo, la. reazione anticrociaua della burocrazia rninervin-a, durante e dopo il ministero Croce; e più avanti I1arbitrio esem• plare di Nitti, che, deliberatamente, non tiene nessun conto di un voto quasi unanime della Camera per la ripresa delle relazioni col governo dei soviets, e, cosa più enonne a·ncora, di questo arbitrio si vanta in un libro e in un di. scorso; e ancora prima, a conclusione dell~ guerra, l'approva,ion.e per decreto-legge dei tra-ttati cli Versailles e di St. Germain; il tutto avvolto nel classico paraidosso costituzionale ita. liano, per cui, un partito che costituzi~nalrnen• te ùi Italia non è più mùla, pure sèguita a tenere il governo, apparentemente con un Presidente del Consiglio e alcuni ministri, in realtà coi direttori- generali,· coi prefetti, con la ma,.. gistratura e con certi clementi del fascismo. OppreS&a al centro era naturale che la libertà superstite rifluisse alla periferia ad animarvi quelle a.spirazion.i autonomistiche locali e particolari, che ancora potessero sus.sistere nel nostro paESe; ma ben presto arrivò a controllare e ad iJjfrenare anche questi movimenti il potere assoluto della burocrazia centrale, il quale, prima, diede alle autorità locali (prefetture, magistratura, questore) m·clini di allentar la corda e di tollerare, (vedi Collaborazio11ismo di Formentini) e poi, dopo le elezioni del '21, ordinò l'ostruzionismo prefettizio alle amministrazio~ ultraautonome d,ei socialisti, finchè, venuta la reazione fascista-naz.ional-democratica, nei due terzi d'Italia, le amministrazioni autonome, defene,strate o dimissionate, fnron trionfalmente sostituite da commissari prefettizi, da commissari regi e da commissioni reali. E così fu soffocato quel significantissimo, per quanto disordinato, tentativo di autonomia e di decentramento, che era rappresentato dalle amministrazioni socialiste, popolari, combattenti e redente, sorte dalle ultime elezioni amministrative: con questa dolorosa e pericolosa conseguenza, che la comune degli amministrati, sbalordita e stanca e delusa, dopo tante violenze e tanti eccessi, è disposta a considerare l'intervento della burocrazia statale ·nelle cose locali, come il minore dei mali, o addirittura ad applaudirvi come al ritorno di Astrea, e, insomma, .a rinunziare, per un po' di pace, a.Ila propria libertà.' e sovranità. La libertà In Italia. « Ita.lia, terra di ogni libertà»: un altro rli quei tali modi cli dire, tipo « Italia giardinr, <l'Europa.», «Italia madre <li biade», ecc. Di libertà autentica, veramente, in Itaìir.1, non ce n'è mica molta. Politicamente si scan:. bia per libertà la facoltà teoretica lasciat-a al « popolo» di valersi dei proprii diritti sovrani; libertà « virtuale ,,, se mai, ma in atto, <la noi, tirannide delle più esose, tirannide della burocrazia. Praticamente poi si crede che sia libert:i. quella tale indifferenza e ottusità dell'autorità, la quale in Italia usa lasciarsi in ogni campo vilipendere e ignorare, salvo poi inter• venire, a intermittenza, bruLahnentc, come è proprio degli abulici e de-i n •vras~nici, o deli• }Jeratamente e parzialmente S<'con<locho la so• bJ•ingano intE:.ressi o egoi5rni c·vo11tualtnento of~ fr--si. Non ci pub poi esser liberLit. vfra in un paese come jl nostro, in cui ,nanca, o è L':"'.nuis. si1110il senso della legaliUl-, e dove la legge, così in alto come in basso, è an<"ora r·011.sidc.raLa CO· rnt::un chiapparello buono per gl 1ingf'nui, e di cui i II furbi• si valgo110solo pùr l'utilr· proprio o p<-r il danno dell'avversario. Jn Italia c'è, se Jì)ai, quella sorta di libertà r·he la Roma rl.ei Papi conef'dc·va a' suoi sudditi: Ji~rtà. di satireggi;nr· Ponl<•ficc· e Carrlinali, mf. obbligo, per <'ficrnpio, cli c·omuni<·anri pub. blicamc·nte anche per chi non ri crcdc·va; e quella 1ih6rtà che la Chiesa Romana c,:oncerlc·va, e· for.,c ancora conr;erlP, a' suoi ,ninistri: libertà di parlar grasso, Jil,crtà di non (~",(•rvare il di. giuno, libertà magari di non c·rc<lerc, ma <li. virLo, per esempio, di f'SSPrpi<•lo:;jeon i rc·probi o rit~nuti tali. E ('OSÌ è anGorn nell'ftalia <·05]. dd.La laica ,<love un profe~isore univcrf;ilario, per esempio, è libero di prof1..s~ar dot~rine so\·- \·ersive, ma non è altrettanto libero d1 esser se· guace o ammiratore cl_elCroce;_ clo,·e un professore seccndario è libenssuno eh .dire e scrivere dc' suoi superiori della i\:finerva tutto il. mal.e che vuole, ma non sempre ìibero cli bocciare 11 protetto del sena.to1·e._A. o il figlio ciel pescecane B.; in Italia, in poht1ca pu01 essere Bombacc1 non puoi essere Giretti, puoi essere :Mussolini non puoi esser ·Salvemini; nell1Italia, militare puoi essere ìV[illonon puoi e~ere <?ado1~na;. dap· pertutto insomma sempre hai la hberta eh vnn fare il tuo dovere, di rado hai la libertà di farlo a oltranza. E se nella tua vita ti capita la disgrazia di venire a contatto con gli organi statali che ar:l• miill~Lrano la giustizia e reggono la si~ezla pubblica, allora tu provi pil1 tremendo e ra:ca. pricciante i} senso della .inesora.bile compr~ss10~e cui può €6Ser soaaetta 111 Italia la tua hberta. Qui è ancora l'at~osfera del Santo Ufficio. Nel- !., terra, del Beccaria, se è tolta da un pezzo la pena di morte, vige però ancora nelle questure la tort1,1ra: le rivelazioni ciel Secolo sono roba di ieri. Quando, per una lite o civile o penale, tu cadi sotto le grinfie della nostra gius~izia, se non appartieni a qualche camorra o bianca o rossa O verde o tut.t'insierne, novanta su cento, con tutte le tue buone ragioni, tu resti, nell'ingranaggio, inesorabilmente stritolato: ne sa qualche cosa l'amico Dino Provenzale, che proprio mentre scrivo, è alle prese col nuoYo ):Iolèch. Chi:: s~ poi niente niente vi s'intrude la politica, allora son dolori; alla vecchia formula della , legge uguale per tutti , il - sen. D_e Cupis, peggografo, mi pare, della nostra magistratura, contrappone dallo scanno senatoriale quella più moderna dello « Stato a,m·co agli amici e nemico ai 11emiei "; e lo sca.ndalo delle assoluzioni e delle condanne politiche giunge tanto oltre ,che un Presidente del Consiglio, in piena Camera, per ben due volte, cosa inaudic..1 i,) credo in uno stato civile, richiama solenne. mente l; magistratura ai proprii dOveri di imparzialità, senza che l'istituzione così colpita trovi mai, nè l'una nè l'altra volta, una pubblica, parola cli protesta. E' vero che }a magistratura regia ha di ciò una sc=a e un esempio nel diportamento della magistratura popolare, più forsennata ancora nel condannare e nell'assolvere, con criteri di classe o di parte: ma la questione si è che l'istituto della giuria è criticabile ed è riformabile, ed è, a,d ogni modo, rivoluzionario di origine e politico per definizione, mentre invece, caspita, la Magistratura Regia è la moglie di Cesa.re, ì:, un potere dello Stato, è lo Stato in quel che ha di pill santo, e se c'entra il baco, addjo patria ,la liquidazione è aperta. Rima11eva, a presidio della libertà intesa comf'I neutralità dello Stato ,o meglio, come superiorità dello Stato ai conflitti di classe, un'altra branca della nostra burocrazia, quella militare, l'Esercito; il quale cli fatto in questo senso, finora pareva che avesse funzionato mica male da Aspromonte al brigantaggio, dai fasci siciliani a1'98, dallo sciopero generale del '904 alla settimana rossa della vigilia della guerra; m~ poi c'è stata la guerra, anzi, la discussione sulla guerra, e dopo Caporetto la proJJGganda, e dopo l'armistizio, ahimè, Fiume; e la. monta,.. gna di Fiume ha partorito, i generali Oeccheriui ed i Depetto e i Millo, e l'esercito fascista, e i relativi Del Dono, così che adesso, in caso dei casi, se fallissero, come falhrebbero, 1 e •mJJlementi siciliani di Badoglio, noi, non fasci• sti, per difendere le cose nostre e le nostre perscme, dovremmo tener conto dell'offerta della Patria del Popolo (sind(1ç<di,ta l}'.{n11u11da110), eh,·-a« difesa effettiva ed armata contro tutte le offensive violente ed armate della reazione • pone a disposizione di « tutti coloro che temono soprusi e violenze », le sezioni dell'Unioni:- Italia del Lavoro, i Leginnari Fiumani e gh Arditi c, gen~ <li fegato e di audacia, che nm: è avvezza a scappare, che li proteggerà e li tutelerà con tutti :i mc,zzi ». <t Povera Italia! dove abbiamo giunto! » è il caso di esclamare. lvleno male- poi che, ancora come avveniva negli Stati del Papa, l1in• ferno cli questo assolutismo tra medie\·ale e messic.ano, è poi di fatto mitigato e dalla naturale bonarietà della maggior parte dei funzionari alti e b"6Si, e dalla relativa facilità di contrapporre infitf.enza a pressione, e da quella singolare cluplicit,.',, della 11ostra indole, per cui ogni Italiano è sempre due Italiani, ullO che dice e minaccia. un sacco di bestiaTìtà e lmo he, al momento buono, « vocle il peggiore ed al rni.glior s'appiglia »: il che però non loglie che sia dovere <]j ogni lLaliano dotato di ;m. cora chiarovc.ggcnlo amor cli patria, notare cnt questo gioro 11011 può più durare, e che è vt.!- nuLo ora.mai il tempo di rompere - .. n qua!un• qu.· modo - il cerrhio di questa tirannide, che, 1in po' pr,r ricl<·rc un po· sul s~rio, adagio adagio ('i è venula serranclo 1 C' contro cui oranrni, O({ni momrnt.o, urLa in Ilalia ogni attività che tenda alla r!'fitilu1.iono intearale delle nostre 1iberUt. n 011 antecedenti storici. ;\JolLi, pur c·~sludo {'011 uoi d'aceordo nelle co•)sLa.laz.ioni cho !,,iarn andati fac-cndo, riten- .gono cho bi lraLti insomma di un male temporaneo, d'una ncc:rssiUl in rui, nella crisi del dopoguerra bi son LrovaLi i detentori del poteJ·e, costreUi, per difénrler sè o lo Stato, dagli assalti dei sovversivi, a por ma.no a tutte le armi di cui disponevano, id comprese _la Pubblica :::iicurezza, la magistratura, l'esercito e la bu: rocrazia \·era e propria, Yuoi .centrai&, \~uo1 provinciale: passata la bufera, dicono questi otmisti tutto ritornerà nella normahta, e, 1n clefiniti,·a, si vedrà che tutto è stato per il meglio di tutti. . . _ . Già, ma il gua10 s1. e che codesto auspicato cc ritornr, allo 110011ahtà "• codesta sperata restituzione dello statuto quo ante beltum, a me non mi sorride niente affatto, chè anzi mi par pi(, pericoloso del parossism_o a_ttuale. Perchè, Io stato cli cose che noi ch1am1amo u go\·ernq della burocrazia » con tutte le sue lugubri con• seguenze, 11011 è r.nica in ~talia· una inven~io.ne recente, un 11 n?31cluato d1 guerra •, ma e ltl· vece una ccsa antica, un m1ale annoso e cronico. Tutti <>lieccessi di assolutismo burocraticodittatoriale, che io ho enumerati dianzi, banno i loro antectdenti in altrettanti eccessi com· piuti daali organi di questo potere irresponsabile nei O lunghi anni che precedono 1'nltima ai;erra.: i fasti di S. Fedele e delle caserme delle guardie cli finanza, denunciati recenteniente da certa stampa milanes~, h"'anno i loro antecedenti in innumerevoli casi dello stesso crenere fra cui tipico e antonomastico a Roma f1 cas~ Frezzi con relativi sacchettamenti: già molto tempo prima della guerra la ... moglie di Cesare era qualcosa più che sospettata, e fin dal '900, per esempio, era andato famoso il procuratore del re di Vigevano (cito dal Papafarn) il quale, letto sul!' Eco della Lomel/ma ricavato dalla rita l11ternazionole un articolo di Edoardo Giretti, in cui era detto fra l'altro che il dazio sul grano era (< una iniqua spogliazione che per mezw ed autorità della le~- g,i si fa dell'intero popolo italiano a benefic10 cli alcune migliaia di proprietari d.i terre », im• putato il Giretti di aver incitato « au ocuo ira le varc classi sociali in uwdo pericoloso ver la 7wb· bl,c:a autorità ,, (art. 247 c. p. • da tre mesi a un anno cli carcere); l'insurrezione ant.icrociana dell'alta burocrazia .minervina è stata una cosa da nulla rispetto all'insurrezione dell'alta burocrazia contro il Sonnino all'epoca. dei primi e dei secondi cento giorni; e i decreti-legge lamentati ora dal Tittoni e dal Luzzatti non sono niente affa.tto lilla C06a inaudita per chi ricordi, ad esempio, la serie di quei tumultuari e ciechi provvedimenti di unificazione aromi. nistrativa, che il partito moderato al governo attuò, a mezzo di pieni poteri, Jr~ il '60 ed il '7o. E che così fosse per un pezzo in Italia., era fatale. La burocrazia è lo strumento di governo. che u,~ reggimento dittatoriale sorto in seguito a una rivoluzione, si foggia o si affina, 1)er sosti. tui.re effetti\·amente l'antica classe dirigent.P, 11 per consolidare prima, mantenere poi, il proprio dominio. L'eliminazione della primitiva classe dirigente, concomitante alla creazione dal rafforzamento della burocrazia, può av\·enire in vartt rr.odi: o bruscamente con la Yiolenza (dittature preparanti l'impero romano, il terrore, lo Clh· rismo, il bolscevismo), o lentamente e mitemente con l'esca degli impieghi di corte e dei. gradi militali (monarchia di Francia, duchi di Piemonte), o insensibilmente e per volontà delb stessa classe dirigente, distratta dalle cure della cosa pubblica e avviata agli studi clall'ar~ o ai subiti guadagnl; o per via costituzion~ e con 1 'attribuzione cesarea dei poteri SO\-i.·ania ceti sociali grezzi ed incolti (Austria-Ungheria, Regno d'Italia, ecc.). D'altra parte, la burocrazia nasce come selllp1ice strumento di governo trattato da llll dit. tatore (uomo o gruppo), ma essa è anche in pctenza, vero e proprio governo autonom6. L~ funzioni di governo autonomo nella burocrò.1.i<1 di potenziali di,·entano attua.li ed effettive regli interregni, quando, scaduto un dittat...re:, l'altro non gli succede irnmedia.taJnente, e cc!;Ì puTe, quando il processo di eliminazione ~ :ii clecaclirnento della classe dirigente è avanznt0 o giunto al suo colmo. Per l'Italia, dalla metà de11'800 in qua, le cose nou sono andate diversa.mente da quello che sono andate in altri luoghi ed in altri tempi. Anche da noi, al tempo che t11tti sanno, un"l riYoluzione, mPzzo liberale e mezzo dinastica. ha portato al potere una minoranza, la quale 11011 poteva mantenersi se non con sistemi ditlr.- toriali. La Destra messa dagli eventi in gr 11·- p·\ all'Halia una, senza che credesse nell'unit:.l. di questa Italia, o con pieno il capo del suo <·oncetlo di " Stato, il quale avvia llll popolo , erso la. civiltl1 , (S. Spaventa) ,doveva fatalnu:nle, per governare 1 crearsi quell'arnese di governo che noi abbiarn descritto nella burocrazia. L~L 'inislra, la quale, come disse ancon1. lo ::,paventa, salutò la caduta dei moderati « com~ il trionfo di un programma piì:l liberale di g0vrrno ridotto al minor numero possibile di funzioni : cho costasse quindi meno, e lac;,c·iaf.!;C" fare molto all'attività individuale o col. lc·liiva cli privati cittadini,, mantenne tal qual la burocrazia. della Destra, pur senza avere, ptr manWnerla, le ragioni, che aveva avute la Dc.,lra per crearla. L'ultimo rappresentante della Sinistra, Giovanni Giolitti, v-ittim.a d-el}'errore oomw1e a tuUi i cousel'Vatori italiani di sopravalutare la capacità l'ivoluzionaria dei nostri sovversivi e viltima anche della sua riluttanza e incapa;ità al combattimento aperto con gli avversari poli-

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