La Rivoluzione Liberale - anno I - n. 28 - 28 settembre 1922

L .\ I{ I V O L U Z [ O N ]!; L I. 8 I~lt L\ L j~ STUDI SUL RISORGIMENTO -itO«-- Il Uberalìsma hegeliana del mezzogiorno J. Bertrando Spaventa L1 i111porlanza ed i merili dellu nosLra curren t~ heoeliana 111eridio11alcper la for111azio11eP il poten~iamcnto dd nostro libl ralis1110 nc,1\~ S( conda. meUl delliOtte;cento è onnai fuori d1c.i.:ussioue. Se in via pratica 1..:SSH si trovò i11 r11i1~0ranza idealmente dominava e i11lor111avalut.La la De~tra liberale. il cui prograrn1na gfa pt•r sè slesso si. ricollrgava, aLlravcrso \011Lau(' origilli e r--egreti 111eali sia con \'liegrlisn~o sia c:on la poliLica. romantica della. r~st..au_ra1:1one~G1o~wn1 è appunto (in Lai senc::o) il LramItt' !-ilonco e 1dea_- lP di questo p-rocesso sLorico: ~ :::;pavc11~as1 Tifà da lui, dimoslrattdo coutro I moderali caltolici (Tommaseo) che .il filosofo di_ ~forino moveYa da una coucPzione della politlca. ,e dell~ Stalo intimamente a.fTiliaba a.l1 1 CLL1i,ersalismod1 Begel. Giacchè iu Gioberti. come l' ldea ~rea e costituisce l'individuo, così il sovrano fa il popolo: e, il Sovrano- è lo ~tata, in tut~a la. s~a. idealità e concretezza naz10nale e- sociale. Ne 1. molti, la folla, possouo essere fuori di lui, che è l'Uno: uè altrove che in esso possono trovare la propr,ia coscie111.a e funzione civile. ì\1a rimane oscu.ro i11 Giobe1·ti rame questa autorità fattrice dell'individuo sia da lui riconosciuta conforme a sè· stessa -e coincidente con la sua vera natura: come possa alla. sovranità, dell'ldea congiungersi l'autonomia dell 1 i11cl-ivi.c~uo:o inson1ma quale sia la libertà propna dello titalo liberale E1 chiaro cbe la determ1uaz1one di ques~o punto coinvolge la legÌ:ttimifa del liben1lismo: e tale è precisamente il prob1ema politico intorno a cui si affatica Spaventa. Perchè ju !legel. sì, veniva rnostrato il graduale eleYarsi della coscienza i.ndi,·i.dua1e alla vita dello Sta lo: rna con carattere fenomenologico e lasciando oscuro se questa elevazione fosse iiitegrazione o non piuttosto disindi,·iduazione della singola persona. . Il problema comincia a formularsi nella !11ent.e di Spcventa già dal 184S, quando scnve,·a ue1 Sr,.riunc,t,, di Napoli, dirette da suo fratello Sildo: 1tLo Stato in Italia non si teune pill come cosa assoluta ed infinita, di poi che i\·i la libertà dell'uomo s·ebbe una ferma astratbssima e universale, l)iù alta e comprensiYa della nazionalità: e questa forma fu la Chiesa. Onde lo Stato italia110 diveuue poi per la. società ìta.- liana, s~n per dire, ;-,i.ccidentale e non_ propl'io,. poco clurahile ed estraneo, dacchè rmfìnlto e l'eLerno dell'animo umano si raccolse tutto nella xeliaioue. Ma quando, per opera del processo lciòi:-o della storia, que~to infinho fu ritrovato dt nuovo nella vita mc<lcrna. dello spirito, nel pensiero, nelle arti e nel _di.ritto, e. tm u?rnu, tenuto per infaiEbile (Pio IX). ,·e11ue a nconoscere che l'infinjto della Teligio~1.el: uHa cosa sola con l1in.finito della società ... allora lo Slalo ·italiano fu i-icostituito sopra la sua ,·eta base, la nostra uazioualità, fu ravviva.ti:L di novello spiritò e fu proclamata, 1a nostra indipencle11za ». Acuto giud.izio storico, che trovò poi' c,ouform~ 0 diluci.daziout! nel saggio di Spaventa sul Pru1- <tipiu dellu ·,·ifor1110 religiolif', po/,"1ic1t I' filc,so- ·/fr:o. d,,{ .<sPculu XVI: ma che a. noi interessa pe~·- cbè vi si ·mostra l'elevazione della coscienza civile come il fa'l.·iSinfinito della singola personalità e il valore assoluto della vita politica, della società e ,lel dil'itto come no11 diverso dal valore assolulo dello spirito. Una prima forma della speculazione politic:.t cli Bertra11<lo Spaventa si manifesta ben presto in maniera sistematica nelle polemiche contro la ('i1;1"ltà ('otlnlica, e per la libertà, d'insegnamento. Come pili tardi in ttna sua memoria (la terza) su Gicrclauo Brnno (1865) il Nostro clicbi..net·à in fonna. pill precisa, egli viene tra il 1854 e il '56 svolgendo il suo concetto della divinità e della infinità dello Stato iawo e libernlc cli cui la lotta dello Stato contro la Chiesa era 1 aià, u.n,aisegreta affermazione: Stato laico elibe1~le che deve assorbire in sè la Chiesa pur senza distruggerla, non separarsene a.stratta.- mente. Lo Sta,to non è per Spaventa 11 una istituzione €Sterna e meccanica in. servizio di qual~ cos~ di più alto e fuori cli lui», cioè della Provvidem·.a. 0 della Storia: ma « lo spirito concreto della. comu, 1ità umana, la universale potenza etica li in cui l'indivjduo si sublima (mem. cit.). Dove è da uotare come sia superato ]o stesso concetto hegeliano ortodosso dello Stato come incarnazione. fenomenica clell1Idea: no, l'Idea non trascende lo Stato nè ha in esso un mero strurr:ento storico, ma lo Stato è l'Idea stessa, nella sua assoluta verità, sotto specie politica. Tuttavia questa posizione, magnifica bn.se cli offe~:, -e difesa contro i gesuiti, una. volta calata neìla J·ealtà dei fatti non poteva a meno di 1nanif~- stare un carattere dogmatico e irreale, che Sp:i_- venta si affatica senza indugio a cor.reggere: 110n che lo Stato sia immediaLamenle 1'Iclea, ma t::. le si fa passo passo i11 ,·ia aulouorna (?· l'Idea nel suo svolai mento): non che nello Stato co~1sista l'r rd;t11pln la realtà clc!l'inclividuo 1 ma J1individuo ,·ien ritro,·anrlo progres;:.i,·;rn1e11Lelct sua rea.ltit piene 11ello Stalo. L1 esigenza contintw e persist"C'nte della mediazione t,~a il singolo e l"uni\·_c•rsale. l,ra la storia (• l"a~~olalo, cosliluihc1 qul il L'1il1<:ih111c1 di Spa V( 11t.a, elio !:ii svilupp;t ncll,· di·~,·UHio111i11tor110 ali;~ libr•rli1 della ~cuoia. Qu1\-;\1· co111111cianu a ('hiarirt-- n·ra111c11k il nuovo lii,er;d1!-i111f~pav,·11Liano: nio....Lraudo 1·011H• l'i11d1\'lduo si l'lc•vi alla ~ua CO!-Cienza polnw~ aLl1a,T1~0 il lilJL'l"Ogiuoco dri ('Ontrasli dì san, f' i1Hlipf•11dP11ti 111crbri,,: 1· c·oni<'le ~!;,lo lilwral,, l"<'al1zz1 i11 ttll' ~io c-011\ra sto la sua piena eillcitnza . .\la 1n pa1 L1<·olai:cdi fro11le ;il problema della scuola libera la 1·ea1Llt &Lorica impone ~L 8pavrnta quu,la lransaziow1: cbe lo SLnlo uou può per111cllere i11 LuLLa libertà un lai contrasLare, di forze politiche fiuchè esso 11011si sia consolidato in modo da 11ou lemcre elio es.se lo soverchino. Vale a dite che l'origine dello Stalo rimane ancora al di fuori o al di !~1di quella che de.ve essere la ~ua vii.a 1cale; e il realisnio politico 11011 vale, teoric·arnente 1 a scusare 1a ,•o?Jtraddjzione. Forza è_, pertanto di cercare il processo di que5la oLigine dello Stato e mostrare come i.n es~a ~i realizzi gi~1,la sun, rorma liberale, pur <lenh·o limitazioni pragmaliche e svariate cli\·ersiULstoriche. (1'~.font..utti gli Stati sorgono ad un modo, aveva giiL ossen·ato Spaventa alla ('·11·. Cal'I.· rna ciò 11011loglir che tendano ad un unico fiue, e che nelle cli,·erse origini si possano sceverare. le comuni categori(' in[ormalrici). A questa esigen;,;a ri.:,ponuono gli 8t11d/i .'J.111/'l'ilr•odi llcur-1 (1869: ue,lla rislampa: Principi, 1L;, l!,,'tica), le ,·ui pagiu.e relative alla dot,tri11a dello titato i-apprc~e11t;JL10l'acme della teoria. poiitica di Spanmta e anche l'indice della sua originalità, poi. chè egli trasforma qui profou<lameute il pensiero hegeliano. Veniamo ora a conoscere che l'origine dello Stato è nel processo del1a, società civile com-e uuità m12diata degli individui (<e pare ebe taJe uniti"t nasca da· 111 1 J/f;: e pt1re nasce da sè. in quauto si è fatta ,11rJlti. E invero i molti· non sarebbero possibili senza quella unità che è la famiglia: e da· mo!ti nou sarebbe possibile l°Lrnil~lnucva, se l'unità non fosse come pr111cipio nei molti,,: si passa da 1ninore a maggiore e pii1 completa 111rità: processo che si S\·olge attraverso i gradi dell'econoniia pubblica e clell'orgauismo gitLTidico concreto. ì\[a. tanto il sisb::ma dei biscgni. che scrg€ dalle attività economiche iudi°'·idnaJ.i liberamente crgn_11jzzantisi, quanto il sistema dei clirjtti perscnali 110.n acleguai10, perchC' inst:=tbili e ,·arii. Li fir:e della comunit?,: si esige costaoza e sfrurezza. unità di volere e cli azione, cioè precjsamente lo Stato. Pu.re lo Stato 11011è solt-anto questo. uo.n è un universale pu.rche.:.sia: è universali ti, 'tic" in quanto <(gl"iudiviclui, le forze. le poteuze, gl"iugredienti, gl'interessi non sono pura materia. e forze meccaniche, ma sono arbit,rio, libertà, voJcre, cioè 111111111-itrì >,. Per questa sua eticità lo Stato è liberale, 11111uon hberista: ba tl!la vita. propria positiva scsla11ziaìe: <i no.n fat,/a, soltanto, ma creo gl1 i.nt:.eressi particolari)). poi tauclc a.Ila massima potenza il caratb.:re trniversale ed autouomo clell'associa1,.ione e- della ccrporazioue, in cui Spaven,ta aclcliLa l'embrione relativo e particolare dello Stato 1nedesirno. Questo è il ,;rero Stato, individuo er.ieo per eccellenza in· cui s·iuverano famiglia e società: mentre nello Stato patrja;rcale o nello ;ji..,aLo COJlle istituzione di pubbiica sicurc'z1.a. r1 non solo lo :-::italo-non è il ve~·o ;-,;rato, ma 11èla fa1niglia nè \a societil civile esistono 11ella loro Yera rorma ,1: e come individuo etico per eccell<-'nza, trnità persona1e di un popolo 1 esso i-apprese.nta la sostanza morale conscia di sè, anzi la sostan1,a nazionale( lo «spi.rito,) del popolo sresso. lWa qual·è l'iutima natura e la. Iegitti1niti1 della relazione fra Lind.ividuo e Jo Stato come prinoipio e •ragio1;e.della sua vita 1 Anzitutto si trova che lo Stato, avendo il suo inte1·esse nella p;·opria Universal.iUt, fa suoi gl'interessi di. ogni individuo e li difende dalle forze avverse: 1mpedisce che il particolarismo dei singoli rlistrugga la societi1: e per faT questo deve essere estra ... iiEd come stato alle lotte eco·non1iche e sociali, di ~ui si fa m~cleratore. In secondo luogo, lo Stato inlegra la sua funzione saccoglienclo .le ,c11ergiedegli incli\·iclui, ciascuna dellC' quaLi tcn-. derebbe a far cen\ro cli ~è stessa, ad un fine e ad una attività comuue. Esso è la mente de-I tuLto, perchè è ad un tempo h1.sosta.nza etiica e la coscir111.ariflessa della sociefa (il problema storico degli stati consiste nel conlernpenire questi due elementi, lo storico e il o-iuriclito, la tradizione e la liberU1): e pertanto l1a tll1'in.fì11itil sup_e:iorit~t .sugli iodividui. è sovrano. La sovranti,a po\Jtica ha la. sua. forma nella costituzione, ma la sua forza positiva in sè stessa. nel suo prop1·io a%ire, clw la determiua e la giustifica nella. sfiol'la,: e_ ha la 511a guarcntigi<L vera e legittim~ nel\~ coscrnnza del popolo. vero cemento dell orgamsmo ~lata!e e aJjmento ciel suo sviluppo. 11. !:(Overuo ? i potrri pubblici in1 geuerc s~no poi, per c°'c;1 dire il \·olere dello Stat.o: osSHl lo Stai.o nel suo allo. vivente compiuto, i11sè slesso, persona traaica ciel \·asta clnHnma del mondo. in cui. lo indi,·idua la sua 11a1.ionalità,. . Senoucliè j! no~tro desiderio di un.a effettw.a, conciliazione tra indi,·iduo e Stato o d·i 1uu1.- ~1 ~ stérnaziorte del loro contrasto non appar~ qu~ soddisfatto. XonostantC' tulti gli ~wl1iarime.11h 7.lonali·, -1 n ::,t,1 pr.1· qu '")IO pn;l,"-r,w iill;i ~t(.-:~:«. u la. lwl];, df-:-;ig-11,1,z.ir,o'! ddltJ Stato lib, raie e n:-tmi,:,;,, f/11 rJ(Ji.r1t di (>rima: eio(· <·IH~l'individuo trova. JH•llo8t.ih1 i v~lori più alti ,lf·l suo spirito praiieo, e- nt:I .-,u,, ;i.d,-1;rf' allo Slato rico110M·r· in P'-.SO 111,t11111/1t1r il r,uo pill ,·Pro "f. Si "-OJI fa.Lii ,nolti pas:;i in11a11zi,. cliiariLt· mùlt1• rthl zion1: 111;1la dor1J;111d..i 110!1 ha avuto 11(:;1vri pili d;:1f-;p;.tvr,nt:1uua. ri•-JJO"La,lill,Ua. J.r; bl!1sw <'onflilto Ira. l1b<'.rla e:. tradizione, Stalo di dirilt(J 1; si ai.o di faUc>, vif•IIP rir-,ollo C.UJ'l.,l 111:!}:hllll riguardo ;Jll'individ110 (,·lit· i11vc<;1,lo ~r·nlù piu eh(' r11ai), 111a ~olo in rapJH.1rto ;Jllo St:t.Lu fJ('r !;t• pre:;o. I~ quc.,~Loporchù c'è, iJJ Spavcuta una i11diff<·n•nz,1 Lult:i 11niv(;1<-ali"'}Lica. t:d hcgelia.Jrn, d1e pur lrova. 111 lui li1nit.i (: 1·rit.i<:!1r;. m:t 11rJll ..co1HJHII"(: 1uai, v1•r~o i dirill i d<~lsingolo corne singolo, 1H:lla :-;ua irrepetilJil0 inr1ivi<luaLità: diritti di <·ui è faU.-0, 1wr <·ontro, tutto il torrnento della uobt ra aui1na 111odenw: e 9uu,la difJcrcmz.n grimJY'di.sc·e di avvertin.,, i11 tutta la sua 111ten.siU~ jl probl<-1J1apiù ..is.~illant~ del liberali :,nw, che ha cfoto il nonIe 1.lc:r:iso:-i.ll'iclea. ;:;.iaggiu11.ga l'a.strat..tn:z.a. del)a divii:-io11eo rii stiuzioJ1 da lui n1anteuuta tra 1::,o<.:ietà (! Stato, principio ?ocia.le e principio politico, al1a <·ui u 11iticazio11epareva pure avviato dal suo afffr111,u-o la ~otLile e profonda ,,ticità delle le:ggi e<·o11011Lid1e. "r;intere:'iS.:: individualt·, infatLi. clw fa nascere la socict.~1 1 tende naturalmente a r1;- strugg:erla appena. [ormat.a, sforzandmi di servir.si di quell'orgauismo, che deve promuovere vl'int(;/' ssi particolari _di Lnlti, trnicamente per i1 suo proprio fine. Qui11cli iotta d'i.11Leressi,.c~1e mi1\accia110 <li sciogliere la !-ocietà (lotte soc1al1). Ch_i può i111ve<lire tale rlihsolm:ione? "· Solo lo SLato. "M11 la stessa potest,, dello Stato p-uò essere usata da uu individuo u eia una. classe pc1· i suoj particolari im eressi : e allora la lot.ta tra gli interess·i sof•ia.li si trd.sforma iu lotta tra il principio e il p(!liLico... Come si ra 1 Si .e~cogita una costituzioue nella quale la personahtà dello Stato (la perso11alità politica) sia ele,·ata sopra le lotte sociali)). (11r/11r·. di Ji.:t., p. 158). Èccoci in questo modo assai più vicini allo Stato àemocratico che allo Stato liberale: e la sublimazione del potere politico sopra la vita sociale, non solo coriserva alcunchè cli teocr~ tico (nonostante il costituzionalistJ10), .ma]. anz1 - cllè rappresentare uu r:dcva-rsie votenzrn.rs1. dello Stato, ue pn;cu:·a la tl('tnÙl11tio e rimpoverl~"J.el~- l,O morale. Svolté, rigorosarneote questo pTmc1pio portprebbc a dichiarare pratic~1~1e.n~e irnpossibiie lo s,·olger-si della ~tessa pos1t1nta dello Stato ì\la bp,wenta dice però (~ qu_i.sta la su~ an,- co.ra cii salvezza): H La cosi1tuz10nc. uon Sl puo separare dalle altre cause, nel!a cui ~ni~à è l1al1,· 1.1;1rt delle Staton. Per<'hè "ta cost1tuz1one rimi G una forma astratta, uno schema o luogo comune, nel q_uale pcssaJlO adaglarsi tutti g1f st~.ti iudiffr 1e11krnente (chior(1 critico al r1Jsf1t11z 1~- J1of.i.•·uiudel ·21 ,, rld '48 !). J.,.aveni e reale cost1tu1,ione è quella che è propria, intiwamente propria, dello Stato: ogni Stat,?, in~quanto è u1~ Lutto vivente. ha la .. ~1111. I\ou e qualcosa dt estrinseco, cli artifici.aie, che possa adattarsi a pi~cere a uno Stato ... Essa è la vi! ;1 stessa,. la for,w, della vjta, dello Staton. Ma solo lU.llfi.- ~anclosi con g-li altri elerne.nti di esso la costituzione lo pou; nella sua piena coucr~t~zza:. co:ne unità. positiva e creatrice, come' critica dt se e fabtorc della storin ciel mondo. E nell·affermazlone di questa positiYit~l e·st.oricità. dello- Stato, balenata gi~Lin Vico, clivi11ata c~aVn~cenzo Cuoco, postula.ta e celebrat,~ eia G:10bert1, sta t~1tta la grandezza. del libera\1sn~o eh_Be~·tran~o Spaventa. che chiarirt11U10 gli ep1gont suoi. e sopra.tutto il fral,ello. SANTINO CABA.Mt.;LI,,\. In corso di stampa FeliceCasorati, Pittore (:i11r;/lt'Ct'11lu r1pt'rl' ,·lit ri1wlonu 1111(1 111d 1i·id,.111itrì OIOllfl"fl, 1(,lf. orti.-;to r·nmrJ/l'ffl. lu.tr1Jrl11:it,,," c1itic11 di Prezzo speci~le per i prertotatori L. 20 GlUl:'gpp.J!; PR½Z½_OLlNI IO CREDO 'J·ultn rattiv-ità del (lirettore della e Voce, trota, la sua, sintesi in questo vohnne cl1e è il breviario delridea,lismo la-ico politico e ?nornie 1 1·1nuo1;0 van· gelo sen;;,a clogm:i. In preparazione: Oprre di .Luigi Ellrnuclì - K. Papafava - :M. ).Jissixoli - J::. Pea. Ai prossimi numeri: ;\. PAl'AF.\\·.,: 1/ '2("('. ,/. .1. 1t..f'npl)r11t,,. r.. I·: ~ri-~1-:Y: / 1 ,,.~, i// 1 • C. C.-\TT.\'\1-:0: /,rt r111P.~ti, 1111 .~.,,,rrfn. JOii Gli avvocatie la democrazia L'n1ormo i11fluenza del <li,-itto romauo sulla vita df Il (Jc1•irlf-11t.enon .:;alta fuori in uiente;· piu ,·llf: in que~to: clie. dappertutto sano i giuristi, 1 ,lotti 11tl diritto rr;mano, i figli spirituali della <'.lil:ift., i Z;;.JJ~rrlclli e i l?e-ta di l:,utti i ternpi f'hf• .<-;unoi portatori E- i prornutod iru.lancalJili <l<·lloStato 11 ta'l.iouale n; cioc dello Stato in r·tii l'aLtivjt,~1,.,-,·c,11ornicaè inclipf.::J1d(.11te, è i u:a- ·"Po,ti rni~tir:i :-otHJ dfrhiarat.i affari est-ram·1 al!a pubbiica arnf(JIJ1i'.,t.1~zitJne.La grande scuoia per lo SI al.<; "ntzionale" 1• il prcc~dirntnto proce~ sualr~. la proc,·dura. r· J'allt11arnr~nt1,miglior~ ptr ,,jj aff:ui d1 :--tat<.>.TJ.:tllrJ,tudio df-'.)diritt<J ro- ~1am., JJ' llé m1iv<-nità italir,1u,, ~Prrnina un ceto politfrc, bt-11 di')L111u..1: 1 giuristi e i pratici JJét.LeDtaLi del],. Uoivf:.r:-ita. Aecanto :ti r-hiericato, alla <·asta ,tf,i J,.u,-r:...1.,ie rlC;.g!iumani:,ti, a.11~,v,biltà di <;ùrLt, f' all:i u,f,'r-1117fJ11 itJg1~, V-=-.~i c<..;~tlluiscmw la. arislorTazia politica delrOcddente. l Pvtesta italiani, i canonisti e i teol0gi d~} Gonciliato1i'-rno. i giu.risti di cort.é rlE-i principi del Conti :1.ent.e. i teorici monarcomach; dei Pa€;&i Ba'-j.,:..,i.la (1,\'{Jl1/rss" d,, Ifol.,,:,. de:i parlamenti rif-i re~rii Franr·ia, gli a, voc3-ti d6lla rivoluzione fnJ,nctse: e<-co i rappre~entant1 del razionalismo uiuridico imparato sulle Pandette e ap1;!leatl) ;Ila politica, eioè a formare le, Stato raz{onale: ecco i glo1iosi - si, propriarn,-nte giorio:,1 - - antenati degli avvoeati6imi Zanardelli e Fe1·a. Se passiamo ì11 ra.\segna l'elenco dE-i membri della Convenzione - eletta a suffragio universale - troviamo: un proletario, u11i1;0e ~olo: pochissimi imprenditori borghesi: f: po: avvocati in massa. di utte le specie. Dalla Ccnvenzione in poi, uavvocaton e udemocrazia• souo indissolubili. La democrazia politica. è l'incubatrice degli avvocati, e 1a ideologia dernocratica costituisce il loro paradiso terrestre. Quando, beue o male l'Italia rientrò nella corrente della civilfa occidentale e capitalistica, ,gjj avvocati naturalmente. si impadronirono deUo Stato ; si insediarono, a Roma. ~la Roma è una preda che non si digerisce. Roma, la Roma più potente, la Roma del papa, aYe,·a due ceti politici, peculiarmente sviluppati: i chierici e i lettei-ati. Nel Piemonte o a Kapoli si irriparavP-110 Je Pandette, per diventare deputato o rn;nistro e go,·ernare la plebe: negli Stat~ del Pa~a ~i ùnparava a cantar messa o a scnvere vtr~! l~:- riui per clive_atare legato, e - ugualinenre - governare la plebe. Quando la Monarchia si installò a Roma. gli avvoca.t..ì che la accompagnarono in nome dell'unità. nazionale, del pregresso, della democrazia, -ecc. risentir~:m~ \"influenza della Roma ciel Papa: auch'ess1 si rnisero a iLuparare a cantar messa E: a poetan·: e r1talia ebbe un ceto che si occupaYa di politica, di formazione pre,·alentement,e. giuridica: Ina con infiltrazioni di sacrestia e cli Arcadia: fenomeni come il (.,'iornole d'ltalio e il sen. Aifredo Baccelli non si spiegano mfatti che cou questo trapiainto del ceto legale, diffuso in tutto l'Occidente, in terra cli preti. Questa classe dirigente universitaria, avvocatesca, letteratoicle 1 assirurò alle masse la democrazia politica. Ma la moltitudine domanda qualche cosa cli più della sche~a. Essa d~m~uda di imitare, di copia.re, di seguu·c le pass10n1, le abitudin.i sociali, lo stile di vita. caratte.ristica déi ceti governanti. Esempio: 111 Francia, i !dominio degli avvocati è stato fortemenlc temperato rlall'influenza della nobiltà cli Corte. Tutta la ,·it,, pratica di tutti i francesi subisce ancora oggi gli effetti dell'Unitaz-i?- ne clell 1 11 t:s/lri f de s,do-n )I della aristocraZJa fr-ancese: le forme e le convenzioui socialj cli !·utti i fraucesi ,anche cli quelli degli st.rati più cli!:;graziat.i della imitaziou.e clel ~ye:;t, CO~(~/ie_r> del XVII secolo: tutta la l?ra.ncrn di oggi 1m1ta \e passioni, le abitnclini, lo stile dell'antico re, !:!°ime.Quello che vi stupirà in un caporalucc10 francese, i11 un operaio francese. per 9-uanto umile e misero, sar~i la, clisinvolttirc1: la s1cu,rezza cli sè, l'a.pl.omb di uomo di mondo: questo saril sempre ciò che i tedeschi e gli it,aliani segre~ tarnente invidieranno ai francesi: e i francesi lo hanno. perchè le passimli. le abitudini e lo srile clell'an.t.ica aristocra,zia si sollo diffuse, pe1: un fenomeno di capillarità,. fino ai pi~1 umili francesi. Ecco uu esempio di ch:mocraz 1a, non politica,. ma. culturale. On altro esempio: In ln.gbìllerra, ,il dominio degli an·ocati è stato forteme•nte temperato da\l"i11fluenza di un altro ceto politico: la ytrnfry, costituitasi sul cadere del rnedjoevo eia 1wa singolare fusione r1· aentiluonieria campaanola e cli notabili citt~dfni. Tutta la vita pratica degli inglesi di oggi è peni-asa da, co11venzioni, p_re.giudizi e preconcetti che risalgono alri,nit,azione della veu.tr.1~- che fin dal XVII secolo ru. il ceto « che dava 1I tòuo n. Oggi, quando voi incontrate per il mondo la fredda, i,nesora_bile e auster:L prepote11za britannica. sia pure inearuata nell'ultimo marUrn~o della ìYlarina di sua. 111aes1;1. gli è pe,rchè tutti ali in o-lesi da secoli. imitano pas.stoui. abitudini e st~e d~lla !I' 11try. cioè dei loro ceti goveriwnti: e-io(.,fanno della demoerazw culturale. I traUi es~enziali dtt11que della. classe dirigtntc fraucese o iii quella inglese. souo facil111c1n,, imitabili. eioè ineilrnente u de111ocrati1.z.<.lbili ». 11a c·lic- rosa possono ·imitare le plebi claìla

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