La Rivoluzione Liberale - anno I - n. 26 - 10 settembre 1922

98 LETT·URE C. Eru.CH SUCHI!RT - La rivolta dei sa,,.ti m.ale- •etti - Casa Editrice Rassegna Interne.ziouale. Roma, 1çz1. Un ritegno facilmente spiegabile impedisce a noi, che non abbiamo fatto la guerra, di giudicare troppo severamente le facili esibizioni e i progett; fantasiosi e le velleità di supremazia di coloro che han combattuto, anche quando teorie ed azio- ,ni appaiono cosl. improvvisate, buffonesche e prepotenti da prestarsi, per non dir altro, al ridicolo. Un originario sentimento cli delicatezm ci trattiene dal parla.re, ancor oggi, di quei tempi fortunosi, e delle polemiche e degli intrighi che li precedettero; a quel modo stesso che un'istintiva paura ci vieta d'indagare troppo profondamente certi prnblerni che si sanno fin dall'inizio irresolubili. Ma quando il combattente che ci parla sia per avventura uomo intelligente ed esperro, colto e raffinato, com'è l'autore del libro cli cui ho ! 'intenzione di intrattenervi, allora cade qualcosa dell'abituale ritegno, e ci par possibile discutere, senza sollevare proteste e rancori, e quasi .senza tema di dover più tardi rimpiangere il momento in cui primamente uscimmo dalla nostra tm,nquillità. Afferma il Suchert, a un certo punto del suo volurue 1 di essere uno « fra queii pochi che serenamente, onestamente, c]jchiararono d'essersi a~ ruo1ati volontari e di essere ca.porettisti , . Ed è caporet.tista in quanto gli pare di aver scoperto, nei fenomeni di diserzione e di insurrezione militare che accompagnarono quella nostra sconfitta, un fatto « schiettamente sociale», una « rivoluzione • e fìnanco , una forma di lotta di classe , . Per semplificare la nostra discussione, non staremo ad indagare se per avventura, nella battaglia di Caporetto, non entrino altri elementi (più stretta.mente militari e strategici), oltre quella « nuova mentalità di rivolta ed 'insofferenza > diffusa tra i soldati fin dal principio del r9r7, e opportunamente messa in rilievo dal Suchert. Ed anz~ accetteremo 1 senza sofisticare troppo, I 'indagine volutamente sincera ed efficace che l'autore fa del progressivo formarsi e diffondersi tra le truppe dello stato d'animo di scontentezza e di odio che prelude alla ribellione dell'ottobre. Siam disposti a concedere, con apparente generosità, Ia verità delle premesse, solo perchè siamo convinti che il libro, quando sia letto attentamente, si critichi da sè, e riveli ad ogni occhio esperto gli errori e le lacune della deduzione. Poichè se veramente le cause prossime di Caporetto son quelle additate dal Suchert, cioè la t: incosciente incomprensione del paeGe » ancora attaccato alla mentalità quarantottesca e affondato a: neHa vecchia concezione della bella m.orte e dellJatto eroico,,, e « l'inutilità dei continui masMcri 1i ordinati a mente fredda e senza rao-ione • se veramente la diserzione significò, come v 0 orreb~ be 1'autore, una protesta dei fanti contro chi non combattei:·a e contro la nazione che non li compren<lern; se le origini dello scontento e dell 'insofierenz.a. nelle trincee furono veramente soltanto come è del resto assai probabile, sentimentali e contingenti; allora potremo parlare di sommose.a e di ribellione militare, ma non di rivoluzione; di contrasto di stati d'animo, non di lotta di classe. La 1-0tta di classe richiede una preparazione solida, non affrettata e provvisoria, com'era quella di cui parla il Suchert; e vuole una coscienza stabile della distinzione delle caste, come di cosa antjca, durevole e fatalmente necessaria, fino a che gli interessi dei minofi non prevalgano su quelli dei grandi, e la rivoluzione diventi per ciò intrinsecamente improrogabile:. La c011cezione della lotta di cla.sse i:, anche nella mente dell'operaio 1 in qualche modo un metodo generale t: spregiudicato di misurare i fatb storici, di fron. te al quaìe appaiono altrettanto necessari e giustificabili ('oppressione e la rivolta degli oppress;. E' chi.aro che se i soldati prima di Caporetto ios.s~ro stati meglio trattati e più intimamente compr(::5i, secondo il Suchert 1a ribellione si sarebbe ev~tata: basta.va, come dice egli stesso a pagina 88, , i,n po' di bontà». Xella lotta dì classe, la rnlontà di pa.cificazic,ne e d'affetto dj una de11e parti, non bast,3. a diminuire la fatalità delJa rivoluzione, n?; a rallentare l'originario e fondamentale distacco delle caste. Per queste· ragioni pare a noi che Caporetto non sia stato un fenomenc, S()Cialeo una fonna dl lotta di classe; n? tanto meno il principio di una rinascita internazionale, della quale anche si parla qua e là in questo libro. In quest'opera di rinnovamento dc,vrehhero tenere il prim.0 poste, la Russia e J )Italia, nazioni come l'autore k chiama, proletarie, dove 1'« idea nazionale non ha avnto ancora, per fortuna, il tempo di formar.si-». (1 Questa mancanza di patriottismo , le !)One , alla testa della nuova civil. tà che sta germj11ando nel mondo; la quale è in1:ernazion.,:ilista e sorpassa la concezion<: cli patria>. 1-tfaanche a1nmettendo (e in un certo senso si puo ammE:ttere) che la DUO\'a civiltà mondiale superi il concetto di patria, come vuole il Suchert ci p-ar ovvio che no~ si possa veramente sorpa; sare ciò che non si è sperimentato in un momento anteriore. Dopo vari accenni sparsi, a pag. 1291 l'autore vuol spiegarci che cosa sia Yeramente, nel suo pensiero, l 'aspirnzione dYoluzionaria del mondo contemporaneo: i:: L'umauità, fino ad oggi annullata di particolarismo, tende ferocemente a roLA RIVOLUZIONE LIBERALE vesciare le barriere che le impediscono di spaziare oltre i più lontani orizzonti, ad allargare il cer. chio delle sue possibilità, a ritrovare l'antico senso pelasgico del sole, della terra e del ma.re ... il senso ocea:rtico della. vita ». Non so se sia· per causa dello stile forse eccessivamente metaforico; certo è che mi par dii vivere tra le idee platoniche o comunque in un'aria troppo rarefatta. e insostenibile. Cerco vanamente di spiegarmi che bisogno ci fosse di mettere in campo i fenomeni sociali e la lotta di classe per raggiungere un ristùtato così vago e illusorio. De1 resto mi viene in mente un'idea più generale, che non sarà forse del tutto inutile esprimere. Pare a me che il gran parlare che da qualche tempo si fa, di crisi generali e complessive (oltre e sopra a quelle, che non Son poche, particolari a ciascuna nazione e a ciascun gruppo di interessi), sia altrettanto noioso e ridicolo quanto una preoccupazione costante e lamentosa del dolore cosmico. Il che non vuol dire che una generale valutazione pessimistica del.la realtà, e un sentimento catastrofico della situazione politica presa nel suo complesso, non siano per avventura inevitabili, ogniqualvolta si vuole penetrar troppo addentro nei problemi primi e massimi, e risa1.l'read indagare le- cause originarie e fondamentali. Senonchè è almeno altrettanto se non più manifestamente certo il fatto che appena abbandoniamo le entità metafisiche e ci facciamo a considerare un particolare problema con il particolare interesse che deriva dal nostro temperamento e daJle nostre consuetudini, allora il senS() del dolore cosmico lascia il posto a un 'accettazione ra$$egnata e, direi, religiosa de1la vita; e la cri'- si internazionale della vita politica si fraziona, adattandosi alle menti degli uomil1i che non saprebbero risolverla se non scomponendola nei suoi elementi singoli. Che è poi l'unico metodo per riuscire a fare, in questo mondo, qualcosa di certo e di conc1udente. N.'1'I'AL1NO SAPEGNO. NOTDEIPOltITHIrNnTERnA Borgomasino, Settembre 1922. Ca.ro Gobeiti, Nélla lettera d} Ubaldo For,ne1ttini pubblicata nel n um.ero 25 del t1w gio-rna.le vedo affer·mato eh.e « il jascis1no, Ii,. dove si sostitu.isce ai socialisti nel proselitism.o e -n.eU.io-rganizzaziOne si.1.dacale eredita tutti i probi.emi dc/. co/.labora.zfo11is1nosocialista» e poi che (( il sindacalis·mo operaio ha proposto un problem.a di organizzazione gi-u,ridicopo~~tica a~o Stato, pensando d-i risol--uerlo cai prop1~i 4. niezz:, coi propri-i -uo-mini, con la propria anslocraz1a. A 1c.1t dato 1no-mento ha tro-vato altri elenrnnti ed altre forze concorrentE alla stessa soluzione: fra queste 'torze bisogn,a. contare anclte sul fascis1no ». Ora, 1nen.tre sono perfetta1nenf;e dJaccordo col tuo collaboratore per ciò che riguarda la va.lutazione del valore soci.al.e del collaborazionis'rn.o, 11,0n posso però conco--;dare circa la -val·u.tazione de•i feno·meni politici cui accenna. Infatti il 1no-uitnento socialista rea~izzò un collaborazianis-mo di fatto, 1na partendo ila pre1nesse ri-voLuz-ionarie : tutta la sua. azione costituì 1rn.a serie di antic·ipi sulla ri-voJ.uzioneJ che 11at1.iralm.ente ottennero il ris-ulta.to di impedire l'a-;n,ento della dittat·ura del proletaria.lo. Ma qu.ella dittatum era lo scopo del P.S.I. : esso era organizzato per la ri-vo-luzione, tutto il sun sinàacalis·nw tendeya ad essa, e fa po11.e-va. come preniessa a.ll'azùJ11e. _ - Jn queste c0n<11zwni si capisce come, posta l'esigenza dJuna n1.urva o·rganizzazùme a base sindacale}_in seg~ito a quella ri'VO!.uzion.e che ave-va per r,1,ito /.a diltatu.ra del- proletariato, -il Parl'ito socialista, che di quel ,nito era lJespressione politica e lo stru.r,1-ento, do1;esse subire una crisi projOnda ed "" principio di dissolvimento. La collaborazione diretta, cioè Pascesa al Governo d~lla nuova classe dirigente, non pole--ua effettiwrsi col socialisnw ri--uoluzionario. Occo-rre-va un partito nu,o-vo, che negasse la -ri--uoluzio11e e che operasse accettando, anzi, facendo su.a, la reaL tà p_olilica n·u,0-va, politica e sindacale. Questo part1to ;, il fascisr11.o. Vi-ussolini, dopo la fase pusamenle negat·h1a dei ~ fasci di combatti1nento » ha iniziato, col sindacalismo nazionale del P.N.F. 1tn'of,era. di assorbimcnlo dellJeredilà socialista, una fusione nuova de:la . pol-itica col sindacalismo, che gli permet.tera di anllar.e al Goi,erno co1ne ra/Jpresentante del proletariato. La .sua abilità è slala nel.lo sjrnttare l'opera cli dissolucione che altri, fin da Pn1:u:;,. della g1.terra, opercrua in seno al part,ito so~zalista. Q1.tindi mi pare che il, rriovimento fascista non sia un mo-vi111.ento concorrente a quello socialista} ma bensì il partito arivoluzionario destinata a _ç1.{,ccede-rael partilo della 1-ivolu.zione che ha J;ià assolto i/. .11<0 compito. MARIO I\ 'fTTUO LEVI. ll torto rkl nostro amico Le\"l cons1sle nelJa v;=ccbia_illusione ide:ologfra del nar.io11alismo. La rivoluzione e il partlto rivoluzionario sono sem,• pre nella loro stessa essenza conservatori, come i partiti inttr11azi<.malisti so11011azionali. Le idealogie hanno il loro limite nella forza e nella. storia: la giustificazione C'onccliua.lc che il Levi dà òcl Fas.cismo tiene troppo conto di un pregiudizio che la realtà vinre anche senza ricorre:.re a un proce=so di razionaJismo e di chiarezz,1 rlottrinaria. Il fascismo non può giustificarsi con Ul1 atteggiamento a.rivoluzionario: la sola giustificazione può venirgli dalle su.e attitudini rea1izza. trici, che noi non riusciamo a. vedergli per ora. Nè condividiamo il giudizio del Levi. sui partito socialista, il quale non falll perchè rivoluziona.rio ma perchè incapace cli arricchire il suo mito di aderire al processo organico della produzione 'ita, liana e di esprimere da sè la sua aristocrazia capace di guida.re le avanguardie del movim;,,,to o_peracio_e _di diventare la classe politica. Il pa.r1:lto sociahsta falll per assenza di spirito di intransigenza. e proprio, in un certo senso di disciplina rivoluzionaria. ' Di fronte al compito giuridico del collaborazionis~o, quale lo vede Formentini, socialismo e fasc1smo si equivalgono. Incapaci cli un rinno--- vamente reale, tutti e dne burocratici e piccoli borghesi s, apprestano a ricevere insieme l'eredità del giolittismo. p, g. NOTE DI ECONOMIA ha crisi negli impianti ldro-eleltrici La persistente siccità di quest'anno induce a credere che, ove eccezionali pioggie autU11nali non sopravvengano, avremo un 'altra crisi di deficienza ~ energia elettiica. Si continuerà, così, a demolire quella leggenda del carbone bianco che ha formato uno dei motivi a ripetizione del nostro nazio~alismo econo~ico, ci,1 quale aspira a togliere l'Italia dalla ... schiavitù dell'estero per il carbone. E il buon Dio non inscritto fra Je camicie az.zurre, ci ricorda che una. così larcra ed incondizio:µata indipendenza non è nei su~i piani. Non so quale associazione abbia votato di re-~ cente un ordine del giorno chiedente al Governo fra gli altri provvedimenti, l'ampliamento dea-Ii implatlti esistenti per sfruttare tutto il nosfro patrimonio idraulico : ottimo proposito al quale il Goverùo ha dedicato, se non erro, tutta la sua bu_ona volontà a giudica.re dagli atti del Consiglio Superiore delle Acque che ha deciso su domand~ d11 .con_c~zi~ned_i impianti idroeletbici per un pa.to d1 1nil10ru d1 cavalli di forza. Ma le conces~ioni 11011 sono state seguite dalla pronta esecuz10ne delle opere e ciò si deve, da un latoJ 3 11a man_cauza d.i capitali occorrenti, dall'altro, all 'ecc~ss1vo costo cli produzione dell'energia in re1a•- z10ne al minimo quantitativo che potrebbe essere c~Uocato. Si deve, infatti, ricordare che i salti più econ_omici sono stati da tempo sfruttati e che 1 nuovi ililnpianti dovTanno esse.re fatti in località i~n cui il duono delle acque e la configurazione oel terreno richiedono opere colossali, costos.issi1ne1 e da cui si potrà ricavare una quantità di Kw.ora di molto superiore al fabbiso!Tllo della locaHta in cui l'energia potrebbe e&..~r: trasportata. _Così~ per esempio, se il fabbisogno di una reg101~ee rn, la quantità disponibile con gli attuali ~mp1an~1 8, la produzione dei nuovi impianti con 1 ve<::chi 20, sulle 2 unità mancanti per soddisfare il fabb_isogno attuale dovrà gravare il costo d1 produzione cli tutte le 12 unità di nuovi imp~nti, ciò che vuol dire i.tnpossibilità economica d1 collocare la nuova energia ottenuta. E' vero che col tempo il consumo crescerebbe, ma ciò potrebbe avvemre con molta leqteZ7.a e fino ad all~ra bisognerà regolarsi solo sul consumo consentito dalle attuali forme di utilizzazione dell'energia, ed _a giudizio dei tecnici esse sono ancora molto nclotte. E' questa la ragione principale per Clll 1 concessionari ritardano la messa in o~era degli impianti ed è, come si vede, ragione eh carattere esdusivrunente economico contro Ja quale non s~ sa se, e fino a qual limite, potrebbe es.sere utile nn intervento dello Stato. Ai mot~Yi economici di ritardo si è poi aggi,uuta una uunaccia politica: quel1a della nazionali2,- zazlone degli impi{lllti e della distribuzione cli energia eJettrica, secondo vari progetti della sociale democrazia, che ham10 paralizzato la buona volontà d1 quei pochi che, malgrado tutto, avrebbero fatto qualche cosa, con la minaccia cli una espropriazi011e senza indenuità, quale era stata proposta da quell'utopista. che è l'ou. Bianchi. Così tutto ~ quasi fermo 1 e resterà fenno finchè. il problema clE::cl arbone bianco, superata la fase del morboso na:z.ionalismo o clell'irrespousabile s~cialismo, non sarà cousiclerato per quello che è, cioè un problema preva1entemc:nte econOJnico. E'PTC'AIL'l'.10 Co1rnINO. Municipi e Boverno In nna nota con questo titolo, pubblicat:1 nel 11umc.rodel 13 agosto della Rivolu::iolle I.ibera/e~ Epicarn10 Corbi110 dice elle spesso i fascisti ottengono le climis.c;.ionidel1e Amminislrazioni so· cialiste « fra l'entusiasmo della cittadi11a117.,"a, ed ~ggiung-e: « Ciò <lit.nostra: r) che i socialistì amministranmo male; 2) che il Covcrno consentiva che queste catlive ammini-;.trazion.i continuassero a depauperare i loro Comuni ». Non sarebbe forse illegittimo sollevare qualche dubbio circa 1a sincc1·ità e la generalità cH quell1o:c:-ntnsiasmo della cittaclinauz.a », analizzando l1 quale, si ritroverebbe una certa rlose cli quella fifa che i fascisti disprezzano tanto. E mi pare almeno arrischiata e frettolosa l'affermazione che quell'entusiasmo dimostri senz'allTo che i socialisti am1ni11jstravano male. Se fosse lecito in argomenti simili usare ragionamenti cosl spicciativi, sì potrebbe sostenere, per lo meno con altrettanto foudamento, che l'entusiasmo?',"->· vocato dalla cad11ta dei socialisti dimostri do.e essi an1n1iniistravano bene, se è vero che una. a...- soluta necessità per una buona a1uministn._\.l,(&U.(: è stata in questi ultimi tempi quella di tasS'1.«e forten1ente ciò che il Corbino chiama , spogliare una cat~goria di cittadini a danno di altt-i , . Ma quello che mi preme di far rilevare è il c-- cetto che lo sc-rittore ha riguardo ai còmpiti" 4d Governo rispetto alle Arnmln.istrazioui comu.uJ,i. Il Governo, secondo il Corbino, avrebbe la coipa di aver tollerato e anche sanzionato gli ab&llilÌ. che ànno condotto al depauperamento dei com.uni, e di non aver fatto rispettare la legge comu..ti.lc e provinciale. L'accusa di « depauperare:. il C.-. mune sembra iu contradizione con l'altra di « ,if><>·· gliare,, i cittadini, o almeno 11: una categorl,~ di cittadini•, perchè per non depauperare il ~- ne bisogna appunto, se nou spogliare, alleggerire i contribuenti. In secondo luogo bisognerebbe dimostrare Che i prestiti, mutui, sussidi, ecc. si&- no stati unicamente la sanzione di abusi· e:~- messi, e non una. necessità derivante dalle f:>yt'- rascose condizioni del dopo-guerra. Se dovessero essere sciolte tutte le atnministrazioni che h.amw ricorso a mez~i1 similiJ la prima contro la ff.\Utle 11GoYerno dovrebbe provocare il decreto di sci.- glimento sarebbe quella.. dello Stato. Il Governo, secondo il Corbino, per rispett-...-"l.re la legge comunale e provinciale, avrebbe do-.rW:o sciogliere tutte 1e amministarzioni socialiste da.e amministravano male, compreso nell1amminist,:at· male lo « spogliare 11 una categoria di cittaiì'ilH a danno di altri. La legge comunale e provinciale dice che i consigli comunali possono essere sciolti per g-ra.,,i. motivi d'ordine pubblico e per persistente viotazione della legge. Se a queste disposizioni si deJa&e l'applicazione voluta dal Corbino, tanto varrebbe affidare al Governo l'incarico di amministcare i Comuni. Si farebbe cosi un passo decisivo veroo quella rivoluzione antiburocratica, di cui jl Cochino è non tepido fautore r Un /.ettor,. A.:.ffrettatevi a mandarci Ja vostra prenotazione pcl. C0LLAB0RAZI0NIS~O cli U. Form.entini. - Lire 5 invece rli 11re 'l. G. B. Gomrrn, gerente responsabile Officina Grafica Editrice Bodoniana • O. G. E. O. BI\NCli f\GR!COLf\ ITf\Llf\Nf\ SedSeociale e DirezioGnenerinale TORINO G..B. PARÀVIA & C.. TORIN•OMILAN•OFIRENZ•EBOM-ANAPOL- I GENOYA Libreria Treves • TRIES-TE Librma Cappelli • PALERMO PIETRO GORGOLINI Sacra ilavaro Umana Antologia 1n.oderna ad uso delle St.,1.wlz Professionali, Industria.li e Conrrnerciali con prefazione di ' FRANCESCO MERIANO 2 volumi in-16°, di pag. 816 complessivamente, con 12 illustrazioni fuori testo L. 15 ognuno ' !...'a~itore., con_ questa opera che abbraccia ~ diver~i ram1 della tecnica professionale, 1r~dustnale e commerciale, ci offre una rapida e complessiva visione del sacro monù_o del. lavoro umano. Le più importanti nvolu~1on1 sc1entifiche, le innumeri scoperte eù invenzioni - verificate.si durante se· coli e secoli di continua e faticos::i ascesa del1_ 1umanità 1 vieppiù tendente ,·erso le supenori forme- del civile progresso e verso ~e maggiori estrinseéazioni della propria inesauribile atth·ità creatrice - sono, con cronologica esattcz7.,a, riportate in questo libro. ' Scienza, arle, lelteratura, geografi.a, storia. ed 11tilissime e fondamentali nozioni relative all 1i11dnstria, al commercio ed alle relative professioni, in mirabile accordo sfilano ne11'opera del dott. Pietro Gorg~lini. che Gabriele D'Annnnzio, or non è molto giudicava 11 prode nel pensie.,-o t ·nellJaz10: n!' ». Vera e propria opera cli co1tura e di arle, e uon già una delle solite crestomazie Y_ecchieancor prima di na_scere, questa fa: tica 1mo~a del val~nte scrittore marchigia• 11~1 c<;>ntteue br~11 del più alto interesse sc1er~ti~co e stm:co scritti da egregi speciahsti delle singole n1aterie tecniche e professiona.]i. « Sa.ero l.avo-ro wniam.o » riempie dunque 11 1a reale lacuna nel campo delle pubblicazioni del_gc~1ere e risponde pedettamente alle attu~I, _es1genze scol,-,stiche ed ai nuov1ss1m1 programn1i tninistetiali. Ì'lutriamo _pertanto fiducia che, anche ques_ta_ I e~entissuna pubblicazione del Gorgo1 .~n~, ~1a per 1 suoi intrinsechi pregi didat-- bc1,s1a per quelli culturali verrà favorevolmente accolta nelle sc~ole d'Italia e consultata, quasi una piccola enciclopedia, da tutte le persone desiderose di accrescer~ la loro istruzione.

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