La Rivoluzione Liberale - anno I - n. 22 - 16 luglio 1922

mentalità che ne doveva nascere non poteva essere che scettica e critica. Una volta venuta meno la fiducia amorosa nel!' Autorità depositaria dello slancio vitale dell'intero proces--so, una volta ravvisata contraddizione tra essa e i suoi atti da un lato e tante cose eh' essa stessa insegnò a considerare come vere e sacre, sarà difficile sia a nazioni che a classi e a individui non aITivar presto o tardi a far centro chç in sè stessi, ad eriger sè stessi ad Assoluti, a centri dell'universo, giudici ed arbitri esclusiv:i dei propri destini; e gli universali parranno mùl'altro che creazioni, somme, conglomerati di particolari, l'albero parrà nato dalk, foglie, la stat11a dalle molecole del marmo. E poichè ognuno si sente e créde a modo suo l'universale e lo legge negli altri a propria immagine e som:iglianza e tra gli individui esistenti, ad ogni dato momento, il reale contenuto d'universalità varia da un minimo a un massimo in ogni ramo sia dello scibile che della praxis; il mondo civile invece che un mondo, cioè un ordine, tenderà sempre più a divenire un caos. Per qualche tempe> questa tendenza sarà cscurata dagli effetti benefici immediati nella negazione dell'antica autorità; pe.r qualche tempo parrà sufficiente la Bibbia; poi parr« ~ufficiente la teologia naturale e razionale; poi il razionalismo; poi la scienza positiva; J?er qualche tempo pµò parere che lo Stato possa reggersi da sè, che il patriottismo po.ss<ttener luogo àell'antica religione; o che basti a ciascuno d'essere lasciato libero perchè sia capace di seguire il suo n~ro bene e che ,dalla somma cli questi ,·a.ri beni debba da sè nascere il bene comune; ma presto o tardi ci s'accorge che Stato, classi, individLli son lungi dal trovarsi d'accordo sul loro vero bene e si viene fino a cl ubitare e a negare se esista un vero bene comune. E' questa l'esperie.nza del mondo europeo dallo sfacelo della cultura medioevale ad oggi; l'ultima gueITa col portar quasi allo sfacelo dell'organizzazione sociale ed economica nel mondo e col creare negli spiriti più vigili la persuasione che continuando per la stessa via lo stesso processo non tarderà a portarci a una catastrofe forse irrimediabile per secoli non ha fatto che aprire gli occhi di tutti a.oche più di prima e porre il problema in termini anche più crudi : siamo noi siùla via giusta o il teITeno comincia a venir meno sotto i nostri piedi? E forse la coscienza di questo problema è più viva nel mondo anglo-sassone che nel mondo latino precisame.nte perchè nel mondo anglo-sassone la Riforma ha pressochè esaurito il suo compito prima che altrove e i bisogni di sintesi cominciano a prevalere sulle mere tendenze secessionistiche e critiche. La Riforma contribuì certo potentemente alla fortuna del mondo anglo-sassone col mantenere l'unità organica tra religione, morale, cultura e politica, o almeno con l'impedire che nascesse tra di esse il conflitto che si verificò nei paesi cattolici ; fu quindi fattore di coesione e cli misticismo pratico individuale e collettivo; e soprntutto servì a mantenere carattere sacro allo Stato. L'esistenza d'una Chiesa di Stato, il rito dell'incoronazione e m:ill'altre cose sono almeno segni che si sono risparmiate energie altrove sciupate in conflitti intestini e che l'Autorità non è meramente derivata da voti, ma si fonda su tradizioni ci1e ispirano reverenza pure in chi più non crede alle idee che le originarono. La Riforma cioè ha favorito i paesi da essa abbracciati non perchè, come par vedere il =',fissiroli, abbia cperato un quasi assorbimento della Chiesa nello Stato, ma precisamente nella misura in cui non ha potuto restringersi alla creazione di Chiese meramente nazionali e nell,i quale quindi ha co.ntinuato io quei paesi a preservar più o meno quella unità etico-politico-religiosa, che era l'ideale medioevale e che r>ei paesi latini la Contrr,-1<.iforma, l'arresto di sviluppo del Catt0licismo per l'accentramento ecclesiastico, il s:.ioallearsi ai despoti.smi e !a reazione rivoluzionaria, p<Jitica e culturale, nel secolo XVIII e XIX invece sfasciò creando il laicismo. La Riforma cioè giovò fino a che non spinse ail'estremo la logica delle negazioni e delle proteste che l'iniziò. :via in oggi è giunta a tale estremo. In oggi è; fo1·se nei paesi anglo-sassoni che più che altrove c'è la crescente consapevolezza. che 110.11si pur, fcmdare una filosofia dell'autorità, ciot dell'armonia, rlella sintesi e dell'oU,e, 1ie11,,a sulla filosofia ddl'emancipazione che pre:vale da quattro sr~colie cioè sul dirittfJ di rilx:llarsi e di appartarsi; e che più che altrov<: si è sulla via di una rivaluta.zi,,ne critica della tradizione classica-cristiana del miglior<: :Vfr:dioEvo; sulla via di 1111r<:inquadramrnto d<;:ll'e.co;10mianella politica, della r,olilic& nell'etica e di qut-sta in una intuizione str,rico-etico-religiosa della vita e del mondr,, che vie.ne elaborandosi non tanto J*r r,r,e:ra dei f,losr,fì, quanto r,er , ia srx:riméntalc: e <.t2.rei per dire pragmatistica abbandonando, senza forse dirlo, quaJ1tJJè spiritualmente ingombrante e ravvivando quanto spiritualmente pare promettere fec011dità, non chiudendo gli occhi 8lle differen,,e ma concentrandosi sugli LA RIVOLUZIONE LIBERALE cattolica, nel senso largo di questa parola, compre.nsiva cioè e rispettosa di tutte le antonomie pratiche e culturali acquisite fin qui nell'atto stesso che le ispira e le ccmpleta. C'è un senso in cui la fonnula hbero St.ato in /.ibera Chiesa è più vera dell'opposto; è p1ù vera nel senso che in una società ideale di nazioni e classi distinte in funzioni e i.n carattere ma penetrate da una certa somma cli cultu1·a comune ed ispirate a una visione della vita in cui le competizioni pei beni quantitativi sono dominate dalle emulazioni pei beni qualitativi, che ciascun gode in rngione diretta del numero dei partecipanti al godimento, la vita politica, l'a_mministrativa, l'econo1nica, sono ispirate, ciascuna secondo !e sue categorie, delle luci provvedute dalla comune tradizione ed esperie.nza spirituale presen,ata e coltivata, come ogni altra per mezw di istituti, metodi, funzionari specifici. E' vera nel senso che l'esistenza di una specifica vita e moralità politica, amministrati-,·a, industriale, ecc. misura il difetto 80 di sautità nella vita umar,a comune ,ossia il grado in cui la condotta ispirata dalla v:isio.ne del bene, che <; funzione specifica della Chiesa il coltivare, ha bisogno di essere integrata da quella _ispirata _da motivi diretti od indiretti di coazione o d1 pren110, attuale 0 potenziale (che è funzione specifica dello Stato l'organizzare). A me pare che al mago-ior successo cli un liberalismo positivo e ~ncreto sia essenziale che esso non si sposi ad una particolare fi!csofia religiosa od arelio-icsa e non accresca oltre il necessario le sne di,·erge.nze con le forze religiose esistenti : l'essenziale è anzi che abbia pur con essa il massimo cli punti in comune e che sopratutto abbia in comune con essa e stimoli anche in essa il senso della fede in sè stessa, i! senso del rispetto all'autonomia di tutte le forme della vita dello spirito ed il distacco da forme antiquate ed addormentatrici cli privilegi politici o gim·idici. A:\'GELO CRESPf. elementi comuni ed unificatori. :Nessuuo pensa ad abiurare le a.utonom:ie conquise; nessuno pensa ad adottare il Sillabo; ma un numero crescente di spiriti accoglie con gioia e fervore ogni segno ed occasione di ravviciuamento e di preparazione d'una società ed Autorità religiosa capace cli dimostrarsi tale col suscitare la devozione e la cooperazione cli molti fino a ieri fin troppo pro.ni a insistere sul proprio ·io egoncentricamente ed in oggi ansiosi cli dedicarsi a qualcosa cli più alto cli sè medesimi, lieti cli esse.re sè stessi e cli avere un lo per spenderlo in servizio di qualcosa di grande, a cui è gioia l'appartenere. Ed un numero crescente di spiriti, pur tra protestanti, pur tra no.n credenti professi ha visto con gioia la caduta de.gli ultimi pw1telli del temporalismo papale con lo sfasciarsi clel1'Austria-Ungheri,i e l'inizio da parte di Beuecletto XV di una politica vaticana, che mira a riconquistare alla Chiesa come influenza etico-politica nel mondo ciò che ha perduto come potere. E spia con gioia ogni segno che la Chiesa sempre più costretta ad essere più Chiesa e meno Stato si avvia a correggere a un più alto livello l'errore commesso verso la fine del Medio-Evo e che provocò la scissione religiosa prin1a ed indi ncu la mera ed utile distinzione tra morale, religione, politica ed economia, ma quella crescente tendenziale separazione che doveva più tardi rivelare l'a.narchia della cultura europea nelle guerre dinastiche, nazionali e coloniali e più di recente nel carattere materialistico e cgni dì più brutalmente amorale delle competizioni commerciali tra nazioni e tra classi. Insomma non è detto che la tradizione classico-cattolica no.n abbia ancora ad aver parte decisiva nel nuovo ciclo storico costruttivo in cui siamo entrati, per salvare, coordinandole, pur le conquiste del periodo di trionfo della filosofia dell'emancipazione. Il mondo latino è solo un mondo, che soffre d'un temporaneo arresto di sviluppo ed irrigidimento; ma sta accorgendosene, ossia sta svegliandosi. SULDRAlvrMADELLAlv1:0DERNITÀ Si desterà in tempo o l'impulso vitale alla nuova Cattolicità politica culturale e religiosa avrà tempo d'elaborar.si naturalmente in seno allo stesso tramonto delle ragioni storiche della Riforma o per scintille che vengano dalla Russia o dall'I.ndia, che sotto l'egida britannica sta compiendo una evoluzione religiosa non senza analogia con quella che portò al trio.ufo del Cristianesimo nell'Impero Romano? Nessuno può dire; ma che si camm:ini in una direttiva. di questo genere mi pare innegabile. Mi pare innegabile cioè che la nostra « modenùtà » non è nella sua essern<,J che un intervallo - comprensibilissimo, iuevi tabile, e pro tanto benefico - di reazione prevalentemente negativa, atomistica, secessionistica, livellatrice, demolitrice ,:ontro le cristallizzazioni, le perversioni, le oppreEsioni degli organi e dei rappresentanti della tradizione classico-cristiana, da parte delle sfere d'esperie.nza cresciute sotto la loro egida, ma che a un certo punto essi preferirono dominare invece che continuare a guidare e a servire; un intervallo critico tra due momenti dello stesso fondamentale processo sintetico creatore di quella civiltà che da romana ed europea s'è oggi fatta mondiale ed ha in forme sian pure malferme e deboli, fatto del mo.odo un consesso cli popoli. Mi pare innegabile che il nostro compito sia riconnetterci a questo processo ed aiutarlo a coITeggere gli errori e le deviazioni che portarono al fallimento della visione di Dante. Il Missiroli ha non una, ma mille ragioni da vendere affermando che il problema spirituale del Risorgimento italiano, il problema del- !' Autorità e dei rapporti tra Chiesa e Stato è fi.n qui rimasto insoluto. Ma ha torto quando crede o par credere od augurare che esso possa essere .suscettibile d'una soluzione puramente nazionale od italiana e che questa soluzione possa consistere nell'assorbimento della Chiesa nello Stato, nella sostituzione - in pratica, che altro sarebbe' - della onnipotenza statale in materia culturale alla infallibilità papale o biblica mediante la pratica erézione dell'immanentismo a filosofia ufficiale:. Ha torto perchè il problema, se mai, i: universale ed anche la soluzione, pur se trovata in Italia, 11011 potrà che essere potenzialmente cli validità universale; ha torto perchè u.na tal soluzione i: più pericolosamente illiberale che l'esistenza d'una concorrenza tra due r,rganisrni rappresentanti due: di•1<:rseculture; ha torto perchè, almc:110 a par<:r mio e:di molti altri, la .stessa fìloso11" dc:ll'immanc:nza, lungi dall'c.ssue un superamento c: una comprensione della , risi attuale: è c:ssa stc:ssa. un prodotto dc:ll'c:sarninato f>l"ùcc:ssoc:d intervallo di disintc:grazionc:, un prr,dotto di reazione alla p<:rvc:rsiùne <:d all'irrigidirnentr, dello slancio vita!<:classicocristiano, prodotte, transiV,riamc:ntc: utilc: ed c:man<.:ipatore1na in S('-stc:sso po\c·ro C! vuoto d'energia cn,ativa permanente, di quelle em·rgie pc:rmanenti fondatrici di civiltà, che fin qui non son venute che: dalle profondità mistc~rir,~·,c:dt:l gc:nio r(;ligif)S'>.Pc:r n1c:la soluzir,ne è.: proprio da truvarsi in direzione: opp<,•,t.a: e~sa non può venir.· <..hedal ricustrursi d1 una vera e: propria cultura e: religiosità l. Lon(!;·a, giugno. Volete concedermi un po' di spazio e di attenzione perchè possa chia1~ire,.sovratutto a meste:,•- so, alcn11e considc:rar.iou.i cui sono st.-:i.toindotto della lettu,a dell'acuto articolo du «Dra1nma clelia moden1ità »? Anzitutto, mi seu1bra che il Suckert dia un'importanza eccessiya a queilo spirito goffamente pro'ViHciale col quale, da noi, \·iene comunemente interpretata. 1a crisi odierna. E' ormai, un luogo acquisito, per non dire comune, il considerar la cdsi che travaglia oggi il mondo moderno nou soltauto economica, ma più - e so- \Tatutto - crisi di pensiero e spirituale. l\1a questo riconoscimento, nel quale ogni perso11.c:'l appena 1:necliocremente colta non dura fatica alcuna a convenire, non esclude affatto la utilità e, talora, la necessità che siano anche analizzate le 1nanifestazioni di indole strettamente economico deila crisi, elle se non sono state tutte direttamente determinate dal caos spirituale che oggi imperversa, sono state da questo rese immensamente più gravi e difficili a risolvere. Io ritengo che questa divisione di laYoro, nell'ruializzare la cdsi, sia necessaria, poichè soltanto così è possibile afferra.re tutti gli elementi di essa e misn .. ·rarne la reale estensione e profondità. Riguardo, quindi, senza la ostilità del Suckert i lavori, po11.iamo,di un Keines o di un Nitti 1 e - dal mio punto di vista - li considero esattamente per quel che Yalgono: contributi, limitati ed uuiJaterali quanto si voglia, ma innegabili coutributi che ci aiutano a capir meglio la realtà in mezzo a.Ila quale operian10 e della quale siamo attori. Spetta, poi, al1o storico 1 alla sua capacità uniYersalistica di comprensione, di far la cernita accurata degli eleu1enti validi che sono iu ciascuna cli queste indagini parziali per arrivare 1 con un processo di sintesi creatrice, al possesso del quadro generale della situazione 1 alla pienezZ<.1., cioè, della storia. Può darsi benissimo che io mi inganni, ma mi sembra di scorgere, nelle successi\·e affermazioni del Snckert, una specie di petizione cli principio. .-\fferma egli, e giustamente, che -il lieYito dtale della moderna civiltà è tutto uella Riforma, che introdnsse, in opposizioue al dogmatismo cattolico1 lo spirito critico, cl'improuta nordica ed occ-ide11tale. Più oltre, l'A. co11\·ie11eche '10 spirito critico moderno non t stato una creazione originale della Rifonna, ma nacque dal ùistacco operato.si tra l'antica mentalità dogniatica e la. nascenle cosce11za critica. In questa ultima, cli cou'- seguenza, de\·e ricercarsi la radice clel11.crisi at· tuale, poichè - secondo afienna l'A. - tutta la sloria cli qu.allro secoli a questa parte è figlia diretta di quella sep:.iraz.io11ccui si è dianzi accennato. Pitl che ad un'apologia della Rifonua 1 ci sembra che il ragionamento, poichè )'A. mostra di 11011 compiace:rsi gran che cli qnelli che souo stali i frutti clclb. motlcrua ci\·illà, conduca ad una cspliciL'l condanna di nTI orientamento di pensiero che, se fu i11ii'.ialmcnle utile, diede poi i rcsullati che possiamo oggi agc\·olmcute co11trollarc. E questa co11clusione mi sca1bra :-ia i11 c\·identc: contrasto con lo spirito che informa tutto l1articolo e con le illazioni centraJi del Sucktrl. .\ questo punto, 11011 sarà ckl tutto inutile dare un rapido sguardo a quel che av\'lene qui, o\·\: la civiltà di tipo anglo-sassone ha potuto pieuame11t(.;svilupparsi. Siamo anclH: qui in pi<:na, profonda c·1isi1 che - per l::ilu11iaspetti - è; forse più grave di quella che imperversa. da uoi. ::-S-011 è il ea.. '>U di ripekn.: qu-..:llocht t11lti sanno. E ciO.: che la Riforma ha esercilato una funzione stori• e.a irnporL111ti 'lima, 11t:l ~L:11~0 che h·t s:1.lvato i p1.esi c-hc: s.c: ne rc:n.:rol,andilori da qudla :--opralfaz.iunc: cld loro ~pc.-cificogc11ìo nazionale:: che la Chie;~a di Roma a\ r •lJbecc:rtamcntc: opérato. O;zgi si può di.re che della Riforma abbia largamenk bc:ndìcato aneli(: la Chiesa CaUolic.l 1 poicht: - solto il pu11golo vigoroso di quella - essa gradatain~ntc: si riporlò alla sua spt:cifica funzione.: di htituto univc.:r:-;alcdello Spirito, contraffattosi e snaturatosi specialmente dopo la completa Yittorìa del Papato sugli S\·e\·i. Yla ora appunto qui in lnghiiterra, O\·c mi tro•:o da qualche mese nella fortunata situc1.zione di non doYer riguardare le CO/e e gli uomini con meutalità e fretta gion~alistica, ma solo con lo scrupolo di un oue-- sto osse1T2tore che \·oglia capire prima per sè che per gli altri) qui in Inghilterra si assiste ad una i1!tc:-cssante e\·oluzione del1a coscienza relicriosa, i-idc.statasi, attraverso le sofferenze e gli sniarrimenti dell'ora attuale, ad una vita 11uova, di cu.i ora, si capisce, si ha soltanto u11 1alba ricca di promesse. Il fatto appare tutt'altro che strano quando si . consideri che la Riforn1a, in ultima analisi, non fu che una reazione, e come tale ha avuto un carattere essenzialmente negatiYo. Più <:he porre valori sostanziahnente nuovi, esEa si liniitò a difendere strenuamente la ,·ita ed il libero s,·iluppo dell'allora sorgente stato nazionale dalle sopraffazioni cli una chiesa avida più di dominio temporale, che di esercitare la sua tipica missioue di suprema guida spirituale dell'umanità. i\.Ia ora che la coscienza nazionale ha potuto qui, in drtù appunto della Rifonna, sostanziare i suoi \·alari meglio che presso tutti gli altri popoli civili 1 si è iucomiuciato ad avvertire che religione e morale non possono più oltre t'SSere un capitolo dell..a politica e si domanda un distacco netto tra la p, testà religiosa e quella politica. che la ragione di Stato tiene ora insieme congiunte e confuse. ~cn è di oggi 1 nello stesso campo protestaute, iJ s01gere di infinite chiese accanto ed i11 rcn..::orrenza con quella anglicana ufficiale, le qua.Ji n.:te quero appunto dalla protesta contro tUk'l. religi011e troppo legata a istituzioni politiche. Queste Chiese clissideuti tendono oggi a federarsi, per superare l 'atomis1uo in cni la pratica religio&.1. della. Naziol.!e pare\·a dovesse fatalrnente 3\"\•iar.si. Si \·uol ridonare al Paese quell 1unità di coucezi0ne e di pra...,is religiosa che sin qui gli è mancata. L'origine del moto determinatosi tra elementi aY. \·ersi all'augllCanismo 11fficiale, esclude che que• sto pos:-a assolvere il nuo\·o compito. Si parla, inn~ce, con insistenza di un possibile ritorno al Cnttolicismo. E sta. di fatto che, mentre si assiste, uegli a1ubienti del1a. cultura religiosa e da parte' degli spiriti pili acuti, ad una serena rivalutazione del cattolicesimo per scrutai·e gli elementi vitali e pennauenti che ancora sono iu esso, le con\·cr6ioni cli protestanti alla Chiesa di Roma avYengouo ora iu misnra che sorpassa di grau lu11gn quella di ogui altro periodo. Questo ritorno al cattolicesimo 1 o questa tendenza al ritorno, sta ad indicare che anche i1 wondo e la civiltà anglo-sassoue stru1110 pas.saudo attran:r.-:;o una crisi che si ri\·ela in mille altri aspetti, ma della quale quello che io ho preso in sommario esame è uno de.i più tipici e che potrà sbocca.re 11elle direzioni pii'1 impre\'lste. Qual'è, dunqltC, qnesto tipo cli ci\·iltà anglo sassone che l'A. vede SCèSO a tenzone con quello latino, e che a lui appare esistcnlc come una entità daYvero organica, mouo!iticnmcnte salda? E cloYe sono i deposi Lari di qncsto tipo nuo\·o di \·it.a da imporre :dl<l coccittk"l recalcitrante mentalità caHolica meridionale? Lascimno stare per un mome11to la (~cnnauia, tutta iutenta alle sue ricostruzioni cd ancora troppo sbigottita dal!a sconfitta toccatale per pensare a <'ompiti di espansione spirituale nel mondo. Os:'ierqn1do q nel che a \·\'iene i 11 ] 11'- ghillcrra, Yediamo che anche qui islìtuli trarli- :donali e: posizioni cli coscienza. acqui~itc da ~coli \a11110rapidamcute c\·oh·enclosi. Si cerca. di uscire - t se ne: uscirà, forse, meglio qui che allro\·e - da una grande h.:mpesta 1 che non :'-il: :i.bbaltuta ~olo ~ui gioiosi lidi mediterranei, tna ha avventato anche i suoi marosi sulle spiaggie pie.ne <li brume del se:llentrione. lo <:rc.:clomodestamente che la situazione sia ùivcrsa - e profondamente - da quella cbe ~ apparsa a.I Sucke:rt. A !!le, infatti, sfugge il senso e la portab della lotta che il Suckc,1: afTcnua <·sisl.ere tra il mondo latino e quello anglo-sasso-

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