La Rivoluzione Liberale - anno I - n. 15 - 28 maggio 1922

58 Bli anarchici. Lo spirito anarchico - quando non si chiuda in una sublime follia d'intransigenza individuale, tragicamente affermata contro ogni limite - non può condurre che ad una utopistica visione di pace ideale : sentimentalità umanitaria che crede affermarsi nella ribellione. Sospiro per l'ideale e esaltazione del coraggio come « bel gesto , che hanno condotto molti cx anarchici, attraverso il fascismo interventista, delle file della reazione: e il Fabbri, che pur vorrebbe porsi con severità e forza contro il fascismo e invoca la dbellione organizzata di tutti i proletari, finisce per rivelare anch'egli un'intima posizione di rimpianto. Di fronte alla rivoluzione fallita per la incapacità proletaria non sa trattenere un senso cli ammirazione per la ir~ ruenz.a fascista che ha insegnato e come si fa a vincere , . « I fascisti - egli dice - banno fatto per la controrivoluzione ciò che avrebbero dovuto fare (per amore invece che per odio, e con mezzi e metodi diversi e più umani e sociali) i rivoluzionari ». La esperienza sanguinosa non ha insegnato mùla al Fabbri. Fermo ad ttna vuota umanità la vorrebbe imporre con un vuoto coraggio. Se i proletari lo seguissero nella sua ammirazione, la reazione padronale sarebbe forse sconfitta, ma aYremmo un nuovo fascismo : un fascismo di sinistra estraneo ad ogni disciplina ;rivoluzionaria. Conclusione. L'incerte::a d.i ttttta questa letteratura apologetica e critica sul fascisrno testim.011-i'!' qitanto faticosamente si -venga fo-nnando t:a noi un.a coscienza politica. capace di iUu:nu.naTe la lotta pratica. p. g. - m. 1. NOTA BIBLIOGRAFICA Sulla situazione bolognese dopo i vecchi sctitti del Missiroli, che restano i più lucidi e precisi: I. E. ToRSIELLO : Il tramonto delle baronie -rosse) Ferrara, Taddei, 1921. C. VALENTE: La ribellfone antisocialista di Bologna, Bologna, Cappelli, 1921. Notazioni di documenti, frettolose impressioni. Stùle situazioni regionali specifiche nelle quali }'azione fascista si è inserita La Ri-volltzione Liberale sta facendo un'inchiesta. Qualche elemento si può avere dal volume sul Fascismo dell'Editrice A-vanti! Il pensiero dei fascisti si deve cogliere attra- -cerso IL Popolod.'Italia. Qualche interesse offrono i primi numeri di Gerarchia. Un'opera che rimarrà il miglior documento e l'eco più vivace di tre anni di polemica, che ha tutte le debolezze e tutte le aspirazioni del movimento, che si potrebbe definire l'antologia entusiastica della battaglia e dei combattenti è : . . PIETRO GORGOLINI: J! Fascis1nonella -vita italiana, Torino 1922. Il Gorgolini non ha pretese di critico. Adolfo Zerboglio che vorrebbe essere al di sopra della mischia è riuscito solo a mettere insieme grossolanamente fatti inesplicati e incompleti nel suo Il Fascismo) dati, i-m,pressioni ,appunti, Bo1ogna L. Cappe!li, 1922. Il suo libro non solo non ha un pensiero, ma. è inutile anche come documento. )iello stesso ,·olume del Cappelli segue al Zerboglio Dtso GRA"Dl: Le origini e La missione del jascism.o, discorso che ha evidentemente ispirato A. 11arce11onei suoi aue articoli sul 1•ascis1n.o pubblicati da Lo Spettatore di febbraio e marzo. ··,eJ Grandi e nel Marcello c'è il tentativo alquanto impreciso e di seconaa mano di una teoria fascista. Gli scritti di BERGAMO,DE FALCO,ZIBORDI,H fascismo -visto da -repubblicanie socialisti (Bologna, Cappelli 1922). la prefazione del Monàolfo al volume del ZERBOGI.IO; La controri-voluzione pre-venti.-aade! FABBRI(id.) indicano posizioni poJemiche più o meno precise, ma notevoH, che si ritrovano svolte in articoli dell' A-vanti!, de La Critica sociale e negli organi repubblicani e anarchici. L'Ordi1'e nuo-vo settimanale e quotidiano ha definito la posizione dei comunisti. MJ!nA e FORGP.SDAVASZATInel quinto volume di prossima pubblicazione della coJl":-i_o"~cappelliana: [I Fascismoe i partm politici diranno il pensiero di popolari e nazionalisti. J I primo tentativo potente di valutazione storica si trova in M. Missiroli : Il fascismo e La crisi italiana, Bologna, CappelJj 1921). N011 si dimentichino gli spunti del Murri in Rinascimento e l'inchiesta del Resto del Carlino con gli slud, dj Prezzoliui 1 De Ruggicro1 Duoualuti, Giuliano, ecc. ecc. F,ra debito nostro di onestà culturale tener conto dal punt.o di vista dei comun_isli sul. problema del fa.scismo. ,'on avendo essi parl<:c,palo all'inchi~-sta proposta dal l\fonrlolfo, avremmo ùovnto risalire ai dispersi articoli di A. Gramsc-i, di P. Togliatti, di A. Hordiga, <;.ec.Abbia_mopreferito rivolgere-i al nostro armco A. Vi_g1ongo, redattore delJ'OrdineNuO'VO, che ha scntto p,,,. noi gli appullli di 1111 saggio che S:'rà presto ampliato e rielaborato. Eccone la prima parte! cbe spiega anche U11 poco come questo punto d1 vista teorico non abbia avuto tutta la sua fecondità pratica (e questa è la sna debo!ez'l.a e la sua critica immanente nella lolla pvhtlca). LA RIVOLUZIONE LIBERALE Appunti diunComunista I. I cont'lmisti co11sitlera.noil fascismo nè come un pa.rlicolare fenorneno della. crisi it.a.- l-iana.del dopo guerra. nè come degenerazione di un nwvimento politico : entrambi questi errori di va.lutazione sono da. a.ltribuirsi ai socialisti, il p-r-itnoa quelli d!Ì destra., il secondo ai cosidetti massima.listi che hanno •l'aspetto di prevale-re nel Par-tito. Non è sfuggita ad alcuno la preoccupazione di Tura.ti e degli allri riformisti di svalorizzare la portata -rivoluzionaria. e di classe del fenomeno fascista., riducendolo ad una pura e semphce manifestazione di quella psicologia di irresponsabilità. e di 1,,iolenza creata da quattro a.nni di guerra. Per i -riformisti italiani non esiste differenza sostanzi/llle tra la. violenza antiproletaria. dei fascisti e la violenza., almeno verbale, degli opera.i e dei contadini nell'illii.sione massima.lista. dei prinu a.nni dopo l'armistizio. Que.sto punto di vista non è accettato dai socia.listi di sinistra i quali compiono però wn erro1:elogicamente e storicamente a.ssa.ipiù. grave quando dimostra.no d·i ritenere il fascismo un movimento • politica » (e nel senso che i socia.listi massimalisti italiani dà.nno a questo termine), un Partito organica.mente costititito, su basi democratiche, con un pote-re centra.le -responsabile delle direttive generali e delle azion·i di tutti gli organismi, anche per·iferici del Partito. Tale errore gravissimJ di valutazione ha. portato i dirigen-- t:i massimalisti d@l Partito socia.lista alla. fimi.a di quel patto di pacificazione risoltosi solta.nto in una. beffa. dei contraenti socia.iisti, ·i q·uali avevano credulo, nella infinita loro ingenuità., di libera1·si a buon mercato da. un terribile movimento di -reazione con un sem-blice impegn-0 sottoscritto da Mussolini e dal g-ru.ppoparlamentare fascista ! Per i comunisti il va.lare sostanziale del fenomeno fascista (la forma., il movimento di Partito, le manifestazioni esteriori non sono trascura.te, ma val,u,tate subordinata.- mente e sempre in quant.o espressione di quel!' azione di-retta.antiproletaria., che a.naìizzeremo in segiiito) è quello di essere u•1m-0vimento di difesa di classe della. borghesia, il 'rimo episodio di seria. reazione alla lotta per l'instaurazione del potere politico proletar·io. I comunisti non possono limitarsi ad u.n esame di ca-ratte-restorico genera.le e teorico del movimento fascista : essi si -ritengono, in quanto Partito, l'organo specifico di lotta dell'avanguardia. rivoluz·io11ariadel _proletariato italiano, e per questa. loro posizione di dirigenti della massa operaia - non spettatrice semplice, ma. attrice nella batta.glia.in cui i fascisti rappresenlamo l'esercito aggressore - i comunisti debbono trar-redall'esperienza della. situazione anche insegna.menti tattici per utili applicazioni nell'azione ventura.. Ma. anche a1,endodel fascismo ima. visicne generale, anche inquadrandolo in tutto il ·vasto quadro della lotta tra. le classi, anzi appunto per questo, i comunisti non possono ridursi di fronte ad un fenomeno di tanta. importanza a considerazioni di carattere puramente teor·ico sulla -violenza, od a fonntt.- la-requalche ricetta da spacciare per infallibile ai contadini della. bassa. padana, della Toscana o del Veneto, riducendosi all'empi1'·ismodemagogico dei fwnzionari socialisti. II. Sarebbe puerile il crede-re che la situazione creata.si nella. vasta zona agrico,Za.che si estende da. Vercelli ad Udine, da.Mortara. a Grosseto, da. Roma ad A rezzo a Bologna.: tutta. l'Italia agricola. quasi, debba. essere esclusivamente attribuita. a dejfli sgherri Pagati da.Ile associazioni padronali agrarie per colpire i di-rigenu delle orga:nizzazioni aperaie e la saldezza delle organizzazioni stesse. Esaminiamo particolarmente il caso dell'Enii/.ia.. La. situazione emilia.11a1zon sarebbe cosi g-ra.ve, nè meriterebbe tanta attenzione da. -ba.rtenostra, se davvero consistesse soltanto in una forme, offensiva adottata dai capitalisti contro gli uomini più in vista. del mo- ,·imento operaio, come avviene tipica.mente in Sicilia.. Il fascismo hc1colPito nel bolognese e 11el ferra.rese le o-rganizzazio11i, perchè queste mancavano di reale consistenza, perchè ha. trova.lo per la sua azione disl-ruggitrice una certa. -·ispondenw ,n parte della stessa massa organizza.la. Non è il caso di insi.;tne su certi e/>isodi di in.te1c leghe ,ontadine rosse pas.<ntc sc,1z' ailrn al fascismo - fenomeno questo elle risale a mollissimi mesi prima della crea.- zio-ne di un rel(Olaremovimento cnrporntivo a fia.nr,odel Partilo Nuzionale Fascista, e per ryuesto appunto di nzajfl(ior valore, sintomalico - o di accettare a priori come spontanei moltissimi atti compiuti im:ece sollo la. minaccia delle pi:l sj)aJentate violenze. E' indubbio però clic crisi di r/efezimze vi furono e che comimq11.e·l'uso della violenza. da.pa.-rte dei fascisti non distrtif!l[e completa.mente la ba,çe delle mie osservazioni. Se l'organizza.- zione socia.lista fosse sta.la. veramente u.na. forza alla. violenza. fascista avrebbe opposto se non viole.nza per lo meno resistenza.. Da •qualche anno 1:nEmvlia - specie per i lavoratori della terra - i sindacati avevano persa la loro piiì. bella caratteristica., quella cioè di essere organizzazio1~i volontarie. Da itna parte, in seguito a lotte fortimate, si era imposto agli stessi proprietari di r·itene-re obbligatoriamente le quote sindacali a t.ut.ti i dipendenti, dall'altra. coi boicotta.gg-i ed alt-re 1n.isure di rappresa.glia contro i disorganizza.ti, si obbligavano questi ultimi ad entrare • .,,., a. poco nelle organizza,- zion.i. Quale contributo attivo potevano portare costoro allo sviluppo concreto, non soltanto numerico, dei sindaca.ti? Essi si orga,- nizza.vano per terrore e non per convinzione : è natiirale che in sim·ilti.cond!Ìzioni essi dovessero considerare l'organizzazione e gli or![a.nizzat.o-ricome forme dittato-r·iali e brut.almente autoritarie. Ma. contro esse non avevano forze sufficienti .Per reagire e difendersi. Appena contro le organizzazio1~i si è scatenata la f1-1r-iafascista, la massa., causa. la sua eterogeneità. n-011corretta. neppure da una. saldezza de'gli orga,nism.i dir.igent.i, si è sbandata, p-recipù.ando la situazione. Così avvenne nelle· campagne bolognesi e ferrarnsi, e non altrimenti nelle stesse città.. L'organizazzione era enormemente a.ccent-ra.ta nella. persona o nel piccolissimo g-ru.ppo d:idi-rigenti. E' bastato colpi-repochi individui per porta-re lo sconquasso nei sindacati e, quel che è peggio, senza provoca.re wna. seria 1·eazionenella. ·massa, senza che da. essa spontaneamente sorgessero fo-r1ne e forze nuove connetti·ve e dirigenti. Perchè l'organizzazione a.n-,pliandosi nel modo colossale e bu.rocratico degli ul/.imi tempi, diventa.ndo soltanto più un ufficio centra.le amministra.- Livo mastodontico, aveva perso ogni conta.tto co•lla.massa., al punto che questa. non la considerava più arma e frutto del.la.si,a fede. L'org01vizzazione aveva. lenta.mente acquistato tu.tti i caratteri di u.na forma politica., di i1.11,oStata. I sindacati locali boicottando i disorga.nizza,ti ( considerati come renitenti alle contribuz·ioni finanzia-rie imposte dallo Stato), colpendo con taglie eh.i contravvenisse alle norrne sta.bilit.e dall' orf!anizza.zione (leggi e decreti). imponendo tasse e norme per gli scambi ed il consumo (come pe1· il vi1w), avevano gradatamente acquistato tutt~ i caratteri di ima organizzazione stata.le : s, era venuto sostitttindo un vero e proprio Stato 11elloStato. La. forma. del «potere» dei sindacati era. quella -t,iiì.assoluta.mente, più bestialmente dùpoti.ca.. Il « pote-re » era accentrato nella persona del dirigente, senza che neppure la massa esercitasse un'opera, di controllo, senza. che attivamente in alcun modo al « potere » debla « su.a » organizzazione ,Partecipasse. • Tut.to questo 11-0nera neppure dovuto a.lla volontà. dei dir·igenti, ma ad u.n andazzo di cose la. cui ragione era. forse appunto da. ricerca.re nella mancanza di spontaneità. nell' oro-anizzazione, per cuti si lasciava. ai funzioii°'ari - considera.ti già. co·me ra.ppresenta.nli di un I.ontano e sconosciuto • potere • ce1it-ralecl,'essi sent.ivano soltanto senza. co110sceree senza neppure desidera.re di conoscere - ogni cura. dell'organizzazione, ridotta cos) ad un semplice « ufficio •. III. Come potè cadere, in sì breve tempo ed in modo tanto disastroso l'edificio costruito in lu.nghi an•ii di incontrastato potere socialista. nella. zona emiliana.? Vi contribuirono ind·ubbiame1fte : la mancanza. di omogeneità di 1nolle leghe le lotte eh.e per molti a.nn~ d·ivisern tra. di loro le maggiori categorie di lavora.tori della. terra. (-la lotta delle organizzazioni dei braccianti a.gric-olicontro la mezza.dr·ia.in Enulia e Romagna è così importan. t.e da merita.re da sola. uno studio tanto ampio da comprendere pi_ù.volum:i), l'inettitu· dine dei capi, l'insensibilità di classe dovuta a var-i a.nni di incontra.stato potere, ecc. Ma la. ragione vera, l'essenziale, che sp·iega non soltanto quel feno1:1-enoma la. cui CO· ,.~_, •., .. è indispensab1.le pe~ comprendere tutt.i 171,i sviluppi della lotta di classe in I talia.fino ad oggi è l'assO'luta ma.nca.n.zadi_una coscienza storica di un program·ma pol1tico, di un qua,lsiasi 'fine nell'azione del Partito Socialista. e dei vari orga.nisnii sottoposti alla. sua. influenza.. Ma. questa -I/arte sa.rà oggetto di più, amP·ioesame in u.n prossimo articolo. ANDREA_VIGL0NG0. CONFESSIONI O IRONIE? « E per quanto si possa deplora.re la violenza, è evidente che noi per imporre le nostre idee ai cervelli dovevamo a su011.di randellate toccare i crani refrattari » . (MussoLINI, Discorsi Politici, pag. 125). « Il sano socialismo, professato dai fascisti, ha fon:na naturalmente agraria, senza apparenze marxiste e leninist.iche; è i_ntrinsecamente fascista. per le ardue, oscurantiste condizioni d'ambiente, ed è, in ultima analisi, una manifestazione sentimentale e positisra nel medesimo tempo; ma in fondo es,iste, se così j:Yl!Ò si chiamare, un fascismo soc·ia.l·ista o u.n socialismo fascista: e cresce, si sviluppa, si moltiplica, prende proporzioni grandiose e si lancia a capo fitto nel dottrinarismo dassico del « b1a.nquismo-lassallismo » (non sembri ciò un paradosso) dietro il cui paravento c'è sempre, in tutta la sua divina realtà, il più semplice, il più pur~, il più santo dei socialismi : quello di Cnsto ». (GoRGOLINI, Id., pag. 140). « Il fascismo sa che, senza Mussolini; esso sarebbe una creatura orfana o mutilata la quale - priva dell'antico soffio intelligente e vivificatore - finirebbe per intisichire o abbattersi sotto i colpi di mazza del nemico vittorioso». (GoRGOLINI, Id., pag. 255). « L'Europa, divenuta come gli Stati Uniti, il Carutdà e l'Australia, un unico Stato continentale nell'orbita della confederazione dei suoi popoli, sarebbe capace di sviluppare razionalmente le proprie risorse e le proprie forze - &eco.udo un concetto, una linea edun programma positivo - in rapporto al problema dei _trasporti ': dei m~lteplici sistemi doganali, monetan, fìnanzian, ferroviari militari ed aeronautici. Queste dovrebbero 'essere, in rapida sintesi, secondo il fascismo lungimirante, le basi concrete e realistiche del nuovo ordine internazionale ». (GoRGOLINI, Id., pag. 206). « Il fascismo è stato un movimento snperrelativista, perchè non ha ma.i cercato di dare urut veste definitiva, programmatica ai suoi complessi e potenti stati d'animo, ma ha proceduto per intuizioni frammentarie». (MUSSOLINI). G. B. GoBETTI, gerente responsabile Officina Grafica Editrice Bodoniana - O. G. E. B. BI\NCf\ I\GRICOLI\ ITf\LII\NI\ SedeSociale eDirezione Generale inTORINO La Macchina che ' . s impone lng.C.OLIVETTI & C. I V REA Filiali edagenzie n lleprincipali città In TORINO: Via XX Settembre, 70 • Tel. 5-35

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==