La Rivoluzione Liberale - anno I - n. 15 - 28 maggio 1922

56 Stato. Ma la libertà frettolosamente cristallizzata in autorità, l'aveva fatto incapace di guida.re la guerra ed oggi lo faceva aderire ad una non chiaroveggente opera di conservazione. Così, mentre l'azione pratica faceva lotta.re a fianco gli antichi sindacalisti coi nazionalisti e coi liberali, anche teoricamente la fusione s'imponeva. I sindacalisti avevano abbandonato l'internazionalismo e la lotta di classe per conservare le loro simpatie per la forza. I nazionalisti non erano stati capaci, per la loro teorica che non era adesio.ne ma sovrapposizione, di ottenere la fusione delle classi in una concezione organica di Stato e si erano fermati alla teorizzazione dell'autorità ; mentre la volontà di riallacciarsi alla tradizione poneva per loro la pregiudiziale monarchica, per una dinastia ormai fuori della vita della nazione. I liberali, dimentichi del loro nome che era stato rivoluzionario, portavano l'ideale di uno Stato trascendente, privo di vita. Tra fascisti nazionalisti e liberali si farmaya in parlamento la Destra Nazionale che non nasconde oggi le sue simpatie per G~olitti che ucciso ormai nella progressione storica e ri:nasto fermo nel suo tentativo di salvare lo Stato liberale negandolo in u.na trasformazione pseudo-democratica, porta la adesione della burocrazia e di larghi ceti medi ad una comune opera di conservazione. La crisi del fascismo. Attraverso i tentativi dottrinari e gli eventi sanguinosi il fascis~o si è concre:-ato _in una sola pratica : la d1st:uz1one _anti-socia: lista. Tra spedizioni pumt1ve e 1mprovv1s1 successi si è formata quella mentalità vanagloriosa, che con le parole crede rinnovare il mondo e non si solleva al di là delle squadre di azione, strumento di lotta estra-legale sotto la protezione della legge. . Al nuovo partito sorto dall'anti-pa.rtito la necessità di uscire da questo stato d'animo si pone come condizione primordiale di vita. Ma l'aver sentito il bisogno di cambia.re la farnia esterna è indizio dell'incapacità di un cambiamento radicale dall'interno. Dal rifiuto di un pacifico adattarsi alla vita politica parlamentare sorge, pur volendo uscire dalla pratica violenta e disordinata e riallacciarsi alla coscienza popolare, un'affermazione di • gerarchia • quasi simbolo che conduca ad intima unità la Nazione. Ma è intuito della Nazione in una confusa religiosità e non reale comprensione. Le masse non potranno aderire allo Stato che attraYerso un intimo processo di esperienze e di elaborazione e non (volendo imporre un ideale che esse non ponno avere, perchè formatosi all'infuori della loro coscienza) nella vaga ideologia dello Stato nazionale, confusione di concetti. Le stesse masse fasciste sono spostate fuori della loro orbita vitale : operai e co.ntadini potranno trovare nelle Corporazioni Nazionali l'attuazione di qualche postulato economico, non mai la fiera coscienza di una libertà conquistata. Le adesioni obbligate e gli entusiasmi superficiali non che all'u..--to di una nuova forza, non possono reggere alla semplice disgregazione del tempo. Mentre la contro-renior.e riformista prende piede nello stesso fascismo (gli interessi che ad esso fanno capo non potranno più a lungo aver giovamento da una continuata azione extra-legale) e già si tenta incan'.1l~rlo, attraverso la pratica parlam_entare gt?ltttiana in una nuova • democrazia • che sieda a destra il movimento sentimentale ond'era sorto m~e in una contraddizione insana.- bile. Le masse portate in un tumultuare caotico, dalla i.nane rivolta massimalista e dalla confusa e contradditoria reazione fascista, ad affiorare alla vita politica, ricadranno apparentemente inerti. •ella dolorosa e sanguinosa esperienza elaboreran.no con travaglio intimo la loro crisi, che è crisi dello Stato. MARIOLAMBERTI. Le parole sono veramente una mitica forza. Ma perchè lo splendore dei su,m.i sia potenza, non deve rimanere gonfia affermazione di astratto simbolo. Quando \"i sia rispondenza fra le parole ed il _pensiero che devono esprimere, esse con1Jerse in sostanza umana hanno veramente la 'forza di muovere la storia : ma è forza che viene <lai pensiero che le sorregge. Questa intima unione è rotta nella ideologia fascista : la mitica fo-rza non sgorga, la parola alto-sonante ba valore per sè stessa: il pensiero non conta. Di quanto è difiicile il pensare ed è facile il parlare, di tanto si è propagato il fascismo. Jn Gabriele d'Annunzio la parola - non sempre-- penetra la realtà, la esprime, nelle sue apparenze magicbe e la muove profonda; m C. M. De Vecchi - il retore del fascismo dannunz.iano - rimane, sempre, chiacchiera. Lunedì, 29 maggio, ore 21, discussione sul fascisnw in via Venti Sellembre, 60, tra gli amici de La Rivoluzione Liberale. L.A. RIVOLUZIONE LIBERALE Es.pePienza libetrale Fascismo agrario. Rivendicando il sign.ificato nazionale del Fascismo, R. Murri nega che. siano entrati e1eme.nti economici a determinarne le direttive. • E' da piccola gente cercar piccole origini e gretti motivi ad una così vigorosa e vasta rie<:ossa nazionale nelle region.i d'Italia nelle quali più audace e brutale era stata )a minaccia comunista 1ivoluzionaria )). L,amico Muni ha studiato il fascismo da Roma ed ha pott1to agevolmente sovrapporre ad alcune chiacchiere parlamentari, più o meno precise il suo schema dello Stato laico. Come ci spiega il Murri che il fascismo sia esseuzia1meute~preYalso in regioni agricole dove « la minaccia comunista rivolitzionaria :ri era inesistente o limitata a forme infantili come quelle descritte dal Panzini nel suo ultimo romanzo? In queste regioni il tipo di organizzazione politica dominante era tm socialismo burocratico, edonistico e parassitario con mentalità piccolo-borghese, che raccoglieva braccianti e mez- ,A~clrin lotta contro i proprietari : il fascismo è un elemento valido della lotta politica-italiana in quanto contribuisce alla risoluzione e al chiarimento di queste situazioni regionali. 1 Dove la lotta politica avrebbe potuto suscitare forme e ideali grandiosi per la presenza cli avversari reali, dove Grandi avrebbe trovato il mondo delle sue speranze ri-1-olnzionarie, il· fascismo non ha :mostrato le armi. A Bolegna, a Ferrara., a Novara, in Toscana, a Mantova, in Veneto, il Fascismo s'irrigidisce nefl 'eredità di una riscossa padronale. A Milano arma gli esasperati della guerra e gli avventurieri della borghesia, intellettuale contro il goffo i:uratismo. ì\1a a Torino i comunisti non conoscono avversari : durante l'occupazione delle fabbriche i fascisti restano incerti e silenziosi e anche nei mesi seguenti non sanno che cosa opporre al mistero del mito già quasi infranto. Accanto alle officine della Fiat-Centro anchè le attuali parate di forza non concludono alla violenza perchè si sente istintivamente dai fa,;cisti stessi che la violenza sa.rebbe vana contro un 'idea che non è morta in un anno di silenzio. Di fronte al mito comunista i1 fascismo resta agrario e rivela la sua insnfficenza ideale. Fascismo e rhrnluzione. , Il Fascismo ha salvata l'Italia da una rivoluzione, (A. :M,IRCELLO: Il Fascismo, ne Lo Spettatore, febbraio, pag. 221). Nessuna indagine, nessuna elucubrazione può sintetizzare il si~ guificato del fascismo meglio di queste parole. Il Fascismo è stata la reazionè contro la rivoluzione. Legittimo e vittorioso dove la rivoluzione era debole e loquace e ipocrita. E' questa • legittimità• innegabile della reazione che· ci riempie l'animo di tristezza. Il fascismo è stato il termometro della nostra crisi, la misura dell'impotenza del popolo a crearsi il suo Stato. Ma appunto perciò diventa ingenuo chiedere al Fascismo Un programma po~ sitivo 'di ricostruzione: questa può essere una preoccupazione personale cli Mussolini, ma il fascismo come tale ha. esaurita la sua missione nel mettere a nudo la malattia nazionale, nello svegliare tutte le forze imprecise e anacronistiche obbligando la rivoluzione a guardare in faccia i suoi problemi, tutti riassunti in un centro solo. Il fascismo ha evitato in parte l'equivoco che era riuscito nel Risorgimento; ha liqujdato Serratj, ma si trova impotente di 'fronte alla doppiezza di Tu.rati. Gli spiriti inquieti e pensosi guardano oltre per domandarsi : la prova sarà stata feconda? le difficoltà ,,_vranno temprate le masse? Fascismo e Nazione. Dal , mancato impiego d.i volontà di forza e di ordine da parte dello Stato è sorto il fascismo; è sorto cosi spontaneamente e fatalmeute che die<:utere in merito, lodarlo o biasimarlo, è del tutto vano e puerile. Quelli che si erano tenuti in disparte, diffidau.cloe disprezzando, intervennero qnando videro in pericolo la nazione per la quale avevano combattuto, e furono essi dj fatto lo Stato che reagiva e si difendeva, in luogo di quell'altro Stalo ufficiale che 11011 sapeva più farlo. , (R. Murri: Lo Stato e i partiti potilici net dopo guerra, Roma, 1921, pag. 1n). Questo è l'argomeuto principe dell'apologia fascista. Ma è strano d1e uno spirito colto come H Mturi non IJe n?da Pequivoco. La guerra ha generato una crisi di orgoglio e una negazione di tutte le misure 11egli spiriti. Piccoli individui hanno avuto l'illusione atlraverso uu1esperienza ecce-,ionale, di difendere e incarnare l'originalità di un popolo o di un mondo. In realtà nessun partito può sostituire lo Stato, a nessun movimento sociale può spettare la funzione del coordinamento delle! volontà e del rafforzame11to della coesione degli spiriti, perché quec;te sono iU112ioni che 110n hanno organo, e si realizzano per impulsi di lotta e cli consc11so in un processo tutto immanente. Nel movimento operaio non v'era e non v'è nul1a di antina.do11ale; il monopolio dello spirito nazionale ad una classe o a nn partilo è una di quelle gro.ssolane falsificazioni che nascono e prosp<:rano solo dove la cultura politica s'è fennata al più ingenuo candore. Invero la volontà statale è un poce::,soe un risultato a cui le iniziative soltanto e gli sforzi diretti rollaborano: il fascismo è stato storicamente piiì fecondo e· più utile (s'è spiegato in qual senso) dove ba assunto una posizione precisa nella lotta politica agraria, che in tutte le sue confusionarie teorie patriottiche le quali ha11110essenzialmente contribuito a isolare e a svalutare i modi della disciplina tra I~ Jnasse. E da chi mai lo Stato ha hisognp di difendersi, fuorchè nelle relazioni tra gli Stati? Forse che ·1a coesione dei popoli s'insegna coi catechismi? La politìca delle leghe ferraresi e bolognesi uon era nefasta perchè ignara delle corradiuia11e dichiarazioni di principio, ma perchè eco11omicamente disastrosa e parassitaria. I feudatari del ferro sono parimenti dannosi e parassiti anche se li difende Alfredo Rocco con l'idea nazionale. Opponendosi ai leghisti con criteri riformistici o fantastici il fascismo non si libera daila loro demagogia. ANTIGUELFO. UOMINI E IDEE La polemica (il tra.filetto, il pamphet) invece dell'elaborazione cli pensiero, la spedizione punitiva al posto della lotta politica, il duello come esaltazione ultima e perfetta dell'attività individuale: ecco le basi e i metodi e nuovi • dell'educazione politica instaurata dai fa&:isti. Il wuo110 sta tutto nell'ottusa disinvoltura con cui si professa 1'anacronismo. .. . Esiste una letteratura fascista? Quale ne è l'originalità, il pensiero animatore? Il :movimento ha raccolto tutti gli , sbandati • : i reduci della canagliesca esperienza futurista, gli esasperati di una bilioosa impotenza, gli esuberanti dell'ottimismo: potevano costoro essere dei capi dei pensatori? A oche come gregari tutta la loro originalità si esauriva in un impulso merament: iniziale. La realizzazione perfetta, fotografica d1 questa mentalità è Il Popolo d'Italia: un diario di lotte, una serie di notazioni di stati d'animo. Il teorico Mussolini non ha mai scritto un libro, le sue geniali intuizioni non hanno mai preso corpo in un 'espressione che fosse più che contingente. Il solo a darsi ragione di ciò cbe fa par': voglia essere Dino Grandi. Il titolo unico a cm i più vivaci aspirano è 1a fama di· forti e paradossali polemisti (Belli, Gorgolini, Carli, Settimelli, ecc.). - Le dottrine, o ml'glio, gli stati d'animo di molti ·fascisti coincidono con psicologie e dottrine . caratteristicmnente proprie degli anarchici. C'è nella ribellione una differenza di misura: e sottintesa in quelli l'adesione all'aforisma di Soffici : , Tutta la mia politica : Mi volete per tiranno? Accetto ». Pare che Denito Mussolini si stia ingegnando di diventare il Nlaco/.a della nuova politica italiana . .Ma B. Mussolini è la sintesi di tutte le ,·ersatilità e sarà insieme Macola e Cavallotti, ossia il conte di Culagna della reazione. C'ionsi può rimproverare ai fascisti l'uso della violenza se non si vuole ricade.re nelle aber~ razioni di idillio e di astrattismo degli utopisti e dei democratici. Ma dopo Marx, Sorel, Treitschke e Pareto quale può dirsi in sede ideale la 110,·ità di questa che si proclania essenza della teoria fascista? ... Io non riesco ad imagiuarmi ~1ussolini altrimenti che sotto le spoglie del più audace e torbido condottiero di compaguie di ventura; o talora meglio come il capo primitivo di una selvaggia banda posseduta da uu dogmatico terrore cbe non consente riflessioni. La sua più caratteristica figura si riassume in uu anacronismo. Gli manca il senso squisitamente moderno clell'irouia, non arriva alla compreusione della storia se non per miti, gli sfugge la finezza critica dell'attività c,·cativa che è dote centrale del grande politico. La sua professione di relativismo 11011 riuscl neppure a sembrare un'agile mistificazione: troppo dominante vi avvertl ognuno la sconcertata ricerca ingenua cli nn riparo che elttdessc l'infantile incertezza e coprisse le malefatte. Coerenza e contraddizioni sono in Nlussoliui ùuc diversi aspetti di una mentalità politica che nou può liberarsi dai vecchj &:hcmi di un moralismo troppo disprezzato per poter essere. veramente sostituito. Egli rimane perciò divi50 e indeciso tra momenti di una coerenza troppo dogmatica per non riuscire goffa e sloghi di esuberanza anarchicamente ingiustificati. Ha bisogno di un mondo in cui al condottiero non si chieda cli essere un politico. Lottare per una idea, elaborare nella lotta 1m pensiero, è un lusso e una seccatura: Musso1ini è abbastanza intelligente per piegarvisi, ma gli bas_terebbe la lotta pura e semplice senza i tormenti ddla critica moderna. Solo gli iugeuui si sono potuti stupire dei suoi recenti amori con la Chiesa cattolica. Nessuno più Joufano di Mussolini dallo spirito dello Stato laico e dalla v~-cchia Destra deo-li Spaventa. Egli non ha nulla di religioso, sd;gna il problema come-tale, non sopporta la lotta col dubbio: ha bisogno cli una fede per non doverci più pensare, per essere il braccio temporale di una idea trascendente. Avrebbe po- !t1to essere il duce di una Compagnia cli Gesù, l'arma di un Pontefice persecutore di eretici, - con = sola frlea in testa da ripetere e da. far entrare « a suon di randellate » nei « crani refrattari ». Gli articoli del Popolo d'Italia sono cosl : ripetizioni di un ordine, dogmi e spesso ;lereotipie di un monotono disegn0: letterariamente banno qualcosa di militare e molto ci.e! catechismo - anche qtù si aeduce l'opera del boia (o la pugllillata) dalle verità assolute, trascendenti, e cristallizzate. Infatti i tre momenti centrali della vita di Mussolini banno coinciso con· tre momenti risolutivi, entusiastici, dogmatici della storia italiana : il messian.ismo socialista, I 'apocalissi anti-tede&:a, la palingesi fascista : chi vorrà essere cosl ottuso da ricercare in questi episodi uno sviluppo, e delle ragioni ideali di progresso? Perchè vedere un problenia politico dove si tratta di un fenomeno di psicologia del successo e di una nuova ruie econo:m,ica,delle idee? Sarà legittimo studiare la filosofia politica di Corrado Wolfort, di Giovanni Hawkwood o di Francesco Bussane? La storia giudicherà con indulgenza l'anacronismo di ì\1 Iussolini che nonostante il suo orgoglio chiuso di signorotto incompiuto è stato tanto umile da inchinarlesi: garibaldino in ritardo come Crispi, n1a forse meno cocciuto di lui e per il suo convinto arrivismo più duttile : rozzo, povero di ide.e è riuscito talvolta, per la robuste=-i e la disinvoltura, l' ostetrico della storia. Il fascismo non può diventare partito cli goverso per le stesse ragioni per cui non ha potuto diventarlo il , garibaldiuismo ». La tormentosa crisi presente di Mussolini si riassume in un problema personale : distruggere l'eredità fascista per diventare Uomo di Stato; si tratta dello stesso processo rrocesso e della stessa crisi che han fatto di Crispi il tribuno fallito della Monarchia Sabauda. Si comprende benissimo come l'aristocratica finezza di Soffici, la dignitosa misura spirituale che lo fa aperto a tutti i problemi di libertà e di creazione lo conducano a una violenta posizione polemica contro la grettezza del nostro socialismo riformista e utilitario, meschino e parassita. Ma non si capisce come possa aderire al fascismo chi ba scri(to: , solo allorquando un pensiero politico profondo sarà espresso e han• dito, il quale corrisponda al carattere vero es- -- - senziale della nostra razza, sarà possibile incamminarci verso una mèta con fede di raggiunge,·la. Ora, questo corpo d'idee, questa dottrina ~nclispeusabile i questa 1affigttrazione ideale, in altri termini, di un'Italia éome la vuole il destino, non è forse così inimmaginabile come parrebbe di dover credere. Sol che si voglia esser seri e sinceri, e ce la troveremo forse davanti, almeno sbozzata nei suoi elementi tradizionali. Io per me la veclctcbe sorge dal pensiero di Dante, di Jlfacchiavelli, del Mazzini, di Oriani anche ... , (.Rete Mediterranea, pag. 174). ' Ma forse il fascismo di Soffici, dopo Le Moine BOt!-rreau è semplicemente il nuovo sfogo romantico di Don Chisciotte in Toscana. E allora per il nostro amato Soffici bisognerà ripetere con gioia, noh il processo di Boiue, ma l'apologia di Papini o I 'elogio di Prezzoliui; non si tratta di relativismo o cli atteggiamenti mussoliniani, ma di una franca cinica raffinatezza politica del vecchio e amabile Sacchetti. il critico. CONFESSIONI O IRONIE'/ Il fascismo « voleva essere Ja • moutagna del centro», ed invece si è seduto a destra per uua ragione sentimentale, topoip-afìca e pugilistica: perchè cioè gh _scanm di destra erano i più adatti a servire com$! posto di combattimento fisico contro l'ala sinistra, popolata dai comtuùsti, dai _socialis~i, .dai nittiani •. (GRANDI, Le ongim. e la missione del fascismo, pag. 59). « Perchè oggi nel fasci_smo c'è un po' di tutto. C'è il vecchio ltbensta salandrino,\c'è il liberale democratico, c'è il nazionalista vi è il monarchico, vi è l'anarchico, vi è ilrepubblica.no, vi è l'individualista assoluto vi è l'individualista relativo, vi è il sind~talista, vi è l'inquieto e l'irrequieto per serfr bilità e per abitudine, sempre pronto a e>- gliere di tutti i partiti l'eredità migliore,. (Id., pag. 6r). *** « Ed è un fatto che ad onta della sua, ten,. denzialità repubblicana, sancita nei vecchi statuti e coraggiosamente rivendicata da Mussolini in una famosa polemica, il fascismo è stato il primo a rimettere in ?ella, 0 meglio, in carreggiata, la_ ~onarch1a, che dava segni indubbi di vert1gme ». (P. GoRcor,rnr, Il fascismo nella vita italiana p. 127).

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