La Rivoluzione Liberale - anno I - n. 14 - 21 maggio 1922

LA RIVOLUZIONE LIBERALE 53 Note S'ulla buf·oc1·azria ATTIVO E PASSIVODELLA:BUROCRAZIA he or-ganizzaziuni profl:sslonali C_onlemporaneo o quasi alle invasioni barbanrhe ora descritte si aveva l'altro fenomeno della « orga11izzazione cli classe•, contagio che a un certo punto si appiccò ai ceti 1mp1egatizi dai ceti operai. .Le cause che suscitarono anche fra gli im- :-)legati questo movimento cli organizzazione sono risapu.te : insufficienza di stipendi resa rntollerabile dal progressivo riucaro della vita e raffinamento del gusto, mancanza di garanzie giuridiche contro gli aroitrii dell'alta burocrazia centrale e le sopercherie dei pa:tia111entari,confusa aspirazione ::i.cl un rianovamento politico e sociale promosso dalle classi più sfruttate. Iniziatori del movimento furono quasi sempre, anche fra _gli ~piegali, dei giovani gene1-0s1e 2udac1, 11111:ievudti idee socialistP munit_idi_dottrina soda e moderna; dietro di essi. s,_,msero subito i giovani ed i malcout~n!1 ;111.on del n1ovin1ento ri1na.sero i « cod1m,,, 1 pavidi, e gli inerti. Neìb pratica della loro azione quei gencros.1orgamzzaton degli impiegati e dei salanati d1 stato commettevano un curioso e grave e\ror~ _: es_si dimen_ticavan? se111piice. mente cne ! 11np1egato e 11salariato pubblico rappresentarnno già per sè il tipo del cittac\1110del futuro stato socialista. Uu vero socialista all'impiegato pubblico non doveva far altro che dargli la consapernlezza di quest~ sua particolare essenza, e legarlo vieppm allo Stato e, in genere, all'Ente Pubblico. Invece gli organizzatori usando fra impiegati e salariati di Stato i metodi e la predicazione corr_eute fra il ceto operaio, che cosa_facev:i.nc? Niente altro che "antropomorbzzare » agh occhi della massa l'Ente Stato, rappresentarlo ad essa sotto la forma clel_padrone e dello sfruttatore, interrnm~- re 11processo di conversione cli questa massa alla religione dello Stato, spezzare i sernpre più tenui legami cli devozione e di rispetto che a·vvrncevano i « cittadini impie<Tati o alla ciPilas. Nel quale madornale erro~ an- ,cor.a adesso p,erseverano, a tutto danno dello Stato e a tutto danno degli operai dell'industria Ebera., i socialisti che sostengono ad oltranza le cosiclette rivendicazioni degli impiega.ti e dei salariati pubblici. ::~ei riguardi invece dei dipendenti eleo-li enti locali l'opera degli «organizzatori» agi; va nel senso opposto : lo sfruttatore esoso era l'amministrazione locale, uuica saiute stava nel rifugiarsi tra le grandi braccia delio Stato; e incominci.ava, o meglio si accele- . rava così, quel movimento di conversione di funzioni e di funzioJ1ari dalla periferia :il centro, dall'ente locale allo Stato che •fu sino_a poco tempo fa, in pieno s<ViÌuppo,ed a cw solamente ora si incomincia ad opporre ostacolo, almeno a parole. Dal punto di vista socialista, se questa attività appare più consona con l'indirizzo geuezico della dottrina, di fatto essa vulnera un punto p-ogrammatico che ai socialisti dovrebbe pure star a cuore, quello delle autonomie locali; senza. contare che tale attività effettivamente fa gli interessi dell'alta burocrazia centrale, che un partito davv-ero rivoluzionario in Italia dovrebbe voler invece ad ogni costo smantella!'e. Comunque sia queste organizzazioni fecero sul principio opera buona : procurarono a;;:li i_m!'.ie_gatai umenti di stipendi e garanzie gmnd1che, e, quel che più conta offrirono ad alcuni uomini. una palestra. 'in cui .allenarsi alla vita pubblica, una cattedra da cui bandire utili insegnamenti; tutta l'amministrazione statale fu sottoposta ad una critica minuta e spietata; molti giovani furono, attraverso l'organizzazioii.e, iniziati aìla concezione « problemistica » della vita nazionale, e con la coscienza di classe ~cqnistarono pure la coscienza della propria _fuazione entro lo Stato. Ma i benefici son tutti qui, si può dire. Ottenuti agli impiegati gli aumenti e il ric?noscn;1ento dei diritti elementari, le orgamzzaz,cni impiegatizie dovevano sparire o trasformarsi, e, volendo trasformarsi dovevano di,venire organi di studio e di ~o!tura p_rin:a, e rei, ~agari, organi politici con fllllZl011l leg1slat.tve e con reswnsabilità adeguate. • Invece, abbandonate dai primi c0 ,1do'tieri svu?tate d~l primitivo significato ;olit:co di cntica e d1 nunovamento, degenerate rn organizzazioni. di ~ipo camorristico, queste grandi associaz101:1sono nmast~ per i pcchi come predella o p1ed1stallo politico, 1~r i oiù copie drenaggio del danaro pubblico e fdcolari d'indisciplina, e adesso funzionano ancora come impedimento a qualsiasi attività legislati•va Ja quale intenda a toglier orivilegi, a diminuire prebende e- ad impo~re responsabilità. .Cosiffatte orgauir.zazioni apolitiche di imµieg_ati salariati e dipen<lellli dallo Stato o da Enl! P_ubbltc1 sono adesso una •;era piag~. del.la nta pubbli a italiana, e, per il bene puob_l1cononchè per il bene degli impiegati stessi! urge provvedere alla loro eliminazione. Ma p~r ciò non giovano da noi i metodi reaz10nan e violenti : basta lasciar operare la natura, o, tutt'al più, favorirne l'azione. L::i _teudeur.a naturale di questi pletorici orgam no~ più irrorati dal sangue di nessm1a_1dea e, da oua JY<lrteq, uella di :,fasciarsi, d1sgregaHdosi i_nvarie suborganizzazioui, a seconda dei particolari interessi delle varie catcgone: bisogna favorire codesto sfar·elo Come? _Unodei metodi migliori è di ne~ar~ aumenti a tutti, e diminuire le "compdenzc » ora ad una cateP-ona or?, ad un'ai1•-a • quauclo gli organizzati vedranno che ·le c;~o'. te federali salgono e i mensili calano aliora lo sb:rnclameuto sarà irrefrenabile. ' - . Altra tencleuza che s'a,,verte ora in questi s.11:dacat~apolitici è di ass.u1ne.re coìore pohttco, aaerendo a questo od a quel partito : cosa pencolosetta anche que.sta per le casse dello Stato e per la disciplina, ma pur sempre da preferirsi all'attuale stato di cose· r~e~chè, anz.i~utto :1derire ad un partito po~ litico vuol d1re, o, per lo meno, deve- dire, ac_cettare un completo programma di governo e m ~u~sto programma, cioè in questa visio- ~ d1 b_1soguigenerali, inserire, debitamente hm1tat1, 1 bisogni particolari della classe· in secondo luogo i partiti, se Dio vuole ~no parecchi, e, con l'ade~ione degli impi;gati a qu.e~to od a quel partito, è sempre più probab1le che la classe impiegatizia non possa fonua.re falange e "fronte unico» nel suo assalto cronico aile casse dello Stato e alla santità della discipina. li volta di!l!a patria E adesso, fatta la diagnosi s,i cloV1·ebbe conchiudere scr.ivendo la ric~tta; ma se descrivere pittorescamente i mali della nostra v'ita pubblica è la traduzione dell'-indie tanto facile à.nche ai prin{:ipianti, dir~ poi p1·aticamente che cosa si possa fare per guanre, ecco quel b,.,sillis, contro di cui si rompono tutte le teste. Come abbia funzionato u~ tempo !a macchina del!.a nostra burocrazia, specialmente provmc,ale, e_con _qu~li risultati, come poi questa macchma si sia venuta sempre più sgangherando e il suo rendimento sia venuto man mano diminuendo è cosa che a cliria nou mi è mie.a riuscito troppo difficile, ma come si possa ora aumentare dell'immane congegno il re11G.in1ento,si da rin1ette·te le cose alm~no almeno nel tollerabile stato in cui pare si trova.Ssero una volta, questa è cosa di una difficoltà davvero tren;encla, Però, giacchè ho incominciato bisogna bene che finisca, e gia,cchè ho posto delle premesse è pur mestieri ch'io· ne deduca le couse- .guenze. Deduciamo dunque. e terminiamo una buona volta. Dunque_ a rid13:rre la pletora degli im.piegati e dei salanati, neanche pensarci per ora; e.i si riuscirà forse quando l'Italia sarà arricchita, cioè quando sulle rovine delle sue tndustrie pesanti sarà fiorita l'industria agricola e quelia peschereccia, e quando, e11.- rope1.zzat.o tutto il bacino del Mediterraneo, l'Italia sarà ridivenuta la trafficante dei bei tempi che tutti sappiamo. Ma di ciò... a suo tempo. Intanto codesto superfluo di impiegati bisogna ten.er-selo; e, già che ce io dobbiamo tenere, il problema sarà di giovar.sene il meglio che sia possibile, aumentandone il rendimento. Cioè dare alla burocrazia consapevolezza degli interessi del paese, dare· al paese uua « coscienza amministrativa•, trasformare la burocrazi2 in una forza nazionale, disfar la casta per rifarla popolo. . Se l'origiue di tanti mali sta, anche qui, m quelle tali incursioni di barbari tra le file della .burocrazia, e tra le masse del pubblico, e se questi barbari non 'è più nè possibile nè equ.o ei_iminarli dagli impieghi e dalla vita pubblica, altro uon ci resta che addomesticare e incivilire questi barbari : questa è la via maestra per risolvete il problema, ma è una via lunga, è roba cli oenerazioni, e intanto i barbari ci sono e 0 sono quello che sono, e poi, via via che uno stato si_umanizza, un altro stato gli succede, vergme e grezw, e saremo sempre da capo. E allora? . Ecco: dlll·ante la guerra, per esempio, a me, e anche a voi immagino, è succe950 cl.i vedere in certi uffici e in certi servizi pubblici avvenire il miracolo, per cui oersouale ridotto di nnmero e sottoposto ad ;n accresnuto Ia:voro, m_oltiplicandosi e prod.igandos1_.r,iusciva a sbrigare il servizio nel modo prn sodd1slacente e pd inappu_ntabile. Di questo prodigio mi so:.i d9mr,ndr.to il p-erchè, e l'unico perchè vero eh' io abbia trovato è stato questo: fra le scartoffie o sul lender, a quella gente, in quel momento si mostr~va_ ·il -i:olto della patria; quello non era pm d ,, personale» che attendeva al •_servizio», quelli eran degl.i llaliani che dtfenclevano la palria; accadeva insomma che per_quegli impiegati, l'astrazio11e Stalo amministrazione diveniva la realtà « patria paese, luogo natio ,,. • ' E che ci voglia proprio la guerra al fronte e _la fascia al braccio per ottener questa procl1g10sa trasformazione? lo_ credo, che no._ Sarò un illuso, ripeto, ma 10 crecto che s1 possa ripetere il miracolo anche 111 tempi norn1ali e continuamente, solo che sa,pria lo Stato o l' Ammi11istraz10ue o la Comune assumere volta per volta, per ciascuna categoria e qualità dei suoi dipendenti, invece deiJa mas.:hera frigida e immota che le è consueta, un volto mutabile e domestico e gradito : solo che la for- ~uul_adi tutte le riforme non sia quella che e ora m voga della «perequazione», ma sia rnvece la formula opposta cioè « sperequazione i), Sperequazione Non è mica vero, io credo che l'italiano nou _abbia il « senso della pat~ia », solamente c1 scuo tante sorta d'italiani e ciascuna sorta sente la patria a suo modo: l'un,iie, umile non di classe ma di coltnra, vede e seute la patria attraverso il « loco natì,,,, attraverso la «regione)>; posto che !::i ::,, ~ l~zione del problema sia nell'ottenere' l'equaz10ne « stato - pa~ria », perchè questa equaz10ne non può, per costoro, mutarsi in q11e-c ste _altre.« stato-comune », « stato-regione? » Non_v1 ~1ete mai domandati perchè in genere, 11 p1ù perfetto e più ammirabile impiegato pubblico sia da noi il segretario comunale? la ragione mi par che sia ovvia : il se~retario comunale funzioua così bene perche se!'Ve un ente che gli è vicino, che egli conosce e sente, che è suo, che è lui. Trasfor:n,iamo il maggior numero possibile di tmp1egati pubbhci in searetari comunali ci_oèpo'.tiam_o il maggior" numero possibil~ d1 funz1onan _a contatto con gli enti locali, comune, provmc1a, regione, e avremmo fatto, solo con ciò, un bel passo avanti. Deceutrameuto, autonomie locali federalismo? ' dacato, il « principale•, come per le rane il serpente; ebbene che a costoro il Proteo statale comparisca in forma di serpente. Io ho visto per esempio in un paese de] Piemonte una grossa ricevitoria postale esser trasformata, per fregare il ricevitore, in ufficio di pnma classe; un disastro, Jo Stato ci rimette-va_l'os5? de~ collo e il pubblico non era servito; 1 u.ffi.c10è retrocesso a ricevitoria cioè affidato in sostanza dallo Stato a un pri'. vato, ch_elo fa ~ndare come un padrone fa anda_re tl negoz10, e il servizio, d'incanto, ha npreso a filare. Quanti « uffici di prima c)asse », e non solamente nell'ammiuistrazwne, postale, si potrebbero far rifiorire solo con l affidarli ad un padrone! Ma gli impiegati non son mica tutte rane nè tutti sindacalist!, nè _tutti «paesani.; ce ne sono anche d1 quelli a cui la pòlis, 0 r~s piiblica, o patria, o Stato, può comparire essa stessa, cosl com'è, e parlar ad essi come parl~rono a Socrate le leggi ed esserne mtesa 1~ suo augusto linguaggio. A costoro bisogna che si presenti Io Sta- ~o, come a Mosè il Padre Eterno o come Zeus _a Semele (tranne l'incenerimento); e che sia con loro largo e magnifico, e dia ad essi _la coscienza di quel che valgono e :bb1a riconoscenza dei loro 5":t"Vizi,e questa consapevolezza del valore di costoro la diffonda fr_a il pu_bblico predicandola per il paese; e h cerchi dove sono e li raduni e faccia che dia_n conto del loro lavoro e che lascrno, a chi verrà, notizia e documento della loro ~sperienza, e li ponga in sommo della sc_alacome si conviene fare di questa v_er~aristocrazi..a e d1 così preziosi stromenti d1 governo. .Va ?a sè che quanto s'è detto per gli impiegati nelle loro relazioni con lo Stato vale ~nche _pe; il pubblico. La questione della b_u,ocraz1a e anche la questione dei rapoorti che corrono fra pubblico e Stato o; ·più precisamente, fra pu~blico e impiegati. Ora e. ;1aturale_ che ques~1 rapporti siano tanto pm agevoli e cordiali quanta ma<mior confiden~a e familiarità abbia il pubbl~o con gli uffìc:ah dello_S_t~to. Per stabilire tali rapporti d1 cord1ahta e confidenza fra lo Stato e un pubblico tanto selvatico come il nostro deve lo Stato comparire a questo pubblico ~on un volto noto e domestico (ufficio locale tnvece_che_miu_istero) ed essere rappresentai? da _1mp1egat1che possano e sappiano <~l- ~vars1 _la confidenza del pubblico (impiegati locah). Ma sì, come volete; ma decentramento autonomie, non perchè codeste sian paro!; ven_uteo_ tornate ora di moda, ma perchè so- • uo 11simbolo grafico dell'idea, che ci ha guidati nel tira·r giù queste note. Concludendo E non ci spaventiamo dell'obbiezione fat- Traendo ora dalla già troppo lunga favota specialmente da gente che si chiama li- la una morale e conchindendo diremo che bera)e, del pericolo di una « burocrazia pro- per noi : V1nc1ale » : se burocrazia ha da essere ad la questione della burocrazia è anzitutto ogni. m?do, meglio sempre uua burocrazia ~ s~pratutto questione di uomini : uominiprovmc1ale vera e propria, che non la buro- impiega.ti e uo11;1ini-pubblico; craz1.a çentrale o centralizzata. la burocrazia nostrà, intesa come comLo so bene che per ora il vento tira in ples5? ?i impiegati rende poco, anche perchè t~tt'altro senso, e che la gran moda è anzi ~ d~fic1e1:1teg, eueralmente parlando, fra gli ?1 t:asfo'.mare anche gli impiegati locali in imj)1eg~ti la religione della cosa pi,bblica. 1mp1egah statali; ma nou bisogna mica la- . a, risolvere la questione della bmocrazia ~iarsi troppo impresionare da questo fatto, si puo concorrere anzitutto creando e rinfone credere che codesta corrente non si pos- c?lando tra gli impiegati questa reli o-ione sa nè arginare uè deviare. La tendenza è cioè educa,nclogli impiegati; "' ' questa, lo so anch'io, ma le ragioni del feno- educare non è render buoni i cattivi O i meno c'.ove sono? I dipendenti degli enti Io- neutn c°:1 procedimenti pedagogici, ma è cah, o almeno molti di essi, anelarono e prendere 1 srngoh così come sono e indiriza~elano allo Stato, una volta per desiderio zarh ad un'attività pratica, cli cui possa apd: avere una posizione più stabile e per sfug- profittare la comnne; gire alle angherie delle cricche municipali, / lo Stato può c~sì sfruttare a profitto ora anche per la speranza che con Io Stato della comune le qualità buone e meno buone si busd~i di più; d'altra parte le ammiui- d~i s_ingoli, solo che sappia coi diversi indistraziom locali da uu pezw in qua sono trat- v1dut assumere diversi aspetti; te _af_avorire questo esodo per la necessità in . per 01:ain Italia, Io Stato potrà dai suoi cm ~1 trovano _cliscaricar sullo Stato degli dipei:,denti ottenere in genere un maggior onen finanz1an a cui le risorse locali sono rendimento, solo se alla maggioranza di essi sempre pit1 impari, in secondo luogo perchè comparirà non come Stato ma come Ente no_nc. i t_rova1:p1i.ù su_goa tenere e paga1·e de- locale, o corporazione, o individuo dèlegato. gh nnptcgati nel Clll reclutamento e nel cui Lo Stato deve, anche ora, apparire come governo_es~~amminist 7azioni locali non ha,n- t~le solo all'aristocrazia de' _suoi impiegati, no quasi pm nessuna mgerenza. Stando co- hattandola davvero come anstocrazia. sì le -~osefermare il movimento si può : primo nnsanguando le finanze locali; secondo concedendo alle autorità elettive locali nei r~p~i dei lo!o dipendenti, quella libertà eh az10ne che sia compatibile con le elementar~ garanzie di stabilità e di indipendenza assicurate ai dipendenti; terzo, togliendo prontamente e recisamente ai dipendenti degli enti locali l' ilusione che lo Stato possa pagare di più. AUGUSTO MONTI. !BTTOURlll~nE PELRARIYOLDZIOftE LIBERALE (6'elenco) P. Epifani (raccolte tra gli amici del Telegrafo centrale) . e • • • • L. L. Bracci U'. Mattei P. Bunese C. Bruni Elenco precedenle roo 300 30 20 Totale L. 3260 Ad_u~'altra categoria di suoi impiegati e salanat1 lo Stato, in<vecedi comparire sotto l'aspetto del loco .natio, per esser più in corrente coi tempi , può anche dissimularsi per entro la figura del sindacato, cioè riconoscere esso un'organizzazione tecnico-industriale di suoi dipendenti, e a questa delegare_ mansioni speciali e servizi. In questo m1 pare non sia nulla che repugui al- Ai prossimi numeri : l'_idealiberale, purchè resti inteso che l'espe- C. LEVI: Sa.land:ra. nmento sna fatto dal sindacato inteso come individuo_ concorrente con· altri individui,• non dal srndacato operante in regime di protezione statale, ahas di favoritismo camorristico. Altri poi, vece che la per farli lavoi.·are, ci vuole inpatria o il municipio o il sinA. MoNTI : Il problema della scuola normale BRIGHTOòl :Note s11/la politica. francese. • C. E. Suc.s:ERT: Polemica -religiosa. S. A1'SALDO: La Conferenza cli Genova : nole d-1 f>s-i.cologia. ANTIGUELFO: Esperienza Liberale.

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