La Rivoluzione liberale - anno I - n. 10 - 23 aprile 1922

b Esperienza liberale I Propaganda ed esame di coscilmza , li disprezzo per il nome HaHano ha, in tutte k nazioni, radici profonde; bisogna combatterli:>. Ya per combatterlo con efficacia presso una popolazione così numerosa e così boriosa come IJUella degH Stati Uniti, ci vuole altro che una ciualche dozzina di conferenze ... L'abitudine, fo mii l'Italia visse politicamente per secoli, nou poteva non generare l'idea che gli altri popoli, eia cui eravamo soffoca.ti, valessero senza paragone più di noi. Prendemmo cosl l'abitudine di iUardare al di fuori sempre con ammirazione cieea e di non guardareJ o guardare con disprezzo, l\l di dentro, (B. V.'.RISCO; Rassegna Moderna, 1narzo 1922). Nonostante la profonda stima in cui non si P,UÒ non tenere B. Varisco noi accetteremmo queste affermazioni soltanto capovolte. Si è stimati all'estero per quel che si vale. Saremo stimati di più - senza troppo affannami in opere di propaganda - quando ci saremo interiormente migliorati. Noi amiamo troppo le nostre debolezze e non studiamo abbastanza le cose serie che san.no fare gli stranieri. Forse è vero che questi conoscono di noi gli elementi meno pregeyoli: il sentimentalismo, la leggerezza, l'individualismo, e<:c., ma possiamo dire noi di aver fatto ciò che potevamo per liberarcene? Non sono queste aberrazioni ancora prevalenti nel nostro spirito? La nostra cultura, la nostra vita spirituale è ancora soffocata da pregiudizi mistici, da re&idui romantici, da malattie letterarie. Perciò è opera saggia g1<ardare spesso con disprezzo al di dentro. Femminismo comunista , ?\oi dobbiamo persuadere le proletarie di casa che l'industrializzazione del lavoro domestico, voluta dai comunisti, potrà emancipare dalla schiavitù della casa, e rendere meglio utilizzabili le capacità e le loro energie; e che ciò, mentre sarà utile alla collettività, gioverà veramente a migliorare la condizione della donna, assicurandole la possibilità di elevarsi spiritualmente e di salvaguardare la sua salute e la sua bellezza, - (C. RAVER.,: Ordine Nuovo). Esiste un problema morale dell'elevazione femminile distin\o dal problema morale dell'elevaC<ionedi tutti gH uomini? Le femministe dicono oli sl, ma quando si tratta d.i precisare raramente vanno oltre una generica invocazione di ugua- ~lianza giuridica esaurita tutta nella richiesta del voto poHtico. In un regime democratico, in nn regime rappresentativo il voto non è che una delle forme attraverso cui gli individui recano la loro volontà allo Stato. Che anche le donne vi abbiano diritto nessuno nega; che l'averle precluse sinora da que&ta manifestazione sia stata enorme ingiusti zia è palese esagerazione demagogica poichè infiniti altri modi di affermazioni si offrivano alla iniziativa femminile. È chiaro tuttavia che questi infiniti modi trovano nel voto una consacrazione e un equilibrio. Alcuni obbiettavano il pericolo reazionario che sembra immanente nella estrinsecazione di volontà che si formerebbero una concezione politica nel ristretto ambiente famigliare e devono vedere, per tra· dizioue storica, il problema sociale da un punto cli vista quasi :fisico di conservazione e di individuaHsmo economico. In realtà la dialettica delle volontà operanti supera ogni esclusivismo: i problemi famigliari che preoccupano la donna, di,·entando oggetto di discussione politica determinano in chi li pone un atteggiamento già di per s,: stesso non più Hmitato e sentimentale. L'educazione a ciò dei singoli spiriti femminili si confonde con l'educazione di tutti gli spiriti a vedere le cose secondo una coscien- ,.a politica e non frammentaria. L'affermarsi di una volontà morale, di una serenità non più egoj,;tica nella donna che pensa ai suoi problemi è un'esigenza. universale che sentono nello stesso modo gli uomini. Ogni recriminazione o distinzione sottile ~ artificio di suffragiste. Posto il problema in questi termini la critica comunista alla S<Y'ietàe alla famiglia borghese diventa un momento necessario nella partecipazione femminile alla vita politica. L'idea della industrializzazioue del lavoro domestico indica un'aspirazione a sottrarre la mentalità politica delle donne ai varii sentimentalismi e ai limitati orizzonti affettivi. La demolizione delle varie poesie della casa collabora al compito che il liberalismo storico si è assunto per costringere tutti gli uomini a una visione e a un'azione realistir.a. Anche in ciò il comunismo è logico. Combatte, con un'idea, un'idea; con una volontà puramente formale, una tradizione. La polemica, dunque, 2cquista un valore di liberazione spirituale, e con un mito eroico rinnega tutta la storia poichè questo pare il solo modo di procedere innanzi, superando la crisi mentre vari comitati • Pro voto donne • discutono di superiorità e inferiorità morale, di diritti, ecc., e creano settecentesche dichiarazioni di astratta libertà giacobina, il programma del femminismo comunista si adegua alla sola esigen,.a attuale, imprescindibile, che è politica e non morale, che è di azione e non di propositi, di Yolontà non di giustifi~zione giuridica. LA RIVOLUZIONE.LIBERALE Ma questo sforzo deve indirizzarsi a un mito, non vagheggiare programmi empirici : l' industrializzaziont del lavoro domestico è una espe. diente del più grossolano semplicismo, è infantilismo economico, finchè lo si invoca come pr,:v~ vedimento di Stato, come trionfo di ordine e di uniformità. Bisogna del programma ac~ettare la parte rivoluzionaria e cre.ativa e respingere Pillusione riformista. In questo senso la lotta contro il sentimentalismo famigliare può essere la più limpida e rigorosa via perchè la donna conqwsti integralmente (ossia anche nella realtà politica) la sua funzione famigliare. E' naturalmente· logico che questo compito si presenti ai comunisti prima che ad ogni altro poichè a loro prima che ad ogni altro interessa neutralizzare l'istintivo reazionarismo di ogni ingenua traduzione politica dei pregiudizi femministi. l.a rappresentanza elettiua Perchè la rappresentanza elettiva è inacc~ttabile? Risponde P. Mignosi, il teocratico del relativismo: , è leggittimo (sic/) dire che l'individuo A è rappresentato dall'individuo B, solo quando la volontà di A coincida nelJa volontà di B e l'azione d.i B risponda costantemente e fedelmente alla volontà di A ». La democrazia non ha vagheggiato mai questi infantilismi dialettici. Il regime democratico pei· un liberale non si confonde affatto con una manifestazione elettorale. Le dottrine costituziouali parlano di delegazion.e di poteri o di designazio>ie di capacità e solo un pseudo-filosofo nato da G. Rensi poteva interpretare l'antiparlamentarismo con tanta grossolanità. Si tratta non di rappresentanza, non d.i rapporto statico, ma cli rapporto creativo. I rappre'\entanti sono ·insieme servi e despoti del popolo; il governo ne è il risultato e il punto di partenza; lo Stato perciò è al di sopra della democrazia in quanto coincide con un'aristocrazia nascente per un processo liberistico e dialettico dalle viscere stesse del popolo. Questo è il segreto dei problemi della pra:s:is. ANTIGUELFO. PROBLEMI ITALIANI Disegno di legge sul laflljondo. 'Giuseppe Bruccoleri nei • Problemi Italiani ,, esamina il disegno di legge Drago per il latifondo; il quale presenta come essenziale caratteristica lo squilibrio radicale fra le premesse teoriche della r~lazione e i provvedimenti effettivi per realizzare le tendenze in quelle espresse. Come premessa, si riaffermano i principii or-. mai ben noti : ImpossibiHtà di una soluzione unica nei tempi e nei luoghi. Fondamentale importanza delle necessità naturaH che hanno imposto e impongono la grande unità culturale pastorizia-cerealicolà; pritlcipalmente delle siccità. Assurdità delle declamazioni contro gli affittuari, questi mostri che banno il più delle volte portato col soffio di una intraprendenza sconosciuta i primi germi di industrializzazione; vacwtà di ogni tentativo di quotizzazione, e affettati d.issodamenti : : come ancora reèentemente dimostrano gli insuccessi del decreto Visocchi; necessità che il capitale soltanto vada nelle terre dissodate, non il lavoro dei coltivatori avidi e indigenti. Da queste premesse si dovrebbe sboccare nelle uniche soluzioni possibiH : (astrattamente possibili, perchè non tutte realizzabili, specialmente per le attuali difficoltà finanziarie) : quanto alla irrigazione e alla bonifica, inizio delle opere qttanto più possibile immediata secondo accurati piani tecnici, ne11e regioni in cui i lavori siano di sicuro rendimento, quindi specialmente in pianura. Quanto afla trasformazione delle culture e a11a colonizzazione int~rna, miglioramento dei contratti d'affitto a fine di secondare l'attività innovatrice e speculatrice degli affittuari (diritto al rinnovamento dell'affitto per chi presenti piani di migliorie concrete, compensi per Je m.igliorle alla scadem.a). c'lull'altro è per ora realizzabile in regioni do- \'C le conseguenze di fattori naturali e storici secolari rendono inutile ogni pretesa di industrializzazione rapida: invece il disegno Drago, poste le sue brave premesse, instaura di nuovo con più complessità e con maggior danno, perchè con maggiori pretese, le stesse provvidenze le cui conseguenze ha deprecato relativamente ai provvisori decreti dei suoi predecessori. Un colossale • Consiglio Superiore della Colonizzazione Interna, al vertice, composto per la maggior parte di alti funzionari, e di totale nomina ministeriale come ramificazioni, cle:11e Commissioni Provinciali per la Concessione delle Terre. Questi Enti, destinati a controllare Ministero e Prefetture di cui sono la diretta emaitazione, dovrebbero regolare : l'espropriazione delle proprietà, la loro occupazione temporanea dodicennalc (che può diventare definitiva), la concessione di enfiteusi obbligatorie, l' imposizione delle bonifiche. H ciò a profitto di un Istituto Nazionale di coloniz,.azione Jntcrna con 200 milioni da sperperare a disposizione, delle A~- sociazioni Agrarie, delle Coopc:rativc (anche senza capitali) e di società (con un capitale minimo di un milione), di privati. Come organo, dunque, un nuovo viluppo di comJJlicazioni burocratiche; come capacità produttiva, la solita egev,lazione diseducatrice alle cooperative senza garanzie o magari fittizie, e agli enti non interessati o irresponsabili; la vera bazza per concessioui clettoraH o per utili speculazioni dei politicanti, senza altro risultato che far ritornare dopo qualche anno le cose al punto di prima, dopo un doloroso periodo di depauperamenti, e di alti prezzi della terra con relativa insufficenza dei mezzi per farla produrre. Maggiore e meno in1mediabile dan.no, di questa serie cli improvvidenze, I 'assorbimento dei capitali sulle terre più vicine ai centri abitati, dove più facile il risultato immediato: quind.i abbandono per un lUDgo periodo di telnpo di quelle terre più lontane, e meno redditizie, per le quali specialmente nel Meridionale è più urgente ed essenziale il prblema del latifondo, più indispensabile l'affluenza delle .energie dei capitani di industria e dei forti capitali. L'unica soddisfazione in tanta miSèria di concezione rimarrebbe la luce portata dalle assennatezza della Relazione; ma la sua correttezza teorica del resto abbastanza banale, nou significa che questo: l'insopprimibile incapacità degli uomiui politici di opporsi al sentimento di aspettazione che unisce in Italia la parola.: , latifondo » a rosee visioni di cooperative fraterne, di villaggi modello e di rigogliosi giardini là dove un anno prima morivano gli uomini di malaria. Trasformazione che la e: legge indovinata» do- . vrebbe fare: non l'attività degli uomini, perchè questa non conta. B. POSTILLE Dopoguerra Come i fini nazionali - e più spesso i nazionalistici - delle guerre nelle quali può scomporsi la grande guerra del 1914-1918 appaiono oggi insufficienti, è confermato ogni giorno d~ qualche uuovo aspetto dell'atteggiamento di profonda e più o meno torbida delusione nella quale uomini e popoli si agitano confusamente. Valga ad esempio quanto uno scrittore che riou è nè un democratico nè un pacifista, uno dei più acuti ed onesti giornalisti nostri, Aldo Valori, s~rive osservando lo _spirito che sembra animare la Conferenza di Genova ai suoi inizi : « L'impressione più strana che sì prova assistendo alla Conferenza di Genova, è data dalla fatica che durano i rappresentanti dei 34 popoli adunati, per ricostituire l'Europa e il mondo q,uasi precisamente come stava nel 1914. Nulla deve restare intatto, a quanto sembra, della gerarchia che trova il suo naturale fondamento nell'esito della guerra; e le questioni rimaste in sospeso r,on debbono essere risolte proseguendo il processo logico della vittoria, bensì riprendendo il filo delle cose al punto stesso in cui si' • trovavano otto anni or sono ... Un così ingente sacrificio di energie umane sarebbe dunque passato senza iasciar traccia? Si sarebbe tentati di pensarlo. E allora, s'impone il dilemma : o che la prova non sia stata ancora sufficiente e occorre perfezionarla con un nuovo appello alle armi; o che al contrario il difetto sia nel manico; cioè che nessuna guerra, nella fase cli civiltà che attraversiamn, possa dare resultati pratici proporzionati alla vastità dello sforzo richiesto per vincere. E cosl sembra essere realmente. In un'epoca dominata dagli affari, la guerra eYidentemente può creare soltanto delle rovine ... In sostanza, quanto ci hanno raccontato su11::t rassomiglianr.a fra l'ultimo grande conflitto e le guerre puniche o peloponnesiache, è pura fantasia. Roma non ebbe alcun scrupolo di distruggere Cartagine, di spargervi sopra il sale e di passarvi l'aratro. Oggi tutto è cambiato ... Soltanto una società agricola, povera e religiosa, può fare la guerra cou qualche vantaggio; una società incredula, ricca e industriale fàrà meglio a rinunziarvi ». Ciò che i 1 Valori non dice (forse perchè lo sottintende), e ciò che spiega forse quanto profondo sia il nostro disagio e quanto divisi gli animi, prima, durante e dopo ]a guerra: è che l 'Ita1ia non si può definire nè e .agricola, povera e religiosa•, nè: e incredula, ricca e industriale, ... LUIGI EMERY. Sottomlz!one pe~ ùll Rll/0ùUZ!0j'lEùlBEP,llùE A. Marchesini A. Geisser . L. Alessio A. Bruno . . 4° ELE. CO 1G. Tortonese . . Elenco precedente L. 25 IOO 40 50 30 L. 2255 Totale L. 2500 Nei prossimi numeri: :IL I'Ull!NI : Barrès. E. iAvllnA tei~~do economico contro mondo politico. A. EvA: Cooperativismo. A. MONTI: Note sulla burocrazia. N. l'Al'AI'AVA: li partito popolare. M. B1<0s10:La qt1eslione sarda. G. ANSAC.llO: Scrittori politici tedeschi. , La Cina e il Mandarinismo. S. CM<AMF.l,I,A:Spaventa. POI.1.lTICA COLIOfUAI.1.B « La storia insegna che quelle sole colonù si conservano .alle"quali si dd libertà di '17ivere come esse voglion_o;e che quei soli fJÙf.- coli colo1iialisono duraturi e fecondi che f"'E. !!iano sull'interesse liberamente veduto e :eguito dalle due parti, non sulla forz11, di leggi imposte dalla madrepatria•. LUIGI EINAU!t[. Avviso della Direzione Nel mese di ,naggio, se avremo dagli amici l'aiuto finanziario che attendiamo e se riusciran1io i nostri piani a,nministrati-vi già otti1tU11iente avviali, La Rivoluzione Liberale au11'itft.- terà il m,mero delle pagine e avrà ogni """ier• oltre i cons1teti articoli e le caratteristiche rubriche Esperienza Liberale, Uomini e idee, 1tn eftt· ,ne settimanale della vita politica così ripartito : / Note cli politica estera di M. FERRARA. Note di politica militare di N. PAPAFAVA. Note di politica economica di E. CoRBIN<>. Note di politica interna di varii. Rassegna della stampa socialista di M. Bnos;rft. Rassegna della· stampa popolare di P. G. Rassegna della stampa liberale di E. R. Postille di L. EMERY: • Il prossirn.o 1itmiero usci-rà il 4 111.aggioe sarà. ,m mmie·ro doppio per offri,·e ai Lettori una specie di modello dei nostri propositi. Abbiamo bisogno per ri1<scire nel nuO"Vo disegno della collaborazione attiva sopratt"tto finanziaria di t1<tti. Ogni piccolo contrib1<to ci dà "n ,movo imp1<lso a rendere più co,npleta la nostra infriativa. Il cammino percorso deve essere a t1<tti b1<ona garanzia della nostra serietà pratica. Ut nostra sottoscrizione ha raggi1.1,nto sin.ora 2000 lire; bisogna, prima di giugno arrivare a 6ooo lire. Abbiamo diritto di chiedere questo ai, nostri amici? Accetteremo la risposta che ci daranno i fattli. Diretto,·e: PIERO GOBETTI G. B. GonÈTTr, gerente responsabile Officina Grafica Editrice Bodoniana • O. G. E. 8. Corso Principe Oddone, 34 - TORINO. ~:~:ic=; A. MONDAD01'1 Roma • Milano Pet• il Oentenm·io della nascita di Angelo Messedaglia I Opere scelte di economia. ed altri scritti I Duevolumidi circa700pagineciascunoIn8°grandeL. 80 I B/\NC/\ f\GRICOLf\ ITf\LI/\Nf\ SedeSociale eDirezione G nerale in TORINO G.l3.PARAVIA & C. No-vità TORINO • MILANO • FIRENZE ROMA NAPOI,I • PALERMO F. Fiorentino MANUALE DISTORIA DELLA FILOSOFIA • n cura di G. MON'l'ICELLI 2 volumii Lire 30 DI VENEZIA :: Il'lCEl'lOIO • VITA :: T~ASPO~TI - FU~TI PiazzaSolferino -TORINO - Palazzo pr prio ISTITUTO NglDNAlE D LLE ASSICURAZIO Il risparmio di una llra glor,1alle1a costituisco un premio annuo df L. 866 col quale un fndiulduo di circa 47 anni assicura al suol un caplt.ale di 10.000 lire pagabile presso l'l8TJTU fO NAZIONALE DELLE A88/0URAZ/ONI al bsneficlu.rt de/- l'asalcurato tastoché venga a mancare e quand'anche c/tJ si uerljichl dopo corrisposta la sola prima quota di premio. 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