La Rivoluzione Liberale - anno I - n. 9 - 16 aprile 1922

3p prodotto, ed ama semJJrE! m7glio impieghi di altro genere. Si aggiunga che i proprietari di solito ricavano quki niente dalla: foglia prodotta dai loro· gelsi ;"'i quàli non di rrufo sono spogliati senza- 'c!Ìè sapp1ano' da chf :•·di qui l'abbattimento dèi gelsi che ai proprietarii non rendonò nulla/ a meno.· che si dedichino essi stessi alla bachicoltura· praticà. là quale, come ho notatò, trova sèmpre minor lavoro. Come 'se <'.iò.non bastasse per i poveri gi;lsi, c'è venuta ·1a d.ia'psìs pentagomi· coritÌ-0 la quale finora J?3.ré' che ·non si sia fatto àl~ tro che de1le leggi. • ' Queste 'impongono ai proprietari dei rimedii costosi, a cui costoro non si sottomettòno volentìeri ; « Les paysans trou,;ent que le jeu ne vaut pas la chandelle. Les régions où. !es autres cultures pr0<>--pèrentappliquen t le remède 'radici! : on coupe !es muriers et !'on ne parie plus de vers à soie (BownefonCraponne). In provincia di Cuneo ed altrove contro questo malanno si è iniziata la lotta e la difesa in modo collettivo; in base di spe, cialì consorzi, e si è assai lodato questo metodo. La gelsicoltura impiantata secondo nuo,;i metodi e un'istruzione tecnica più divulgata, lasciano a taluni sperare un possibili grande sviluppo della bachicoltura in Italia. Speriamo pure; non c'è da augurarsi di meglio che un rigoglioso rifiorire di questa produzione in Piemonte e in Italia, ma sinora dei sintomi che diano sicuro affidamento di questa rifioritura nella nostra regione almeno, non ne vedo. Patate, Legm1ii, O,•taggi r0 - PATATE. - L'annuario del 1864 indica una produzione che per l'attuale Piemonte si può ragguagliare suppergiù ai 550.000 quintali. La produzione attuale si aggirerebbe intorno a r.900.000 quintali, sopra un'area di 30.000 ettari, segnando un enorme aumento gradualmente (secondo che indicano le statistiche successive al 1864), durante il lungo periodo. Per la produzione complessiva il Piemonte viene subito dopo gli Abruzzi 2.Soo.000 quintali) e la Campania (2.700.000 quintali). 2° - LEGUMI -Tengono il primo posto i fagiuoli che si ritiene siano coltivati su di un'area di 30.000 ettari e diano una produzione di 120.000 quintali, quantitativo che in Italia è solamente superato dalla Campania (366.000 quintali) e dal Veneto (230.000 quintali). Se per questa produzione e per tutte le altre .che rientrano nel gruppo in cui ho compreso questa categoria sono possibili confronti fra regione e regione, qualunque sia il valore delle cifre addotte, poichè uniformi sono i metodi di rilevazione, non si può istituire confronti di sorta coi dati di epoche molto anteriori, incerti pur quelli, ed ottenuti forse con metodi diversi. Degli altri legumi possono ancora notarsi i piselli ed i lupini, ma non hanno grande importanza. 3° - ORTAGGI. - I migliorati mezzi di comunicazione e le aumentate correnti di traffico interno ed estero, nonchè la richiesta sempre maggiore da parte delle industrie di conserve alimentari hanno fatto sì che l'orticoltura ha avuto un notevole increm<;nto neili ultimi decenni. • Le colture. ortensi vengono praticate in due distinte categorie di terreni : in quelli destinati alle comuni coltivazioni erbacee da campo, alle quali si avvicendavano alcune piante, da orto, e negli appezzamenti tutti gli anni destinati ad esse e soltanto ad esse e cioè negli orti stabili, che, come corona di verde, circondano buona parte dei maggiori centri abitati d'Italia• (Briganti). Ma la coltura degli ortaggi come quella di taluni legumi si esercita anche promis.cuamente con quella della vite, del granoturco e di altri comuni prodotti, anzi è da ritenersi che il maggiore contingente della produzione complessiva sia dato principalmente da questa coltivazione cosl esercitata sopratutto per provvedere al consumo dor.iestico, e questo contingente è assai difficilmente rilevabile in modo anche solo approssimativo, per cui i dati delle statistiche ufficiali, sono estremamente incerti. Il Piemonte, per quanto non sia ritenuto una delle prime regioni italiane dal lato di questa coltura, ha parecchie località meritamente celebri per le loro produzioni ortensi, basterà ricordare gli orti di Bra, Savigliano, Cherasco, Chieri, Santena, Asti, quelli dei dintorni di Torino e Novara; quelli del Circondario di Vercelli, per accen· nare solo ai principali, la cui fama è da tempo consacrata e nei quali la coltivazione ha raggiunto un alto grado di progresso. Gli orti che si trovano presso le città, possono, per gruppi, specializzarsi in talune colture, e sopratutto essere volti alla produzione delle primizie per la facilità con cui queste possono essere esitate a prezzi elevati dal mercato vicino, direttamente da• gli orticultori, senza im~cio di intenneLA RIVOLUZIQNE LIBERALE diarii e spese di trasporto. Gli orti della campagna in.vece, essendo in ~cco!Ò numero e' dovendo provvedere ai bis~gni pure svariati del luogo, ma meno raffinati generalmente che quelli della città non possono spçcializ~si in t:;ilune produzioni soltanto, o essere destinati alla laboriosa coltura delle primizie; q~este ultim\! ]Je~ i\ lç,ro ~ zo non sarebbero vendute a1 consumatori del luog9, nè po\rebbero essere conveniente· mente riversate sui 1nercati cittadini a cau- sa del costo •talora assai elevato del tra.- swr-0. • 'r pri_ncipali ortaggi a grande coltura prodotti in Pi'emonte sono gli asparagi, i cavoli, e i calvolfipr.i, ma la superficie· destinata agli ortaggi syeondo, i calcoli ml.ativi _al sesseuio r909-r4 è inferiore nella nostra regione a quella di tutte le altre regioni dell'Italia settentrionale. Sul çoi:nmercio dei vari prodotti, compresi in questo gruppo rapidamente studiato, si può dire che dalle provincie di ·Alessandria, Novara e Torino si esportano legumi fr_esçhi e ortai::-gi, si esportano patate dalle provincie di Alessandria, Cuneo e No- _vara; legumi secchi dalla provincia di Cuneo; funghi e tartufi dalle provincie di A- , lessandria e da Cuneo. Queste indicazioni che le statistiche ci danno valgano a maggiormente dar rilievo all'importaµza di tali diverse produzioni in Piemonte. BERNARDOGIOVENALE (r) Cfr. BONNEFON-CI<APONNE: • L'ltalie au tra- -,,a:z.l » - Paris, 1917, pag. 171. (2) Cfr. , Annuariq vinicolo della .,,.,wva Italia, diretto dal iVfarescakbi per l'Unione Italia.na vinicola - Milano, 1920 - « Gu.ida 'Vinicola della prO'Vinci.a. di A·tessandria 11, Casale, 19n. (3) Cfr. MONDINI : « Ind,istria. enologica - Produ.zl'one,, co·m~nercio, reginz.e doga.nate» - Roma. 1917, pag. 76. (4) Cfr. GIOVINE: « L'eli->ninazione d.egli intermediari nellJesportazione vinicola» - Casale, 1910. (5) Cfr. ToM MASINA : , La p1·oduzione viti/era. in Piemonte » - Torino, 1905; pag. 101 ed anche e: Corso di Econom.ia rurale » - Torino, 1914, pagina 473 sulle cantine sociali. (6) Cfr. op. cit., pagina 75. (7) L'autore stesso, tuttavia, precisa e limita la portata della sua affermazione, che di per sè stessa mi sembra esagerata. (8) Cfr. MARESCALCHI : , Per lo sviluppo della industria enologica italiana 11 - Bologna, 1919, pagina 83. (9) Cfr. MAR1,:SCALCHI: < La difesa dei vini tipici 11 in 11: Gazzetta Agraria » - Alessandria, 31 Luglio 1920. (ro) Dall'Annuario statistico italiano del 19171918 risulta che in Piemonte nel 1918 i comuni in cui si erano notate invasioni filosseriche erano ~57; (312 nel 1909). • (n) Cfr. BRIGANTI: , Fmtta e 01·tagli.e.. /-'ro_uzione, com,nz.ercio,regimie doganale,, Roma, 1917 p,agina 185. (12) Cfr. FAl'ERO: e l,nportanza della bachicoltura in Italia ii in « Antologia Agraria » - Asti, - Anno VI, N. 3. BIVO.LUZJ.(XNE E, DJ.SCJ.PLLNA Caro Gobetti, Ho letto quanto scrive nel n. 2 aprile de La Ri- 'VOluzione Liberale su la breve critica che del Manifesto feci in Rinascimento. La prego di consentirmi una risposta, che sarà molto breve. Consento sostanzialmente, e direi quasi intieramènte, nelle critiche che lei crede dirette contro il mio giudizio. Penso che del liberalismo, e dello Stato moderno, e .della rivoluzione immanente in questo abbiamo lo stesso concettò. LR libertà non è tnAi e non può essere fatta, ma è solo conquista che attualmente si compie. Lo Stato che implica questa libertà, e su di essa si fonda, implica quindi anche questa liberazione o rivoluzione, immanente. E lo stato italiano, o meglio i governi e i parlamenti che lo rappresentaronO, interpretarono male questo pensiero, ma no'l la smentirono -nai e in momc111..i·Jerisivi, come nelle crisi del 1898, finirono col rimanerle fedc'.i. Solo da quando il Partito Popclnrc è di· venuto elemento necessario di govemo e il liberalismo si è alleato con esso si può fare la questione se il fondamento stesso ideale' dello Stato moderno non sia in pericolo. La critica che ella critica era frammentaria: riguardava, non il Manifesto, ma solo un giudizio, una valutazione concreta del comunismo e di un auspicato partito di contadini: e la conclusione su la disciplina nazionale, alla quale venivo, toccava non lei o il gruppo dei suoi amici, ma, in genere, i dirigenti di quei due partiti, fatto ed in fieri. L'atto spirituale della libertà, c01nenoi I'intendiamo, non è solo rivoluzione: è anche, a un tempo, accettazione di quelle native e profonde esigenze dello spirito dalle quali nasce la legge; rinconquista della legge che c'è e che conserva la sua validità, per i valori universalmente umani che essa sancisce e difende, e opposizione di una legge nuova a quella parte delle leggi scritte e vigenti che è invecchiata e supc-rata. Per questo il più grande rivoluzionario del secolo scorso, Mazzini, è stato anche il più fervido assertore di disciplina e di dovere. Ma concetti cosi vasti mal si chiariscono in poche parole ;ed io non voglio, tuttavia, abusare della sua cortesia. Saluti ed auguri. Dev.mo RoMor,o MURRJ. 1'<1:0VIAl:ENTI n• IDEE N eocattolici estetiZlfflttti. ARTE E VITA '(1920-r92~ Rassegna letteraria mensile diretta da L. Gennari); L. GENNARI: Ritratto di u.n poeta: A. Fogazzaro, Bergamo, 1921; Id. La donna ignota, Bergamo, 1921; C. RICHELMI: Senza le ali, Torino, 1922, ecc. Nel vivace movimento letterario che Luciano Gennari, validalllente aiutato da Emilio Zanzi, è venuto suscitando in questi anni a Torino poca materia v'è per l'indagine del critico d'arte; o meglio le cose esteticamente più interes,. santi (Farinelli, Gabetti, Della Corte, ecc.) sono le meno proprie di questo gruppo, appartengono a scrittori ad esso esterni. E a noi importa invece esaminare il nucleo organico e uuovo, il pensiero intimo (diciamo cosi: ortodosso) di A7te e Vita: le novelline, certi articoli di varietà rappresentano il bagaglio trascurabile, il peso convenzionale che la « Rivista letteraria 11 suole portare. L. Gennari professa un 'estetica del contenuto, un 'estetica cattolica elle si 1;assume nel concetto e L'arte via alla bellezza ch'è un riflesso di Dio» e che viene accettata d(li redattori ufficiali: E. M. Bertelli, A. :M. Nasalli Rocca, C. Lovera di Castiglione, E. Ri cbelmi, ecc. Per questa via la rivista d'arte diventa rivista politica. La cosa più interessante è stata infatti sinora una imprecisa inchiesta sulla crisi presente in Italia che ba rivelato il carattere degli scrittori e ba indicato loro una idea da difendere. Nella polemica, iniziata da un non cattolico, .Salvator Gotta, l'intransigenza cattolica è stata abbandonata, la voce più autorevole (G. De Sanctis) ba propost,o un pacifismo cristiano e umanitario; ]a parola ortodos- ·sa, coerente, sistematica di D. Giuliotti (<Parlare di politica è stolto; bisogna parlare cli religione... Unità, federalismo, provincialismo; questioni oziose,' passatempi da letterati. Non me n1occupo ... La letteratura, le riviste, le in- . chieste non sono necessarie; è necessaria la Parola; ma Cristo non la concede che a chi si dona interamente a lui >) è rimasta nègletta e s9litaria. / Non aspettiamoci dai nostri letterati I'adesione a un cattolicismo tutto dogma e tutto forza : i loro dissidi ideali non si adeguano a queste altezze; altra è la loro tempra e la loro origine. L'inno di L. Gennari al Pontefice morto lo esalta « mite, quasi umile, angelico » la fede, blanda1 morbida, si esaurisce tutta nel tenue amore. Cattolicismo letterario, cristianesimo attenuato che ignora le tremende battaglie dello spirito, , le formidabili antitesi ideali (quando la dedizione dell'uomo alla causa diventa ferrea operosità sostenuta da u.na ragione intollerante), ma si accascia debolmente nella dolcezza, nella pace, nel crepuscolo della volontà. Cristianesimo che succede alla guerra, in anime che lo sforzo deHa guerra ba reso mistiche e impotenti. Invocano il realismo percbè non banno più· la forza cli creare nuovi ideali, perchè sono capaci soltanto di sterili accettazioni. Hanno don,to trovarsi davanti alla morte per liberarsi dalle brame e dà] godimento; la rinuncia presente ba qualcosa cli rimorso e di paura ed è insieme atto utilitario di previdenza : manca alla liberazione ogni religiosità e ogni eroismo. Dio sostituisce nelle fantasie il coraggio e il carattere che mancano. Crepuscolo di umanità. Annebbiarsi, attenuarsi di coscienze. Ritrovano i1 loro maestro nel! 'esteta Claudel, convertito per decadenza. Non vogliono rinunciare alla libertà, non hanno avuto il coraggio di andare sino in fondo, ad affermare con Giuliotti e il predominio spirituale di Pietro sui Cesari». Falsificano il significalo della c01,versione di Giovanni Papin.i, la adeguano ai loro spiriti (in sostanza µanno inteso solo i due articoli del Resto del CaTlino, sono rimasti ai motivi iniziali, 11011 han penetrato la maturità) perchè solo una figura di cowvertito, di nuovo messianico può riuscire' simpatico, come condottiero, alla ]oro irrequietudine. Non vedono che Papini ha accettato Cattolicismo, Chiesa, Ortodossia, Tradizione come un sol blocco. L'origine vera, il piccolo profeta a cui vanno le simpatie dei nuovi esteti è Antonio Fogazzaro. Guardate in Ricbelmy la stessa sensualità morbosa, la stessa dilacerazione dei sentimenti; l'immoralità cli una scissione tra pratica e ideale, tra corpo e spirito, tra scienza e fede, tra misticismo e sensualismo. Si rispecchia in questi giovani l'indecisione, la :finzione, ]'incostanza, la nevrastenia del maestro. Rispettiamo pure, se volete, codeste aspirazioni alla chiarezza, alla purità; ma constatiamo serenamente che, per ora &i traducono soltanto in frammenti non poetici di sensualità, che si vuol nascondere, 4.! in compromessi pratici tra una sconosciuta inarrivabile, sospirata morale e una estetica smania di dedizione alla realtà. Tornano anche in politica i sogni fogazzariani cli democrazia cristiana; j disegni sono molto... definitivi. Sindacati, monarchia, organizzazione della vita regionale su nuove basi unitarie, influem,a diretta nella vita pubblica del popolo attraverso i partiti sono dilettantescameute contemplati come ideali, ma non si vedono i problemi che sorgono quando questi ideali de· vono operare e concretarsi in una contrastata realtà, tra uomini non più schematici. Rimpro- • .... ,, verare il sogno ai candidi sognatori sarebbe opera di cattivo gusto e di poca finezza; ma le pu-re .intenzioni sono veramente più pure della corrotta realtà? Il realismo di L. Gennari si comprende soltanto in un mondo di uomini che per stanchezza han rinunciato alle differenze, iu un mondo sminuito, decapitato, che ignora la persona/.ità, dove si tratta di regolare degli schemi, fidando sul buon accordo. Palingenesi di fantasia che non si sono potute realizzare poeticamente e sono diventate un «piano• politico. Quanto 'ciò sia lontano dallo spirito del cattolicismo bene ha dimostrato in Arte e Vita stessa D. Giuliotti. E' anche lontano dallo spirito della nuova cultura idealistica: è un avanzo di esausto romanticismo, di tolstoiana letteratura. Manca l'amore per i problemi ideali, l'inter~ etico l?"r la scienza: lo schema. sostituisce la cultura. Con facilità si identificano con un non definito spirito pagano i movimenti del Rinascimento, <lella Riforma, del Romanticismo, della Rivoluzione Fraucese, del Pangermanismo: qui si ritroverebbe il culto esclusivo d.ell'uomo (Ma non i: uomo anche quello che aspira al paradiso crisliano? « Uomo » è un 'idea, un concetto, che ognuno elabora secondo il suo ideale, nou esiste l'uomo rome oggetto naturale identico con se stesso e perciò non esiste una filosofia delPuomo, un culto dell'uomo che si distingua co· me tale da un'altra filosofia, da un altro culto. Kant è assai più lontano del sensismo e dalla filosofia 'del piacere di quel che non siano i cattolici, i claudelliuni). Ben curioso concetto dell'idealismo si son fatto i neo-estetizzanti di .-irte e Vita se l'idealismo per eccellenza cercano proprio nel mondo francese prebellico : non sarebbe male che in tali argomenti si procedesse con più cautela specialmente quando si possiede la siucerità e il disinteresse che volentieri riconoscia1110 in questi nostri cortesi avversari. Ma il centro ideale del Gennari e dei suoi amici, fuor di questi episodi di polemica culturale, è nel concetto della guerra come errore che non vi sarebbe se. tutti fossero cristiani. Solo riparo la dottrina dell'amore. In realtà il misticismo dei nostri amici è troppo tenue e gentile; non è abbastanza austeramente pessimistico per essere profondamente cristiano, intollerante, teocratico sino alla cupa rinuncia. E' un cristianesimo moderno e c'è dentro insieme alle contraddizioni uQ-po' d'eresia. • Noi cerchiamo nella fede la via della bellezza , . E la bellezza vogliono opporre alla decomposizione universale Ma la fede del cattolico non conosce lusinghe nè asse1-vimenti, è mèta e non via, dominio e nou strumento, è unica realtà e unica categoria, in se stessa perfetta, mentre la bellezza è satanica mezzana. 1 l critico. BI\NCI\ /\GRICOLI\ ITf\Llf\Nft SedeSociale eOimione G nerale in TORINO G. :B. PARAVIA & c. I TORINO • MTI,À.NO • FTR:SNZ:S ROMA NAPOI,T • PAI,:SRMO F. Fiorentino MANUALE DISTORIA DELLA FILOSOFIA a aura di G. MONTICELLI 2 volumti Lire 30 i ll.SSIGURAZIO~I GEBERlHtl DI VENEZIA .. Ij'l.CEj'I.DIO • \/IT A .. TRASPORTI - fllJRTI PiazzaSolferino - TORINO - Palazzo pr prio ISTITUTO NAZIONALE DE LE ASSICURAZIO Il rl1parmlo di uRa lira giornaliera cost(fo/ace un premio annuo di L. 865 col quale un Individuo di circa 47 anni a,alc11ra u./ auo/ un capitale di 10.000 u,, pa(Jab/le prHIO J'ISTl- ~U fO NAZIONALE DELLE ASSICURAZIONI al beneficiari delI aa,Jc:urato tostoch~ ucn9a a mancare , quand'am:h• c/6 al uarlftchl dopo corr/apo1ta la 110/a prima quota di p,.mfo. La Direzione Generale defl'l•tituto fn Roma • gli Agenti Gcntuall • /oe4lf di ogni praulncla (Torino, Via Cernala 7) Inviano u chiunque ne facclc richiesta I nec6Bsarl 1chfarln1errll per ogr,/ forma a.t.lcuratfun. Direttore: PIERO GOBETTI G. B. GOBE'l"TI, ge·rente 7esponsabile Ofiicina Grafica Editrice Bodoniana - O. G. E. Il Corso Principe Oddone, 34 - TORINO. •

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