La Rivoluzione Liberale - anno I - n. 8 - 9 aprile 1922

b 32 Esperienlzi-baerale hegislaziòne ·sociale. F. '.4.ndreani ha dedicato uno ùei migliori vo-. lumi ch'e la letteratura iWiana. possegga sulPargoinè.uto {i: 1...ll llot:'e >, F.f'renze 1920) a indagare le c'orre:nti d'interessi più o ·meno contèssabiU che ·hanno cercato di svuotare le nostre leggi di ogni sincero contenuto sociale. L'acuta e1itica deH'AlÌdrea.ni sarebbe stata =be più creci- .;va se avesse penetrato interamente ii ca'a11ttere par.IBSitar:io, utilitaristico, camorristico con cui la legislazione sociale nostra è sorta sfo dalle sue basi. • F. Andreani crede che le assicurazion.i !i._ocUJ./:l ·vadano rigmm:ia.te-come attit.azione tecnica d/-un p1og-ram1na dem,ocra.tico; esisterebbe un « d.iritf-0 di tutti i cittadini d'ima nazione ci~iJile, ad essere proUtti nella 1Jita e ne! La-"oro , . Per noi la democrazia è il regno dell'iniziativa : per noi questo diritto è dunque incontestabile, ma è pure un dovere e "-; provvede il singolo. Lo Stato :interverrà a suo tempo, se interverrà, cc>me disciplinatore, controllore, garante : la prima =io- .me è di carattere privato e ha il suo impulso dal bisogno singolare. Se lo Stato deve pensare alle assicurazioni nesliun dubbio che < sia da preferi.-si (ad ogni altro sistema) un 'imposta generale sulle assicwaz.ioni wciali, che permetterebbe di estendere le assicurazioni ad ogni categoria di lavoratori e semplificherebbe enormemente la gestione delle assicurazioni socialì, poichè lo Stato non avrebbe che eia servirsi della macchina burocratica già esistente per la riscossione delle imposte , . Vicever- '-3. per noi si tratta di un bisogno individuale che devono soddisfare g1i uomini o le. categorie che io sentono per mezzo di contratti, di convenzioni, di associazioni; e non c'è nessuna necessità di estenderlo a tutti. Solo muovendo dalla nostra concezione è possibile moralizzare un J.X)CO l 'istituto introducendo un concetto c;li responsabilità ~ una misUL-aad~auata a ragioni specifiche. Una tassa sugli abbienti a fayore dei non abbienti ·accrescerebbe la_ degenerazione uWitarista della l,egislazione vigente; confermerebbe una concezione dello Stato come scbiavo di clientele turlx>- lente e di audaci intriganti, desiderosi di coprire le loto rapìlfe "11 'onibra di una consacrata le- -~alità. Infortuni, malattié, disoccupazione, vccchiaìa entrano nel calcolo e nella pnvisione inciividua1e: si accetta che la previdenza debba essere, magari per opera dello Stato, stimolata, ma sa.-ebbe curioso davvero abolirla, o privarla di responsabilità per renderla universale. Non si vede percbè, una volta accettata un'in:posta generale -per le assicuraz.ioni sociali, non si deb~•a promu.ov--e.z.s-euccessivamente un'imposta per garantire a ogni cittadino -· mediatore anche qui Jo Stato - il yftfo e gli abiti e il <'lnematogYaio, ecc. ecc., che son bisogni della stessa natura! Questi sono residui della concezione patriarcale e autocratica dello Stato paterno, rimessa a nuovo da un riformismo che avverte la separa?Jone tra governo e masse e corre a1 riparo cercando ~i rorrompere le masse con lusinghe e benefici materiali : ma bisogna avere il coraggio di liquidare anche qui il pericolo utilitarista, combattendolo alla radice. , Poi.chè gli infortuni operai si esercitano obbligatoriamente fin dal 1904 e g1i infortuni agricoli s'eserciteranno nel 1919, voi. vedete che sono occorsi ben quindici anni per dare ai contadini del mezzogiorno e dell'Italia il beneficio di cui usufruiYano gli operai organizzati del settentrione•· Questa e non altra può essere i11fatti la politica del riformismo che cede quando non può più resistere, si l.a&cia strappare le con.cessioni soltanto dai più audaci, ma è coraggioso cE fronte ai silenziosi e non sdegna contro di essi ogni sorta di soprusi. Vano credere con I' A..'ldreani di poter eliminare le considerazioni politiche in omaggio a un ideale tecnico: il nostro parlamentarismo, i costumi della nostra buroc-ra,,ia vi si oppongono ineluttabilmente. Dove •f.i prospetta un vantaggio per un gruppo di elettori la battaglia è inesorabilmente politica e vincono i gruppi agguerriti, i deputati più autorevoli. Per dominare il parassitismo, bisogna escJudere dalla funzione lo Stato. Lo Stato esercente le assicurazioni sociali segu:irà sempre la bu,nw politi.ca che e consiglia a non concedere ai contadini quel che si coneroe agli operai : gli operai delle città san110 far chias.ro, i contadini invece sono più docili >. Il sistema tecnico ossia un'organizzazione 1c:i sen·izi di assicurazione adeguata alle esigen,.,. indi,·iduali si otterrà solo con la libera iniziatiYa priv2.ta. Questa, quando sia fondata su basi di se:-ietà pubblicamente garantita, nel modo che lo Stato potrà fissare legislativamcute, agirà secondo sprofici interessi e responsabilità; non p,ersegnendo un rnno ideale di solidarietà umaLA RIVOLUZIONE LIBERALE na, che cobcretandosi diventerebbe nuovo oggetto, nascosto, di speculazione - ma regolando _,,eri e proprii contratti, nei quali le due parti ritroveranno reciproci vantaggi. Fuori di questa via preva1Tà sempre Pantica tradizi01.1c per l~ quale , pionrettere e non mar.- tenere, o mante.nere a metà, dopo molto temp0 1 nominare' commissioni su commissioni, avv•are studi su studi, far stampare soffietti sui ministri che « audacemente'& si avviano ad « ardite riforme», è la saggia politica dei nostri uomini <li governo 11. E anche pensare che « un monopoli.:> ideale non può attuarsi cbe in Jonne superiori e più pcriette di solidarietà, quando si saranno inventa.ti me--Lzinuovi di intervento statale e 1a btrrocn;zia, con i stioi fasti, o il parlamentarismo, con le sue inframmettenze, saranno passati alla storti • è pericolosa illusione percbè i monopoN nou sono mai ideaU; ess.i operano e opereranno sempre necessariamente come ogni 01g:a11ismo umano, ~secondo individuali illteressi e utilitarie aspira4ioni, ossia saranno sen1pre as,. se,viti ni politi,:anti. Il dogma e l'el'esia. Pare al Mun; che il problema presente \!ella Chiesa e dei cattolici , si assommi in due punti : lo spirito indh,-;duale cristiano, quello che ha dato, in altri tempi, una pleiade di santi, di scrittori, di artisti vuol risollevarsi e respirare. Nella uniformità burocratica di una disciplina fenea, ogni spontaneità e interiorità è spmita. La coscienza vuol rinasce.re e vivere». La Chiesa ba il diritto di condannare, cli segnare al 'disprezw di tutti, codesti illusi, spiriti deboli, capaci soltanto di equivoco e· di falsità. Ha il diritto di non tener conto delle loro esigenze. Bisogna risolversi tra l'eresia e il dogma. Codesti eretici che, prima di dichiararsi, invocano l'approYazione prevent;iva della Chiesa farebbero sorridere - poveri erçri da tragicommedia - se non suscitassero una profonda pietà per la loro miseria. I santi, gli scrittori, gli artisti na· scono tanto dall'eresia quanto dalla clisciplina percbè nascouo dalla si,ncerità. La Chiesa non ha mai professato e promesso altro che disciplina /urea: dt1nque ba il diritto di esigerla. Chi non può credervi cerchi la sna fede nell'eresia, ne assuma esplicita la responsabilità. Tra la teocrazia e l'ortodossia da un lato e la libertà e l'iniziativa dall'altro non si danno termini. di mezzo, e chi soeglie la libertà non deve aver bisogno di sacerdoti. Anche la teocrazia può avere oggi la sna legittimità: e certo la funzione presente della Chiesa non può derivare da altro che dalla postuma validità del dogma, ·dell'ortodossia: ecco percbè l'idea di una Riforma . .oggi ci sembra steri)e e vacua. O col tomismo e con 1a Chiesa, o eon il razionalismo moderno, con la religiosità de1lo spirito, con -1 'idealismo etico, ron 1 'eresia insomma, perenne creazione ideale che èsclude il concetto stesso di Chiesa. lI Murri ha scelto, attn.~.verso un angoscioso tormento che noi profondamente rispettiamo anche quando lo trattiene nel dolore dell'incertezza: ma perchè queste sue simpatie per le mezze coscienze che hanno paura di pensare, che igno• rano la coerenza, la sincerità, 1a responsabilità' Nulla di più odioso che il modernismo tre volte postumo _di queste anime doppie e capricciosé. ANT!GUELFO. ANTOLOGIA Togliamo da un articolo di Pierre Hamp sulla Nowvelle Re1Ju.eFrançaise: « La Francia basando il suo ragionamento suila giustizia d'obbligare la Germania a riparare le disb.-uzioni che bn. compiuto, la Germania cercau- <lo d'evitarlo e di riservare la propria fortuna :i detrimento della Francia; ba11no tuttavia un i-cteresse comune sul quale i loro sentin1enti non permettono d'intendersi. Cercando recipro...--amente delle ragioni cli guen-a in pretesti storici, erano nel] 'errore, cercando delìe ragioni di pagamento in prove di giustizia esse sono ancora ne!l'er• rore: 11011 nell'errore spirituale, ma nell'errore tnateria1e. Occon·e eh 'esse ragionino sul1a soJa idea di profitto comune. La Germania deve ,;_ parare la ;-ovina della Francia che deve aiutare la Gennania a rifarsi ricca ... Mru la fatalità del- !' associazioru: ha talmente smentito 1' idea di lotta,. Uassurcla contrru:lditorietà ùei fini d'una politica diretta, per usare 1.a frase di un finanziere americano, a segare la gola della mucca che si vuol mungere si rivela finalmente anche ad occhi francesi, e piace nota.re come anche in Francia s'incominci a porre la questione dei rapporti internazionali su di un piano di realtà e di necessità. La tradizione politica francese sbocca fatalmente in un patriottismo egoistico e ,~olento che pdvo d'un contenuto universale, non può conlare se nou sulla forza : la Francia dei piccoli ce.pitalisti e dei piccoli ag,icoltori lotta per una egemonia in Europa che ba carattere strettamente nazionalistico conservatore~ nè si può pensare con qualche convinzione eh' essa sia per gettare Poincaré ed il patriottismo anti - germanico per quello che il nostro articol~sta, auspicandolo, chiama Mira!x-au e il patriottismo umanitario: quelli hanno per si: il sentimento e gli appare11ti interessi della nazione; questi, privi del loro storico contenuto rivoluzionario rappresenta.no anc!Je per i francesi un vacuo ideale, cui non bastano per ora a rendere concreto e agente gli interessi di Loucheur e compagni. Ma se la Francia non pare destinata a farsi essa banditrice e profittatrice del nuovo ideale della solidarietà delle nazioni e debba anzi continnare la sua politica sulla linea attnale, è pur necessario eh 'essa si renda conto delle imprescindibili necessità, che la realtà oppone alla sua azione, e agisca contro quel dominante spirito giuridico che, terribilmente astratto nella sua chiarezza, ·]e ha riposto in braccio, come dice lo Hamp, lo scudo di Giovanna d'Arco incidendovi, sotto il fatidico « Dieu. et mon droit », il nuovo motto per la· Germania : pagami! La ge·nerica interdipendenza delle nazioni è un concetto che la storia d'oggi s'incarica di provare sempre più chiaramente: la prova del vantaggio che deriverebbe alla Frància d·al non opprimere troppo la nemica, se non per altro, come salta agli oc<ehi di chiunque, ai fini delle ripe.- razioni è destinata ad ottenere sempre maggior successo a 1nano a mano che svanisce la speranza clemenciana di fondare sull'inadempienza tedesca il diritto, sulla debolezza tedesca la possibilità di t1.11 'egemonia militare francese. Le condizioni della Francia sono quanto mai tragiche e dure: per una parte essa comincia a sentire di non esprimere più un 1idea. che le consenta di proseguire la sua gloriosa tradizione europea: "l'umanità vuole una fed·e, dice Pierre Hamp, la Francia non è capace che dt carattere ... Tutta la sua psicologia è di resistenza ali 'invasione, non di propagazio~e d luna filosofia; per l'altra parte essa si ritrova impotente a dominare con la forz.a gli avvenimenti. In queste condizioni l'arrendersi al riconoscimento della c01,tagiosità, della miseria è per lei un'utile necessità, riduI'fe la propria politica essenzialmente su dci termini di vantaggio economico sarebbe un grande passo avanti sulla via della risoluzione dei gravi problemi che la travagliano. EooA RDO RA \/ERA. UOJM:INI E IDEE Non per la invocata iniziativa personale di De Nicola il rapresentante della convenzionalità, della retorica vuota, della debolezza, dell 'oppotunismo, ma solo attraverso un vigoroso con~ flitto ideale fra le due Camere la vita parlamentare italiana può riconquistare la sua funzione. Ne abbiamo veduti con piacere i primi spunti. Gli istituti vivono quando sono capaci di ridiscutere la loro stessa genesi e la propria validità ideale,· qnando nella vivacità_ dei dissidi concreti e delle lotte operose sanno riconquistare un senso 11uovo, ricrearsi. Naturalmente i socialisti, amanti del quieto vivere, delle riforme che arrecano « utilità», opportunisti e paw-osì delle idee, non- hanno osato alimentare la lotta costituzionale e si sono limitati alla mera demagogia. La povertà della lotta politica italiana si manifesta ueu.a ma.nca.nza di preparazione dei capi• partito. Lasciamo fuori de) 1~ostro esame per ora i popolari che possono invocare l'attenuante del- ! 'infanzia (e del resto qualcosa hanno fatto). Ma qual'è il contributo dei sodaJisti alle scienze politiche, economiche, soci.ali? A..ntouio Labriola appartiene alla filosofia e dai socialisti è ignorato o non capito. Salvemini, nonostante gli anni di battaglia interna, è fuori dello spìrito del sociallsmo. Achille Loria ebbe i suoi li~iti in un compito veramente poderoso di di"Vu.lga.zione. Arturo Labriola, irrequieto e superficiale, in quakhe sua geniale intuizione è sempre uscito dal socialismo avviandosi a orizzonti 1iberistici, e rinunciando al suo compito di marxista. R. Mondolfo, E. Ciccotti, A. Levi, sono episodi di tecnica intellettuale e 11011 sono stati seguiti da un vero movimento di coltura socialista. Giuro che Fi 4 lippo Tumti, C. Tr.eves, Modigliani scrivono soltanto articoli e discorsi perchè veramente impotenti a pensare un libro. Il capolavoro della dottrina socialista italiana, la teorizzazione più allegra dell'utilitarismo del partito del ventre ~ dunque il pensiero di Enrico Ferri. A Torino dovrebbe 11ascere un nuovo gioruale: I! Popolo Socia Lista. Le difficoltà cl.a superare sono a11zitutto - dicono - finanzia.rie. Frola, organizzatore, ha trovato un modo significativo di far quattrini che di.mostra anche la completa maturità diplomatica di codesti cercatori cli portafogli. La borghesia torinese ha pagato e pagherà le spese. Mentre tutte le altre conferenze cittadine fallivano per l'apatia generale, al teatro Scribe F.. Ferri, Mo<ligliru1i, Treves, C,,ldara hanno avuto il più eletto pubblico cittaùino che vi ba pagato pre1.zi non certo proletari e vi ha udilo le più vane chiacchiere. Enrico Ferri ha ripetuto in mezzo ai più clamorosi entusiasmi 1a sua conJere11za shakespeariana ormai secolare! Claudio Treves parlando della crisi de! parlamentarismo ha fatto l'autobiografia della propria degenerazione parlamentare. Egli è deputato riformista, è uomo che non ha mai letto un libro (si Jicordi la recensione all'Oriani !) e non si ~ voluto smentire. Esiste una e-risi del parlamentarismo, un p,ro.,. blema di governo, italiano e intetnaziòna.le, che ha susdtato energie creative (con vie e soluzioai diverse e contradditorie) in Russia, in Inghilterra 1 in Germania, che ha mosso confuse aspi1-azioni e incerti tentativi in Francia ed in Italia. Esiste un lavoro teor.ico, una e1aboraz.i0llf: di idee e di rifm·mc quasi secolare: da Proudhoa ~ ... Ferrari, da Cattaneo ai nuovi federa.listi, dal marxismo a S6re1, da Ost.rogorschi ai moderni imperialisti fra1,cesi, dalla Democra.tie Nom;e!le al Ratbenau, dagli interpreti di Marx al bolsce'\·ismo. Lo studio -di questo lavoro e delle esperienze pratiche che ha generato è la pTernessa in<lispensabile per un uotl!o onesto che vogiia parlare del parlamentarismo d'oggi. Ma la cultura di Claudio Tre-ves, come quella di Enrico Ferri, è ferma al '90. Per lui l'ultima • 11ovità libraria i: ,m certo filosofo Federico Nietzche, e citare i no1ui di Platone e di Hegel (le cui idee sarebbero quasi identiche!) è cosa molto peregrina. La grande questione :filosofica da porsi è ancora il dissidio tra indi1Jidualismo e società! E la prova del tramonto dell'individualismo è fa 1nancanza di grandi uomini politici nel1'ora presente (Lenin e Trotzchi sono stati per nulla lì : conte se individuo ed umanità non fossero di1e termini che hanno la lorn ragione l'uno nell'altro. L'ultima scoperta dell'onorevole è stato il socialismo di Machiavelli. Con 1e risorse di questi invecchiati arnesi Claudio Treves ha chiacchierato a lungo mostrando di ignorare le correnti ideali, cui abbia.me sopra accennato, e sell7...ariuscire a coprire la più disonesta impreparazione. Ha parlato della guerra, del cristianesimo, della rifonna., della cou..ferenza di Genova, deUo czar, di Versailles, di Poincaré; ha difeso don Sturw contro Giolitti, ha pianto su tutte le sventure uman.e. Sul parlamentarismo si è deciso alfìne a leggere un breve periodo e a creai-e una nuova teorica : chi ba udito può sapere ora che per Clandio Treves eSiste un fondamentale dissidio (cheè anche dilemma) tra autocrazia e parlamenta1ismo : tutte le altre idee si possono conciiiare e nel parlamento si deve celebrare il festoso connubiò tra regime rapresentativo e sindacato, tra ... Società delle Nazioni -e Consiglio di fabbrica! Claudio Treves sarà il ministro ... celebrante! Il cntic0. BI\NC.I\ -1\GRICOLI\ ITI\Llf\Nf\ SedSeociale e DireziGoneenerialTeORINO ' G.:S.PARAVIA&,C. f • TORINO· MILANO· FIRENZE j ROMA NAPOLI - PALERMO i Novità F. Fiorent-ino i MANDALE DISTORDIAELLFAILOSOFIA I a eura. di G. l!Oh~ICELLI f 2 vclumi Lire 30 f Casa :: Edil,ice A. MONDADO"I Roma • Milano Per il Centenai·io • della nascitci I di À11gelo Messedaglia. Opere scelte di economia. ed altri scritti ~~ circa700pagineciascunio 8°grande L. so l\SSIGURAZIOBI GENERllltl DI VENEZIAI . :: Il'{CE!'lOI;-:-VITA :: I: T~ASPO~TI - FlJ~TI PiazSzaolfer-ino - Palazpzro prio J '.~;i~~;-:~:.:~!~ 8 !~~: I cura al euof un eapltalt di 10.000 lire pagabllo prt1r;Bo l'ISTl-I TUfO NAZIONALE CELLE ASSICURAZIONI al btmeficlarl dell'as,fcuruto tostochè 11enga a mancare e quand'am:h• ciò 6/ • uufjic/,f dnp• cotr/sposta la aola prima quota di premio. La Direzione Generale de/f'Jstltutr; In Ro/lf'la e !lfl Agenti Oeneru.lf 'i e loca/i di ogni proulncla (Torino, Via Cernala l) lnu/ano a :ì. chiunque ne facci« rlchfo&'ta f nocesurl schiarimenti per ogni~ forma asaleuratfoa. ----------' Diretlore: PIERO GODETTI G. B. GoBJITTI, gerente responsabile Officina Grafica Editrice Bodoniana - O..G. E. B_ Corso Principe Odd01ie, 34 - TORINO,

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==