La Rivoluzione Liberale - anno I - n. 6 - 26 marzo 1922

24 tratta di foggiar piani o di ricercare grosse forze e magnifici n,ezzi. L'esempio di Sforza, la posizione che egli ci aveva assicurato di fronte alla Piccola Intesa, insegnano come debba agire l'abilità, sorretta da un realismo antidemagogico. ·}:linor importanza ha il ricon?scimento della parità navale con la Francia ottenùfa da Schanzer, ma si può far rientrare in uno stesso piano. Declamarono, ai tempi di Wilson, su!J;,. nuova politica estera fatta dai popoli e non dalle diplomazie - mai come oggi è stato vero l'opposto, ma i diplomatici non possono più essere i Della Torretta tradizionali. Questo momento di transizione· e di equilibrio, mentre ci consente un ottimismo di serena fede in noi stessi, non può togliere di mezzo i pericoli della nostra antica rettorica. Riusciremo ad evitare nell'ora del! 'incertezza il tragico ostacolo, ognora -rinascente dolorosamente, di « una questione di Fiume,, simbolo di infantilismo politico e di dilettantismò avventuriero capace di liquidarci per ,~na incompiuta preparazione? La Conferenzadi G1mova sacrificherà l'avvenire e la vita politica dell'Europa in omaggio alle cattive speculazioni di inavveduti capitalisti degni di scontare i loro errori col fallimento? o saprà imporre una motale e un'econolllla pubblica che lasci liberi gli • individui dalle catet,1e di un'eredità autocratica? Lenin a Genova apparirà finalmente ad ognuno contro tutte le 1 demagogie dei chiacchieroni il maestr0 più grande del liberalismo mod.erno. Se ciò si fosse inteso tre anni fa quand9 chi scrive ebbe l'accusa di pazzo per averlo dichiarato, sarebbe stato liquidato già da molto tempo il gioco dell_a politica francese. Politica interna Anche noi ci auguriamo con Turati la còllaborazione di socialisti e popolari. Potremo costruire finalmente il fronte unico coutro il blocco dei nostri avversari. Che cosa vuol fare Pio XI? Peichè i politicanti dell 1anacronismo chiesastico non si decidono alla coerenza? Vogliamo vedere ben distinte le antitesi ideali. Quando sapranno gli italiani liquidare gli ultimi _avanzi di neo-guelfismo? I deprecatori delle lotte civili degli amrt scorsi possono avere l'animo in pace. Ma nulla è più terribile e pericoloso quanto la decadenza del fascismo e del comunismo. Comunisti e fascisti, erano, in un certo senso, minoranze operose, aristocrazie. Privati gli organi&mi del cervello restano corpi inerti, infecondi: socialismo e partito popolare: oggi : i due partiti del ve11tTe. Il partito d'azione dovrà fare i conti con i sentimenti reazionari dei contadini. Il successo del partito popolare nelle campagne deriva appunto da un intuito reciproco della relazione di identità ·che li lega in nome di un sostanziale conservatorismo più reale di tutte le finzioni demagogiche e r.ivoluzionarie che appaiono nei programmi. Politica scolastica Jl proble!)la della scuola sarà risolto qnando non ne parleranno più i professori che hanno ttoppa competenza e troppa esperienza PJI poterci ancora capire qualcosa . Il problema deve essere studiato come problema ·politico, 'òenza troppe preoccupazioni f-""' cniche. L'esperiew.a diretta scolastica nelle attuali condizioni di orario e di programmi è burocratica e anti-sciéntifica. Si alimenta un pregiudizio cli c1ommatismo, si crea un 1abitudine di inerzia. La ribellione dei professori cantro la scuola libera è indice di questa mentalità. Le posfaioni moderne rispetto. al problema devono tendere dunque a rompere il monopolio. Identi1icata la Scuola ·con la Vita (Lombardo Radice e Ge11tile) la scuola è senz'altro 11egata, ridotta nella sua consistenza empirica a subire le leggi del relativismo politico. Se il problema della scuola è m1 momento dell'orgauico problema 'della scienza e della morale il concetto moderno di. libertà si estende anche alla scuola, che diventa un punto, un'occasione di autoeducazione. Crea una scuola chi è capace di reggerla, di continuarla per 1 1 'importanza di ciò ché sa offrire. . Politicamente l'assoluta funzi011e dello , Stato P,uò realiizarsi o no in un organo determinato; ciò dipende dalle c011tingenze a cui i risultati della libera iniziativa sono sottoposti. Cosl non la i11tend0110i popolari i quali non riuscirarmo mai, c.heccbè fingano, a 11asco11dere la sostanza del loro progranuna quale è pensato dalla Chiesa ed espresso dal Veuillot: , Noi vi neghiamo 1a libertà. in nome dei no.stri principi, e la pretendiamo in nome dei vostn •· LA RIVOL U_ZI ONE J,IBERALE E infatti essi ham10 àccettato il concetto di esame di Stato invece dell'aholi:done dei titoli . e delle lauree che noi vogliamo. Siamo dunque iu. pieno dogmatismo, ma si coJlaborerebbe di fatto (questa è la tragedia del partito popolare) co1 mondo moderuo se l'esa1ne riuscisse a diventare la tomba della scuola di Stato attuale. Ecco i termini pratici del problema quale noi ki veclian10: 1) Per la scuola elementare lotta dirètta dello Stato coutro l'analfabetismo : mobilitazione (per ottenere lo scopo) di tutte· le _forze ~azi0nali : p~eti o massoni; bolscevichi· o fasdsti; poicbè si trntta di preparare gli strumenti elementari della vita moderna indipendentemente da ogni rinnovamento interiore. Essere ,alfabeti è necessario come (e alla stessa stregua) vestir abiti o cam. minare: qualunque sforzo che a ciò conduca - IP.origini non contano - è per sè stesso morale. 111 qi1esto lavoro non si. dimentichi il Mezzogiorno. J) Se Io Stato dovrà in parte provvedere alla costituzione di organi di lotta contro }'analfabetismo bisognerà - in questi limiti - fondare una scuola normale in cui il centro di insegnamento sia il latino e non la varietà del dilettantismo scientifico. Un progetto come quello di 'Ani le, di cui parlò Prezzolini nella • N ostr,1 Scuola », potrebbe a ciò servire eccellentemente, anche nella diffidi~ questione del reclutamento. •De11a scuola normale non bisognerà tuttavia sopravalutare il slg11ificato: l'importante nella questione dell 'ana]fabetismo sta nel creare nna situazione rivoluzionaria delle vecchie abitudini, e suscitatrice di nµovi sforzi. Lenin insegni. 3) Ma il problema della scuola normale pare riportarci di nuovo alla f<;>rm.azionueniversitaria degli inseg,nariti e per una stessa via all'esigenza àella scuola preparatoria d'alta cultura. Dal circolo vizioso non si uscirebbe dunque neanche spe-&zandolo. La scuola qual'è oggi ,s'impone come realtà insopprimibile di fronte a tutti gli ideali di ricostruzione. Bisogna spezzare il circolo nel punto decisivo: questo è il problema. Poicbè evidentemente la scuòla qual'è ha una &piritualità e una verità e la sua capacità di resistenza è d'ata ,dalla tradizione ohe la sorregge., dalla spontaneità e necessità che ha fatto scaturire I 1orianismo presente e che Io fa vivere. Si tratta dttnque di svalutare gli organi negando la funzione. La scuola coincide con la vita : la funzione educativa e scientifica appartiene alle case edit.rid, ai giornali, a11a lotta politioa, a tutti gli organi della ptaxis sociale. Gli istituti scolastici banno i loro limiti in questa ampia dialettica di autonomia; partecipano alla formazione degli spiriti ma non ne han.no il monopolio, non hanno diri~to a sanzione veruna (esami, ecc.). Lo Stato tel;lga qualche decina di scuole classiche, akÙne università specializzate nei va,i rami della cuJ.tura superiore. L'affollamento verrà meno appena lo Stato non darà più ai suoi studenti titoli e ·1aw-ee: poichè la nostra piccola borghksia è diventata - come la vecchia nobiltà - una piccola casta che riconosce come sua base ideale l'esteriorità schematica del diploma, il formalismo irrigidito di un fatto compiuto, inerte. Queste pocl,e ~ole classiche e universitarie saranno veri e pro,pti. laboratori sperimenta.li modello, centri di scienza ' e di operosità riservati ai pochi scolari disinteressati e ai poehiSsimi insegnanti degni. Dal punto di vista .sociale ,caso per caso,. la libera concorrenza e titoli ~peciali determineranno la scelta degli uomini adatti alle varie funzioni, formatisi da sè o negli istituti modello, o in altre libere scuole. Ecco ciò che 11oiccmtrapponianio all'esame di stato dei popoÌari (pronti a di,;cutere sul valore pratico e relativo delle approssimazioni di carattere politico: ma in ~l caso la sola base seria di discussione è costJtu1ta eia! progetto Croce). Ciò appare (ed è) molto "riYOluzionario, ID)' perfettamente si adegua alle nuove esigenze. Guardate la realtà : qnale valore ha il diploinà scolastico sul reclutamento di giornalisti, scrittori, direttori di collezioni ed uffici editoriali, i-ntraprenditori industriali, uomini di commercio, uomi11i politici? 11 diploma è ri~ masto il pegno, la garanzia a cui ostinatamente si attaccano i reazionari (massoni, democratici 1 Turati, ecc.). 4) Tanto per le univei•sità tecniche quanto per ]e-sèuo]e professionali provvederanno secondo i bisogni reali, Je iniziative 1oca1i e private (ricordare l'università Boceo11i). 5) Per raggiungere qnesto programma occorre prop~rci questi criteri d'azione e queste tappe d'approssima:<ione : <") negare ai professori qualuuqne aumento di stipendio - questo può essere il perno politico d'azione che non fallfrà lleanchc nel Parlrunento. Se oggi i professori sono impiegati trattiamoli come tali, neghiamo loro quella funzione idealistica che pochissimi hanno e che del resto conserveranno anche scnr.a gli allettamenti dello stipendio. b) porre chiaramente il proble1ua teoretico della scuola; la sua antitesi cou la modernità. c,) aumentare fortemente Je tasse scolastiche mettendo a con~orso i posti gratuiti. d) continuare la campagna contro i diplomi e le lauree e approfittare abilmente cli ogui occasione che ci permetta di ottenere l'abolizione di istituti scolastici. Politica militare La sola scuola di Stato logica e coerente è l'e$ercito, esperienza di disciplina e di etica sociale. Il problema 'militare airunette molte soluzioni, ma stando all'esame dei progetti sinora presentati, non par dubbio c)le alla retorica della nazione armata sia da preferirsi un, esercito permanente come quello che meglio di ogni altro raccoglie e rinnova gli uomini in un consenso d·'azione e deterrnina nuove possibilità negli individui e li guida coscienti o no ad inserirsi nella tradizione. Il concetto <li disciplina, appena si realizza, è una realtà laica che può diventa.re religiosa. Ma c0me trovare nella nazione gli uomini in cui la massa si inquadri., come ottenere ufficiali e sottufficiali capaci di credere e di far credere a un valore· ideale? Questo, è il punto. Politica finanziaria Tornare al progetto Meda, che non è di Meda ma cli Luigi Einaudi, e costituisce il massimo risultato dell'elaborazione scientifica italiana riCff!ato con a.nimo realistico. Giustizia penale Chi oserà alla Camera dei Deputati liqtùdare 11 progetto Ferri mostrandone l'inesauribile comicità? Politica economica Scavare preveutivamente la fossa al collaborazionism◊ socialista il quale 1 ci prepara esperin1enti disasfa'osi di socializzazione con irreparabili conseguenze cli dispendi e furti alla cassa dello Stato. IL CRONISTA. Espe11ienza liberale Llibet<ali e eonse1<1t&.t01<i. ScFive Ubaldo FortiJentini nella Rivista. di Mila.io un poderoso studio Le nuove fasi del diritto pubblico dopo la guerra. « Le forze che si classificano genericamente sotto il concetto di libertà non. cesseranno mai, noi crediamO, di operare nel mondo, non saranno mai in senso assoluto nè' vecchie nè nuove; sono un <elemento eterno del- fatto politico. Soltanto, per il breve spazio storico a cui si resttinge la nostra veduta, a questo, riferendo le nostre previsioni, stimiamo eh~ quelle forze abbiano cessato di operare come elementi conservatori e si ridestino invece come for;e rivoluzionari_e ». Ora il liberalismo .nòn è inai stato conservatore. Il liberalismo soddisfa l'esigenza conserVatrice creando un governo, ma per arricchire la sphitualità della ,~ta sociale non può agire che come forza rivolu.zionaria, come opposizione ai falsi realismi, al-le idolatrie dei fatti compiuti. La funzione del liberalismo è mancata il giorno in cui ba dovuto assumere una reSJ;>onsabilità di goYerno, senza e contro il popolo. In questo senso la condizione per 1a n·uova affermazione liberale sa.-à realizzata nell'equivoco del governo social-demòcratico. Il liberalismo può estrinsecare la sua capacità creativa cli uno Stato soltanto attraverso 1111 autonomo proce,sso di di· sciplina_ libertaria. Teat!'o e Finanza. < Poichè I'ltali,t ufficiale, per non si sa quale prodigioso fenomeno insperato, mostra finalmente di. accorgersi della esistenza. d:i un 1a:rte drammatica, il nuovo segretario alle Belle Arti ne apprnfitti per affrontare una volta tanto, con animo risoluto, i cerberi del Tesoro e. delle Finanze e li costringa colle buone o colle cattive, ad aggiungere uno zero, un tnni1e modestissimo zero alla famosa cifra indicata (clel premio governativo)" (R. A1tuffo: n Mondo, r6 marzo). Con quale risultato? Colla costituz,ione della Co1npagnia Talli Bore.11iRuggeri avemmo quefto ristùtato : che si rese inutile un maestro come Talli, si irnpedl ogni operosità a una grande attrice instancabile come Alda B01:e1Ji,si ricosHtui di fatto una mecliocre compagnia Ruggeri senza novità o serietà di programma. Altri dieci premi di questo genere e si corre il pericolo di rovinare tutti i nostri attori con formazioni arti• ficiali cli tal fatta. Ci sono o non ci souo quasi un centinaio • di compagnie drammatiche che bene o male vivono e apprestano spettacoli? E 11011 :finiscono col venir fuori, qnan.do meno lo s1 attende, àa queste compagnie ti.esumazioni degne e no-vità pregevoli elle ad ogni modo so110 quelle che gli autori danno? In che cosa le condizioni presenti, senza l'intervento del governo, son di ostacolo all'arte? Il governo non creerà Parte quando questa non c'è. E nel teatro nasce l'opera d'arte~ ma i1 teatro non è opera d1arte. E documento di costumi, specchio cli molteplici tendenze estetiche, moralistiche, economiche. Ciò posto, perchè proteggere il teatro? O vorreste stampare a spese di Stato i romanzi cli tutti gli italiani perchè l promessi sposi' sono 1111 romanzo? La migliore protezione e iC miglior sussidio sono quel.li che ognuno sa guadagY.arsi da sè. • Seioeehezz&lio. I < Per Hegel pertanto il metodo ·si riso1veva ne} seguire---ciecamente le necessità e~ro1utive mentali, cor~ispondenti a .quelle reali dell'universo rinunziando ad ogni concetto assoluto .e ad o~ni raziocinio ne11a inven~ione e dimostrazione del vero» (Giuseppe Tomolo: Trattata deLl,econon·t,ia sociale. bitroduzion.e, Firenze, 1915). A queste conclusioui giungono certi cattolici quando studiano sul se·ria! NOTE=- Il Nlondo: ecco un esempio di giornale EJ.UOtidia.no moderno; una nuova specie di vivente Università, senza accademia. La nostra coltura ha •bisogno di riviste tecniche in cui la tecnica sia commisurata a una funzione pratiéa, formativa. La Voce, L1 Unità crearono il tipo di questi organi di pensiero e cli aziÒne. L'Arduo dei nostri amici di Bol6gna, La nostm srnola di Valleccbi sono nuovi tentativi,_ certo meno precisi e meno organici, di soddisfare 11esigenza. '--.,_ D'Auuunzcio ha finalmente mostrato di comprendere, sia pure stereotipando la forntnla del1 'Obbedùco, che l'estetismo è fuori della realtà italiana. i\1olti giovani pensosi e rinnovati che seghono la vita letteraria italiana· sentono il bisognò di parlare ad ogni istante del problema etic0 per giustificare i,l loro egoismo. L'UniveFSità italiana: ultima creazione deflo spirtto umii.nistico che vagheggia una scienza e una cultrura fuori della realtà, che sdegna l'azione e la 1·esponsabilità umana., perchè non è capace di soffrire e di rinunciare, che vive di titoli, di c01nodi, di a1~bizioncelle da persone ammodo, di falsa serenità. IL CRITIC~. Nei prossimi numeri: M. SARMATI : Giolitti. A. MONTI: Studi sulla burocrazia: L L'utopia del • pochi e ben pagati ». G, PREZZOLINI: La cultura politica in Italia. M. FERRARA :Note di pqlitica estera. A. CRESPI: Studi suU'Inghilterra. A. GRAMSCI : Sul Manifesto della R-ivofaizione l~berale. • F, CoMANDINI: Sulla riforma del Codice penale. U. FoRMENTINI: E. Fe~ri e la riform,a del Codice penale. Altri stud,i <li L Einaudi, A. Sraffa, E, Ravera., P. Jahier, L. Emery, G. Stolfi, N. Prupafava, E. Giretti, V. Porri, E. Corbino, E. Codignola, M. Ca:sotti, A, Malavasi, G. Buzzetti, A, Anzilotti, A. Prospero, etx, ecc. IL, BAR.E;TTI si,wlemeuto letterario e bibliografico mensile alla Rivoluzione Liberale UScirà appena avremo garantito una sufficiente solidità al nostro organismo amministrativo. Ci stiamo assicuramdo - senza v:enir meno alle nostre idee e senza concludere a un pericoloso eclettismo - -la colla,borazione dei migliGPi scrittori d'Italia, Ognuno può concon-ere ad affrettarne la pubblicazione .mandandooi l" abbonamento so. stenitore alle due riviste : L. roo. Col presente numero la stampa_ de _« La Rivoluzione Liberale», per ragioni indi.pendenti dalla volontà nostra e del nostro amico editore Terenzio Grand,i, viene assii.nta dall'OFFICINA GRAFICA EDITRICE BODONIANA. Questa è la ragione del breve ritardo del numero 6. Direttore : PIERO GOBETTI G. B. GonE'rTI, gerente -responsabile • Officina Grafica Editrice Bodoniana . O. G. E. B. Corso Principe Oddone, 34 . ToRJNO. Bf\NC/\ /\Ci RICOLI\ IT/\Llf'\N/\ SedSeociaelOe ireziGoneneera.le in TORINO JC

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