La Rivoluzione Liberale - anno I - n. 5 - 12 marzo 1922

20 Ltfl :RIVOI.tUZIOf\lE LlIBER.HLtE tenimento delle barriere doganali verso la Liguria; prQYYE;di!T!E;!l\iç\Je danne~·giavano i coltivatori da urta partè e agg'ràvàvàiiò gli effetti della carestia dall'altra, Fu pure richiamato a breve vita l'editto sugli a:':nt• tamenti con disposizioni anche più vessa• torie di quelle già emanate, gius•:,ricandone alcune applicazioni iniquissi_·,ne colle più fsònstiche argomentazioni._ ·valorosi tentativ·i si prepararono, coù ~ospero Balbo, per il passaggio a fo;rne più libere e più favorevoli al !).cogresso economico del ;paese, ma essi andarono falliti coi moti del 21, e la .nuova reazione imperante sotto Carlo Felke ripiombò lo stato nella fissità dei primi anni della restaurazione. Si può nondimeno ritenere che il progressivo <lisso- •<lamento di incolti privati fosse proseguito; e, quanto ad alcuni falliti tentativi in questa opera è da credere siano avvenuti nel Canavese e nel Biellese per terreni refrattari a proficua coltivazione. Ma l'annessione della Liguria, orientando i traffici verso Savona e Genova, anche mercè la costruzione di nuove e solide strade, aveva in provincia di Cuneo cagionato un rinvilimento dei prezzi delle derrate e dei bestiami, rendendo meno prospere le condizioni agrarie di quella località. Si imponeva quindi l'apertura' di uno sbocco verso il mercato francese. • 4. - Il periodo di feconda attività econoc mica che caratterizza il regno di Cado Alberto è stato recentemente illustrato con grande ampiezza dal Prato, ed io non farò altro che spigolare qua e là nell'opera altrui. Ricorderò l'importante sviluppo della viabilità, grandissimo fattore di progresso agricolo, le cure particolari che ricevette l'irrigazione della zona orientale dello Stato, dove in dieci anni ne fu raddoppiata l'intensità; i numerosi trattati di commercio conclusi; il passaggio ad una politica doganale liberale o almeno ad un sistema di protezione assai mite collo stesso consenso di non pochi grandi proprietari, che nessun timore avevano di essernlò danneggiati: politica intesa ad aumentare le e3port;ti;j9ni e favorire in ogni modo il-cori1rr1ercio col• l'estero, perchè • fra le cause che contribuivano ~ rallentare il progresso dell' ag-riçoltura piemontese, stava certo ;n • ; .- •. l'insllffìcienza d..11~ . ·" J?Om" ltnea t"n•· --·" esporta,::,oni, che man- __.,"va basso il ~7èzzo dei migliorì prodotti e particolarmente dei bestiami e del vino• (Prato). _ Quant9 al vino il conflitto doganale coli' Austria che ne impedì l'entrata in Lombardia, principale mercato per il Piemonte, ben lungi dallo scoraggiare i produttori, assai danneggiati dall'improvvisa e forte elevazione dei ·dazi, fu di stimolo ad introdurre miglioramen~i nella fabbricazione per aumentare la conservaziope e facilitare il trasporto del prodotto sui mari, e le più vive energie concorsero alla costituzione di una società enologica avente lo scopo di industrializzare la produzione, e unificare il commercio dei vini, itquali erano scadenti, per la deficiente fabbricazione. Col progressivo e grandioso movimento innovatore si confonde l'opera vigile attiva e multiforme della Associa7,ione Agraria Subalpina fondata nel 1842, sodalizio di cui ora conosciamo tutte le manifestazioni nel campo economico, politico, sociale ed intellettuale prima del 1848. Costituita da membri appartenenti a tutte ie provincie della monarchia piemontese, e poi anche di stati- della penisola, prove- . nienti da quasi tutte le classi .,sociali, e fra i quali si notano molti dei più insigni uomini del tempo, e Cavour tra quelli maggiormente attivi, essa aveva ramificazioni in tutte le parti del regno e dappertutto esercitava la sua vigorosa propaganda tecnica e politica, promuovend•> studii ed incìa~ini, prestando aiuto, istruzione, soccorsi alle popolazioni rurali, e partecipando fecondamente alla discussione e alla soluzinne dei più importanti problemi della vita piem0ntese. Se molti dei soci professavano un ottimismo eccessivo, cai:atteristico di quest'epor·a; se non poche illusioni nutrivano sull'istruzione agraria e sull' introduzione di metodi recenti ed applicazioni nuove all'agricoltura piemontese, cùntro le quali reagiva quasi sempre il senso pratico di Cavour, non si può negare che l'azione complessiva del sodalizio sia stata molto benefica e non poco abbia contribuito al progresso agricolo di quest'epoca quale appare dai dati della seg-uente tabf'lla (1): .A cui si può aggiun.rerc che dal 1760 al 1860 la quantità di bestiame grosso era raddoppiata; e che l'area delle terre ,et>- coltivate er 4 r• ·c1 , , • : ••• - ha 1 678 ~ - r,<>S9àta a h~. 1.23!:J.895 a : • • . ,<101} (Viato). .Anché S.<i tali ch,ti non sono che molto ~ppr"Ossimati seg·nano pur sempre l'impor- "tanza dei progresso ottenuto. Tuttavia la quantità di bestiame era ancora molto inadeguata ai bisogni dell'agricoltura piemontese, a causa, in parte, della relativa insufficienza dei prati; e si invocava una magg-iore irrigazione e lo spezzamento delle proprietà demaniali e comunali onde abolire il vago pascolo. Nè la produzione del frumento ,bastava alle esigenze, del consumo intern.o, poichè nel 1861 se ne importava ben 738.866 quintali in tutto il regno. E se non si può negare che la tecnica agraria fosse per ogni verso assai progredita rispetto a quella cli sessant'anni innanzi, e che a ciò abbia contribuito assai l'azione della Associazione Agraria, è certo ch'es~a rimaneva tuttavia molto arretrata, e che i contadini si mostravat"½' anéora assai indifferenti ed apatici dì fronte ai consigli che loro si davano. Ma è anche vero che proprio intorno a quest'epoca e prima e dopo. il 1860, si cominciano ad applicare i concimi chimici e per iniziativa di Cavour ne sorge una fabbrica in Torino nel 1847: Cavour fu il primo ad introdurre nel Vercellese il gua:no del Perù; operandone presto larga diffusione. E le sue iniziative vigorose nel campo della concimazione dovevano successivamente essere feconde di ottimi risultati. Assai si occupò il gra11de uomo del drenaggio e ne fece studi e rius,citi tentativi che ebbero qualche isolata imitazione; nondimen~ dopo la sua morte la .pratica non ebbe più seguito. Ma il maggiore merito del Conte fu la costituzione dell'Associazione per la irrigazione vercellese costituita oel "1863 che ebbe tosto vita rigogliosa e grandi vantaggi recò all'agricoltura di quella regione. Per ciò che riguarda il patrimonio forestale piemontese, c'è .da notare che la progressiva distruzione di esso eq~tatafavorita. oltre cli,~ da!l'irrar,ionale sfruttàrr\ènto dall~ rlgor'osà pfah!ti6Hé industriale a~~ ~mbr~ della qual<i ie manifatture piemontesi si e•a110 mantenute per n.:'.~~tep.rodùzioni con forme or!!'.:!.Ì sorpassate e con grande consumo di combustibili e segnatamente cli legna. 6. - Per rilevare il progresso avvenuto nel trentennio successivo basta che esaminiamo le numerose informazioni che l'Inchiesta Agraria ci fornisce. ln generale la coltivazione dei cereali e specialmente del frumento si svolge in condizioni poco floride e dà risultati economici piuttosto scarsi, a causa della importazione di grano dall'estero, a prezzi bassi; del prezzo elevato della mano d'opera; dell'eccessiva pressione tributaria. Non si nega la possibilità di una maggiore produzione, ma ess~ trova un ostacolo negli irrazionali metodi di coltura tuttora prevalenti (pagg. 112 e segg.). Si nota un progresso nella produzione vinicola: e benchè la maggior parte dei viticultori continui ·a· seguire il più pernicioso empirismo nella fabbricazione del vino e la coltura della vite sia oiuttosto deficiente, (pagg. 80, 142 e segg.) nondimeno l'enologia va migliorando: sia con una sempre maggiore autonomia dell'industria enologica; sia per !'.accoglimento via via più favorevole delle norme razionali da parte soprattutto dei grandi proprietari; sia infine per la crescente specializzazione dei produttori nella coltura della vite in generale e nella coltura di tipi determinati di vitigni particolarmente adatti alle varie località, favorita questa specializzazione culturale, dalle migliorate comun_icazioni per cui cliventa possibile ai contadini di procacciarsi quei prodotti che prima erano invece costretti a produrre direttamente (pagg. 103, 106, l 4-2 e seg-uenti). Benchè progressi notevoli siano avvenuti nell'allevamento del bestiame, dovuti anche alle migliorate condizioni dc>lla coltura dPi prati, si lamentano le tristi pr;itiche con cui è condott;i questa industria, e la deficienz1t dei locali destinati al bestiame, nonchè la nessuna osservanza di norme igieniche da parte dei contadini e la generale scarsez1.a di personale veterinario col conseguente abbandono delle bestie, ad una empirica zoojatria; tuttavia, sintomi confortanti di non piccoli progr<'ssi sono in più luog-hi notati (pag. 168 e segg., 208 e segg.). L'industria del caseificio si svolge con (I) CEREAL Statistica 1750-55 . hl. Media settennio 1759-G5 Media settennio 1766-72 Media 1830-35 Media 1850-52 ag Frumento 2.131.025 1.992.703 2.213.426 Segala e barbariato 2.291.652 Granturco 1.164.987 4.912.637 4.936.878 2.879.363 7. 121.863 Riso 299.014 666.743 637.680 Vino Poraggio 2.885.980 I. I97.457 2.724.311 12.696.421 10,007.64 (Prato). norme e proporzioni affatto primitive (pag. 197) quantunque sia suscettibi~ di grandissimo e rigoglioso sviluppo, come dimostrano le vàrie latterie sociali esistenti nelle provincie di Torino, N avara e il cui numero stenta a diffondersi per la tenace diffidenza dei contadini (pag. 202). Son dà notarsi infine le floride condizioni della frutticoltura, specialmente in .provincia di Cuneo, alla quale peraltro si è ben lontani ancora dal tributare le cure dovute: e più ancora deli'orticultura nelle località di Bra (dove ha raggiunto la perfezione), Cherasco, Savigliano, nei dintorni di Torino e in molte località della provincia di Novara. Immenso sviluppo fu dato durante questo periodo alla irrigazione, essenzialmente per l'apertura del canale Cavour avv~nuta nel 1863. ./ Basterà ricordare che prima di questa data e più precisamente intorno al 1860 il Piemonte contava all'incirca 200.000 ha, di ten-eno irrigato; mentre verso la fine del 1880 tale area si estendeva a 340.724 ha. E intanto la coltura del riso, diventata anche maggiòrmente intensiva, accresceva la sua produzione media da 14 hl. a 22 hl. per ha.; mentre si accresceva pure, in generale, la produzione foraggera., e la produzione del frumento (Inchiesta Agraria, pag, 118, v. pure nota 37). Scarso favore incontrano tuttora i concimi artificiali, da parte dèi contadini, sia per le sofisticazioni a cui .vanno soggetti da parte dei commercianti; sia pe1: l'ignoranza ed i pregiudizi dei contadini stessi; tuttavia i fo~fati cominciano ad essere notevolmente impiegati nelle pianure (pag. 263). E la stessa cosa si può dire quanto al- !' impiego di macchine: se le trebbiatrici sono già largamente impiegate, le altre macchine (seminatrici, mietitrici, vòltafieni) non hanno ancora quasi impiego (pag, 264). Nondimeno si nota un crescente investimento di capitali circolanti e la buona VQ• lontà dei proprietarii nei t~;.;;;,'civi di orien, tarsi S\\ Vii". mt;;~',ori: ma trovano lii\ grande òstacok, nella ristrettezza dei mezzi di cui dispongono e nella testardaggine dei contadini (pagg. 213 e segg.); e gravi difficoltà nella forte pression~ tributaria. Durante il trentennio il frazionamento della proprietà ha avuto un leggero incremento nelle quattro provincie piemontesi; da 600.976 proprietarii nel 1862 si passa a 617.G64 nel 1881; del resto il frazionamento era già ritenuto in talune località eccessivo alla metà del secolo. Nei prossimi numeri: fl. C!respi : II liberali5moeconomicoeil presente momenloslorico. b. Einaudi: Dizionariodi economia. E. Raoera: Il controllooperaio. U. formentini: Il problemasindacqle. m. ferrani: Studi sulla culturae la Ditopo!ilico francese. G. De Ruggiero: b'impero britannico. A. Oberdorfer: Sludi sulla culturae lo Ditopolitica tedesca. P. ?labier: Esperienzapolitico agraria. n. Sapegno: note di culturastorica. m. Fubini: Borbusse. C!. bevi: Solondra. n. Papafava: Appuntimilitar!. E altri studidi: A.Scalfa,E.Giretti;E. C!orbino~ E. C!odignola, m. C!asotli,17.Porri, ecc. Sottoscrizione per" LaRivoluzione Liberale ". ; TERZO ELENCO Ubaldo Formentini . Tommasq Fio.r,e Luigi Alessio Un assiduo lettore . Manlio Brosio Oianetto Perelli l. 50 50 •• 20 25 • 50 25 E/eneo preçedente 2035 Totale L. 2255 In seguito a numerose richieste sia/1/oriusciti-a raccogliere alcune collezioni· della, nostra rivista Energie Nove che uscl a Torino nei 1918-1920 e nella quale, oltre al direttore Plefo Gobetti, - scrissero Scintitto Caramella, Luigi Einaudi, Giovanni Gentile, Giuseppe Prato, Achille Loria, Ubb.ldo Formentini, Balbino Giuliano, Ernesto Codignola, Umberto Ricci, G[no Bvrgatta, Vincenzo Porri, Ang!!clo Tasca, Antonio Gramsci, Giuseppe Stolfi, ecc. Per chi desidera conoscere il processo di formazione della Rivoluzione Liberale e i suoi antecederzti culturali, mettiamo in vendita tutte e due le serie (formato ottavo, su due colonne, complessivamenie 450 pagine circa) al prezzo di L. 30. Si tratta di un documento ormai rarissimo e, per i Ma a tutto il multiforme progresso segnalato fa un doloroso contrasto l'accelerata distruzione dei boschi (pag, 76 e passi111) a cui nessun rimedio _ha posto la legge di recente .emanata (1878). , giovani, di una,__buo;zaguida nell'esame dei - problemi politici, letterari, filoso/ici. 6. - Raccogliendo le file della mia rapida esposizione parmi- di concludere che grandissimo è ntato durante il secolo il progresso dell' agricoltura piemontese, tenuto' conto delle varie e fortunose vicende attraversate dalla regione in cui si svolse, e dell'impulso venuto dai Governi assai minore che in altri paesi. Taiuno vi potrà ravvisare un'eccessiva lenteua, un'eccessiva prudenza di fronte all'accoglimento di forme nuove. Gli si potrà rispondere col Valenti che < nell'agricoltura il progresso è necessariamente lento e l'impiego di capitali vi si deve r:'ffettuare g-radatarnent<.~ con indu::;lre pazienza e solerzia>, che non sempre e non dappertutto forme e metQdi nuovi sono convenientemente applicabili, e che. in ogni caso, non è .certo per maggior colpa delle classi agricole, che i prog,·essi dell'agricoltura sono stati minori di quelli che avrebbero potuto essere. BERNARDO GIOVENALE. N.B-. - Cirra la bibliografia dell'argomento mi limito a dire che mi son valso largamente delle opere di Giuseppe Prato sulla vita eronomica piemontese; che hu ricnr~o alle slatistiche in queste opere riportale, o contenute in libri dell'epoca, specialmente del- /'Heuzé e del Niel; che ho a/tinto mollo all'lncfliesla Agraria e a quanti allri libri, giomali e documenti (che qui per ragioni tipografiche non cito) mi son venuti alla mano, o di cui ho avuto conoscenza 8. G. C'è della gente, anche fra i no5fri amici, che pensa di ooere una 5Uperiore coscienza morale e politica, perchè legge, interessar.dosi, la R 100luzione l,ibérale e anche gli ar/;coli di 5-6 colonne. Cosfol'O farebbero inoece assai bene o dimostrare non dico la supe,,,orifà ma la loro onestà (come syno p,ù semplici le cose/) abbonandosi. Direi/ore: PIERO OOBETTJ G. B. GOBErfl, gerente rcsponsabt'le. Stab. Grafico Foà - Torino, Tia Nizza, 30 - Te!. 24-39. BANCA A.GRICOLA ITALIANA Sede Sociale e Direzione Generale iri Torino TEATRO SPERI MEN f A~I, Teatro Persiano, Tui·co, Giappones~, ecc. Teatro romantico, moderno, futudsta,ecc, Sp-i!ttacoli d'eccezione. Sotto l'alto potronato del Sottosegretario di Stato alle Belle Arti, Prosa - Balletto - Pantomina. CA!, A D' A R f E BRA G A•G LI A ROMA - V,a Avignonesi, 8 - ROMA STABILIMENTO GRAFICO FOÀ VIA NIZZA, 30 Tele!, 24•39 TORINO LAVORI COMMERCIALI PERIOD CI E ITOGRA L LIBRI F I A S M ALT OR IL I~-V Q \ ~ T A M P A o I M u s 1 e· A '

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==