RE NUDO - Anno XI - n. 89 - agosto 1980

e anterbury: una ci11adina inglese a molti nota per i "racconti", molto meno famosa invece per quello che vi accade circa 16 anni fa. Fu nel 1864 che alcuni compagni di scuola, per rompere la mo– notonia che a sillava la loro esi tenza in quella cillà, che più tardi uno di loro, Robert Wya11, doveva definire "poco stimolante, conservatri– ce e provinciale", iniziarono a disertare gli stu– di, per incontrarsi, cambiare le proprie idee, ma sopra11u110per suonare. I loro nomi erano Robert Wya11, Hugh Hopper, Brian Hopper, Kevin Ayers, Pye Hasting ecc. ecc. a ceva cosi, quasi per gioco, una delle più importanti della musica progressiva europea. Nei primi anni 70 la stampa "illuminata" ha profuso litri di inchiostro nell'osannare i mitici mu icisti di Canterbury e nel coniare le carat– teristiche espres ioni "il giro di Canterbury" o "il sound di Canterbury". Oggi invece sembre– rebbe, in mezzo a que to turbinare di nuova musica, che nemmeno il ricordo sfiori la mente dei propagatori dell'informazione musicale. E' un peccato che ciò accada, se si con iderano anche soltanto i frulli di questa esperienza musicale: fruiti che si traducono in una serie di influenze ed in alcuni musicisti che ancora tengono bene in conto le lezioni dei pionieri di Canterbury. Questo articolo si propone proprio di riportare alla luce le vestigia di questo splendido, passato e di indicare co a resta oggi del mitico "giro". Servirà d·unque per rinfrescare un po' la memoria a quei vecchi aficionados che bran– colano con ecces ivo 011imi mo alla ricerca di qualche nuovo gioiello ele11roacus1ico nel con– fuso universo della new wave, e sarà utile come guida per le nuove generazioni avide di uoni "diversi". Ma cosa ha rappresentato dunque la scena di Canterbury? Canterbury è stato olo un luogo di incontro, o ha vi to nascere uno stile musi– cale nuovo? Senza dubbio è stato un luogo di incontro, un incontro fra individui accumunati da una folle smania di uperare vincoli, costri– zioni, regole, ai quali e alle quali erano stati 011omessi. In queste persone viveva una ten– ione costante verso la libertà, e tale tensione, tra le altre ue manifestazioni, si rifle11eva nella ricerca di un'arte fuori dagli schemi tradizio– nali. di una musicalità anarchica eppur lucida. Se da una parte una certa componente schi– zoide presente nella loro mu ica li avvicinava , ed espressioni arti tiche dadaiste e a certe follie di marea zappiana, per altri versi, oprattullo col passar del tempo, un particolare timbro so– noro ha preso il sopravvento. E qui si parla del famoso "suono" di Caterbury, che può essere efficacemente descrillo con un bell'elenco di agge1tivi: "morbido, soffice, fluido, dolce, grezzo, libero ecc." Al di là del particolarissimo timbro la musica rifletteva, sopra11u110nei pri– mi gruppi (i Soft Machine, Delivery, i Wild Flowers, i Whole World ecc.) un profondo amore sia per il rock, come per il jazz, sia per l'elellronica che per il blues. Ma come poteva, è leginimo domandarsi, questa eterogeneità di stili permelle il rifarsi ad un unico comune de– nominatore? Provate ad ascoltare un disco dei Soft Màchine, uno dei Caravan, uno dei Gong: li troverete al primo ascolto diversi l'uno dall'altro. Ma di nessuno potrete dire: "Que to è solo rock" o "è solo jazz". Percepirete in tulli, sia pur con contenuti differenti, uno stesso spi- RE NUD0/21 / I j Elton Dcan rito di fondo, la ste sa ansia di libertà che non permelte di incatenare la propria e pressione musicale ad uno schema prestabilito. Questa è la gran forza di questa esperienza musicale, che in fin dei conti fa riferimento alla località Canterbury, perché li è nata, ma che potrebbe benissimo essere erichenata come mu 1ca creativa inglese a cavallo tra gli anni 60 e gli anni 70. I WILD FLOWERS: furono i primi e di loro non resta alcuna testimonianza su vinile. el lontano 1964 il gruppo era composto da Robert Wya11, i 2 Hopper, Richard Sinclair e Kevin Ayers. el '67 non troviamo più Wya11,corso a formare un nuovo gruppo, i Soft Machine, e mancano pure, Ayers, Rie hard Sinclair e Hugh Hopper. Al loro posto sono subentrati Pye Ha– stings, Richard Coughlan, Dave Lawrence e David Sinclair. Un anno più tardi si tra for– meranno nei Caravan. Si narra che all'inizio della loro storia suonassero "una mistura di free jazz, Duane Eddy e James Brown''. Cose da pazzi! I SOFf MACHINE: alla ''soffice macchi– na", che quando entrò in funzione nel 1967 comprendeva oltre a Wyan, il tastierista Mike Ratledge, Kevin Ayers, Larry Nolan e il futuro ..

RkJQdWJsaXNoZXIy