RE NUDO - Anno XI - n. 87 - maggio 1980

A Berlino, mi riferisce il mio amico Giancarlo che i suoi vecchi fans la considerano or– mai sputtanata e l'accusano di aver troppo ceduto alla com– mercialità, inserendo tanto pic– cole concessioni al gusto cor– rente in questo "Unbehagen". Il suo gruppo stesso sembra abbia deciso di lasciarla a cau– sa dei suoi pretesi atteggia– menti divistici. Il mito dunque si infrange prima ancora di esplo– dere a livello internazionale? In linea di massima direi di no (anche se non sono un buon profeta) ed anzi trovo che le misure da lei adottate pjlr an– dare incontro ad un pubblico internazionale siano ancora troppo poche. Per esempio si attendeva da più parti che le ·nuove canzoni fossero in ingle– se anzichè in tedesco, ma cosi non è, anche se il disco è pieno di citazioni da più lingue (fran– cese, inglese e persino italia– no). Per fortuna una confezione intelligente (quella della CBS olandese) mette a disposizione anche la traduzione dei testi in inglese e francese, permetten– do cosi a molta gente che non vive in Germania di capire le parole terribili che Nina sprolo– quia nel corso delle sua canzo– ni. Ma non voglio dilungarmi ol– tre. Ci sono tante piccole cu– riosità che vale la pena rimar– care: per esempio "African reggae", canzone d'apertura che parla di rasta e di canne d'erba, e di lei che vorrebbe essere nera anche se non ap– prezza il modo in cui i neri trat– tano le donne. Oppure c'è "Wir leben immer... noch" = Noi ti- riamoavanti... nonostante tutto, che altro non è che la traduzio– ne in teutonico del tutto perso– nale della famosa "Lucky num– ber" di Lene Lovich, ripresa in -omaggio all'amicizia consacra– tasi tra le due rock-stars sul set di "Cha-Cha" mitico film della scena musicale nordeuropea. Oppure infine ancora c'è che le foto di copertina sono dei nostri fratellini francesi di Actuel ctie tanto di lei han parlato, e che gli studi di registrazione usati sia– no gi Hansa at the wall, dove tanti altri gloriosi nomi hanno registrato in passato.. Giacomo Mazzone THE CONTORTIONS Buy (lsland) Con ritardo stranamente non troppo cospicuo, ecco stampa– to anche da noi il disco degli o·rmaileggendari Contortions di James Chance, uomo di punta della no wave e ullil1)ascoperta di Brian Eno. Dei Contortions, James Chance (White quando si dedi– ca alla produzione) è l'unico vero deus ex machina: compo– sitore, produttore, arrangiatore e mixatore, come precisa nelle note di copertina; oltre che cantante e sassofonista di grin– ta incredibile. Le sue canzoni, urlate prima che cantate, sono dure e concitate, condotte su ritmica ossessiva,tirate al limite del cacofonico. Ed è sorpren– dente il sax, memore (a modo suo) di tutto il free glorioso anni 1 '60: non c'è estetismo nè co– modità nell'ancia, che tiene dietro alla voce con coerenza perfetta. Di fronte a tanta personalità (e a tanto egocentrismo), gli al– tri Contortions retrocedono fa– talmente al ruolo di comprimari; ma di qualtità, capaci di asse– condare fino in fondo il proget– to del leader, strapazzando gli strumenti quant'è possibile: l'u– so della slide guitar valga per tutti. Qual'è il posto di una musica simile nel nostro casellario di generi? La new ware di Patti Smith buonanima diventa, al confronto, sano ballabile per educande. Questa è espressio– ne di energia negativa senza remissione, è forse l'unico suo– no che meriti l'appellativo di "metropolitano" in tutte le sfu– mature. Non c'è più richiesta di comunicazione: la musica si chiude su se stessa, asciutta ma senza l'ironico intellettuali– smo dei Devo. E' vita vissuta di NewYork. · •Ciò detto, teniamo presente che Contortions è ben lungi dall'esaurire le riserve energe– tiche di James Chance. Che si dedica anche ad un tipo di ri– cerca più accattivante, accet– tando in pieno il ruolo di show– man del futuro. Anche se il suo sax rimane una delle poche vo– ci dawero nuove sulla scena. Paolo Bertrando ADAM ANO THE ANTS Dlrk wears whlte sax Do-lt Records Se il filo conduttore della musica di Adam Ani è sempre la new wave (ma new wave raffi– nata, di tono morbido ed intel– lettuale), i tratti veramente go– losi di questo Dirk wears white sax sono i riferimenti. In parti– colare vocali: tutta una scuola di surf e rock anni '50 rivista con la giusta dose di ironia. Senz'altro Adam Ani è voca- list eccellente, e sa rivestire i suoi testi inquietanti delle tona– lità giuste; sostenuto poi dai rit– mi spezzati dalla sua band, un sound essenzialmente chitarri– stico, pulito e conciso al punto giusto, con sezione ritmica niti– da e precisa. Su testi di sottile irrequietez– za religiosa si snoda la trama di un disco compatto, dall'iniziale Cartrouble a Day I met God, fino a Kennedy "riscoperto" di Cat– holic Day. E può essere un buon punto di riferimento per ascoltatori disorientati il futuri– smo citato per nomi e cognomi in Animals and men. "Potrei essere religioso se ..." e segue un arrangiamento del Santus. Questo Adam Ani sa bene dove vuole arrivare, e ha i mezzi per farlo. Ha iniziato bene, in ogni caso. Paolo Bertrando ROCK E ALTRE STORIE a cura di Franco Bolelli e Roberto Gatti Editore Arcana Libro in tras/gressione, "Rock e altre storie" si pone come sintesi ed apertura al tempo stesso delle varie tendenze, musicali ed extra, presenti negli ultimi due de– cenni. Non solo storia, cro– nologia di quel che è stato. Accanto ad un attento esa– me dell'evoluzione rock e delle sue problematiche trovano spazio esperienze, sottili distinguo, mutazioni all'interno del nuovo e nuo– vissimo scenario musicale degli '80. N6n un'autocelebrazione o un ipocrito, nostalgico re-. vivai all'insegna "del come eravamo", proprio di un certo sciovinismo, auto– compiaciuto e cadaverico per soggetti da mediocri menages. Mutar registro, non chiediamo di meglio. Cavalcare il rock di lato, scartando luoghi comuni e posti di blocco per scoprire problematiche autentiche che arricchiscano l'erbori– steria p·op di ciò che ancora il paesaggio musicale ri– chiede. A rimboccarsi le maniche ci provano per l'occasione due dall'ormai noto trascorso e tutt'ora proiettati nella più strenata Orchestrai Manoeuvres .PopGroup Doll by Doll Balncoats Suicide Avengen SUts ,ere Ubu Martha & the Muffins Swell Maps Prague Vec Scritti Polltti Merton Parkas Adam & the Ants Slo11Ule Slmple Mlnds sperimentazione. Soggetti n_uovi, linguaggi metropoli– tani, frequenze altre, linee di fuga, intuizioni dei nuovi filosofi francesi Deleuze e Guattari, tutto ciò dà al ma– nuale vivacità e respiro co– me il rock che qui circola. Vecchio e nuovo vengono sconquassati negli ambigui terreni del divismo, della rock star, con riferimenti veloci alla Smith, Dylan, Travolta e altri ancora. 34 annunci all'insegna della demenza più acuta possono poi bastare da esempio sul come si articola il linguag– gio degli ultimi arrabbiatis– simi gruppi new wave. Frasi strette, allucinate, paranoi– che, gustose storielle di rara miseria e altro ancora di cui meglio tacere. Presenti an– che nomi "illustri": Cage, Warhol, Alice, Borroughs, Cotugno (?) nell'ambiguità tra pretesto linguistico-li– bresco e/o costellazioni costantemente rigenerate da luce propria o da chi ne è riflesso. "Rock'n'roll graffiti" in– dugia forse troppo tra date, agganci, paragoni (inevita– bili, del resto, in confronti fra diverse epoche) pur non scadendo mai nel banale o nel cosiddetto riciclaggio dell'informazione, ma anzi trova per vie paradossali spunti di notevole interesse. Poco male. Le "implusioni del rock", ricette al plastico e pezzo forte in assoluto, con relativa intervista ai po– lice, schiudono prospettive e tendenze nuove svilup– pando idee e contraddizioni dell'ultima ora. Notevole anche la grafica ricca di immagini "storiche" e di recente inchiostratura. Devo, Lydia, Lunch, Dirty Action, Kandeggina gang, ma anche Springsteen, Stones, Reed, Morrison. Apertura al desiderio e as– saggio in grande stile al di fuori della insipida gastro– nomia nostrana. Ecco, "Rock e altre sto– rie" è quesro, finalmente obliquo come le ultime on– date della new wave. Jeno · Cabaret Voltaire Glaxo Bables. Joy Dlvlslon Psychedellc Fan The out Toyah UK Subs THE ROMANTICS The Romantlcs EplcCBS L'aspetto, rivendicato a piena cover, non lascia spazio a dub– bi di sorta: né su chi siano i Ro– mantics, né su che tipo di mu– sica suonino. Quattro completi (giacca-pantalone e cravatta) di un rosso sgargiante in finta pelle ed un atteggiamento pie– namente consapevole da gruppo-minore-fine-annicin– quanta-inizio-sessanta: questa la line up dei Marinos. Oops, dei Romantics, volevo dire: Jimmy Marinos infatti non è altro che il leader del gruppo. Insomma come dire che il folgorante esempio della linea Ramones ha attecchito. La Stupid Music trionfa su tutto il fronte. Ed an– che qui un tributo, immancabi– le, al vecchio Ray Davies, lea– der dei Kinks, qui richiamato in vita per prestare la perfetta "She's got everything'. Il suono è sempre quello lineare, secco e pufito,tendente alle vaghezze melodiche cui da sempre aspira uno dei rami principali del rock. Un suono alla fin finE!la cui ap– partenenza agli anni '80 po– trebbe sembrare del tutto ca– suale se non fosse per alcuni piccoli particolari connotanti l'appartenenza del reperto ad un'era nella quale di rock ne è tanto passato sotto i ponti (delle chitarre). Un ottimo prodotto per la crescente voglia di bal– lare a ritmo di quasi rock nelle discoteche fino a ieri specializ– zate in disco music della più bieca.. - Tipico prodotto di transi– zione - (a che?) Giacomo Mazzone RE NUD0/19 LENE LOVICH What wlll I do wlthout you (Stiff -45 giri EP) . Il 45 giri non ha nulla di parti– colare; quel che conta è l'EP allegato, con quattro pezzi dal vivo: cose di resa sicura, come Too tender (to touch) e You can't ki/1 me. Nella versione live, forzatamente meno lambiccata e arrangiata dell'originale, bi– sogna dire che ci guadagnano. E la voce di Lene Lovich sa sempre farsi rispettare. p.b. SUBTERRANEAN MODERN (Ralph Records) Quattro gruppi dell'altra Fri– sco riuniti sotto l'egida dei Re- . sidents. Se a Los Angeles si ama molto la durezza, qui trionfa una softness appena sorridente, che osserva con di– stacco il catastrofismo di New York e il macchinismo di Akron. Sono sempre loro, i Residents misteriosi, a guidare il gioco e a regalare i pezzi più consistenti, con l'aiuto di un inedito Fred Frith (proprio lui!) alla chitarra solista. P.B. ROBERT WYATT Arauco / Calmanera (Rough Trade -45 giri) Dopo cinque anni di silenzio e un "ammirevole divorzio" dalla Virgin, l'antico batterista dei Soft Machine torna a pro– durre in proprio. E sceglie due pezzi d'aroma sudamericano (Violeta Parra e Carlos Puebla, per la precisione), arrangiati e cantati con l'usuale levità di tocco e di voce. Niente male: e già si attende il ritorno in gran– de stile sulle scene. MARTHA & THE MUFFINS Metro Muslc (Dindisc) P.B. Ed ora anche i canadesi! La migliore band di Toronto alla sua prima prova: rock gelido ma entusiasmante, assolutamente personale, anche se la base rit– mica è di chiaro stampo no-wa– ve. Ideale per un viaggio in auto ·.da Parigi a Londra. G.A. ORCHESTRAL MANOEUVRES IN THE DARK Orchestrai Manoeuvres In the Dark (Dindisc) Sono in due. e ripercorrono sentieri già aperti dall"intel– lighentzia John Foxx/Gary Nu– man: elettronica a tutto spiano, arrangiamenti supercurati, qualche idea fulminante. Inte– ressante. G-A. Desperate Byclcles Bodysnatchen Stlff llttle flngen The Cure Punishment of Luxury VENDITA NCHE PER CORRISPONDENZA INFO:02/ 861969 ...

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