RE NUDO - Anno XI - n. 87 - maggio 1980

RE NUDO/10 Tul/o ciò che è visibile aderisce o/l'in– visibile /'udibile. "/l'inudibile il tllngibile. llll'inwngibile il pensllbile. forse. lll'impensllbile Novalis uello che sto per racconta– re potrà apprire ai più l'insano frullo di una mente malata e sicuramente io stes– so. non più di qualche mese fa. sarei iato Ira i primi a dare del pazzo a chiunque avesse rireri10 una storia anche lon1anamcn1e simile a quella che mi è toccalo vivere. So che è in– credibile. ma dopo quello che mi è succes o non posso non considera re ·il mondo della percezione quotidia– na. della realtù di 1u11igiorni. se non come la punta di un iceberg. la su– perficie langibik di ben altre pro– fonde. terribili veritù che scuotono irreparabilmente le nostre povere certezze razionali acquisite nel lungo e faticoso cammino sulla strada della civiltù che da impauriti aniìnali su– perstiziosi ci ha trasformato in esseri padroni della propria vita. Ah'. come sono deboli queste certezze' 1 Basta il buio squarcialo dai lampi in una nolle tempestosa a farle vacillare... a mc è bastalo molto meno: le pagine sgualcite t!i un libro. H o scm.prcamato la musica. Fin da ragazzo passavo ore intere ad ascoltare i vecchi dischi che avcv.o ereditato da mio nonno e a leggere della vita dei !!.randimaestri tedeschi. Già da al– lora coltivavo l'amore per i suoni sa– ~ri d!.!i canti ~rcgoriani. Immaginate quale ru la ~1i,~gioia quand~ mio padre ru invitato da un monaco a trascorrere una se1timarw nell'abba– zia di Monticchio: lo convinsi a por– tarmi con lui: finalmente avrei potu– to ascolarc la mia musica nell'am– biente che più le si confaceva. Prima di partire mi procurai un magneto– fono su cui registrai il sublime -"Et homo factus". il "Te lucis ante ler– minum". !'"Alleluia": e per finire la "Missa solennis" di Beethoven e il "De11ingerte deum" di Haendel co, me uniche concessioni al 2usto clas– sico. Fu proprio Ira le bia~che mura del convento che si specchiava nelle verdi acque del lago che la mia in– clinazione per la musica divenne passione. Come passarono presto quelle giornate' Scandite dai suoni del mio inseparabile registratore che si diffondevano Ira le navate della piccola chiesella come pure nelle cripte e negli anfralli più egreti del mona !ero. Poi un giorno. durante una di queste mie fantastiche sorio– rizzaioni ambientali. mi capitò di fa– re una scoperta eccezionale. In un solterraneo. proprio sollo il reretto– rio dei monaci trovai un vecchio or– gano a mantice quasi del tulio som– merso dalle ragnatele e dalla polvere. Con a11enzionedevota soflevai il co– perchio che ne reneva nascosta la ta– stiera e cercai di trarne una melodia ma. stranamente. non riuscivo che a fargli eme11ere suoni inarticolati: eppure avevo già avuto a che fare con arne i simili e sempre con suc– cesso. Cosi cominciai ad azionare nervosamente lulli i registri dell'ar– monium fin quando. enza sapere come. misi in runzione uno strano meccanismo: la parte frontale dello strumento i aprì di sca110la ciando cadere un libro ingiallito dal tempo. Emozionalo lo raccolse e sul fronte– spizio lessi: OLTRE L'IMMAGINE MANUALEDI MUSICA METAPHISICA COMESUONARE L'ARMONIADELLESFERE DALL'INSEGNAMENTO ESOTERICODI ATH_ANASIUS KHIRKER Proprio in. quell'istante mi sentii chiamare. Era mio padre' Col cuore in gola riposi in fretta il libro dove lo avevo trovato e lo raggiunsi. No. non si era accorto di nulla ma quella stessa giornata partimmo da quel posto dovf av,evo trascorso i più bei giorni della mia vita.. non s:rpevo che mi sarebbero stati fotali' Quando molti anni dopo mi capitò di leggere per i miei studi di filosofia morale. la Repubblica di Platone. avevo quasi dimen1ica10quell'_episo– dio. Subilo la mia anenzione fu cap- tata dal noto passo in cui viene rire- ' rita la teoria. peraltro risalente a Pi– tagora. sull'ARMONIA DELLE. SFERE seçondo cui ogni pianeta produce un suono particolare e in– ieme. i suoni magici di 1u11i corpi celesti producono un'ARMONIA UNIVERSALE: chi. come- il mi1ico j ER. riesce ad ascoltarla. 011iene di I vedere cosa realmente c'è OLTRE LA SOGLIA DELLA REALTA'. Appena ebbi le110IUIIOqueslo. il ri– cordo della mia avventura di adole– scen1e si ridestò come da un lungo letargo: rividi come li avessi avuti davanti gli occhi il pauroso sotterra– neo. l'organo il libro polveroso con quel uo strano 1i1olo MA UALE DI MUSICA METAPHISICA COME SUONARE L'ARMONIADELLESFERE Ma certo!!. ora capivo 1u110.Ave– vo fatto ua scoperta eccezionale' avrei potu10 ascoltare la MUSICA DEI PIA ETI... conoscere il Ml– STERO DELLA VITA... forse. in– contrare Dio. o almeno gli abitanti misteriosi degli spazi intergala11ici. Inu1ilmen1e.quello che in me c'era di razionale cercò di convincermi che erano tutte fantasie. che avevo altro da fare che correre dietro a ricordi sbiaditi e teorie balzane. Ma quel li– bro. con il suo titolo misterioso mi tornava alla menle con sempre più rorza... dovevo assolutamente ascol– tare quella Musica Meravigliosa. Cosi rcd quello che non avrei mai dovulO fare. Era gia · pomeriggio inoltrato quando raggiunsi il monas1ero che sembrava stesse aspe11andomi. Un frammento di luna si rifrangeva sul lago dalle acque immobili. Entrai di nasco to e raggiunsi il so11erraneo dove dieci anni prima avevo fatto quella mis1eriosa scoperta e un bri– vido di freddo mi a11raversò 1u110 quando vidi lì. proprio dove lo avevo lasciato. il vecchio organo. Fui colto allorra da un impeto di follia: pre i a tirare avanti e indietro i registri dello strumento che cigolarono lugubre– mente fin quando ottenni il risultato che cercavo... la parte frontale dell'armonium i ;ipri di sca110 ed ebbi tra le mani il libro fotale. Tre– pidante lo posi sul leggio e cominciai a suonare le noie che vi erano scrille e ogni nota corrispondeva al suono di un pianeta: il LA per Saturno. SI bemolle per Giove. DO per Marte. il Ml per Venere e il FA per Mercurio. Ripetei più volte que to schema me– lodico fin quando. a un 1ra110.mi sembrò che il suono dell'organo i moltiplicasse in una eco di spirali– forme e allora ogni cosa comparve dalla ·mia vita e mi ritrov~i a galleg– giare in un tiepido liquido. sospeso tra prismi iridescenti da cui proveni– va la vibrazione orda della creazio– ne. Ero giunto ai confini della realtà. dove il Suono i ·confonde con il Si– lenzio. Presto mi resi conio che il mio corpo levitava nello spazio immenso di galassie senza nome insieme ai corpi di miliardi di altri uomini. che però sembravano essere prigionieri di trasparenti bolle di cri tallo. Tu11i avevano l'çspressione assorta di chi è rapito dal sonno e. nonstante mi dessi in 1u11ii modi da rare per co– municare con loro. nessuno sembra– va accorgersi di me. I miei movi– menti convulsi mi portarono invece in un altro punto di qu'ello spazio senza fine eque 1avolta doveni rare appello a tulle le mie forze per non impazzire: mi venivano incontro mi– gliaia di creature filiformi che eme1- 1evano una luce soffusa di un colore irreale... cri talli di smeraldo sospesi nel nulla dell'infinito. Dovevano es– sere sicuramente abitanti di altre ga– la sie. Ormai avevo imparato come spostarmi e mi riuscì facile raggiun– gere mille altre postazioni: cosa non videro i miei occhi' Mi sfilarono da– vanti migliaia di ali're specie viventi: splendide creature alate. mostruosi esseri squamosi. microscopici orga– nismi luminosi. enormi corpi diafani. Tu11i quegli esseri avevano però qualcosa in comune: sembravano assorti in un sogno senza fine. Poi all'improvviso una luce squarciò quell'oscurità infinita scavando co– me una galleria che melleva lo spazio planetario in comunicazione con QUALCOS'ALTRO. Mi sporsi a guardare e allora ... al– lora i miei occhi VIDERO. Quando finalmente fui fuori da quel terribile so11erraneo era l'alba. Guardai il sole pallido che si spec– chiava nelle immobili acque del lago e pensai: "Guarda. sembra vero!" Quella none. a11raversola galleria scavata da quel lampo di luce. avevo visto come tuni gli esseri. 1uui i pia– neti. tutte le stelle. tutte le galassie. non sono che il sogno di un enorme gigante cosmico che dorme oltre il nostro firmamento. Da quella no11enon ri~sco più a dormire pensando a cosa accadrà quando il gigante si desterà dal suo sonno: d'altronde se io mi addor– mentassi che cosa accadrebbe al mio ri veglio alle creature dei miei sogni? Gaetano Cappelli ..

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