RE NUDO - Anno XI - n. 84 - febbraio 1980
DISCHI UCL~nTt Recensioni di: Cristiano Alzetta, Paolo Ber– trando, Adriano Bosone, Massimo Bracco, Giordano Casiraghi, Giacomo Mazzo– ne. Jefferson Starship Freedom at point zero RCA Primo LP dei J efferson senza la diva fondatrice Ora– ce Slick, che sembra a questo punto irrimediabilmente per– sa, dopo la furibonda litigata dell'anno scorso in occasione della tournèe europea. Giun– ge assolutamente inaspettato; visto che del gruppo arrivava– no solo poche e confuse noti– zie, e presenta una formazio– ne anch'essa inaspettata: ol– tre alla Slick mancano infatti anche Marty Balin, altro membro fondatore, e J ohn Barbata, il batterista, sosti– tuito da Aynley Dunbar, ses– sion man di lusso e passato anche per le Mothers di Zap– pa. Il risultato non è granchè cambiato rispetto a prima: le musiche strizzano l'occhio al– la classifica, e forse contengo– no un tantino più di rock ed un po meno funk del prece– dente. Identica situazione anche per i testi, dove sono totalmente scomparsi i riferi– menti sociali della Stick, e so– no rimasti soltanto i sogni di fughe di Kantner e le canzoni d'amore come Jane, che mi– rano alla hit parade dei 45 gi– ri. G.M. RE NUD0/42 Uevo Duty Now For The Future Virgin Dopo la registrazione di Are We Not Men?, con la re– gia di Brian Eno, i Devo era– no rimasti solo in parte sod– disfatti. Mark Mothersbaugh diceva: «Eno ha spinto i Devo attraverso il buco della serra– tura: il disco mostra soltanto una piccola parte di ciò che noi siamo in realtà. I pezzi non mantengono nulla della forza che abbiamo dal vivo». Bisogna dire che, abbando– nato il troppo radicale Brian, i cinque di Akron non sono passati esattamente allo stile Jim Morrison. Certo, il suo– no è meno congelato, ma le caratteristiche del rock devo– luto ci sono ancora tutte, ba– sti ascoltare la sorte riservata al solito classico del passato (questa volta Secret Agent Man di Johnny River). Le canzoni sono sempre ri– dotte allo scheletro, non ci so– no assoli se non più che preve– dibili: le vere differenze stan– no nei ritmi, spesso meno ve– loci e serrati, e nell'uso più disteso del sintetizzatore. Pez– zi come Triumph of The Wi/1, The Day My Baby Gave Me a Surprize, o Smart Patrol/Mr. Dna mostrano tutte le possi– bilità di questa ritmica fram– mentata ali' estremo. Nel complesso, un disco giocato con intelligenza rara, di resa non inferiore allo stes– so Are WeNotMen. Notevole (anche perché sempre opera personale dei Devo) la copertina, con le im– magini collocate in modo in– credibilmente «deprogram– mante»: da girare il disco otto volte prima di trovare il verso giusto. Attenzione: per capire a fondo questo lucidissimo gruppo, conviene armarsi di orecchio attento e fare lo stes– so con la musica. P.8. Nei! Young & Crazy Borse/ Live Rust/ (Reprise) Ma quant'è indaffarato e prolifico, questo Nei! Young, dato per finito non più tardi · dell'anno scorso! Dopo l'o– scillante Comes a Time è ve– nuto il più solido Rust Never Sleeps, e sulla falsariga di quest'ultimo, ecco l'imman– cabile doppio dal vivo. Per chi conosca, Rust Ne– ver Sleeps, non c'è nulla da aggiungere: Live Rust, regi– strato quasi contemporanea– mente, vive delle stesse at– mosfere, del folk essenziale per una facciata, e poi dei ri– trovati Crazy Horse, accom– pagnamento nitido e preciso per pezzi vecchi e nuovi. La resa di Nei!, sempre im– pegnato su toni morbidi e «medi» è scontata; notevole la strumentazione, che lo se– gue perfettamente, senza un'enfasi di troppo. Non lo provano soltanto le repliche anastatiche di cose come Sedan Delivery o My My, Hey Hey, troppo recenti per essere davvero «esegui– te», quanto la ricreazione di antiche glorie, comprese quel– le a suo tempo guastate da ar– rangiamenti sbagliati (e qui parlo di The Loner). Sempre godibile, con pub– blico americano• caldo ma non troppo, il caro Nei) dà il meglio di se stesso; sono forse musiche che non faranno sto– ria negli anni a venire... ma poi, dopo tutto, chi può esser– ne sicuro? P.B. I ----------- Mike Oldfield/ «Exposed«/ (2 LP - Virgin) In diverse occasioni Mike Oldfield ci ha fatto rischiare il diabete e forse qualche ota– ria gli ha suggerito che è ora di cambiare. La prima mossa è targata estate '79, con una sfilata di esibizioni Europee (dopo cinque anni di astinen– za concertistica) alle redini di 47 (sì avete letto bene) musi– cisti. Ed ecco l'inevitabile al– bum doppio dal vivo per le orecchie assenti al grande ri– torno. Fra la cinquantina di sdi– tazzatori è annidato anche il folletto malizioso Pierre Moerlen, tambureggiatore uf– ficiale nei boschi orbitali del– l'asteroide Gong. Strofinan– do le sue bacchette da batte– ria, accende focherelli sotto i rosei glutei di Mike e gli effet– ti si fanno sentire. INCAN– TATIONS è drasticamente liofilizzata in metà tempo (46 minuti anzichè 80) e indub– biamente la cura dimagrante ne valorizza la sostanza. La pluridecorata TUBU– LAR BELLS vive la sua pri– mavera Rock in un alito rin– novativo di accenti ritmici. È la quinta versione conosciuta (dopo l'originale del '73 l'or– chestra di Bedford, l'arran– giamento con Hillage, Frith e Ratledge e la quadrofonica) e senz'altro è la più vivace di tutte. Se Babbo Natale avesse l'autoradio sulla slitta, non dovrebbe mancare la ·cassetta di «EXPOSED»: pare che le renne ne vadano matte. M.8.
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