RE NUDO - Anno XI - n. 83 - gennaio 1980

DIARIO racconto· di Pino Franzosi Paolo stava scendendo le scale quando incontrò il signor Paflinger che si levò il cappello ed esclamò, gioviale - Come sta signor Teto? Si vive! Si vi– ve! - - Dunque - pensò Paolo Teto - io vivo - e non ci fece caso più oltre. La signora Magrini che stava di guardia all'ingresso dell'ufficio e che diceva sempre di avere un occhio anche di dietro e di vederci alle spalle rimase chinata sul– la scrivania, in realtà la signora Magrini lo vedeva, lo aveva notato, solo quelle volte, rare nella vita e per causa terzi, in cui aveva tardato. Ricordava i fulmini e i lampi degli occhi cli diamante. In effetti, a rigor di termini, quella signora non gli era superiore in grado, ma il fatto non era puramente gerarchico, lui era sicuro che nello stesso modo guardava anche il Presidente, quando tardava, perché era piuttosto una questione di principio, e su questi lei non transigeva. Il geometra Bianchi coltivava piselli sotto il letto. Il caporeparto faceva collezione di spilli. Il signor Crispi -dondolava la testa, da de– stra a sinistra, sporgeva la lingua, scal– ciava. Un odore d'ambra, acuto, dolce, le ragazze a gambe larghe, con occhi lu– cidi. Che c'era nei piccoli armadi, negli occhi del ragioniere? Quel quadro l'os– sessionava, il foto-quadro dei dipenden– ti, col Presidente nel mezzo. I volti leva– ti, fieri, coraggiosi, che guardavano avanti, verso il futuro. li Presidente in mezzo, fratello maggiore. Bellissimo. Lo guardava estasiato. (Che stupido! Cosa cr' deva? Niente. Basta. Un'emozione. A volte. Un albero. Una luce. Un volto. Una macchia sulla strada. Una pozzan– lata, si mordeva le mani, agitava le spal– le, una lotta, dentro di sè, chiedeva, perché?, strappava coi denti le corri– spondenza, e a volte, di nascosto, se la mangiava. Paolo Teto in camera sua segnò sul Diario: 25 luglio - stasera sono uscito con Teresa e siamo andati al cinema. Le ho detto come cerchi sempre di cogliere, quando mi è possibile, il momento in cui ghera verde. Traslucida. Trasparente. Avrebbe voluto. Buttarsi a terra. Man-", " giare. Qualunque cosa. Un bicchiere. -.._._ Forse. Con un liquore.). Un tavolo come un mondo, odore umano, donne, sudo– re, biancore, estate. Arrivavano lettere fin dall'Uganda e dall'Australia. li Pre– sidente come un leon!!, piano, leggero, le scarpe di gomma, a volte, però, scattava, sfroncava le reni, con un sol colpo. Il collega Bailetti occhi-di-cane, anima ma- vengono accesi i lampioni, vicino a casa mia, un momento unico. Il voltaggio elettrico appare dapprima ancor tenue e fioco per divenire subito più sicuro e fer– mo, in un giro d'istanti, frazioni di se– condo. Teresa mi ascoltava e mi guarda– va silenziosa. Restava il punto cruciale, il tempo del rischio e del coraggio, oltre RE NUD0/35

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