RE NUDO - Anno XI - n. 83 - gennaio 1980

Erbe sagge Erbe eretiche PIANTE CONTENENTI ALCALOIDI Sono considerati stimo– lanti il tè, il caffè, il cacao e la cola. Sono invece eu– forizzanti l'oppio e la co– ca. I! curaro si utilizzava e tuttora si utilizza come ve– leno per frecce, lance, ec– cetera. La china fa calare lafebbre e cura la malaria. Contengono alcaloidi an– che la belladonna, il papa– vero, la cicuta, lo sclerozio della segala cornuta, e al– trepiante. Nonostante che gli alca– loidi siano sostanze di ori– dine vegetale, ci sono com– posti come l'adrenalina, presente nelle capsule sur– renali, e come la bufoteni– na, presente nella pelle dei rospi, che sono anch'essi alcaloidi. È per questo che in numerose ricette di stre– goneria compare la pelle di rospo. Gli alcaloidi hanno proprietà tossicologiche e fisiologiche condivise dalle piante che li contengono. Di solito gli organi della pianta più ricchi di alcaloi– di sono quelli che si trova– no in fase di formazione o di accrescimento. A volte gli alcaloidi sono contenuti in tutta lapianta. Ciascuna di queste pian– te è stata impiegata in mo– di molto interessanti nel corso della storia. Citere– mo qui alcune di quelle più notevoli. ACONITO (Aconitum Napellus) Fa parte del gruppo de– gli Aconiti, tra i quali è il più utilizzato in medicina, in particolare in odontolo– gia per il mal di denti. La RE NUD0/28 sua tintura ha un effetto anestetico. Si dice che sia la pianta più tossica esi– stente in Europa, a causa dell'aconitina che contie– ne, dato che un milligram– mo di aconitina è suffi– ciente a provocare la morte di un individuo adulto; si dice anche che è necessario fare attenzione cogliendo– la, perché il veleno penetra attraverso la pelle e può provocare intossicazioni e dermatiti. Ovidio racconta nei suoi scritti che l'Aconito era uno degli ingredienti della famosa bevanda della ma– ga Medea. La medicina at– tuale sfrutta le proprietà analgesiche dell'aconitina nel trattamento delle ne– vralgie facciali. Un altro alcaloide conte– nuto nell'Aconito si usa per iniezioni sottocutanee nella disintossicazione dei morfinomani. PAPAVERO (Papaver somniferum) Questa pianta ci è arri– vata dall'oriente e si colti– va da anni nei giardini e negli orti europei. I suoi fiori ricordano quelli del papavero comune, però i petali sono bianchi e più grandi. Da questa pianta si ricava l'oppio. Si pratica– no delle incisioni sulle cap– sule ancora verdi, in modo che ne fluisca un liqui~,. bianchiccio che si solidif. - ca al contatto con l'aria. Questo succo viene raccol– to ogni giorno e impastato con bella saliva in forma di palline. Nella medicina po– polare il papavero da op– pio è usato in infusione ed è conosciuto da lungo tem– po per le sue proprietà son– nifere e tranquillanti. L'Oppio si può man– giarlo o fumarlo. Quello destinato ad esser fumato subisce varie trasformazio– ni: viene seccato, ridotto in strati sottili, sciolto in ac– qua bollente e filtrato. Al termine di un periodo di fermentazione sotto l' azio– ne di un batterio microsco– pico, l'«Asperguillus Ni– gur», l'oppio è pronto per essere fumato, col nome di «Chando O». L'oppio contiene più di due dozzine di alcaloidi; il più importante è la morfi– na, primo alcaloide cono– sciuto, che prende nome da Morft:o, dio del sonno. L'oppio contiene una per– centuale di morfina varia– bile tra il 3 e il 200/o, una percentuale di codeina del– lo 0,30/o, una di papaveri– na dell' I OJo e una di narco– tina del 60Jo: insomma, la morfina e la papaverina assommano in media al 160/o del peso dell'oppio, mentre tutti gli altri alca– loidi non arrivano ali' I OJo. BELLADONNA Questa pianta _deve · il suo nome al fatto che le .donne romane ne usavano il succo per pulirsi la pelle del viso. La belladonna giocò un ruolo molto im– portante nel medioevo co– me unguento o pomata stregonesca: provocava al– lucinazioni e le si attribui– vano anche proprietà afro– disiache. L'alc~oide più impor– tante della belladonna è l'atropina, che è usata in oftalmologia per la sua proprietà di dilatare- la pu– pilla. È anche antispasmodica e cura efficacemente molte intossicazioni. GIUSQUIAMO NERO Questa pianta era cono– sciuta per il suo effetto narcotico già nell'antico Egitto. I semi fumati cal– mano il mal di d_enti. Le foglie tingono la lana di un colore olivastr. L'olio di

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