RE NUDO - Anno XI - n. 83 - gennaio 1980

✓..,---, ...... / ✓ (.✓--"Ì \ . -· - .1.,-r·: . _, --- ,...,, i -~~JJ,,,~ LAMEDICINA SIDDIIA La santit,à si può rag– giungere solò in un còrpo divino. Il pessimismo e l'ascetismo del periodo delle Upanisad e po.steriore a esse,lascia il posto a un atteggiamento positivo nei confronti del corpo. Esso non è più una sorgente di sofferenza e di tentazione, ma lo strumento più fidato ed efficace che l'uomo ·possieda nella sua ricerca per vincere la morte e la schiavitù. Poichè la libera– zione si può ottenere anche in questa vità, il corpo de– ve essere conservato il più ·a lungo possibile, e in con– dizioni perfette, come aiu– to per la meditazione che conduce alla libertà. Poichè lo sviluppo spiri– tuale è molto più lento del fisico, bisogna ritardare RE NUD0/22 l'invecchiamento del cor– po, così <2he la maturità del corpo e della mente possa– no essere godute simulta– neamente. Per ottenere un pieno sviluppo, il Siddha deve fermare il tempo, ed egli sostiene di saperlo fa– re. L'atteggiamento classi– co del Hatha Yoga e del siddhismo nei confronti del corpo umano è bella– men te e chiaramente espresso nel Tirumantiram di Tirumùlar. In questo mirabile testo il corpo è considerato il tempio di Dio e uno strumento adat– to all'anima neli'aspirazio– ne all'autodisciplina e nel– la ricerca di Dio (st. 307, 724). Nei testi dei cittar tamil posteriori, tuttavia, il cor- po diventa oggetto d'av– versione e disgusto, e sembrà che questi autori più rècenti ripetano quello che era stato l'atteggia– mento dello Yoga di Pa– tanjali: la purificazione fi– sica produceva un senti– merito di ripugnanza per il proprio corpo e l'interru– zione del contatto con i corpi altrui. Tale atteggiamento ne– gativo verso il corpo è sta– to, in realtà, solo una fase t,:ansitoria nello sviluppo del pensiero dei Siddha ta– mil, o una deviazione - si potrebbe quasi dire - espressa in modo molto esplicito nei canti di Patti– nattar. Esso ha sempre avuto fasi alterne e oggi– giorno, nella tradizione vi– vente dei cittar dell'India meridionale, è del tutto e assolutamente positivo, «analogo a quello di Tiru– mùlarn e classicamente ti– pico del Hatha Yoga. Se– condo il mio informatore Siddha i cinquantacinque anni di età sono il vero fio– re della vita, mentre ·1a vecchiaia, come la ·inten– diamo noi in Occidente, non giunge affatto per chi abbia appreso il modo di arrestare l'età fisiologica e anche, in parte, di invertir– la. I Siddha sostengono che il loro sistema medico sia originale, non derivato da quello antico della medici– na ayurvedica. Contraria– mente alla pratica medica ayurvedica, che sembra es– sersi interessata, nella tera– pia, soprattutto di erbe e altre sostanze organiche, il loro sistema, sebbene non avverso alle erbe, fa gran– de uso di sali, metalli, vele– ni, minerali; per dirla in breve, di rimedi non orga– nici. Si dice talvolta che i tre metodi principali della medicina dei Siddha siano mani, mantiram e maran– tu, cioè astrologia, recita– zione dei mantra e uso di medicamenti. Secondo al- cuni esponenti moderni di tale medici~, la loro tera– pia è formata da (1) asana, mudra e bandha yogici, cioè posizioni, gesti e «chiusure», (2) da curyaci– kiccai o bagni di sole e (3) da assunzione di farmaci (maruntu). Pare che il sistema medi– co dei Siddha sia stato fon– dato da Akattiyar (in sanscrito Agastya), che si crede abbia effettuato la trapanazione del cranio sul suo discepolo Teraiyar, ri– muovendogli un rospo (te– rai) dal cervello (da ciò il nome del discepolo). Ad Akattiyar sono attribuiti più di 20 trattati di medici– na: tali testi sembrano es– sere piuttosto recenti. I ri– medi che vi sono prescritti sono sia vegetali sia chimi– ci; Akattiyar distingue con ciarezza fra diagnosi e prognosi ed esegue un mi– nuzioso esame del polso. Alcune delle opere medi– che contengono particolari affascinanti: così ad esem– pio, il Kurunaticcuttiram di Akattiyar menziona microrganismi seminali, scoperti nella medicina oè– ci dentale da Ludwig Hamm nel 1677. Secondo una leggenda, Auvaiyar, ai tempi di Akattiyar, ebbe due figli, lramatevar e Yakkopu (ovviamente Yakub, Gia– cobbe), che furono i veri fondatori del sistema tami– lico di medicina e stregone– ria. Il mio stesso informa– tore Siddha si definiva di– scendente spirituale della linea di Yakkopu. A suo dire, ci sono di– ciotto asana (in tamil, ir– rukka1) yogici indispensa– bili per gli scopi terapeutici dei Siddha: (1) il saluto (vanakkam), (2) l'omaggio . al sole (suryanamaska– ram), (3) la posmone completa delle spalle (car– vankacanam), (4) il pesce (min), (5) la gru (kokku), (6) l'arco (vii), (7) la posi– zione capovolta (viparita-

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