RE NUDO - Anno XI - n. 83 - gennaio 1980

DROGA, INCUBI ED IRREAL DIPfflLIP K.DICK Parlare di Philip K. Dick e della sua opera mastodontica, nell'arco di molti anni, di ro– manzi e racconti, è fare una riflessione sulle costanti che da un lato segnano quest'im– portantissimo autore, e dal– l'altro conducono a strette mani l'underground, il movi– mento, e più in generale tutte le «menti libere». Per Dick il mondo è sogno, è incubo, è realtà sfaccettata dalla droga e dalla percezione, è lotta continua, soprattutto, contro un cosmo duro e meccanico che tenacemente si attacca al– i 'uomo. Questo fin dall'epoca jel suo primo lavoro, «Il di– ;co di fiamma» (1955), ma ;empre ed in maggior aumen– to, con il trascorrere delle età; c'è una volontà precisa, da un lato di autodistruzione - Dick finirà spesso, in seguito, in case di cura per disintossi– carsi - e dall'altro di «raffi– gurazione» dell'incubo asso– luto, cosi come è stato deno– minato. Dick è una figura strana, atipica, poichè nel mondo della fantascienza sembra appartenere a quel fi– lone di narrativa che va sotto il nome di «sociologica» ... ma' invece si svolge per modo suo, e trascina con sè quella che diverrà poi la new wave, la grande onda rivoluzionaria dei Sessanta. Ed è proprio nei Sessanta che Dick dà la mag– gior parte di sè. Dal 1963, an– no in cui scrive «La svastica sul sole», fino al 1969, in cui con «Ubik, mio signore» ini– zia il suo declino di tossicodi– pendente, Dick impone· uno stile, una realtà. E molte idee. Il suo mondo è un mondo congegnato con la teoria del- 1'incubo, dove spesso la realtà si dilata, si spezza, si ricom– pone, riaffiora nella mente dei protagonisti, il suo mon– do è tutto uguale, ricorda a volte il Kafka de «Il proces– so», o di «America», è simile, sia esso Berkeley o New York o qualunque altra città o na– zione del mondo. Il mondo di Dick è tutto uguale ed è ma– scherato ... la sua patinatura di «realtà» è un colore di morte. Ma in questa follia Dick è l'unico autore capace di prendere il lettore e trasci– narlo verso l'incubo, nel Maelstrom delle proprie emo– zioni e paure, giù nel «Gorgo che tranghiottisce i forti», giù, nella mente. Non a caso DicK è amatissimo dai giova- •ni, perché registra, ha sempre registrato l'alienazione e le paure quotidiane, soprattut– to, e sempre, per quello che riguarda la percezione, la realtà. Il tessuto della sua narrativa è quello dei sogni, dei trip; chi ha provato una volta la droga, di qualunque tipo ... chi ricorda un sogno, · una sola volta, riafferrerà i contatti con il mondo, con l'esperienza di Dick, messo di fronte ad uno qualsiasi dei suoi lavori. L'esperienza di Dick è intrisa di realtà che stanno oltre la realtà, ed in escalation, a cominciare da «L'occhio nel cielo» (1956) dove per un'incidente in un bevatrone nucleare, un grup– po di turisti si trova a dover affrontare un mondo dopo l'altro, un mondo creato dal– la coscienza di loro stessi, con tutte le paranoie, le angoscie, te·follie dei protagonisti. Sep– pur meccanicamente, in mo– do artificioso, sono già visibi– li le forme di «racconto» del– l'uomo, ed il suo fine; dove è la realtà? Quale è la rea tà? « La città sostituita» ( 1956) risponde seguendo il Zoroa– strismo; la città natale diven– ta un'incubo ricorrente, inve– ce che la culla, il revival, il riandare ripercorrendo anti– chi sentieri. La città natale è divisa a metà, bianco e nero, il Bene ed il Male che si fron– teggiano in quella strana Ar– magghedon, dove pupazzi di fango, animali, oggetti inani– mati, prendono vita e si muo– vono. Più in là, è una conti– nua dissociazione, inarresta– bile. In Dick la vita si stringe a doppio nodo alla letteratu– ra; la sua crisi è la sua vita, ed anche la crisi dei suoi roman– zi. La vita cambia di netto con «La svastica sul sole», che I Ching dettano, indicano e modificano: la seconda guerra mondiale è finita, vin– ta dalle potenze dell'Asse. Ma c'è qualcuno che ha scritto un romanzo in cui si ipotizza il contrario. Interrogati I Ching non mentono mai. All'incirca cosi nella vita, dove Dick si fa realmente «guidare» dal testo sacro, interrogandolo, chie– dendo consigli; per il suo li– bro, che vincerà poi il premio Hugo, Dick non ha nulla sot– tomano; schemi, abbozzi, an– notazioni. Ha solo I Ching, di cui si fida ciecamente, che lo guidano, volta per volta, ► RE NUD0/15

RkJQdWJsaXNoZXIy