RE NUDO - Anno X - n. 82 - dicembre 1979

36.'RE Nl.,rn_n _________ _ vicissitudini diun grup din1enticato. In materia di {facili) orgasmi rock, come non ricordare i Taedium Vi– tae, i mitici Taedium Vitae di Tom Fogarty, quelli che con Sweet Lit– tle Suicide stanno, al crinale tra Velvet, MCS e Pink Floyd, tra i pochi conseguenti prefiguratori del sound degli ultimi '70, e, perché no?, anche degli '80. I. « Fogarty is quintessential rock figure » compendia Nick Logan nel New Musical Express Book of Rock, « had studied McLuhan as well as Tristan Tzara, and was one of most- erudite and widely read of rock stars; though perhaps not a genuis, he was one of few com– mending talents the genre has thrown up. He quite literally ·lived for his art ». Non è un genio? Può darsi. Quel che è certo è che la sua chitarra resterà a lungo ineguagliata: in un pop che a stento si libera (è il '66) di ovvietà beat e cospicui debiti blues, il chitarrismo di Martha Fix è pareggiato soltanto dal Lou Reed, molto più citato, di White Light White Heat. EDIUMVI1J\E: e assurdo, comunque, che al Fo– garty compositore e scrittore non si dedichi mai, assolutamente, una riga. Al punto che un libro ampio ed onnicomprensivo come la Rock Encyclopaedia di Lydia Roxon non si preoccupa nemmeno di citarlo: influsso malefico, forse, di quel ma– ligno Lou Reed che dichiarò in u– n'intervista al Melody Maker: « Quel che fa Fogarty non mi inte– ressa; e non capisco come possa interessare a qualcuno ». Mah! E dire che una strofa come: Sweet little suicide on your nightmare you ride in visions of pale green why the hell by no-one you're seen con la sua ritmica spezzata, la me– scolanza di lirica ed aggressività, con quei versi che sembrano per– dere il témpo (sostenuti poi dal– l'organo out-of-tune dello splendi– do Hat'ry Wyler), può stare alla pari delle stravolte ballate di un Captain Beefheart o di un Syd Barrett. II. La nascita di un gruppo chiamato Taedium Vitae è databile, appros- simativamente, alla metà del 1965, quando Fogarty, chitarrista auto– didatta fortemente influenzato da Chuck Berry e in generale dall'ala nera del rock and roll, incontra il batterista Chris Anderson, allora studente in un college del Michi– gan. La prima formazione, con Al– len Stewart al basso e un giovanis– simo Sterling Morrison alla chitar– ra ritmica, naufraga in un paio di mesi. Il fallimento è suggellato dal passaggio di Morrison ai neonati Velvet Underground. Alla ricerca di un modo per rim– pinguare il troppo scarno sound del complesso, Fogarty si imbatte nell'organista Harry Wyler, perso– naggio singolarissimo, che amava definirsi « new dada » e già allora fiutava i primi fremiti psichedelici di involvment show. Sotto l'influenza ancora salda del « duro » Fogarty, la scena dei Taedium acquista una dimensione tutta particolare, tesa com'è tra le :suggestioni dei light-shows di Wyler e il chitarrismo estenuante del leader. Ma l'impasto, miracolo– samente, riesce a tenere, e i Tae-

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