RE NUDO - Anno X - n. 81 - novembre 1979

'RE NUDO t. pL:r nessun intervento chirurgi– co 1 nostro Pa e è previsto, pc, legge, l'obbligo della gratui– tà. È ii pr zzo che il Parlamen– to italiano ha pagato allo « slo– gan »: « aborto libero, gratuito, in strutture pubbliche ». Lo « slo– gan» è demagogico, falso, immo– rak. ne mia amica miliardaria ha fatto abortire la figlia minoren– ne in un Ospedale pubblico di Bologna. Tutto grati . Per qual- iasi altro intervento chirurgico, arebbe stata chiamata a rimbor– arne il costo. Le è stato impe- dito. Pura demagogia. In un Ospedale di Taranto è tata scoperta la « borsa nera » delle prenotazioni. Abortisce pri– a la donna che prima si è sot– top sta a una visita di controllo, agata, cara, al ginecologo. La taglia suU'aborto nel Sud è ordì– nana amministrazione. Anche al ord il certificato ài autorizza- zione all'aborto viene fatto pa- a1 e negli ospedali. f: falso dun– que che l'aborto sia totalmente gratuito. In un ospedale pubblico di Se– sto S. Giovanni (MI), una donna che tre mesi prima aveva abor– tito, di nuovo incinta, ha prete- o ed ottenuto di abortire una cconda volta, naturalmente gra– tis. La contraccezione non è gra– tis, la sterilizzazione maschile o femminile non è gratis, solo l'a– borto è obbligatoriamente gra– tis. La Legge n. 194 non scorag– gia l'aborto a ripetizione. Questo :. 11 1morale. 2. La gratuità per obbligo di legge, per tutti e in ogni caso, è un prodotto d lla demagogia es– a .tottesca che dovrebbe es er respinto da una più ensibile co- cienza civile. oi tutti fingiamo che ne suno paghi l'aborto gra– tuito in ospedale, mentre, in real– tà rulli lo paghiamo, o con i ccn– tributi, i più alti d'Europa, al pa· rast to assistenziale, o con le im– poste erariali. In Francia, giusta– mcnt , è stata imposta una ta– riffa di L. 80.000 per ogni abor– to in ospedal pubblico. 3. Le li te d.el ~e donn incin– te i atte,,a di aborto negli o. pe– dali pubblici ono lunghis ime. Ila donna che si è prenotata in tempo, supponiamo alla 7" set– timana di gravidanza, l'interven– to finisce per essere praticato do– po la 12' s ttimana. Sappiamo quale sia il salto di qualità di un'interruzione di gravidanza pri– ma e dopo il 90" giorno dal con– cepimento: int rvento di ore in sala operatoria, feto già forma– to a pezzi, trauma rnoraie e psi– cofisico per la donna e per chi opera. È quello h avvien · an– che nelle strutture pubbliche più disponibili, come la « Mangiagal– li » di Milano. Dopo un interven– to su una donna oltre la 12a set– timana, il ginecologo è stremato: chi oserà dargli addos o se chie– derà di infittire la schiera degE obiettori? 4. Fare aborti, solo sempr aborti, perché magari si è l'uni– co ginecologo non obiettore in ospedale, è dequalificante, anche professionalmente. L'abortista o– spedaliero non può contar nem– meno sulia taglia in denaro ch1:: riscuote il suo collega abortista clandestino, magari iscritto nella: lista degli obbiettori. Dobbiamo prepararci a un infitfrsi di obie– zioni, per disgusto e per stan– chezza. S. La stampa cattolica ha, fra ì'inorridita e la compiaciuta, fat– to rilevare, statistiche alla mano, che mai tante perforazioni di ute– ro, mai tanti incidenti operatori si sono verificati in ospedale, da qu ndo si fanno aborti pubblici e gratuiti. Ed è vero. Le tati. ti– che p ccano anzi per difetto. Fa– re aborti è arte di pochi. Gli abortisti convenzionati col CISA, in locali improvvisati, senza ane- tesia, operavano ad occhi chiu– i: c'è chi ne ha fatto diecimila, anche quindicimila, nella sua car– ri ra di ginecologo, e non ha mai avuto un incidente. Ma queste verità le nascondiamo, perché il mito statalista ci costringe a fin– gere che negli ospedali pubblici l'aborto è perfetto ed amorevol– mente assistito. C'era più amo– re, più assistenza neìle cliniche improvvisate e clandestine del CISA. 6. Le minorenni non abortisco– no pm. relle statiche degli a– borti in ospedale non compaio– no. Eppure quando il CISA era aperto, elevata era la percentua– le di minori incinte per la man– cata conoscenza di metodi con– traccettivi e per la disinforma– zione sessuale nelle scuole e nel– le famiglie. D'improvvi o, per miracoìo parlamentare, le mino– renni non abortiscono più. Non as ociamoci alla generale ipocri– sia. La legge 194 ha condannato chi ne ha più bisogno, le mino– renni, alla tragedia dell'aborto clandestino. Basterebb solo que- to per indurci a riaprire i cen– tri ài a istenza del CISA. 7. on partecipo al linciaggio e non partecipo alla caccia al ginecologo cland tino, perché

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