RE NUDO - Anno X - n. 81 - novembre 1979

28/RE NUDO conoscevano i miei e si approvavano a vicenda. Tutto aveva un tono così tranquillo, così prede– stinato. Il consenso faceva ala ai nostri gesti, ci sentivamo nel solco della tradizione ma moderni. Non vedevo l'ora di finire l'università per siste– marmi con la mia ragazza in un tranquillo nido messo su dai genitori associati. Ma proprio allora scoppiò la contestazione e ap– presi a diffidare delle sistemazioni e dei sistemi, a infrangerli, romperli, farne briciole. Fu un'ubria– catura ideologica, una splendida ira iconoclasta che tutto mise in discussione e distrusse, tutto mise in cantiere e non costruì (ma la colpa non fu nostra: la classe operaia, che doveva prendere in mano i comuni destini, non si mosse). Con la contestazione io andavo forte, la mia ra– gazza meno: fu giocoforza vederla sparire ai bor– di della militanza prima e della mia vita poi, tra la costernazione delle nostre famiglie. Partecipai a numerose occupazioni: quella dell'uni– versità, quella dell'albergo in fallimento, in fine delle case sfitte, e le discussioni assembleari era– no il mio pane quotidiano. 'Fu lì che conobpi una compagna, la mia compa– , gna in assoluto, compagna di lotte e di letto, una benemerita della doppia militanza, infaticabile nel– l'autocoscienza eome nel rapporto con le masse. Rispetto a me lei aveva qualcosa di più: non ave– va vita privata, tutto per lei era pubblico, nel sen– so che quello che succedeva nelle nostre quattro mura lo faceva sapere a tutti e veniva discusso nei collettivi, mentre quello che succedeva nei collet– tivi veniva continuamente ridiscusso in privato, anche nei momenti intimi. E tutte le battaglie più coraggiose furono le nostre. · Chi non ricorda la trovata dell'amore vaginale e clitorideo? ·Ebbene sì, arrossisco a confessarlo ·ma lo ammet– to: divenni clitorideo. Adesso sui giornali negli annunci « personali » si usa scrivere: linguista provetto cerca ... Insomma, ero diventato, per amor d'ideologia, quella cosa lì. Solo che, approfondendosi il rapporto, si appro– fondiva anche la coscienza della mia inadeguatez– za, il mio carattere prepotente e maschilista, la ca– duta <lei d~siderio quando non ero io a condurre il gioco. Una contraddizione insanabile. Poi enne ìa mia esperienza di galera. Durante una· manifestazione mi avevano improv– visamente circondato. alcuni poliziotti, a· me che ero così abile nella fuga non ne lasciarono il tem– po: mi ritrovai in un cellulare, poi in questura e la sera in carcere, con un'imputazione ridicola che poi al processo fortunamente si sgonfiò. Comunque, prima di uscire in libertà provvisoria feci ir, tempo a farmi due settimane di carcere duro (si fa per dire). In realtà mi diedi alla pazza gioia con i miei' compagni di cella, e siccome era– vamo tutti del movimento decidemmo di non sta– re con le mani in mano ma di fare qualcosa di ses– suale fra di noi (non ci avevano ripetuto fino alla nausea i compagni omosessuali delle radio libere che dovevamo scoprire la nostra femminilità?) alla faccia di chi ci teneva rinchiusi per motivi ,. .ç-, ~ ,J., I~- I : ·- ( ;y pi'i'~ ___ ..... __ ... __ - - ... ~ -/··· ''4 J .Àb ' .-.: .. _ _:;; , politici. Non era forse anche quello un fare poli– tica, politica del personale? L'esperienza devo dire che non mi dispiacque, e quindi mi rimase una mezza voglia di riprenderla fuori Ritornato in libertà mi sorpresi di quanto la mia compagna fosse cambiata: smessi i blue jeans, ora si agghindava con nastrini, merletti, fiorellini pen– duli, mentre a me piaceva sempre più corazzarmi nel giubbotto di pelle nera. A questo punto mi capitarono in mano due libri': uno sull'amore tantrico e uno sul sado-masochi– smo. Da quello tantrico avevo capito che dovevo smet– tere di fare l'amore ideologicamente, con la testa, ma che dovevo lasciar parlare la mia anima, anzi dovevo arrendermi al tutto, alla grande anima cosmica che ci circonda e ci penetra. Dal libro sul sado-masochismo avevo appreso che dovevo lasciarmi penetrare e basta, senza rea– gire all'umiliazione, anzi godendone. Le sue espe– rienze mi sembravano affini e complementari: en- .

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