RE NUDO - Anno X - n. 80 - settembre-ottobre 1979

22/RE NUDO Dialoghi immaginari ear• #etueu, @@@ earo Wolli,@@@ Come è nata la tragedia Questo dialogo è naturalmente vero, Re Nudo si è solo limitato a trascriverlo senza omettere al– cun particolare. E' stato anche provveduto per coloro i quali sono affetti dalla Tenia della razionalità, infatti è possibile reperire al fondo del pezzo una bibliografia ragionata (per quanto è possibile). r;_ Nietzsche: Finalmente ti tro– vo e ti vedo! Da quella casa to– scana hai invaso l'Europa con i tuoi scritti ché in fondo sconfes– savano i miei. Sei pazzo? Giorgio Colli: Senti chi parla. F. Nietzsche: Mio folle amico e seguace mi vuoi insomma dire perché sei andato scrivendo che Apollo e Dioniso sono simili nel– la pazzia, nella follia, mentre io invece li vedevo nettamente sepa– rati? G Giorgio Colli: Ma è semplice, io hci letto le fonti e le ho tradot– te, mentre tu invece ti sei docu– mentato solo sui testi scolastici e non hai mai letto nulla in ori– ginale. F. Nietzsche: Che centra? L'in– tuizione è la mia, l'idea che la sa– pienza fosse dei presocratici è mia, che la filosofia sia un mo– mento peggiorativo rispetto al periodo in cui è nata la tragedia è una mia illuminazione. Giorgio Colli: Certamente, solo che io ho un poco aggiustata que– sta tua concezione. A proposito, volevo parlarti proprio della na– scita della tragedia e della pro– fanazione dei Misteri Eleusini. F. Nietzsche: Per questo sono giunti fin qui Eschilo ed Eleusi e gli altri? Giorgio Colli: E' così, ma taci un momento, ascoltiamoli. ESCHILO:Eschilo mi chiamò mio padre, mentre veniva rapito di notte da un profumo di donna. Eschilo, disse a quella giovane, si chiamerà nostro figlio. Perché così è stato detto: mio padre conobbe subito con certezza il mio farsi nel grembo di lei. Men– tre giaceva ad occhi chiusi, ine– briato dall'amore, seppe di me e con lei ne esultò. Perché gli sa– rebbe giunto urÌ figlio, figlio del– l'estasi e cosciente dell'ebrezza crei).tiva. Infatti i misteri sono stati da sempre il mio unico ri– chiamo, e sin da bambino fui portato nel tempio, dato che i miei occhi portavano nell'iride le immagini dei riti del Dio, che pure mai avevano visto. Nulla infatti conoscevo, ma parlavo co– me se già tutto avessi visto. Fui c:oncepito coscientemente nell'e– stasi, per questo sono nato aven– do già coscienza delle cerimonie di Dioniso, appunto il Dio del– l'abbandono. ELEUSI: Sono la stanza sacra. Nelle mie pareti si sono svolte da sempre le feste del Dio delle Orgie. Gli uomini giungono a me dopo un progressivo abbandono. Lentamente perdono il senno, la– sciano il loro essere umano, sciolgono nelle fibre l'essere tem– porale e si avvicinano all'eterna dimensione della conoscenza, quando il dio li possiede, facen– do loro conoscere la gioia.

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