RE NUDO - Anno X - n. 77 - giugno 1979
RE NUD0/58 Van Der Graaf Generator VITAL LIVE Charisma · distr. PHONO– GRAM E' proprio il momento dei grandi ritorni « live »: do– po il pregevole doppio « dal vivo» dei Jethro Tull, eccoun altro gruppo ingle– se degli anni 70 a ripro– varci, dimostrando ancora una volta, se ce n'era bi– sogno, che le registrazioni « livé » sono di gran lunga più. calde, trascinanti e go– dibilidi quelle in studio, al– meno per questo genere di musica. Una riprova del fatto che nella musica rock il contatto col pubblico è essenziale. I Van Der Graaf me li ri– cordavo ai tempi dì « Pa– wn. Hearts »,e« H to He » con la loro musica incal– zante sempre ricca di spunti e variazioni, mai scialba. e ripetitiva. Solo da alcuni anni lì avevo per– si dì vista, anzi dì udito, proprio perché mi sembra– va fossero entrati in quella fase dì declino e ripetitivi– tà che oggi caratterizza molti dei gruppi di quegli anni: negli ultimi album poi erano soltanto la palli– da imitazione di loro stes– si. In questo doppio però, vuoi per l'originale ed ag– gressiva voce di Peter Ham mil che per una rinnovata vitalità degli altri strumen– tisti, i Van Der Craf ci ri– portano decisamente alle atmosfere di un tempo, an– che se molti dei brani ese– guiti fanno parte proprio degli ultimi LP: le liriche dolcemente sognanti e sur– reali di Hammil, poi, fan– no il resto. Dunque un ot– timo lavoro. Il Generatore Van Der Graaf ha ripreso a carica– re: chi si sia davvero rige– nerato? Fugs The Fugs First Album The Fugs (Base Records) a.b. Quasi quindici anni dopo, ecco finalmente disponibili sul mercato nazionale due leggende dell'underground americano: i primi album dei Fugs, ripescati dalla Base Record negli archivi della scomparsa. ESP. I Fugs non hanno bisogno di presentazioni, sono sta– ti le anime nere della mu– sica americana anni '60, DISCHI UCL~nTI uno dei centri di gravità degli intellettuali del Vil– lage di New York. Intorno ai tre poeti/ commediogra– fi/ musicisti, Ken Weaver, Ed Sanders e Tuli Kupfer– berg, non disdegnavano di ritrovarsi anche i Corso e i Ginsberg. In questi primi dischi, la arma preferì ta è la provo– cazione verbale. L'Ameri– ca era appena uscita dal sogno kennediano (First · Album è del '65), e questi irregolari che parlavano senza peli sulla lingua di sesso, acidi e Vietnam a– vevano una carica da sho– ck, che risaltava al massi– mo nella dura gestualità d~i loro spettacoli. La musica era povera, spe– cie agli inizi, senza virtuo– sismo o « ricerca » stru– mentale. Ken Weaver alla batteria vale anche meno di Ringo Starr. Ma c'era la consapevolezza sacro– santa: i Fugs, ·una volta tanto, sapevano quello che facevano e perché lo face– vano. E anche far musica male, senza tecnica né pe– rizia, era una di quelle scelte di vita che davano vigore al neonato pop. E c'era la provocazione, final– mente si alzavan~ le sot– tane a Mamma America, e si aveva il coraggio di di– re che il sesso non era sporco, lo era caso mai Lyndon Johnson. Da.Supergirl a Nothing, da Kit for Peace a Virgin Fo– rest, tra un William Blake messo in country e un rock messo in croce, la validità della proposta dei Fugs e– sce di prepotenza dai ·sol- chi, con tutta la volontà di essere fuori propria del– l'underground migliore. La America, il mondo, non so– no cambiati granché da al– lora, è vero. Ma c'è sem– pre da scendere in strada. Anche a suonare. p. b. Klaus Schulze « X » Sechs Musikalische Biographien imp. Brain L'anniversario di morte della musica elettronica made in Germany è già stato celebrato diverse vol– te, ma sembra che i rema– ke siano di moda nel paese di F. Nietzsche. Proprio a questo illustre e riabilita– to signore Schulze dedica il primo brano di questo disco doppio. Stampato per celebrare la decima re– gistrazione su vinile di un «musicista» che ha attra– versato indenne il trava– glio della musica pop elet– tronica. Il disco è corredato da nu– merosi momenti fotografi– ci del giovane Schulze quando suonava la batte– ria di un gruppo rock, poi con i primi Tangerine Dre– am e Ash Ra Tempel, fino alla carriera più fortunata di solista. Nel '71 il « miracolo » Ir– rlicht donava speranze di vita agli ammalati di mu– sica che digerivano penosa– mente lo straziante canto del cigno dell'agonizzante pop inglese. Sui vecchi Muzak e Gong le penne di Bertoncelli e Fumagalli ricevevano nuo-
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