RE NUDO - Anno X - n. 76 - maggio 1979

RE NUD0/28 INTERVISTA CON SABA SARDI Come liberarsi del potere Francesco Saba Sardi, triestino, sta indagando da alcuni anni le strate– gie del potere (e quelle della liberazione) in libri come « Sesso e mito» (Longanesi), « Il massacro: moventi e storia del militarismo» (Sugar– co), « Storia della censura» {Sugarco), « Onan » (Sugarco), « Il secolo dei libertini» (Mediterranee), « Nascita della follia» (Mondàdori), « La perversione inesistente ovvero il fantasma del potere» (La Salamandra). Cos'è secondo te il potere, e come è nato? Il potere è la realizzazione di una aspirazione che probabilmente è in ciascuno di noi: vivere magica– mente a spese di qualcuno o di qualcosa. Ma questo proposito non è realizzabile al di fuori di concrete e precise condizioni: lo stanziamento di una popolazione, una produzione abbondante, una divisione dei ruoli cristallizzata e cristallizzante. Il potere è infatti nato nel neolitico con il passaggio dalla caccia e dalla raccolta alla stanzialità e alla nascita di so– cietà agricole. Ed è un'invenzio– ne maschile, la sostituzione del pa– triarcato alla non-gerarchia dei gruppi « primitivi ». Oggi, poi, il potere è largamente introiettato. La vittoria del sistema gerarchiz– zato è talmente ampia, che l'usci– ta dal sistema di potere porta al– la morte, letteralmente, per fame; nel nome dello pseudomito dello sviluppo, l'introiezione del pote– re si è estesa a livello planetario. Fondamento del potere è la ra– zionalità, con la conseguenza che potere oggi è tutt'uno con sapere. Esso promette la fine di ogni ma– le, esso si proclama unica speran– za in un mondo ridotto all'unifor– mità. Esistono alternative al sistema del potere? L'alternativa è possibile a patto che si cominci a rendersi conto della natura mitica del potere, in– teso come monopolio del mitico, monopolio della violenza di cui le gerarchie si impossessano privan– done i sudditi o nascondendola loro, impedendo che ne siano e– dotti. Al gioco della guerra, il po– tere sostituisce la rivalità fra i membri della società: il guerriero diviene soldato. Il marxismo, lo spiritualismo, la scoperta del privato, sono via di uscita a questa situazione che tu hai descritto? No, sono le vecchie trappole. Non è possibile riappropriarsi della di– mensione mitica, recuperare la violenza ,toglierla cioè al monopo– lio del potere), scegliendo quella o questa ideologia, quella o que– sta strada tracciata dal potere. Per quanto riguarda il marxismo, direi che la sua pretesa raziona– lità non è che l'ennesima raziona– lizzazione di cui il potere moder– no si ammanta, così come quelli precedenti ricorrevano all'afferma– zione di essere i rappresentanti e anzi le incarnazioni terrene delle sacralità. In effetti, non c'è grup– po e non c'è classe più o meno strutturata che sia capace di assi- franceeco ,Saba Sardi curare, attraverso la riorganizza– zione e una super razionalizzazio– ne, l'uscita dal labirinto, la libe– razione dai vincoli. Non c'è clas– se o gruppo dotato per destinazio– ne o volontà, di una miracolosa razionalità tale che gli permetta di ricomporre in maniera accetta– bile il disegno del mondo. L'aspirazione non può che essere verso una società autonoma, che recuperi la dimensione mitica, e neppure: piuttosto alla dissoluzio– ne della società, dal momento che questa è stata determinata dal po– tere. Ritengo che, così come è sta– to inventato il sistema del potere, si possa inventare qualcosa di di– verso. Per farlo è però necessario innanzitutto rendersi conto di che cosa sia fatto il sistema del po– tere. Per quanto riguarda la spiritua– lità, essa non è che irrazionali– smo: fa credere che l'aldilà, cioè l'informe, il mondo che è prima della nascita e dopo la morte, pos– sa in realtà venire cartografato, colonizzato, redento. In questi ultimi anni si è fatto un gran parlare della liberazione di sé, del proprio corpo, del gruppo attraverso la festa. Cos'è per te la festa? Premetto: la festa è essenzialmen– te superamento del tabù. Festa è

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