RE NUDO - Anno X - n. 75 - aprile 1979

RE NUD0/36 L'altra volta ho provato a dare un'idea del necessario da metter su per avere in casa l'alta fedeltà, adesso provo a ri– spondere alla domanda sostanziale: é necessaria la stereofonia? A che serve? Pen·so che siamo tutti d'accordo sul fatto che niente valga come godersi dal vivo un bel concerto, con tutti i suoi 1-imlbombi, le sue smagliature, i suoi fi– s, :hi (se c'è di mezzo un impianto di a1 nplificazione), i suoi colori, le sue lu– ci,·, Ja gente, cioè vivendoselo mentre "st 11::cede". Questo rimane indubbia– me; te ancora ii.Imiglior modo, soprat– tutt, o per chi non può permettersi niente più della radiola o del glorioso m~n– giaca. ~ette e della vecchia fonovaligia e pre t~risc~ qu~n?i investire i sol~i- an– ziché 1 m d1sch1 m qualche aud1Z1one "live", sempre c.he sia in un centro visi– tato da i concerti di musica. Fra l'altro, a proposi i.todi dischi, è finita l'epopea del 45 giri, · relativa1mente economico, ora infatti la· musica si vende quasi soltanto in confezione speciale, nei pizzoni di 30 cm., 33 giri, quasi un'ora di ascolto, ma quattro volte più costoso del 45 giri, nonché più delicato. Chi vive lontano dalle grandi città e appaga la sua do– manda musicale con nastri e dischi, deve fare più attentamente i conti col suo bilancio, o rassegnarsi ·alla radio, o aspettare · che · con la prossima festa "dell'Unità" qualche gruppo si faccia convincere a suonare fuori circuito. Ma ciò capita di rado. Così i negozi di bas– sa, media ed alta fedeltà presenti nei piccoli centri hanno fatto fortuna. Tutti chiedono lo stereo, giradischi e radio, e questo fa risparmiare i dischi. In città idem, ma per risentirsi con pìù comodo la merce ascoltabile anche dal vivo. Insomma il mercato audio è . esploso. Ed è la voce "stereo" a conno– tare totalmente la richiesta di apparec– chi: pare che se non è "stereo" non c'·è gusto. Vediamo quindi che cos'è la stereofo- o nia ed in cosa aiuta l'ascolto, premet– tendo che se ogni apparecchio in alta fedeltà è necessariame~_te stereo, _l'e– quivalenza no~ val~ all 1~ve~so. _Esiste cioè un mare d1 rad10 e guad1sch1 defi– niti "stereo" che non sono affatto fede- ·1issimi, anzi sono spesso delle grosse puzzonate. Tutto parte dal!a const~ta– zione che avere due orecchie è senz al– tro più utile che averne una sola, se non altro per accorgersi da che parte stia venendo addosso il tram. Infatti se provate a tapparvi un .orecchi_o con della cera e ad ascoltare 1 rumon natu– rali con occhi bendati, non sa.rete più molto certi di indovinarne la prove– menza. 11 aopp10 ··punto d'ascolto" che possediamo è la natura stes_sa_dC?ll_ "stereofonia": ci permette di md1v1- duare direzione e dimensione di una fonte acustica. Così al concerto possia– mo percepire che, per esempio, la ba~– teria è a sinistra, la chitarra a destra e 11 deficiente col cucchiaio sulla latta esat– tamente dietro a noi. Un'altra prova: se fate rumore con qualcosa (due cucchia~, . un martello, sassi) proprio sotto 11 mento, vi sembrerà che il rumore venga da dietro; è un effetto di percezione acustica ingannevole· (vi ricordo che siete ancora con l'orecchio tappato). Ecco di solito, al concerto "live" am– plificato, con un micr?fono_ ? più p~r ogni strumento e vo~e, 1tec1?-1c1 ~an1?-om modo di mandare 1 segnah dei micro– foni di sinistra nelle casse di sinistra e , analogamente per i microfoni di destra. Un effetto ancora più autentico si ot– tiene ascoltando da vicino una grande orchestra che non abbia bisogno di marchingegni amplificatorii .. E tutt~ grazie alle vostre due orecchie che v1 danno il senso acustico spaziale, la profondità geometrica delle fonti di rumore, a prescindere dalla loro inten– sità. Quindi, è intuitivo che lo scopo della riproduzione in alta fe~elt_à sia quello di mantenere, oltre che 11nspetto della scala tonale acustica, dell'intero arco– baleno dell'udibile (cioè in termini di frequenza: da 16 a 20.000 hC?rtzvi?ra– zioni al secondo), anche la d1mens1one spaziale della fonte originale. Risolvere

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