RE NUDO - Anno X - n. 74 - marzo 1979

RE NUD0/30 California metà anni '60 Erano gli anni della rivolta nelle uni– versità americane, dai campus partiva– no quei fermenti che riuscirono a scuo– tere mamma Amerika seminando dub– bi sulla validità del sistema, e sulla le– gittimità della santa krociata portata in· Vietnam nel nome della libertà. Per la prima volta le insidie nascoste in una società fondata sul neomaterialismo e sulla razionalizzazione del sistema tec– nocratico venivano denunciate, stavol– ta non da singoli profeti che da qualche lustro battevano quella strada (i Ke– rouac, i Ginsberg), ora la questione era sentita da larghe fasce d'opinione. Questo atteggiamento provocò, prima in California e, per inerzia, nel resto degli USA, un ribaltamento della scala dei valori costruiti sino a_dallora (oggi) sulla sacralità-dei punti cardini su cui poggia l'opulenta società americana. cioè: patria, lavoro, famiglia e l'inalie– nabile proprietà privata. Con il rifiuto d( questi "valori", partendo dalla con:– testazione al sistema educativo ed in seguito inglobando nella stessa tutta la logica capitalistica, sorsero in America nuove spinte che si concretizzarono nella nascita di nuove forme d'espres– sione che riuscirono a coinvolgere ·in breve tempo"arte, costume, l_etteratura e politica. , Ben presto la California divenne la ter– ra promessa per la presa di coscienza giovanile; da Berkeley il verbo si pro- , pagò trovando riscontro in "occidente" prima dalle parti della 'Sorbonne', sca– v_alcandola cortina toccò una "prima– vera reale" andando a finire ... beh!, il resto lo conosciamo. Ancora una volta il moloch ha imbandito in tempo la propria tavola. Contestualmente al fe– nomeno pplitico·in California si andava sviluppando quello culturale e la voce più importante di questo capitolo cor– risponde al musicale, anzi la musica più del teatro o della letteratura era l'ele– mento catalizzatore che riusciva a con– vergere/ coinvolgere le masse giovanili che allora si identificavano nel "move– ment'' e. forse per la prima volta, avve– niva l'equazione: politica + cultura = divertimento. I raduni musicali diven– tarono sinonimo di "aggregazione": tra il rock che si fregiava a pieno titolo di musica di "rottura" si ascoltavano pro– grammi politici. si organizzavano ma– nifestazioni: marce antimilitariste od occupazioni che fossero. o semplice– mente (non troppo) si salmodiavano "mantra" insi~me a qualche poeta della beatgeneration. Era il tempo delle pri– me "fughe" collettive; a coronare l'at– mosfera intervenivano i gruppi che de– linearono il suono della weast coast sbucati da qualche bettola del porto di S. Francisco o Los Angeles. o per i più fortunati da qualche localino di 'sunset strip' .... primi vagiti di un'epoca musi– cale a venire, musicisti che in breve tempo si fecero portavoce (sino ad un certo limite) di quella realtà giovanile ... "Got a revolution" gridavano nei con– certi i 'J efferson Airplane' mentre i 'Grateful Dead' immersi nel loro paci– fismo tessevano poe,mi acidi, dalla stessa valle "People afe strange" scan– divano i 'Doors'. Da questa trilogia estraiamo il fiore più bello: quello che a distanza di dodici anni °forse a qual– cheduno riesce ancora ad inebriare mente e corpo con il suo vivo profumo di serra californiara (retorica da penna a sfera?) il fiore più bello della serra. cioè i 'DOORS'. "Ci sono cose che co– nosciamo e cose che ci restano ignote; in mezzo stanno le porte della percezione". da questa frase di William Blake trae origine il nome del gruppo Doors/Por– te. Losangelini adottivi i 'Doors'. hanno dato all'area musicale Weast– coastiana un'intellettualità che certa- . mente mancava nelle tematiche degli altri gruppi californiani (salvo lo spo– radico caso dell'indimenticabile canto-,· re delle allucinazioni: Tim Bukley). La vita/ realtà nelle metropoli californiane L.A & S.F è meno castrante di quella delle metropoli dell'est. dovuto a fattori generalmente individuabili (il retaggio della cultura latina e asiatica e le con– tingenze annesse alla coesistenza di di– versi gruppi etnici e dunque culturali. , fanno di questa regione una delle più 'libertarie' degli USA ed inoltre il clima quasi mediterraneo la rende la più eu– ropea delle regioni americane). pur na– scendo in questo contesto la fisionomia· "Doors" assume caratteristiche marca– tamente metropolitane. più vicini a New York o Detroit che a Los Angeles. Distaccandosi dal "movement" che nel frattempo si andava trasformandosi o perlomeno assumeva svariate caratte– ristiche. vedi pacjfismo Peace & Loye del flower power. patologico come l'ondata di misticismo orientale. feno– meni che imperavano nella zona. il gruppo appare come il prodotto di una disgregante realtà urbana. e la loro "poesia urbana" è la risposta all'ango– scia metropolitana dei cugini dell'est: in testa i 'Velvet Underground' "deca– denti eccellenti" dall'ànima Warholia– na. seguiti dai politicizzati "Fugs". ir– reverente 'manus longa' dei politicanti Ed Sanders e Tuli Kupferberg. Analiz– zando (che brutta parola) la figura em– blematica o meglio. l'estro innovativo di Jim Morrison ci accorgeremo della differenziazione che caratterizzò i 'Doors' dagli altri gruppi californiani. Nato 1'8dicembre 1942.James Douglas Morrison crebbe con i genitori ad Ale– xander. in Virginia: dopo discontinui studi il suo amore passionale per il .ci– nema lo portò ad iscriversi all'U.C.L.A.. scµola di cinematografi1:1-: "Tutti possono inventare un jìlm nella propria mente. E la mancanza di esperti fa si che, almeno a livello tecnico, ogni studente sia in grado di saperne quanto un professore. E' sbagliato presumere che l'arte abbia bisogno dello spettatore per essere. Il film continua (anche) senza alcun occhio. Lo spettatore non può esi– stere senza di esso che gli assicura l'esi-

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