RE NUDO - Anno X - n. 74 - marzo 1979

RE NUD0/24 L'imbecille collettivo ovvero la parata dei boriosi E' da poche settimane in libreria e ha già suscitato polemiche furibonde nella sinistra italiana. Stiamo parlando de I Primi della Classe, un libro curato da Ruggero Guarini e Giuseppe Saltini, due giornalisti dell'area socialista e pubblicato dalla SugarCo. Questo testo è un'antologia dei più macroscopici "svarioni" della stampa comunista degli anni quaranta e cinquanta. E' una sorta di gigantesco "Come eravamo" della politica cùlturale del P.C.I., una specie di «Happy Days» del "Grande Partito di Gramsci, Togliatti, Longo e Berlinguer" con Antonello Trombadori e Lombardo Radice al posto di Fonzie e della famiglia Cunningham. La ricerca di questi due giornalisti porta alla luce più di vent'anni di invettive staliniste, di populismo stolido e protervo, di arroganza moralista, di soffocante scientismo " ,rogressista". A leg– gere quello che scrivevano Togliatti, Spilla, Trombadori e tanti altri si viene colti da un senso di vertigine. Attraversati da una ilarità incredula, si leggono le frasi grevi con cui Togliatti sistema Freud, come in «trance» si sfogliano le pagine agiografiche sull'URSS e l'apologia di Staìin tessuta dall'ottimo Lucio Lombardo Radice. Mise– ria e volgarità linguistiche sprizzano da ogni poro nei brani presi in esame da questa antologia di una arcadia nazional-popolare di stampo casalingo. Non si può rimanere esterefatti di fronte al dilagare di quello che, giustamente, uno dei curatori del libro ha chiamato "l'Imbecille Collettivo": un mostro grottesco generato da un pumbleo catechismo leninista. E se, in un attimo di allegria, ci si vuol consolare a tutti i costi pernsando che in fin dei conti si tratta di cose di vent'anni fa, ecco uno dei "pierini" più citati nelle pagine di questo I Primi della Classe, l'On. Antonello Trombadori, che non si tiene di fronte alla possibilità di dare una mano al «revival» e ci fa piombare con la mente e con il cuore ai "felici anni cinquanta". Il caro Antonello si premura infatti di farci sapere (Espresso del 4 febbraio 1979) che questo libro non si ha da leggere... che è "un esempio da evitare... un esempio intellettualmente indecoroso" di cui gli autori dovrebbero vergognarsi. Noi siamo di parere contrario e proponiamo ai nostri lettori qualche pagina di questa divertente "provocazione" giornalistica ... al maschio. e proletario disprezzo del gagliardo Antonello preferiamo il vecchio detto libertario: "Sarà una risata che vi seppellirà". Falsario «Quando Camus scrive che tutti posso– no "constatare come ormai il sociali– smo sia capace di partorire le guerre al pari del capitalismo". egli falsifica i fatti». (Carlo Salinari. «Il Contemporaneo». 5 gennaio 1956). Certi assurdi sospetti «E' assurdo voler porre il problema dell'indipendertza nazionale nei con– fronti dei paesi imperialisti .. Non può esistere timore. sospetto di oppressione nazionale del paese del socialismo a danno di altri popoli». (Lucio Lombardo Radice. «Rinascita». agosto 1948). p.v. Pound? Lasciatelo in manicomio «Si riparla di Erza Pound. La polemica suscitata dalla assegnazione del Premio• Bollinggeer ai suoi Cantos. nel 1949. sembrava sopita quando la Radio Va– ticana l'ha improvvisamente riaccesa trasmettendo un appello per la sua li.– berazione dal manicomio che l'ospita attualmente' in Washington (...). La– sciamo almeno in manicomio il poeta che esaltava il duce. Gli cureranno il corpo. visto che a curagli l'anima pensa direttamente il Vaticano». (Senza firma. «Il Contemporaneo». -n. 14. 16 giugno 1954). Il porco e il casto «Ogni comu!'lista di buon gusto trova çhe questo bel fiore della cultura 'bor– ghese (Jean Paul Sartre: N.d.R.) non poteva nascere che sul letamaio del ca- . pitalismo. Il genere dei romanzi sar– triani (che il Carducci avrebbe detto "genere porco-fottuto") è ignoto alla 'letteratura sovietica. che è certo una delle più caste del mondo e continua esemplarmente. non foss'altro dal pun– to di vista del costume. le splendide tradizioni morali della migliore narra– tiva russa. Se nell'Urss è stato pronun– ziato uno sdegnat0 rifiuto dell'avariata prosa di questo scrittore. che oltre ad. essere assai mediocre si atteggia a anti– comunista. crediamo sia una cosa af– fatto naturale. spontanea e coerente». (Senza firma. «l'Unita». 6 novembre 1947). Pederasta, lasciami lavorare «Al sentire Gide. di fronte al problema dei rapporti fra i _partiti e le classi. dare tutto per risolto identificando l'assenza di partiti d'opposizione. in una società senza classi. con la tirannide e relativo terrorismo. vien voglia di invitarlo ad occuparsi di pederastia. dov'è speciali– sta. ma lasciar queste cose. dove non ne capisce proprio niente». (Roderigo di Castiglia. pseudonimo di Palmiro Togliatti. «l'Unita». 9 giugno 1950). li limite «Troppa frammentarietà. troppo gergo incomprensibile. e. soprattutto. troppe volgarità e oscenità della più bassa specie. Non si tratta di fare i puritani. ma e'è un limite. che diàmine». (I) (Mario Montagnana. «Rinascita». gennaio 1960): (I) Sul romanzo Una vita violenta. di Pier Paolo Pasolini. Annienta anche me! «Questo ritratto di Stalin giovane. con i folti capelli neri e il berretto portato indietro alla marinara. il suo passo energico e forte. e nello stesso tempo la calma. la meditazione profonda con cui riflette sulle misure strategiche e politi– che da prendere. la cordialità con cui si rivolge al popolo senza intermediari. presentandogli i problemi da risolvere in<;ieme.e il sarcasmo con cui annienta i funzionari indegni. è una delle cose più affascinanti del film». (2)

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