RE NUDO - Anno X - n. 74 - marzo 1979

RE NUDO/20 Joseph Roth: Per una rilettura in trasparenza di questi ultimi l Oanni di soli tu dine "L'universo (che altri chiama la Biblioteca) si compone d'un numero indetmito, e forse infinito, di gallerie esagonali, con vasti pozzi di ventilazione nel mezzo, bordati di basse ringhiere..." ... "La Biblioteca è illimitata e periodica. Se un eterno viaggia– tore la traversasse in una direzione qualsiasi, constaterebbe alla fine dei secoli che Gli stessi volumi si ripetono nello stesso ordine". Per quali gallerie stiamo camminando. che ritroviamo e riscopriamo nel me– desimo ordine gli stessi volumi?_ Non riesco quasi a trovare bizzarra l'idea che si stiano traversando le parole dei libri alla ricerca dell'identità. In questo clima, neanche tanto ovattato, di re– staurazione, il movimento dopò lo shock si rilegge nel passato più o meno prossimo alla ricerca di coordinate per gestire la crisi. Gestione che esige stru– menti fisiologicamente nati da altre crisi. Si legge, alla ricerca della frattura tra le cose e il loro senso, tra l'io e il suo significato: ricerca genealogica per at– traversare il tessuto del discorso'in cer– ca dei nodi. Si legge per imparare il disincantato: Nietzsche; ma anche per definire la propria maliconia: Roth. Che contraddizione. Il disincantato e (apparentemente) fa consolazione. Co– me mai proprio Roth? Azzardo delle ipotesi. Un anonimo ha detto in tempi recentissimi qualcosa éome: "In questa società che non ci permette di vivere avventure, cerchiamo di fare della no– stra vita un'avventura". Giorgio Bocca lo definirebbe un "neodannunzianesi– mo". Può darsi. Potrebbe anche essere il manifesto dell"'avventurismo" del '77. un proclama di guerra quanto una dichiarazione di regressiva nostalgia di valori per superuomini. Può darsi. Io non credo in ogni caso ai pateracchi sulla perdita dei sacri valori; penso piuttosto che se un distacco sussiste è tra la richiesta impellente di un senso della vita e la risposta consentita dalla nostra nomenclatura sociale. A richie– ste eccellenti. eccellenti castrazioni di risposte:rivoluzione-qualità. della vi- ·J.L. Borges, "La biblioteca di Babele" ta/alienazione-deprivazione. ·In attesa di nuove formulazioni della domanda (e con una sem~re più angosciata at– tenzione critica a che le domande non contengano risposte già predigerite·dal sistema) una parte della nostra genera-· zione ha assunto lo stµpito mutismo del reduce. I più giovani hanno trovato la delusione già confezionata e pronta all'uso. e se la portano in discoteca. A questo punto si rimedita. ci si guarda intorno, si legge anche l'illeggibile. e ci si accorge della profonda affinità che sussiste tra una certa forma mentale e la scrittura di Joseph Roth. fino a scoprire il romanzo "deja vu". l'ultimo tradotto in Italia. dal titolo trasparente: "Il pro– feta muto". I suoi personaggi oggi dicono le IJ.OStre · parole, come a noi sembra di avere vis– suto le loro azioni. Tre sono i grandi temi della sua produ– zione letteraria: quello "politico". risa– lente al· periodo in cui l'autore era so– cialista libertario (Hotel Savoy. La tela di ragno); quello propriamente ebraico (Giobbe) e infine il canto nostalgico , dell'Impero Austroungarico (La marcia di Radetky. La cipta dei Cappuccini. La milledusima notte). Il percorso. però. è unico: dal sogno rivoluzionario_ di un'emancipazione dal vecchio mon– do dalla casa del padre (ebraismo come condizione fisiologica. dolce patria idale e costrizione ad un tempo) al va– gheggiamento nostalgico di di un mon– do di valori idealizzati (la grande Vienna. )"'Austria felix") al cui contat– to il ricordo diviene critica demolitrice. I due viaggiatori chiave di questo itine– rario. le figure che specularmente ri- flettono la nostra condizione di sradi– cati dalle ideologie. sono: Franz Tun~a. l'ufficiale imperiale divenuto per un capriccio del destino rivoluzionario in Russia e poi ramingo spettatore del crollo d'Europa. protagonista di "Fuga senza fine". e Friedrich Kargan. il ri– voluzionario che dopo l'Ottobre '17 preferisce la Siberia all'Europa de_)la borghesia industriale e alla Russia della neo-borghesia burocratica. (Il profeta muto). Questo "ebraismo". questo essere senza patria. alla ricerca di un senso che sta sempre altrove. si fa quasi una condi– zione astorica. una connotazione co– mune ai delusi di tutte le rivoluzioni tradite. Fu Roth stesso il "profeta mu– to" che di ritorno alla Russia nel '26 tenne a Vienna una conferenza dove. con dolorosa ironia. decretò di fronte al borghesissimo uditorio !"'immortalità" della borghesia. I personaggi di Roth vivono con furore messianico il desiderio di una nemesi. di un'epifania rivoluzionaria. dell'eli– minazione dell'ingiustizia dal mondo fino alla dis·soluzione in una mitica estraneità al mondo stesso. Borghesi spezzati. mossi dall'ideale più che dalla necessità. Borghesi smarriti in lotta personale col sistema e coi Padri. fino all'uscita dalla Storia. Rileggendo una certa storia dal '68 in poi compaiono puntuali le profezie di questi dieci anni di soli~udine: la sco-

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