RE NUDO - Anno IX - n. 72 - gennaio 1979

RE NUD0/32 POONA:. CONSUMISMO O CONSUMAZIONE? Il consumo dell'oriente Mentreper l'orientela stradapassa per l'implicazionequotidianacon le cose fino alla loro completa consumazione,per l'occidente passa inveceper la ricercae la scopertadi nuovi significatiall'internostesso dell'alienazione Vor,remmo continuare la discussione aperta dall'articolo di Gianni De Mar– tino sul significato dell'esperienza orientale e sua mercificazione per cer– care di chiarire meglio una situazione così ambivalente e proseguire nelle no– stre ricerche. Il problema nel caso dell'articolo di De Martino consiste nel capire perché un centro come quello di Poona e la cul– tura cui si riferisce cadano, a contatto_ con l'Occidente, sotto l'inesorabile ta– gli_<;me dèlla mercificazione e del con– sumismo: perché sembra proprio che così stia accadendo anche ad altre di– verse espressioni di una cultura di insi– scutibile purezza spirituale come quella Orientale. Ma per capire rneglio è necessaria a nostro avviso una rapida analisi psico– storica delle religioni e delle filosofie orientali nel loro complesso. Tutte le civiltà antiche sono fondate su una vi– sione esclusivamente spirituale della realtà: sono infatti culture cne tradu– cono l'esperienza preistorica del "ma– na", una potenza indistinta e invisibile, in filosofie metafisiche e mitologie di base mentale, in norme legali e gerar– chie rigidissime di controllo sociale. La stessa situazione antropologica e cultu– rale che origina queste civiltà produce infatti una naturale indentificazione fra il potere terreno e lo spirito divino creatore del mondo: entrambi sono manifestazioni dello stesso Principio Ordinatore della realtà. Invece tutto ciò che nella sfera della cultura appare di– verso dalla razionalità astratta dello spirito come il sentimento affettivo. l'immaginazione e le loro manifesta– zioni, vengono sottoposti al ferreo con° trollo della ragione. Così infatti succede per la religione e per l'arte. espressioni sociali delle categorie psicologiche del sentimento affettivo e dell'immagina– zione, come risul\a evidente nei testi sacri, nei riti, nelle architetture, nelle iconografie di tutte le culture antiche: di riflesso tutto ciò che non appartiere, al puro ordine spirituale, come la natu– ra e gli oggetti, le donne e il popolo, non viene preso in considerazione dallo spirito come entità reale, ed è metafisi– camente identificato nel nulla. Le prime manifestazioni storiche delle civiltà antiche ci presentano dun– que una società separata: da una parte il potere e lo spirito: i buoni; dall'altra le donne e il popolo, la materia e il resto: i cattivi. Al dio unico spirituale, l'ordine, mentale, si contrappone una realtà satanica tenebrosa e irrazionale. La civiltà indiana vedica e brahmanic non è sfuggita a questa regola di nati rale impianto aristocratico; anzi, la s.u cultura è stata fra quelle spiritualment più pure, più staccate dalle implicazior materiali, più astratte. E le natura differenze' fra le diverse culture no modificano il carattere che unifica I diverse religioni e filosofie dell'origim per le quali possiamo identificare ; mondo antico come la manifestazion -universale, ad ogni livello, dello spirit, astratto, mentale, assoluto nella su. onnipotenza cosmica. * * * Improvvisamente però l'assetto cultu raie ormai affermato delle prime civilt: storiche viene messo in crisi e profon damente modificato, a partire dal 601 aC., da personalità come Zarathustra Buddha, Lao-Tze, Gesù, Maometto. Tutti questi personaggi, pur diversi tn loro, agiscono nel _contesto spirituale dell'epoca mossi tutti da una medesimi motivazione etica e morale: liberare i sentimento affettivo dal rigido contro) lo della mente originaria, diffonden l'amore tra gli uomini invischiati ir ferrei rapporti legislativi, far scendere i cielo sulla terra, portare lo spirito ali~ conoscenza della materia. Come se il compito definitivo. reale dello spirito non consistesse nella itera– tiva e immobile contemplazione di sè con l'esclusione di tutto il resto. ma s: realizzasse nell'"uscire da sè". nell'e• sperienza della realtà, nel raggiungi• mento di una conoscenza vera. nell'u• nione -con il proprio alter-ego naturale. la materia: un traguardo di vita con– creta. Ognuno dei personaggi rivoluzionari citati prima. nel contestare l'eccesso di astrattezza e rigidità del potere tradi– zionale, ha svelato i concreti bisogni popolari innescando la serie di rivendi– cazioni etiche e morali che dura finora. e ha iniziato il cammino sulla via della materializzazione dello spirito astratto e mentale verso un finale di epifania umana come manifestazione reale del divino. Si trattava infatti di vincere _la paura primordiale dell'ignoto. e quel "pessi– mismo della natura" che raggiunge persino la Grecia; si trattava di liberarsi dalle fantomatiche proiezioni dello spirito per avviare un rapporto con ciò

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