RE NUDO - Anno IX - n. 72 - gennaio 1979

RE NUD0/24 Per un femminismo individualista A sedici anni avevo deciso che la mia vita non sarebbe stata quella che altri avrebbero voluto che fosse. Questa de– terminazione e la fortuna, forse, mi hanno permesso di evitare la maggior parte degli inconvenienti tipici della condizione femminile. Se mi piace che le donne manifestino sempre più il de– siderio di rifiutare i modelli che sono stati loro proposti fino ad ora, non mi dispiace che non esitino a riconoscersi nella negazione formale di quei vecchi modelli· quando questo non sia un semplice adeguarsi alla moda del mo– mento. Mentre oggi ci si compiace di ripetere un po' dovunque che non si nasce donna, ma che lo si diven.i:l, sembra che non ci si preoccupi affatto di non diventarlo. Proprio il contrario. Mentre le femministe del XVIII e XIX secolo erano impegnate a cancellare la differenza illusoria che investiva gli uomini di un potere reale sulle donne, le neofemministe degli ultimi anni si affannano a stabilire la reahà di questa differenza per pretendere un potere il- io non sono razzista, ma non vorrei ""'""' fisli• ,,.... ..,~. I lusorio del quale le donne sarebbero state private. E questo a tal punto, che la rivolta davanti ad una impossibilità di essere, tende a scomparire sotto i colpi della stupidità militante che instaura un obbligo di essere. E' necessario ricorda– re: in materia di rivolta nessuno ha bi– sogno di antenati, ma anche aggiunge– re: e soprattutto non si ha bisogno di consigliere tecniche preoccupate di scambiare le ricette dell'insubordina– zione femminile dall'a alla z. Davanti all'ampiezza dei misfatti più o meno legalmente perpetrati, non sola– mente nei confronti delle donne, ma anche nei confronti di tutti i refrattari alla codificazione sociale dei ruoli ses– suali (e fi:a loro, gli omosessuali, •in particolare) io considero questa rivolta troppp necessaria, da non voler turbare , il concerto di voci di quelli o di quelle che pretendono di strappare questa ri– volta da quell'oscurità individuale dove essa ptende corpo violentemente ed at– tinge le sue capacità. disconvo!gimeii to Insisto, quella rivolta è sempre un at- . tentato alla morale delle collettività, quali che siano le basi che la fondano. Allora, come non vedere che ogni don– na si trova oggi virtualmente espro– priata di questa rjconquista individuale quando non si accorge che ciascuno dei suoi capricci ,rischia di essere deviato per servire alla costruzione di un'ideo– logia tanto contraddittoria nelle sue proposizioni quanto totalitaria nelle sue intenzioni? Eccola più o meno taci– tamente incoraggiata da ogni parte ad esporre le rivendicazioni del suo sesso dopo che la cosiddetta causa delle donne esibisce un'immagine della volta imprigionata nelle reti della n malizzazione negativa che la nostr epoca è cosi bene abituata a tessere ti negli angoli più nascost\ del no'st orizzonte sensibile. Avendo sempre disprezzato i padro che hanno dei comportamenti d schiavi come gli schiavi impazienti d megliorinchiuderci . nelsilenzioe nellapassività ... scivolare nella pelle dei padroni, con– fesso che gli scontri abituali fra gli uo,– mini e le donne non mi hanno mai preoccupato molto. La mia simpatia va a quelli che disertano i ruoli che la so– cietà aveva loro preparato. Questi non hanno mai la ,pretesa di costruire un mondo nuovo, ed è in questo che risie– de la loro fondamenta!~ onestà: non_ faranno mai il bene degli altri lor malgrado, si.accontentano di essere la eccezione che nega la regola, con una determinazione che, spesso, è capace di stravolgere l'ordine delle cose. Oscar Wilde mi interessa più di un qualsiasi borghese che ha accettato d1 sposarsi e di fare dei bambini e che, u bel giorno, si sente repressa nella su molto ipotetica creatività.

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