RE NUDO - Anno IX - n. 71 - dicembre 1978

RE NUD0/36 Palazzo d'inverno o giardini d'estate? .E' questione di gusti. Ai leninisti gli piace l'inverno, ai fric– chettoni l'estate. Il problema è tutto qui. Gli uni, gli va di stare a Palazzo, gli altri preferiscono i giardini. ·Adesso c'è come un mutamento gene- · raie di gusti, in cui alcuni dicono ad altri che non devono avere quei gusti li. Ce l'hanno molto col leninismo. Peraltro, i comunisti, accusati incolpev~lmente di leninismo, a loro gli andrebbe di essere invitati.a Palazzo, non di 'prenderselo'. Gli basterebbe di essere ricevuti e di poter stare li un poco anche a loro dove· finora stanno da sempre solo i democfÌ;., · stiani, che però non sono leninisti, al– meno cosi ci garantiscono. Benché io . ' non ne sia del tutto sicuro. Craxi, che dice di avercela su con gli uni ·econ gli altri, non ha mai avuto passione per i giardini, neanche da piccolo. E al- lora non capisco dove ci vuol portare: fuori dal palazzc;,, ma non nei giardini. , Che ci voglia portare come il can, per rai~? Craxi è lacaniano. E' un tifoso della ~ma11que',del 'mancante', del non detto, del non dicibile. Per questo parla tanto: sapeste come è difficile dire il non dici– bile! Il trionfo del lacanismo è, comunque garantito: su una cosa tutti sono d'ac– cordo: che il.Palazzo d'Inverno non c'è più. Ed è quanto garantisce - anche e a priori - il fallimento delle Brigate Ros– se: che lo Stato è ormai' stato. diffuso, come la fabbrica (diffusa), e non h_apiù un cuore (se mai lo ha avuto). Inutile andare a colpire il cuore dello Stato. Lo Stato non ha cuore come si è visto bene col 'caso Moro'. E neanche le Brigate Rosse lo hanno. Ma queste dicono di voler colpire quello e quello afferma quasi ogni giorno dai giornali di aver colpito al cuore (in alcuni casi anche il cervello) queste. E queste, le BR, non solo non hanno cuore, ma neanche più cervello: c'è il cervello diffuso nel pro– letariato diffuso della fabbrica diffusa. Inutile sbattersi, Lacan è il migliore. E' il trionfo del 'manque'. E poi il caso Moro ha verificato un altro dei più acuti detti del nostro: 'Ogni lettera arriva a desti- • nazione'. E lo si è visto. E' proprio cosi. Siamo incapaci di im– parare dalla esperienza. Non c'è altra spiegazione. E' migliaia di anni che ci arrabattiamo, che diciamo 'questa non è vita' e inven– tiamo formule per poterla vivere, le re– ligioni, la politica, le rivoluzioni, la scienza, le filosofie, i movimenti, i mo– venti, le abbiamo provate tutte, paga– nesimo e monoteismo, totalitarismo e pluralismo, ateismo e panteismo, Bud– da e John Tra volta, abbiamo anche fatto un '68, insomma, secondo me c'è una sola spiegazione: non sappiamo impa– rare dalla esperienza. E provarci ancora non serve. E' proprio impossibile. Onde,ieri era meglio di oggi, dico io. Ma c'è sempre qualche cretino metro– politano che mi dice: ma va là, ad esem~ pio oggi abbiamo il frigorifero. Che fa più comodo di ieri. Argomento debole. Cosa c'è dentro al frigorifero? No. Non alludo al mercurio del tonno in scatola, alla diossina dell'insalata, ai ve– leni antiparassitari della frutta. No. Dentro al frigorifero ci sei tu. Tu. Pezzi della tua vita. Ore di lavoro spese a guadagnare per comperare roba da mettere nel frigo. Ore di lavoro spese a guadagn-are soldi per comperare roba da mettere in frigo. E non mi importa qui far notare che la carne di mucca è carne di bestie che Bon hanno mai visto un prato, cresciuto in stalle automatizzate con luci artificiali, mozart tutto il di, pattini rotanti sotto le zampe per farle muovere un po', striz– zamammelle elettronici che la spremo– no a quantitativi prefissati, cibo ormo– nizzato e via umanizzando. No. Non impariamo nulla dall'espe– rienza. Ieri era meglio di oggi. Non è vero, potreste dimostrarmi. Oggi è meglio di ieri.

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