RE NUDO - Anno IX - n. 71 - dicembre 1978

lettere - lettere - lettere - lettere ~ lettere - lettere Ciao Vi stiamo scrivendo questa let– tera, perché vogliamo comin– ciare uno sciopero della fame in seguito ad un fatto che ci è suc– cesso in Grecia. Siamo cinque ragazzi detenuti nel carcere di Pratasso perché siamo stati presi mentre stava– mo prendendo il .traghetto per l'Italia e avevamo con noi una piccola quantità di hashish. Due di noi sono qui dal 4 di giu– gno ed hanno avuto il processo il venti di settembre. Sono stati condannati ambedue a diciotto mesi ed avevano uno nove e l'altro venti grammi di hashish. Altri due di noi sono stati presi il 20 settembre uno con 23 grammi di hashish e l'altro con 64 gram - mi di erba. L'ultimo è stato preso il 18di ottobre con 90 gr. Abbiamo deciso di comune ac– cordo questa protesta perché ci sembrano eccessive le condanne a cui andiamo incontro. Abbiamo chiesto aiuto alle au– torità competenti, tipo Amba– sciata e Consolato italiani in Grecia, abbiamo anche scritto ad alcuni giornali italiani di grande tiratura, mà a quanto pare la sorte di cin_que"sporchi drogati" non ,interessava alla gente per bene. Abbiamo intenzione di comin– ciare la nostra azione il 28/ 10/78 e fino a quando non toc.cheremo il suolo italiano non desisteremo dalla nostra inten- zione che è quella di essere "o liberi o morti". Vi chiediamo perciò di darci il vostro appoggio e l'aiuto che vi è possibile cercando di interessare le personalità che possono es– serci utili nella nostra azione. Grazie. Padovani Giovanni - Michele Santopietro - De Santis Giuliano - De Santis Patrizio - Arduini Nando Torino, 26.10. 78 Scrivo al riguardo di quanto let– to a pagg. 36/37 del n. ago– sto/sett. discorsi i_nteressantipiù a livello di sfogo personale quanto di ricerca su uno dei tanti. temi proposti e affioranti. Pre– metto che sono del parere che questi tipi di discorso, indub– biamente motivati e nascenti da problemi reali e contingenti, banno un valore in quanto fatti da esseri ascoltati e ascoltanti: questo forse è solo il vero signi– ficato, il rapporto affettivo che si · manifesta tra alcune persone sufficientemente disperate che passano uno o più ore a parlare insieme, proprio perché dedica– no una sera a questo, meglio se con un bicchiere di vino in mano o grappa o spinello. ·Entrando nel merito della cosa non posso far a meno di lasciarmi influen– zare dal modo di vedere le cose che ho in questo momento, chiamiamola pure "filosofia di fondo". E' profondamente vero che siamo nati a nostra insaputa e pure casualmente, che abbia– mo ereditato· precisi connotati psicofisici modificati a loro volta da casuali esperienze che da.lla nascita a oggi ci hanno reso quello che siamo. Non credo a un intelligere puro distaccato che possa valutare e decidere "per libere scelte" e in modo au– tonomo. Il discorrere cosi si chiuderebbe però presto se non esistesse il solo valore di questo tipo di rapporti, l'affetto, che come dicevo prima è il parlare insieme delle nostre cazzate fino alle 2/4 di notte. Questo in fon– do ci fa capire al di là delle sin– gole teorie o del caso capitato a caldo, di fronte al quale ognuno agisce come può e del quale dif– ficile è il giudizio. Credo di ca– pire e di aver provato e di pro– vare molte delle cose scritte, e forse un certo aspetto positivo è il rimettere tutto in discussione e non adagiarsi sui modelli di fede del passato o presente che la– sciano la pancia piena, la testa vuota e l'amaro in bocca. Questa maledetta ·monogamia ce la portiamo addosso molto più di quanto crediamo, col favore dell'ambiente ottuso che ci cir– conda col suo peso di riti e tradi– zioni millenarie. Chi sgarra fa bene in quanto contribuisce ad una infinitesimale modifica di questo tipo di cultura, avrà mo– menti d'estasi e momenti più lunghi e neri, resterà solo e pa– gherà tutto molto caro. E in fon– do purtroppo se lo faremo lo fa– remo non per un'.ideologia ma per una circostanza nostra pro– pria del momento, per una ra– gazza che avrà un nome e un preciso colore di capelli, né ci dispiace un altro nome e un altro colore, e allora percorreremo vergognosi vie diplomatiche o di ragionamenti sottili per rag– giungere i nostri "luridi scopi". Che sentiamo tali in quanto ef– fettivamente manca spésso il quarto o il sesto, né ci dispiace troppo il fatto. D'altra parte co– me voler organizzare, predi– sporre le voglie improvvise e gratuite, belle in quanto irrazio– nali, precarie e casuali, che ri– specchiano più da vicino la no– stra natura. Nessuno si sparerà un colpo, finirà tutto in un gran casino, credetemi, meglio se con qualche lacrima. Ma è già qual- · cosa. Massimo Maggia Cari lettori, in calce al mio arti– colo sui guru pubblicato sul nu– mero scorso (cfr. "Re nudo" n. 70, p. 22) è stata aggiunta una "Precisazione" fatta a nome del "collettivo". Tale nota chiude un intervento in cui augurayo che ognuno ritrovasse la vogli,/l singolare della sua propria voce. Per tutta risposta ci si è nascosti dietro il plurale, !'"amo deciso che...", come direbbe Mauro Rostagno. A questo J?Unto- come succede in certi film holliwoodiani dove si vede il "condannato" rivol– gers~ direttamente alla ciurma ,dap? stesso ponte della nave deU~Ammiragliato da dove sta per essere gettato a mare - mi appello ai lettori: giudichino es– si stessi chi è che ripropone "UN TONFO" in un passato e in.~i– tuazioni obsolete. Intimidazione: l'aver detto chia– ro e tondo che i guru di massa e i loro subordinati non mi piac– ciono? Tono da crociata: l'avere indica– to il pericolo del sottile totalita– rismo che si nasconde in una ri– cerca acritica e trionfalistica dell'armonia universale? Invettiva: l'indignazione che mi

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