RE NUDO - Anno IX - n. 71 - dicembre 1978

RE NUD0/22 UNA RISPOSTA A LAING Caro Ronald la Norma è soltanto un fantasma Caro Ronald David Laing, ci stai parlando ancora una volta di follia, ci stai descrivendo situazioni protette in cui liberare la nostra follia, .ci inviti di nuovo a ·sbrigliare alla vita la tensione repressa che portiamo dentro; ancora ri– peti, come molti del resto, la funzione liberatoria e creativa di queste esperienze, la conquista di sè, la conoscenza reale, le · varie analisi alla rìcerca del senso perdu– to, ma alla fine di. tutto tu ti metti bel · bello in un cantuccio privato a scrivere poesie. Forse stupende, emozionanti, ro- · I ·' · mantiche poesie, alla rincorsa di un tem– po passato ormai consumato, ma sempre poesie. Caro Ronald,-invece succede che alla fine di questa scorticante, terribile, lacerante esperienza di follia, noi sgraniamo fidu– ciosi i nostri grandi occhi sulle immagini del mondo, e ci ritroviamo in un lugubre cimitero di cadaveri marciti. Succede che la schizofrenia e la separa– zione e l'alienazione che ci trascinavamo tristemente come una scimmia· sulla schiena ora hanno semplicemente cam- Difficile cogliere il frutto della liberazione ... biato residenza: e faticosamente sciolta la nostra repressione individuale, ci ritrovia– mo di nuovo oppressi da un mondo di repressi. Dal fondo di questo pozzo senza cielo ~ senz,a stelle, il conto è sempre "zero", e. le forze sperse in una angoscia di libera- . zione si trasformano piano piano in vuota castrazione: il grande sogno è sfumato, il fiore rosso della rivoluzione ha perso i suoi petali e diventa un nero crisantemo che solo i burocrati adorano ancora. Caro Ronald, in· molti sono partiti per fragranti vallate e rapidosi torrenti e de– serti infuocati e acidi fumosi alla ricerca di quel senso perduto, ma finora le loro grandi mani annaspano nel vuoto e strin– gono soltanto troppa aria fritta. · Caro Ronald, abbiamo perso la grande battaglia della vita,-abbiamo combattuto un Nemico-fantasma-senza-corpo, e ab– biamo sbraitato e sparato e consumato ogni forza; ma Lui rispunta beffardo come sempre: forse, Ronald, abbiamo sbagliato bersaglio, abbiamo sbagliato ar– ma, abbiamo sbagliato mira: e abbiamo pure consumato tutte le cartucce. Caro Ronald, dalle molte bocche che incontriamo tutti i giorni meccanici sba– digli producono soltanto troppi fiati che hanno perso il contatto delle parole, e. vagano alla ricerca di significati che non trovano. Ombre le persone che incontria– mo, sperdute alla ricerca della propria immagine, ombre le cose che tocchiamo, che svaniscono al nostro desiderio, ombra · la vita e il mondo, che si sono dimenticati di sè e ·~isono spenti, e continuano ormai morti a raccontarsi in un vano soliloquio di cadaveri. Siamo stati ciechi di fronte agli specchi che ci rimbalzavano la nostra immagine, siamo stati sordi di fronte allo scricchio– lio del castello incantato, siamo stati muti di fronte alla vita e abbiamo ricac- ciato le parole nel cuore. · Abbiamo però bevuto il calice amaro fino all'ultima goccia, e ora increduli ci rispec– chiami riflessi nel suo fondo senza fondo. Che fare, caro Ronald, che fare, quando ti svegli la mattina con l'angoscia nel cuore e il vuoto davanti, e quel vuoto ti ' chiama, ti.invita con voce suadente? · Che fare, quando non capisci più niente, quando piano piano la memoria si perde, il ricordo s'annebbia, e la vita svanisce? *** E se invece la strada fosse tutta diversa? E se la realtà non esistesse per niente? E se la vera "verità", di tutti e di ciascuno, fosse nascosta dietro al grande Nulla, fosse scritta nelle sue inconscibili trame,

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