RE NUDO - Anno IX - n. 69 - ottobre 1978

SISTEMI N. CROCIATI La sera stava lentamente e tranquil– lamente calando, come ogni giorno. Il calore del sole non era del tutto scomparso, non era ancora stato allontanato dalla lieve, ondeggiante brezza, e anche l'enorme distesa di marmo rosa su cui si muoverà l'Es– sere ributtava un denso, confortan– te calore. Verso destra, la pianura artificiale era delimitata per tutta la sua lunghezza da un'alta barriera di legno chiaro, massiccio; in fondo alla pianura, un altissimo, pres– soché infinito muro di cemento giallo. A sinistra, invece, il baratro: un vuoto immane, incommensura– bile per l'Essere. L'enorme distesa pianeggiante era illuminata indirettamente da una potentissima sorgente di luce gialla, intensa e calda. Tutto era bello e caldo, e l'animale viveva una situa– zione che in termini umani si potreb– be forse definire felice.Esso non aveva problemi, nessuna preoccupazione: non ricordava già più la lunga salita e le difficoltà e la fatica .sopportate pazientemente per arrivare dov'era; non sapeva neppure da dove fosse partito, né gl'importava. Era lì, questo era importante, anche se non sapeva perchè. e nemmeno se lo chiedeva. Era lì. Il futuro non esisteva. Solo il caldo, confortante piacere di muoversi .lentamente e senza .scopo in quella vasta, sçono– sciuta pianura straniera, dove si tro– vava lui solo. I rumori? Se anche udiva lo stormire delle foglie sui rami de– gli alberi lontanissimi e il rombo di scappamenti di motori tirati al massimo sulla strada ancora più lontana, non qava loro alcun peso. I rumori non entravano nella sua semplice, essenziale vita. Aveva'for– se J\Ot;ito il fumo che si alzava a dense volute sopra di sè? Non è dato sapere. E poi, che avrebbe potuto significare per la sua mente nervosa, se mente si poteva chiama– re? Il futuro non era se non un elemen– to di caldo piacere in più, che si aggiungeva ai già tanti motivi per essere perfettamente felice e· in pa– ce con se stesso e col. mondo, col caldo, bellissimo mondo che lo cir– condava. Però tutto questo durò assai poco, se avesse avuto la cognizione del témpo, avrebbe saputo chè tutto ciò era durato al massimo una tren– tina di secondi. Poi, ancora caldo. Intensissimo, ac– compagnato da una nube di luce rossa, luminosissima, che si muove– va a velocità incredibile verso di lui. Un caldo tremendo, insopportabile. L'Essere sentì i visceri che si conto– cevano, le zampe si agitavano frene– ticamente e inutilmente sul marmo RE NUD0/43. per sfuggire alla morsa del calore, che sembrava essere ovunque esso tentasse di andare; esplosioni si sus– seguivano violente nei suoi ,gangli nervosi, che impazzivano per 'il do– lore tremendo. Ancora qualche i– stante, e poi tutto finì. L'Essere smise di contorcersi,· smise di vive– re. Non era altro che un misero involucro di carne cotta, rimasto immobile nella pianura. E poi, tutto tornò com'era prima: l'identico stormire delle fronde, la luce che illuminava il marmo, il lento· calare della sera, i rumori di scappamenti lontani. In un più vasto sistema di cose, l'uomo scosse silenzioso la cenere deila s1garetta, spense la brace in un posacenere che teneva accanto a sè e pensieroso spinse lontano, con un unico soffio, nella strada sottostan– te, il vermetto lungo circa mezzo centimetro che aveva distrattamen– te bruciato mentre fumava, appog– giato al davanzale di marmo rosa della finestra del soggiorno di casa sua, che aveva aperto per godersi il crepuscolo e un poco di fresco, dopo quella lunga, afosa giornata · d'agosto. Cristiano Alzetta

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