RE NUDO - Anno IX - n. 69 - ottobre 1978

RE NUD0/18 Il buddhismo senza mistificazioni Una:introduzione scritta da un giovane che fin_ gall'inizio degli anni '70 ha intrapreso la strada dei monasteri buddhisti tibetani Il soggetto di questo discorso è ciò che in termini occidentali si chiama Buddismo. Da parte mia non c'è purtroppo nessuna _delle particolari qualificazioni necessarie ad esporre nei' dettagli questa profonda materia; tuttavia, anche se personalmente sono privo di quella sottile comprensione intellettuale e di quelle realizzazioni pra– tiche, a livello meditativo, che rendono capaci di dare insegnamenti specifici, quello su cui possiamo comunicare, quel– lo che posso dividere con voi,· è la mia fortuna di aver potuto vivere vicino a persone che ebbero queste realizzazioni, e di aver ricevuto da loro insegnamenti e molti consigli. Sarà principalmente di questo, del mes– saggio che ho ricevuto che parlerò; e qualsiasi errore in ciò che dico è ascrivibi– le a me, qualsiasi nota positiva è dovuta alla gentilezza. dei miei maestri, delle persone che mi hanno aiutato ed insegna– to. Innanzitutto, la parola "Buddhismo" non esiste nel vocabolario originale; cioè in sanscrito non esistono parole composte con un suffisso come "ismo", ma l'e– spressione_con cui ci si riferisce a questa particolare filosofia, a questa religione, è "Buddha-Dharma". Dharma significa qualcosa che ha il pote– . re di trattenere la sua propria natura; cioè un qualsiasi oggetto conoscibile da una mente valida è dharma, poichè ha la potenzialità di trattenere la propria essen– za. Ma questo è il dharma di Buddha, cioè la qualità dell'illuminazione, e ciò da cui trattiene è la sofferenza. Il Buddha Dharma separa l'uomo dalla sofferenza perchè lo trattiene nel suo opposto, in uno stato di reale soddisfazione, in un modo di vivere autentico che non lo rende frustrato ma felice e soprattutto "creativo" nei rapporti con gli altri, favo– revole allo sviluppo di se stesso e di ogni essere. Questo Buddha Dharma esiste da un tempo senza inizio, ma di ciclo storico in ciclo storico ci sono degli esseri illumi– nati che fondano lo specifico Buddha Dharma di ogni epoca; nel periodo in cui noi viviam9 questo fondatore nacque cir– ca 2500 anni fa nel nord dell'India, dalla famiglia reale dei Salda: è il Buddha Gotama Sakiamuni. Fattosi adulto, egli incontrò un uomo che aveva la testa rasata completamente: viveva di carità vestito di pochi stracci, tuttavia questo essere mostrava un atteggiamento estre– mamente calmo e di piena soddisfazione. Il giovane si chiese se si trattava di un essere particolare, che era nato con quelle doti, ma il monaco stesso gli spiegò che era -arrivato a quel risultato tramite lo sviluppo e la cura della propria mente: attraverso una pratica interiore. Egli ave– va ottenuto quel risultato rinunciando ad ogni attacéamento, realizzando così una serenità, una pace interiore duratura ed intensa, 110n soggetta ad alternanza e · variazioni come quelle che gli esseri ordi– nari sono obbligati a subire. Il racconto di queste esperienze fu rivelatore peF· .Gotama: di nascosto dalla moglie e dai familiari prese il suo cavallo e si allontanò dal palazzo, deciso a rinunciare agli attac– camenti della · vita lussuosa che aveva condotto fin lì, offrì la propria devozio- ne a vari maestri. , La sua intelligenza era così penetrante che, ricevuti tutti gli insegnamenti essen– ziali di ogni maestro che incontrava, ne ' otteneva la realizzazione attraverso la propria pratica e quindi si indirizzava ad altri, di livello sempre più alto; finchè, dopo essersi isolato con altri compagni, attuando una severa pratica ascetica sotto la guida di maestri che insegnavano l'asce– tismo come via di liberazione, dopo aver martirizzato il proprio corpo, privandolo del cibo e di ogni esperienza sensoriale, arrivando al punto di non avere quasi più la forza di muoversi, comprese che nep– pure quello era il modo. Non vivere in una casa lussuosa continuamente assorbi- to nei piaceri sensoriali, ma neppure spe– gnersi in un ascetismo estremo liberava radicalmente dalla sofferenza. Così, cercò dentro se stesso una via· di mezzo, ricominciò ad accettare del cibo e delle ve~ti, e si recò a vivere in un posto tranquillo, dove iniziò un lungo periodo di meditazione in cui si immerse sempre più profondamente alle radici della pro– pria mente, comprese perchè certi pensie– ri sorgono, perchè ad un certo'momento svaniscono lasciandone altri, simili a ma– rionette, e comprese come tutt_;ila nostra vita sia condizionata e la nostra mente resa schiava senza un attimo di libero arbitrio dai fantasmi che la occupano. Di tutto questo fec·e esperienza, vedendo chiaramente come tali processi hanno luogo, ma soprattutto ciò che lo illuminò e lo rese una persona eccezionale, diversa da tutti gli altri uomini di quel momento, fu che comprese la causa di quel processo mentale che ci obbliga a compiere tutta una serie di azioni che prima sono a livello mentale, poi verbale e spesso an– che fisico, e come, da queste azioni, scaturisca ogni problema. Riconoscendo che dalla mente nascono i pensieri, e da questi il desiderio di fare alcune cose e di abbandonarne altre, che, in breve, tutto ciò che noi percepiamo viene dalla nostra mente, Sakiamuni Bu9dha capì che è la nostra mente ciò su cui dobbiamo opera– re. Investigando poi profondamente sulle cause della sofferenza e dello stato pro– blematico in cui l'uomo è condizionato a vivere, riconobbe che tale sofferenza non è permanente ma cambia in continuazio– ne: a volte la mente è anche allegra, serena, felice, così come il corpo, oltre al dolore, conosce il piacere. Preoccupandosi d'indagare la causa della soJferenza vide ·chiaram_enteche tale cau- . sa risiede nell'ignoranza e nell'ottusità, e' come i pensieri di attaccamento e di possesso, di odio e di repulsione, le sensa– zioni di gelosia, di orgoglio, di superbia, le visioni errate e i dubbi, e tutti questi che chiamiamo eventi mentali negativi sono causati dall'ignoranza. Il suo fu dunque principalmente un lavo– ro d'introspezione, che si servì di un metodo speciale: la meditazione. E' que– sta' una pratica che comprende una serie di tecniche, applicando le quali si cono– sce la propria mente al punto di poter eliminare gradualmente tutti gli eventi mentali negativi, e, progressivamente, ve– dere emergere il _loro opposto: l'intelli– genza, l'amore, la compassione e la sag– gezza. Avendo così delimitato con una pratica costante l'evento mentale negativo costi– tuito dall'ignoranza, sviluppò contempo-

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