RE NUDO - Anno IX - n. 68 - agosto-settembre 1978

RE NUD0/16 i : ' .. I ' ' : ' ;~ k ' - / / G Lettera aperta a Torlo e a Ragione "Non importa cosa. importa come ... •· Dove si auspica che si passi dall'esperienza del pensiero al pensiero sull'esperienza Caro Torto e cara Ragione, è da un po' di tempo che a proposito · della ricerca interiore propongo che si riduèa il "dibattito teorico" per dare spazio alle esperienze. Che si passi cioè _dall'esperienza del pensiero al pensiero sull'esperienza. Perchè questo? .Non voglio assumere l'e– sperienza come un guru trasparente che di per sè illumina la strada della cono– scenza. Ci sono resistenze mentali e atteg– giamenti fideistici che per ragioni oppo– ste inficiano di molto il valore dell'espe• rienza: lo spirito critico che genera le resistenze condiziona l'esperienza tanto quanto l'atteggiamento fideistico. In en– trambi i casi non è l'esperienza che riesce a provare la tesi o la fede, ma è la fede stessa o la tesi critica che genera l'espe– rienza. In en.trambi i casi non farete altro .che fare esperienza di quello che già credete. E questo convalida qualsiasi tipo di esperienza. Questo atteggiamento con– diziona .le stesse prove che ipotizza. Solo un atteggiamento di massima dispo– nibilità consente una verifica reale di un'esperienza. Disponibilità e assenza di giudizio. Il vostro agire quotidiano è un susseguirsi di giudizi, scelte, condanne, rifiuti, selezioni, ricerche di collegamenti filosofici, agganci culturali, riferirnent.f sottili o palesi a scuole di pensiero anti– che o moderne .. Questa è l'attività del mentale e così facendo si può tutto: ·difendere o critica– re l'esperienza delle terapie, dei massaggi, dello yoga, dell'esistenza di dio, del mar– xismo, di tutto. Attenzione, però, anche la fede nella critica, nel pensiero, può diventare fede e come la fede serve a coprire la paura dell'ignoto, dello scono– sciuto. Tutto può essere giustamente difeso o giustamente criticato. Non ha quindi sen– so criticare qualcosa senza contempora– neamente criticare il·suo opposto. Infatti determinante non è la cosa ma il come uno fa la cosa-.E.non è importante l'oggetto ma il comportamento del sog– getto. Un capitalista può comportarsi in 111odo comunista più di un comunista. Un comunista può vi~ere in armonia col divi- no più di un cristiano e così via. D'altra parte è vero che tutto può venire trasformato in ideologia, in modello, in sistema di comportamenti "perfetti" che annullano il valore positivo delle sirlgole esperienze. Ci sono dei rilievi critici negli articoli dei Torto e Ragione che sono • condivisibilissimi come anche può essere condivisibile l'opposto. Ma cosa invece non può essere mai condiviso? Il parlare su cose che non si conoscono. Mi è già risultato fastidioso irl David Cooper sen– tir parlare con tanta sicurezza sullo "sta– to di vuoto mentale" cioè sulla realizza– zione del non-ego. E' la contraddizione di fondo dei pensatori, grandi e piccini: parlare con grande sicurezza di cose che sono lontane anni luce dalla nostra espe– rienza totale, cioè reale, mentre invece la nostra mente crede di poter far coincide– re· la critica dell'esperienza, {o studio dell'esperienza altrui, il guaràare con oc– chi critici, con l'esperienza in sè. In verità l'esperienza del mentale finisce da dove è partita. Parte dalla testa e rimane nella testa. L'illusione che possa realmente coinvolgere la totalità dell'esse– re usando questo filtro, non è nemmeno pia. E' indubbio che l'esperienza del mentale sia un'esperienza affascinante, che anch' io ho vissuto sebbene a livelli più modesti e con cui mi trovo a convivere pur senza subirne più il fascino. Ma voi Torto e Ragione non conoscete nulla. Come io non so nulla. E non solo dell'esperienza del vuoto, della bhuddita, ma anche della meditazione, delle dina-. miche delle energie. Dobbiamo àncora imparare ad ascoltare gli altri quando parlano. Non si può parlare dell'esperien– za del vuoto mentale quando ancora con la testa traboccante di giudizi, pregiudizi, durante le discussioni continuiamo a proiettare sugli altri le nostre idee dell'al– tro; senza in realtà volerlo ascoltare, ma solo cogliendo quello che ci serve per rafforzare la nostra tesi. Questo Torto e Ragione è il livello reale della vostra mente. Non sentite una stonatura tra il livello reale della vostra esperienza e il livello dell'esperienza del mentale?

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