RE NUDO - Anno IX - n. 68 - agosto-settembre 1978

La liberazione non consiste solo nel modificare la nostra percezione, ma . anche nell'aprirci di più ad un 'azio– ne che, .senza volatilizzare l'osta– colo, tenga conto dei limiti, dell(I desolazione e del dolore ,del mon– do. La nostra coscienza abituale delle cose è molto povèra, cieca e alterata nel cattivo senso della parola. E' difficile liberare la percezione dalle gabbie che ci separano dalle cose. Ma se possiamo farlo - e ciò è possibile in momenti privilegiati di festa, sia spqntaneamente, sia al seguito di un allenamento all'analisi bioenergetica, o alla narcoanalist, alle droghe psichedeli• che, alla partecipazione -ai riti, alla pre.' ghiera o alla meditazione ~ se possiamo liberarci, tutto può diventare più chiaro, più' mténso .. più 'giol~ù'. . Nell'esperienza .dell'"estasi" (termine al quale oggi preferisco quello di ASC-Alte– red States of consciousness o transe), le cose non sono deformate, sfuggono inve– ce alla deformazione abituale. E' la visio– ne utilitaria del mondo a separarci dalle cose e dalla presenza delle cose. Vesperienza fatta .in questi ultimi anni (1965/1978) dai viaggiatori del tempo non pùò essere adeguatamente capita da chi non ha fatto perlomeno una volta nella sua vita un "viaggio": immersioni o successioni d'immersioni in quel gran di– sordine chiaro che è la memoria. Parlo di una memoria graziata dal sole, e della navigazione attraverso i circuiti iperlumi– nosi del corpo psichedelico. L'esperienza psichedelica, ecco una impie– tosa pietra di paragone per diagnosticare i divorzi attuali e le differenze tra le gene– razioni. Qui, chi è "in" e chi è "out" si rivelano: l'altra cultura noii è la cultura ufficiale. L'esperienza della "droga~•pro– voca una frattura nel costume e nella cultura di questi ultimi anni S'interrom– pe il filo delle "tradizioni", non ci si ·riconoscè ·più inl certe "eredità": non si parte più da Marx o da Gesù Cristo, ma .s'incomincia - tra i frammenti di una cultura esplosa - da un'esperienza per molti versi sconcertante, e ci si radica in questo "scandalo", ci si installa in una rivolta. Spesso l'esperien;za "altra" si ac– compagna a un drop out. E' la generazio– ne del distacco. Ci sono decine di migliaia di giovani che si sono rivoltati contro la società e che l'hanno abbandonata, resi• stendo - ai margini - ai processi di socializzazione, e rifiutando qualsiasi conciliazione col sistema. In questo movimènto che inizialmente è esploso in territori apparentemente di– stanti dalla politica, e i cui percorsi sono multipli e difficilmente ricomponibili in un quadro d'insieme (a meno di non voler fare sociologismo), ci si è formati in un clima di critica praticata, radicale della società industriale. In esso si è anche prodotta quella consumazione del linguaggio soprattutto politico, i cui ef– fetti oggi sono sotto gli occhi di tutti: comportamenti inspiegabili, "messaggi deliranti" (come dice la stampa) esplosio– ne di violenza a corto circuito e con forti cariche simboliche. I nuovi comportamenti sorgono lì dove sono più facilmente prevedibili: nella cri– si della Ragione, e della cultura e della civiltà Occidentale. Come ieri gli allucino– geni, oggi le nuove discipline importate dall'Oriente funzionano da "analizzatori" sociali di nuovi divorzi culturali: come un arrosto di porco tra un mussulmano e un cristiano, un antenato cotto a puntino tra un cannibale e una suora missionaria... Intanto, si sopravvive.tra le macerie. Il movimento (che sembra senza memoria) vortica in una specie di vuoto storico, ' sempre più emarginato dalla regione eco– nomica,,in ghetti o catacombe esoteriche, dove tra i surrogati e gli scarti di ciò che -!.'esistenza borghese ha sopraffatto e di– strutto (come la "natura", ad esempio) si cova forse l'embrione della "nuova co– scienza". Movimento paradossale. Forse lì dove meno ce lo si aspetta, spunterà il germo- RENUD0/11 glio o l'annuncio dei tempi nuovi. I muta– menti (anche storici) non sono visibili che all'occhio rivolto verso l'interno. Sulla scena,esterna essi non appaiono che per distorsione. E' quello che fa la nostra sorpresa quando, divenuti maturi, irrom– pono in superficie, nel reale, lasciandoci· attoniti di fronte ad avvenimenti di cui credevamo di conoscere molto bene la dinamica, ma che poi ci accorgiamo di non essere pronti a comprendere. E' quel– lo che sta succedendo oggi in Italia: da un lato con il terrorismo e per rapporto alle "masse"· e alla demoralizzazione im– perante, - dall'altro (e quasi come in risposta alla violenza) con questa corsa a cercar rifugio in antiche teorie e pratiche orientali. I centri sorgono comé funghi ~oprattutto nelle grandi città (in quello che resta dello spazio nei campi paranoici delle grandi città). E promettono di tutto: dal capire alcuni dei misteri della vita e della morte, fino alla liberazione dell'energia e della vita. Mentre le scuole e le università cadono ·a pezzi, e i maestri occidentali si vedono gratificati della laurea di "scemo" da tutta una generazione di studenti, sì dif(onde a mapchia d'olio una nuova pedakogia d'importazione. Basata sulla pratica più che sui giochi vani delle paro-· le e dello spirito, essa si rivolge agli individui e fa appello all'emozione e al sentimento: a tutto ciò che è stato espul-

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