RE NUDO - Anno IX - n. 67 - luglio 1978

RE NUD0/28 INTERVISTA A LAURA DI NOLA FUORI dall'ANTRO della scienzamanipolatoria! Dall'antro della psicoanalisi, lasciati sul cam..mino i pugni alzati èii alcuni leninisti - fuori strada a mentire happening - Laura Di Nola occupa finalmente col suo libro di imminente uscita, "Il gioco delle riappropriazioni" uno spazio lasciato li– bero o peggio censurato: la psicoanalisi (ribaltata} Ora froci, lesbiche, donne, tutta la con– trocultura - smascherando la statua di sale (del potere analitico e non) possono tentare di far diventare le loro ''gerga– glie", la loro "malattia", un modo alter– nativo e reale di combattere il potere. Abbandonate le gabbie di certa scienza, viviamoci l'emarginazione finalmente, in modo creativo, coscienti che i veri gestori della scienza possiamo essere noi Contro il gulag mentale ma anche contro l'appiattimento - la lotta non è più per il punto d'a"ivo, ma anche per il non arrivo. Giungere per denudarsi e ricominciare a co"ere; a"ivare per tastarsipiù afondo e ripartire; un processo continuo che vada alle radici Ridiventare bambini distruggere il giocat– tolo, ricostruirlo poi come più ci piace, vivendo finalmente la nostra creatività. Ritrovare il nostro spazio, il nostro ritmo e smascherare continuamente il potere che sta annidato'dentro di noi. -- Il libro "Il gioco delle riappropriazioni" uscirà in autunno, per l'editore Moizzi. · Da dove è nata l'idea di questo tuo libro? Accostandomi ai "sacri" testi di psicolo– gia (coi quali il nostro rapporto non è mai c'reativo) mi sono accorta che da ogni teoria si potevano tirar fuori conclusioni diverse e talora opposte a quelle finora accettate comunemente, che di solito ri- \ specchiavano solo le opinioni più diffuse che il sistema incentivava, per alcuni suoi fini evidenti. Proprio per questo per secoli ci hanno imbottito la testa sulla pretesa oggettività della scienza, se .appena avessimo sgan:,ato qualcosa, i "sacerdoti" geniali avrebbero perso la loro autorità indiscussa,. e la "scienza" sarebbe diventata finalmente scienza. Cosa intendi per scienza senza virgolet– te? · Una scienza èhe non sia al servizio di un gruppo di potere e perciò non ci traman– di la Norma e la Regola di comportamen– to. Che sia meno "oggettiva" e nello stesso tempo più oggettiva e meno falsa-·· ta. Guarda quante memorizzazioni e quanti testi· inutili nello studio. Non vo– glio svalutare il sacro terrore che abbiamo assimilato nel mettere le cose in discus– sjone, ma anche questo tipo di studio ci leva il tempo di pensare. Come si sono posti. sinora gli emarginati e le minoranze nei confronti della scienza? Male secondo me, molto male. I movi– menti femministi ed i movimenti omoses– suali soprattutto - almeno in Italia - hanno quasi sempre rifiutato in blocco la. scienza, "demonizzandola". Ed è anche logico perchè gli emarginati ed i devianti sono stati le prime vittime di questa scienza. Ma in realtà parte del loro rifiuto deriva dal fatto che sono stati influenzati dalla grande mistificazione della Sacra Oggetti– vità. In effetti quando Berlinguer o chi per lui, fanno un gran parlare di compro– messo storico· o di dissenso che deve tramutarsi subito in consenso, in un'"ugualità"· senza sfumature, non fan– no niente di nuovo; da che mondo· è mondo il pensiero convergente è stato · sempre contrabbandato come unica for– ma possibile di pensiero. Io invece ho cercato di teorizzare il pen– siero divergente, ma in senso rivoluziona– rio, ed in questo.involontariamente mi ha aiutato Guilford che ha compiuto degli studi sulla creatività per conto del gover– no americano, preoccupato di dover com– petere sul piano inventivo-tecnologico con l'Unione Sovietica. Ora, mentre il pensiero convergente è qµello che tende ad individuare di un dato problema l'unica soluzione "giusta", il pensiero divergente, che è cardine del pensiero creativo, è aperto a tutte le possibili soluzioni, è un continuo di di– struttività e di creatività. Secondo me avere in mano la scienza ed essere coscienti a li;ello teorico di alcune castrazioni che ha creato, ci aiuta· a per– dere i complessi di inferiorità ed a riap– propriarcene facendo di essa un nostro strumento, non più uno strumento con– tro di noi. E questo dovrebbe essere il compito di ogni minoranza e di ogni gruppo di emar– ginati oggi, e contro ogni futuro potere. Pende che ai tempi del fascismo parlò di una presunta inferiorità o comunque di– versità ebraica, non ha rappresentato as– solutamente un fatto unico, non è che uno dei tanti "scienziati". Quindi il tuo libro è diretto alle donne, o • più genericamente ad ogni tipo di contro– cultura? Alle donne, in quanto io sono donna, ma in un certo senso ad ognuno. Ad esempio parlo di omosessualità, ma soprattutto di lesbismo e ribalto-finalmente le concezio– ni vigenti sull'amore fra donne come fatto regressivo. Mi è molto facile proprio usando le teorie più accreditate, senza castrarle dalle loro possibili conclusioni. Parlo di creatività femminile, e del perchè finora ci è mancata, e del complesso rapporto madre-figlia, cercando di capire anche perchè ci è stato imposto in questa maniera. Ho parlato di tutte cose che mi sono vicine, non come esperta, ma come perso-

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