RE NUDO - Anno IX - n. 66 - maggio 1978

RE NUD0/42 UNAMUSICADIVERSA Alvin Curran: il giardino magnetico del suono Un giorno ti può anche capitare di incon– trare Alvin Curran, discutere con lui, ascoltare la sua musica e subito meravi– gliarti, del perchè fino a ieri non avevi mai sentito parlare di lui. Poi ti ricordi che è .stato così anche per Riley, La Monte Young, Reich... gli altri. Alvin è nato nel l 938 a Provvidence nel Rhode Island (USA). Suo padre, un tromboni– sta-cantante di orchestra da ballo gli die– de una formazione musicale sia popolare sia classica, benchè volesse fare di lui un medico. Ha iniziato gli studi di composi– zione alla Brown University con Ron Nelson e li ha completati nei- corsi di perfezionamento a Yale con Elliot Car– ter. Nel 1963 vinse premi di composizio- ne Bearns e BMI e venne invitato da Carter a Berlino per un anno nell'ambito del programma della Ford Foundation. Più tardi nel dicembre del 64 si trasferì a Roma "per diventare compositore". Quest'intenzione prese un'altra strada quando insieme con Frederic Rzewski e Richard Teitelbaum formò Musica Elet– tronica Viva uno dei gruppi sperimentali più a.ttivi in quel periodo. Il suo lavoro si estende al cinema sperimentale - ha col– laborato con Griffi e Miscuglio - e al teatro d'avanguardia - con Vasilicò e Perlini. Dal 75 tiene un corso di improv– visazione musicale alla Accademia d'Arte Drammatica di Roma. Dal 73 Curran ha intrappreso, affianco all'attività con MEV (oltre 200 concerti in Europa e negli Stati Uniti), quella di esecuto~e solista e finalmente, dopo una serie di controversie discografiche circa un anno fa è uscito il suo primo album "solo" - Canti e Vedute del Giardino Magnetico 'a Roma. La prima cosa che senti nel suono di Alvin, è il respiro della natura con le sue acque, i suoi uccelli il suo scorrere lento nel tempo. Il brano, che dal vivo dura un'ora e mezzo, sul disco è stato ridotto, per ragioni tecniche, a cinquanta minuti sen– za perdere però nulla della sua essenzia– lità. La prima parte, più scarna e medita– tiva si evolve attraverso una introduzione al Synth cui fanno da "contrappunto": vento e fili di alta tensione di Sardegna, Rondoni di Roma, campane di vetro - in un canto e - statico chepenetra il suono fino a dissolverlo nei suoi elementi più semplici. Il momento successivo è dei più belli di tutta la composizione; servendosi, insie– me al filicomo, di strumenti semplicissi– mi, come l'armonica e lo scacciapensieri, Alvin riesce a creare "paesaggi sonori" di un lirismo unico. L'Ananda è la più alta fruizione, la beati- • tudine estrema, in cui spariscono i limiti del tuo ego; in cui il suono diventa se stesso... per farsi tutt'uno con la natura: l'abbaiare in lontananza di un cane, lo stridio delle cicale, il canto contadino di una campagna emiliana, attraverso 1a vo– ce di Margherita Benetti... il TONO. Il suono del mare, con il suo flusso sempre uguale e pure sempre diverso, apre la seconda facciata del disco. Synth e Kalimba - un piccolo magico strumento africano - disegnano linee me– lodiche che si rincorrono, si toccano, formano vortici colorati, cantano il loro amore la poesia, svaniscono nel canto sommesso di un ruscello. Co~ "Giardino magnetico", Alvin Curran ai pone sicura– .mente tra i musicisti più interessantidel

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