RE NUDO - Anno IX - n. 66 - maggio 1978

massimo risvegliare. La lettura del libro di Dupuis non supera, nè libera - neanche nei limiti propri del fenomeno psichico costituito dalla lettu– ra - le aspirazioni latenti alle quali peral– tro il "situazionismo" di Vaneigem impo– ne a cuor leggero le reazioni meccaniche delle situazioni ultime e attitudini "intel– lettuali". Va detto che anche noi però manifestia– mo male ciò che marcia fuori tempo. La differenza, non la portiamo bene, qui a Re nudo. Ma bisogna anche aggiungere che d'altra parte ci si è aperti da poco alla possibilità di lasciarsi trasformare, di ri– schiare realmente i limiti dell'esistenza, invece di ripetere riduttivamente modelli gloriosi, ivi compreso il surrealismo. An– che per questo al termine di "controcul– tura", un termine reattivo, preferisco og– gi quello di "altra cultura". Mirare alla rivoluzione, al cambiamento, ma anche gettare sguardi verso ciò che sta al di là della rivoluzione e del cambia– rflento. Oltre ciò che si manifesta (teoriz– zazion_i, d~gmatismi, scimmiottamenti, merce, piccole e strette idee: tutto ciò che rigettiamo). c'è da dire che ciascuno · di noi è, perlomeno virtualmente, molto più nudo di Re nudo. Allo stesso modo, i surrealisti erano più surrealisti del surrealismo di cui ci parla il Dupuis. Ma sono morti. E il loro spirito radioatti– vo resta invisibile ed incompatibile con le ossa e l'eredità di cui ci affabulano. 1 surrealisti sono, dal punto di vista dell·' invisibilità, inattaccabili. Essi sono andati– volontariamente al di là dei campi di manovra e di esercizi mondani. Hanno deciso di non svelare il Segreto. Hanno spento le loro lampade con un soffio. li giorno e la chiarezza non li interessano più. Hanno spento la luce, e si sono persi per · la notte. Una notte, vorrei aggiungere per il Più Vasto Pubblico, che non è come le altre notti. Giannide Martino RE NUD0/13 Ecco qui alcuni brani del testo di Vaneigem celato sotto lo pseudonimo di Dupuis: ·eontrostoria del surrealismo"'(Arcana Ed.} La- riconversione 1nistica I . La risacralizzazione (...) Uno degli errori maggiori del surrea– lismo - che non scusa la natura essenzial– mente ideologica del movimento - è di avere abbandonato il progetto rivoluzio– nario globale al bolscevismo che non aveva fatto altro che abbandonarlo pura– mente e semplicemente, nella logica dei testi di Lenin. Se Bréton non cede su quello che ritiene a ragione primordiale, avverte almeno la rottura con i comunisti del partito come un allontanamento dalle possibilità sto– riche offerte ai "momenti" privilegiati della vita quotidiana. E' proprio l'istante in cui l'ideologia, con il suo potere di inversione, si manifesta in modo dirom– pente. Le rivendicazioni soggettive, mai affermate come basi del movimento rivo- •luzionario reale, divengono i dati astratti di un'ideologia che la critica-pratica della storia reale avrebbe dissolto ma che l' ideologia lenino-stalinista conferma come ideologia solipsista separandola dalla sua pseudopratica rivoluzidnaria (quella dei burocrati). Per il rivoluzionario, la disperazione ap– pare nel momento della trasformazione del movimento reale in ideologia. Per quell'ideologo che è il surrealista, si ag– giunge alla disperazione che avverte con- · fusamente in quanto aspirante rivoluzio– nario una disperazione da ideologo allon– tanato dall'ideologia rivoluzionaria domi– nante (qui il bolscevismo degli anni tren– ta). Si capisce come non vi sia altro allora che il salto determinato nella mistica delle sue scelte ammesse e rimosse. Il surrealismo aveva scelto la mistica della vita e della rimozione come il nazismo predicava la mistica della morte e della rimozione, in seguito ad un processo in cui il popolo tedesco si era ugualmente trovato predisposto a un certo salto nell' irrealtà. Bataille l'aveva ben capito quando propo– se di gettare nella lotta contro il fascismo e contro i Fronti anti-fascisti, d'osservan– za staliniana, le forze vive del surreali– smo. L'idea, del resto incerta, fece fiasco. Era venuto il momento di ascoltare l'anti– ca voce di Artaud: "Basta con i giochi linguistici, gli artifici della sintassi, i gio– chi di destrezza, le formule, bisogna tro– vare ora la grande Legge del cuore, la Legge che non sia una Legge, una prigio– ne, ma una guida per lo Spirito perduto nel proprio labirinto". Del resto, il colpo di timone yerso la metafisica non rispondeva solamente a smarrimenti individuali e a condizioni particolari. La frazione dei pittori, poco interessata dal dibattito politico, aveva visto con sollievo il surrealismo impegnar– si nella via mistica. Ancorata all'idea di magia creatrice, aveva tutto da guadagna– re da una rivalorizzazione del mito intor– no all'idea di bellezza e dell'arte proposta come specchio del meraviglioso. Attraver– so questa scorciatoia, i pittori continua– vano ad accordare tutte le loro cure all'estetica vietandosi di cedere all'esteti– smo. La loro influenza sulla scelta surrea– lista non è stata certo trascurabile. (...) Impedito di accedere, per la sua natura ideologica, al linguaggio critico, e vietan– dosi insieme qualche efficacia nella criti– ca del linguaggio dominante, il surreali– smo finisce allora per porsi come ricerca del nucleo magico iniziale, di quello che potrebbe essere chiamato il linguaggio degli dei. "Per il surrealismo il tutto, dirà Bréton, è stato di convincersi che si era messa la mano sulla 'materia prima' (nel senso alchemico) del linguaggio... qualcosa co– me il linguaggio allo stadio bruto: sul quale non sarebbe stata ancora aperta la separazione del parlare e del dire( ...). Lo spirito che rende concepibile una simile · operazione non è altro che quello che ha ~ato in ogni tempo la filosofia occul– ta .... Negli anni 1940, il pittore WolfgangPaa– len giungeva alla medesima conclusione a proposito del linguaggio pittorico. Ponen– do la domanda "cosa dipingere?", pro– poneva alla ricerca artistica "la visualizza– zione diretta delle forze che ci muovono e che ci commuovono", quello che si chiamava "una cosmogonia plastica". I testi dettati da Desnos e Crevel sprofon– dati in un sonno medianico, verso il

RkJQdWJsaXNoZXIy