RE NUDO - Anno IX - n. 64 - aprile 1978

RE NUDO/10 VIOLENZA Una vaga inquietudine Non andrò ai comizi dove tra la folla solitaria che grida troppo forte per non destare in me certi sospetti, certe riserve ... Per rispondere alla questione "Chi è il colpevole", bisogna essere sordo-muto. A furia di girare in circolo la Politica, vecchio sciacallo nello zoo dei secoli, si è consumata la lingua. Gli effetti di questa consumazione so– no sotto gli occhi spenti di tutti. Tra la "destra" e la "sinistra" giacciono i corpi degli uomini e d~lle donne, tra di essi ragazzi molto giovani, compa– gni, amici. Il fatto è che la Politica, in tutte le sue forme, non ha mai, finora, raggiunto alcun trionfo senza l'uso della violenza. I poveri morti, questi liquidi puzzolen– ti, hanno sempre tentato di presentar– celi come il sacrificio dei popoli, l'es– senza della storia. Oggi, un compro– messo che forse solo per questo è "sto– rico" spinge, come di solito, al matri– monio forzato con dei cadaveri. Un tempo era facile dire: a Cesare quel che è di Cesare. Disapprovo queste nozze i cui figli sa– ranno i soliti veterinari che curano le Piaghe della Patria, i nani bavosi di sempre, servi sciocchi di tante inutili stragi, individui odiosi dalle risposte accattivanti e prefabbricate. Tra l'individualismo barbaro che arma gli idioti (gli "stranieri") con coltelli che non colpiscono che alla schiena un popolo, uomini e donne che essi non hanno mai amato e che chiamano "massa" - e il nodo di vipere buro– cratiche che si mordono tra di loro quando mancano di vittime, cerco di vivere con il mantello di un occhio che proietta i suoi raggi tra queste nebulose (anche storiche) particolarmente terro– ristiche. "Alla guerra si ris~onde con la guerra". cosi ha ripetuto dall'alto dei bànchi del Parlamento di questa Repubblica uno spettro, un Padre della Patria. I figli, intanto, accerchiati da ogni lato da un Vecchio Mondo, dalle macerie di un mondo forse crollato 250 mila anni fa, ripetono a modo loro "No Future" con parole e musiche dei Sex Pistols: una "ripetizione generale" che potrebbe essere davvero l'inno delle ultime ge– nerazioni di questo p~aneta. Non si sfugge facilmente alla verità che ci acceca e non ci lascia dubbi. Eppure è vitale, oggi, sfuggire al terrorismo della verità, giacché è in suo nome che occultano la complessità della realtà prolifica la "politica del crimine" e il gangsterismo apocalittico: copie• con– formi (e specchio) del gangsterismo degli Stati. Gli "esperti", magari americani dal sorriso brillante come getti di Napalm, di quelli che danno al cronista di pro– vincia l'impressione di Vedere Le Cose Nostre In Ampia E Distaccata Pro– spettiva non si esimono dal fare cifre: "Morti da terrorismo negli ultimi dieci anni, un migliaio; morti da guerra, sei milioni". Dicono che va tutto come previsto e che i Governi non hanno di che preoccuparsi: le cifre dimostrano che essi sono i più forti. Questo "reali– smo" forse spiega perché Pecchioli di– chiari alla stampa francese (Le Monde 19-20marzo 1978)che i cittadini hanno il dovere di denunciare i violenti, mentre il suo compare Pajetta va a stringere la mano insanguinata di Menghistu. Menghistu è forte, non è un operaio, non è un torello. Mentre lo spettacolo della violenza che si consuma fin negli angoli più sperduti della terra e nei cieli ci balla dentro con una ossessione da carosello, sergenti e caporali ci invitano con altoparlanti a gridare in coro '"NU al terrorismo" - a un terrorismo che dura a~ ventimila anni e alla solita guerra assurda (e mo– notona) che si trascina e si consuma senza fine. E' un copione che ci schiaccia, che schiaccia le comparse. Non andrò ai comizi, tra la folla solita- Forse sarebbe meno inquietante vivere .senza occhi, senza antenne: tacere e obbedire. Purtroppo questa tranquil– lità apparente si paga con la tirannia. La tirannia, questa sottocultura da sceriffi, si cela infatti oggi nel rifiuto della complessità. 44arx~.·.e di nuovo in forma no an

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