RE NUDO - Anno IX - n. 62 - febbraio 1978

RE NU00/18 11settimanale "Panorama" Brevi cenni s'Ull'universo "La cultura giovanile italiana non fre– quenta più i libri di Ooce ... ". "Le dirò questo: che quand'ero giovane non fre– quentavo i filosofi, ma i postriboli... ". Questa confidenza di Riccardo Bacchelli all'intervistatore non è peggio di altre sempre sullo stesso argomento e nello stesso articolo-tavola rotonda~ per esem– pio Mario Soldati in questo elogio fune– bre di B. Croce: "... si mangiava in silen– zio, come con un rimorso, verso quell'uo– mo che era stato così austero in tutta la sua vita, che aveva sempre lavorato, lavo– rato, lavorato e non aveva mai perso tem– po. Perciò in quella trattoria ci siamo sen– titi tutti mortificati, che bocconi amari! La grandezza di Ooce cominciò a inse– guirci lì: col senso de/I.anostra miseria e con un 1 desiderio disperatoìdi cibi celesti':· Adesso\ il vegliardo, bastai postriboli, ha ripiegato sui filosofi, ma Soldati mangia ancora tanti bocconi terreni. Chi mette insieme questi cervelli frullati è Panora- ma, il giornale che "separa i fatti dalle opinioni", i gatti dai torpedoni, i matti dai fratacchioni. Panorama separa i fatti dalle opinioni nel senso che i fatti sono di tutti e le opinioni sono sue. Un clamoro– so esempio di separatismo tardo. Nessu– no, nessuno ci crede più a queste menate dei fatti-opinioni, giornalismo anglosasso– ne, obiettività del cronista, e così ridendo e scherzando. Anche il più strutturato, "urendo" giornalista sa che non è possibi– le (per quanto nel suo caso auspicabile) uscire da se stessi e vedere le cose con gli occhi... di chi? Appunto. Ma Panorama no. Per Panorama non è successo niente: il '68, la nuova psichiatria, il femmini– smo, per lui sono solo "notizie". Lui è lì: "i fatti separati dalle opinioni" a rassicu– rare un sempre più improbabile geometra di Rovigo. Ci siamo guardati sei mesi di Panorama (no, non era un fioretto): lu– glio/dicembre 1977 e già che c'eravamo anche il primo numero del '78. Abbiamo i normali... limitato la nostra attenzione alla parte culturale, abbiamo messo a fuoco e... ab– biamo trovato le opinioni mischiate ai fatti, non solo, ma abbiamo scoperto (lo avevamo scoperto da vent'anni) che an– che i fatti da soli per il loro essere stati scelti fra decine di possibili, sono già un' opinione, se non altro un'opinione di gra– duatoria. Perchè scegliere di fare un'in– chiesta su Pinocchio nel novembre 1977? Non è già un'opinione? Su 111 libri recensiti nei 6 mesi, 4 sono editi da case della nuova sinistra. Non è una scelta d'opinione? Sul numero del 22 novembre c'è un arti– colo "Il profeta ci ripensa•: Chi è? An– drea Valcarenghi, il nostro compagno. A che cosa ripensa e chi ha detto che ci ripensa? E scrivere "Il profeta ci ripen– sa" suggerisce "che cavolo di profeta è questo qui che ci ripensa? ". I profeti che si rispettano non cambiano le profezie e vanno diritti per la loro strada. Si sa. A quel titolo-opinione succede un indimen– ticabile "schizzo" di Andrea: "un 'espres– sione da santone indiano abituato a tro– vare ne/I.ameditazione I.avia per smantel- 1.are la rappresentazione della realtà pro– dotta dalla ideologia dominante, Andrea Valcarenghi è riuscito ancora una volta a stupire e a fare scandalo". Neanche nelle calle di Venezìa, a notte fonda, ho visto gli ubriachi straparlare così. Non si con– testerà almeno che è un'opinione legata strettamente a un fatto-notizia: la pubbli– cazione di un libro di Andrea. Quando parla di teatro femminista, Pano– rama non analizza, non riflette, non in– forma, ma esemplifica fino all'irrigidi– mento dei nervi che vengono poi lacerati daile didascalie terroristiche poste sotto le, inevitabili "fotine": "dimenticare il teatro dei professionisti", "dopo lo spet– tacolo si discute per ore': "Le femmini– ste ci ripensano" ( anche loro! ) è il titolo di un'inchiesta del 25 ottobre sulla ma– ternità cosciente desiderata da molte compagne. Ci leggo dentro delle dichiara– zioni di femministe e sul numero dopo le loro smentite. I dirigenti di Panorama non hanno dimestichezza con le opinioni dei compagni e le riducono alla loro di– mensione.

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