RE NUDO - Anno IX - n. 61 - gennaio 1978
RE NU00/5 lettere lettere - lettere - lettere - lettere - lettere Dolcissimi fratelli e sorel– le, vi scrivo perchè avevo in– tenzione di rispondere al que– stionario, ma siccome me lo sono sentito un po' stretto, eccomi qua. Re Nudo lo leggo regolarmente da poco e prima qualche volta così. Lo sto sco– prendo, voglio essere percetti– vo verso il giornale. Quanto ad autocoscienza, meditazio– ne e yoga, ecco io credo che non ci sia da oggettivare. Cioè io potrei dire un sacco di bla bla bla, ma ecco di sicuro non è quello. Amore, percepire, percepirsi, essere aperti, ecco, quando vivo tutto ciò, quan– do viviamo tutto ciò, siamo autocoscienza, meditazione e yoga. Non credete? Quanto alla firma degli articoli, che importanza ha? Circa le mie opinioni su questioni tecniche (aspetto grafico, frequenza, etc.) non gli dò importanza e poi lo ripeto è da poco che vi leggo regolarmente. Per quel che riguarda lo spa– zio dato all'alimentazione e riscoperta del corpo e quello dato all'"interiorità", io credo che non ce ne sia mai troppo, perchè dopo anni di pratica politica, mi sono accorto che cambiare significa soprattut– to cambiarsi, che lottare si– gnifica soprattutto-amare, e che bisogna ritrovare in noi i ritmi delle stagioni, piangere, ridere, percepire gli animali, le piante, chi °cista attorno, per– cepirli da dentro e amarli un casino, e amare la propria in– teriorità, rinunciare ad avere per essere, imparare a vivere ed a morire, iniziare con sem- plicità ad osservare le incom– piutezze che ci portiamo, o meglio che siamo, iniziare a cambiare. Oggi come oggi non faccio politica nel senso con– venzionale del termine. Però io credo che sia un sacco poli– tico sperimentare la vita, scambiare la propria esperien– za, incontrare altra gente, parlare, vedere se stessi, se le strutture cambiano, lo fanno quando interiormente sono mutate. Il Potere non lo si combatte opponendone un al– tro, ma vanificandolo dentro quando l'Amore è al posto del tuo io. Il dolore che il mondo si porta (da sempre) solo l'A– more può tramutarlo. Ecco, questo è quanto l'esperienza m'ha detto ed è così che ve lo scambio. Quanto alla festa di Guello, non ne sapevo niente. Mi sarebbe piaciuto incontra– re altra gente per verificarmi, verificare il vuoto dell'io, in- . somma andare al di là del dirsi le solite cose che ti proiettano fuori di te ed inve– ce ritrovarsi da dentro. Quanto a quello che ho man– giato oggi a pranzo, un piatto di riso normale (quello inte– grale l'avevo finito) con ver– dura, ceci, olio e parmigiano ed un pezzo di pane. (Sono· vegetariano, mi dimenticavo ..) A casa mia fa da mangiare un po' mia madre ed un po' io. Più che cucinare faccio un po' di faccende, perchè non mi sembra affatto giusto che una persona faccia il lavoro per tutti, semplicemente cerco di gestire i miei spazi in libertà, però partecipando. Domenica o scorsa l'ho passata nella stan– za ad osservare la musica, il respiro (mica tanto, la mente mi frullava su un sacco di cose), a leggere Psicanalisi e Buddismo Zen (avete visto quanto è bello?), a cercare d'amare le cose, poi a passeg– giare cercando d'accorgermi della strada, degli alberi, della gente sulla strada. E' stato bello pure così. Bello lo stesso condividere queste esperienze con altri, diventar vivi insie– me. Quanto al sesso, ecco, per un po' di tempo ho fatto un po' il prete con me stesso perchè l'avevo sempre vissuto come auto-appagamento e non come vita. Ora cerco di capir– mi anche là. Non lo vedo così separato. E' un altro aspetto della vita, ed ecco che lo vedo nelle carezze, nei baci, in una dolcezza nuova da scoprire insieme, creare insieme. Ho rapporti di "fratellanza" con gente di tutte e due i sessi. Un sacco bello quello con un ami– co che si chiama Sabino; con cui sono praticamente cre– sciuto (in senso intero) insie– me; e con una ragazza di Napoli, Elu, e poi Antonella, Lucio, Carlo, un po' di gente insomma. In ogni cosa vanifi– car il possesso, essere insieme, essere uniti, non avere qual– cuno o qualcuna. Come si può credere che l'amore possa vi– vere nelle sabbie del possesso? E' un sacco più vivo, vibrante. E'. Come può ciò che è, essere incatenato? E poi un'altra co– sa: perche? Se rinunciamo ad avere, dalle piccole cose ini– ziamo ad essere. La vita la vedo alternata con spazi di tempo dedicati alla campa– gna, o al paese e spazi dedicati alla città e sono cose che potrò fare e che già in parte faccio. Ritirarti ti serve a ri– scoprirti, ma io credo che è nella mischia, nella disarmo– nia che scopri di essere armo– nico e che ti puoi donare me– glio agli altri. Oggi come oggi ho 17 anni, vivo a Roma dove sono nato, COI)._ i miei, gesten– domi liberamente il mio tem– po ed il mio spazio; vado a scuola allo scientifico (vorrei studiare lingue antiche come sanscrito per scoprirne l'ani– ma, solo che non vorrei che perdessi, per studiare l'armo– nia delle cose che sono; ·credo comunque che per vivere ba– sta essere percettivi di fronte alla vita, accoglierla in sè, amarla e le risposte e le da. Bene o male è relativo; la vita E'). Ciao a tutti. Amore a tutti gli esseri viventi, una carezza a tutti quanti. I fiori. Il rumore del vento ... Pierpaolo. Sono una donna di 28 anni, insegno, sono femminista. Per me il femminismo è stato ed è lottare duramente contro– l'esterno, buttarlo per aria o almeno neutralizzarlo. Mi ri– ferisco a quell'esterno, politi– co, maschile, patriarcale, che io e tutte noi donne abbiamo introiettato. Un-esterno-che quindi c'è, esiste, opera pro– prio in quello spazio che è il nostro corpo di donne. Ed è proprio questo spazio, questo esterno introiettato che io ho scelto (come molte donne femministe del resto) come luogo strategico di lotta. Se– condo me è proprio lì, che la vittoria è sicura: sono convin– ta che tutto dipende da noi, dalla forza del desiderio. Io sento come un dolore di fronte ai discorsi di quelle compagne secondo cui i mec– canismi introiettati sarebbe impossibile scardinarli. Mi sembrano affermazioni di chi è in plagio totale, ed è vera– mente estraniato a se stesso e non ha trovato il contatto con l'energia del desiderio, del sogno, con le proprie sorgenti. LOTTA DURA CONTRO L'ESTERNO INTROIET-
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