RE NUDO - Anno IX - n. 61 - gennaio 1978

RE NUD0/42 RiprendiCJ111oci la terra 4 - La preparazione del terreno per la semina: un'operazione di grandissima importanza Da qualche anno a questa parte, gli agricoltori si sono orientati verso le cosiddette colture specializzate, ossia non coltivano più di tutto un po', ma si limitano a coltivare poche cose in modo intensivo, producendo in questo modo teoricamente di più, ma espo– nendosi ai rischi ed ai ricatti dell'eco– nomia di mercato (vale a dire ai ricatti della varie mafie orotofrutticole), ed in pratica perdendo rispetto ai metodi tradizionali. Ovviamente, noi consigliamo di pro– durre un po' di tutto, ed in misura tale da consentire la sopravvivenza del nu– cleo produttivo, lasciando al caso la possibilità di commercializzare prodot– ti eccedenti i bisogni del gruppo. In questo modo, ci si nutre abbondante– men~e, in maniera sana, e ci si tira fuori dal marasma delle contrattazioni ricattatorie e dalle logiche inflazionisti– che. Quello in più che si produce, e che si vuol commercializzare, dev'essere facil– mente conservabile, al fine di poter aspettare il momento più opportuno per metterlo in vendita. Inoltre, è op– portuno attrezzarsi per la vendita di– retta (consentita dalla fogge) al pubbli– co, senza passare attraverso mediatori e negozianti, e se possibile, pensare ad organizzare anche un serio circuito alternativo per lo scambio di prodotti tra gruppi di sopravvivenza. I settori produttivi sono: orto, frutteto, campo, pascolo e bosco. Ognuno di questi settori, che esamineremo separa– tàmente, richiede tecniche differenti. E cominciamo èlal più importante ed impegnativo, cioè l'orto. Per prima cosa, occorre tener presente che alcuni prodotti orticoli necessitano di molto sole, altri di poco sole, alcuni di molta umidità, altri di poca umidi– tà. E' quindi importante la disposizio– ne dell'orto, e la presenza in esso di strutture per l'irrigazione - dove ci vuole tanta acqua - e per l'ombreggia– mento. Inoltre, nelle zone in cui nevica o gela per parecchio tempo, è necessa– ria una serra, al fine di garantire la disponibilità di prodotti orticoli anche durante i mesi invernali. In linea di massima, una prima opera– zione da effettuare consiste nel far crescere una siepe alta (d~ sambuco, _per esempio, mòlto rapido a sviluppar– si) orientata per il lungo nella direzio– ne nord-sud. L'orto lo si realizzerà lungo il lato orientale della siepe, cosic– chè riceverà il sole del mattino, mentre dal primo pomeriggio la siepe comin– cerà a proiettare la sua ombra che, gradualmente, coprirà l'intera striscia coltivata. Se la zona è battuta da venti freddi, è opportuno far crescere siepi frangiven– to, di sempreverde (mortella) a nord della zona orto, ed adottare nei mesi più freddi dei ripari a telaio in paglia, che devono proteggere le colture dal lato di provenienza del vento. I prodotti orticoli che necessitano di molto sole, dovranno essere coltivati vicino alle siepi est-ovest, in modo tale da essere protetti dai venti ma non ombreggiati. Le cose che necessitano di più ombra, vanno invece coltivatevici– nissime alla siepe che va da nord a sud. La serra, quando serve, è opportuno costruirla contro una parete sud della casa, sfruttando il calore di questa, oltrechè il naturale calore del sole. Una voi ta scelta la posizione, e deter– minata l'estensione necessaria di terre– no, bisogna preparare la terra nel modo migli_ore. Prima di tutto ci si deve occupare delle erbe infestanti, per le quali è opportuno regolarsi come segue: - tagliare le erbe con la falce, e lasciarle seccare sul posto per alcuni giorni. - aggiungere paglia secca su tutta l'estensione da sistemare, ed appiccare il fuoco (occhio agli incendi, però!) - vangare, rivoltando la terra, poi ricoprire ancora di paglia secca e rida– re fuoco nuovamente. Con questo sistema, si ottiene una disinfestazione soddisfacente, che com– porta la sterilizzazione di circa lo 80% dei semi erbacei, e si concima il terreno con la cenere dell'erba bruciata. Non si creda, però, di aver risolto definitivamente il problema: lo strap– pare erbe infestanti in continuazione è una delle più divertenti pratiche cultu– rali che attendono il neo-contadino. Il problema si attenua un po' soltanto dopo una decina, d'anni di lavoro continuo ed accurato, ma non sparisce mai del tutto. La soluzione "diserbanti chimici" è naturalmente fuori discussione. Inoltre, spesso è controproducente in modo diretto, perchè altera gli equilibri della microfauna del terreno, rischiando di sterilizzarlo, ed inoltre crea dei feno– meni di assuefazione per cui le erbe diventano più tenaci di prima. Effettuata l'operazione erbe (che può essere risolta in questo modo soltanto in fase di impianto dell'orto, perchè poi non può più essere ripetuta quando ci sono colture in atto), si passa alla vangatura vera e propria. La vangatu– ra dev'essere eseguita in profondità, curando di non rivoltare zolle troppo grosse. Per l'orto è bene procedere realizzando delle aiuole larghe una ottantina di centimetri, e lunghe un paio di metri, separate tra di loro da sentieri ben battuti larghi una quarantina di centi– metri. Aiuole più larghe sono sconsi– gliabili per la difficoltà che presente– rebbero nelle fasi di raccolto e di ripulitura dalle erbe spontanee emer– genti dopo la semina. E' del tutto inutile vangare quando il terreno è troppo umido: si formerebbero delle zoile dure e compatte difficilissime da frantumare nella fase successiva. Dopo la !?rima vangatura, si sparge sulle aiuole la necessaria quantità di concime organico. Evitare di usare concimi inorganici, tranne che nei casi eccezionali di estrema povertà del ter-

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