RE NUDO - Anno VIII - n. 60 - dicembre 1977

RE NUD0/44 G Riprendia:moci la terra 3 - L'uomo. ·prima di essere un'entità spirituale, è una macchina per la consumazione del cibo: come organizzare la risposta al fabbisogno alimentare di una piccola comunità L'uomo biologico è una realtà abba– stanza scomoda, ma è una realtà. L'in– dividuo è un sistema micidiale di equi– libri organici che in un anno necessita di circa 1.000.000 di calorie, assimila– bili attraverso l'ingestione di 40 Kilo– grammi di grassi, 40 Kilogrammi di proteine e 120 Kilogrammi di carboi– drati. Il tutto corrisponde, grosso mo– do, a 500 Kilogrammi di cibo ad alto valore nutritivo, da cui si ricavano i 200 Kilogrammi di sostanze utili, uni– tamente ad altri 300 Kilogrammi di scorie. Se prendiamo in considerazione una piècola comunità di sei persone, e quindi moltiplichiamo per sei le cifre di prima, abbiamo 6.000.000 di calorie per 3 tonnellate di cibo. L'idea di nutrirsi in modo esclusiva– mente vegetariano è, senza dubbio, degna della massima stima e del massi– mo rispetto: tuttavia è molto difficile pensare di trasferire questa interessante forma di dieta alimentare in una situa– zione di campagna. La quantità di vegetali da1.produrre, infatti, sarebbe addirittura mostruosa, per il semplice fatto che i vegetali hanno un valore calorico molto limitato salvo i cereali. Prendiamo le carote, che - tra gli ortaggi freschi - sono quelle che possie– dono il più alto valore calorico. Volen– do ottenere, per assurdo, l'intero fabbi– sogno di calorie individuale attraverso le sole carote, ne occorrerebbero due tonnellate, e ciò comunque non sareb– be sufficiente a fornire un'alimentazio– ne completa. Con due tonnellate di carote, infatti, abbiamo sì 1.000.000 di calorie, ma la composizione delle stesse sarebbe data da 20 Kg. di proteine, 1O Kg. di grassi e 200 Kg. di carboidrati, con una netta carenza quindi di proteine e grassi rispetto al fabbisogno, ed un'eccedenza di carboidrati. Volendo impostare un discorso di au- o tosufficienza alimentare, quindi, è op– portuno prendere in consideraz;one una dieta che comprenda anche la carne, sia pure in misura molto piJ'r limitata di quella abitualmente prop, - sta dalla <<civiltà del benessere>>e d, :l colesterolo. Le statistiche ci dicono che il consurr.o per abitante in Italia di carne è passato dai 20 Kg. del 1951 ai 60 Kg. del 1975. Considerando la totale ingiustizia della distribuzione dei consumi aiimentari nel nostro paese, si è arriv.ati ad una cifra assolutamente spropositata. La media di 60 Kg. pro-capite indicata dalla statistica, infatti, presuppone che una certa fetta della popolazione in– gurgiti (è il caso di dirlo) qualcosa come mezzo chilo di prodotti carnei al giorno, tra bistecche, salumi, pollame, eccetera. Una quantità micidiale. Una dieta biologicamente ed economi– camente equilibrata, da attuarsi in un:1 situazione di comunità agricola, deve comprendere anche una certa quantità di carne, ma essenzialmente deve ba– sarsi su latticini, uova e verdura. Sol– tanto in questo modo si riesce a trovare un sufficiente.stato di equilibrio. Per impostare un piano di produzione alimentare capace di coprire le necessi– tà di un gruppo di cinque-sei persone, quindi, occorre tener conto dell'impor– tanza dell'allevamento di animali da carne, da latte e da uova, oltrechè delle coltivazioni orticole. Un modello sperimentato e funzionale - derivante dall'esperienza vissuta - può essere il seguente. 100 capi di pollame, incluse anatre, qualche tacchina, ed eventualmente un paio di oche. 4 capre di razza resistente e rustica, evitando le delicatissime e pretenziosis– sime razze selezionate. 2 maiali (scrofe da riproduzione). Questo per quanto riguarda il parco– animali. Occorre poi prevedere l'insie– me delle colture orticole e da campo, necessarie per l'alimentazione ttmana ed animale. · 3000 Mq di orto, organizzato in modo razionale. 5000 Mq di coltivazione a granoturco 5000 Mq di coltivazione a bietole per foraggio 10.000 Mq di pascolo a erba medica e sorgo da granella 2500 Mq di coltivazione a patate