RE NUDO - Anno VIII - n. 60 - dicembre 1977

notizie dal di DENTRO "Donne e follia", incontro a Firenze Il 12 e il 13 di novembre, a Firenze, si sono incontrate più di 3000 donne per discutere sulla follia: la nostra, come sofferenza e potenzialità creativa, quel– la delle donne rinchiuse in manicomi e fuori, e quella del sistema. L'idea di trovarsi era nata durante le assemblee spontanee e autogestite avvenute a Trieste durante il convegno contestato di Basaglia, dove già erano uscite delle cose molto belle. Per esempio la discus– sione che si è conclusa dicendo che non vogliamo fare differenze tra la follia che noi femministe, fricchettone, compa– gne viviamo ogni giorno appena faccia– mo scelte diverse dalla norma imposta dalla società, e la follia come sofferenza che ti porta ad essere rinchiusa in un manicomio e in una clinica pschichiatri– ca. Infatti anche se noi siamo più coraz– zate e difese, le persone più indifese o più fragili che non reggono e a volte finiscono segregate in manicomio, sof– frono delle nostre stesse contraddizioni in famiglia e, fuori, della stessa violen– za sociale. A Firenze le donne erano in troppe per poter riunirsi tutte insieme: mancava anche un posto abbastanza grande. Si sono quindi divise in commissioni. La riunione di Firenze era per preparare un incontro internazionale. Ci si dà appun– tamento di nuovo il prossimo marzo. .. • ,· ~ 222165 cas.postale 73 Bergamo Al Corriere se ne vedono Di Bella! Contemporaneamente all'arrivo di una grande quantità di miliardi dalla Ger– mania, al Corriere della Sera è giunto un nuovo direttore: Franco Di Bella. Ecco le tappe della sua carriera, fino a diventare capo assoluto del nuovo Cor– riere che puzza di marca tedesca, e in cui ha imposto come linea "la difesa delle istituzioni e la serietà dei lettori" strizzando l'occhio all'impostazione dei giornali della bieca catena Springer. No– nostante le smentite, pare che Mr. Springer e altri banditi tedeschi abbiano finanziato la Rizzoli e quindi il Corriere, della Sera, che appunto s1 J)revede sem– pre più servo della democratica Germa– nia. La catena dei giornali Springer ha sostenuto e imposto in Germania la versione unica e obbligatoria del suici– dio dei compagni della RAF, e scatenato la caccia alle streghe contro ogni blando dissenziente, e intellettuale, subito iden– tificato come 'simpatizzante' dei terro– risti. La venuta di Di Bella e la svolta del Corriere hanno provocato le dimissioni di Montale, Franco Fortini, Natalia Ginzburg e molti giornalisti della reda– zione. Ma torniamo al nostro: nel'43 lo troviamo, a 17 anni, come aderente alla Repubblica fascista di Salò. Con la fine della guerra, vista la malparata politica, ripiega sul giornalismo. Entra al Corrie– re e si occupa di cronaca della città. A raccomandarlo è il padre, maresciallo dei carabinieri, che gli passerà per anni in anteprima le notizie e indiscrezioni di cronaca nera. Così il giovane Di Bella diventa capo– cronista e poi caporedattore. A questo punto la sua carriera fa un balzo: dai contatti col Comando dei carabinieri di Milano il futuro direttore del Corriere passa nientedimeno che ai contatti col SID, proteggendo ed incoraggiando l'in– viato Giorgio Zicari, che per conto dei servizi segreti scopre delle notizie e ne occulta delle altre sulla strage di piazza Fontana, e sull'attentato dei gruppi neofascisti. Quando nel '74 l'intera vicenda diventa di pubblico dominio, Zicari viene licen– ziato in tronco, ma Di Bella (ormai vicedirettore del Corriere) riesce a rima– nere nell'ombra e nella poltrona. Il resto è cronaca recénte: nel febbraio di quest'anno il nostro si sposta a Bolo– gna, alla direzione del "Resto del Carli– no", da dove orchestra l'infame campa– gna di calunnie a mezzo stampa contro il movimento e sostiene la tesi del com– plotto. La scelta di un· direttore per il nuovo Corriere "made in Germany", dopo tante·prove di efficienza, non pote– va cadere che su di lui. RE NUD0/37 La standa di Fiorucci si regge sul furto di nostre idee e su guardoni che sparano su chi tenta l'esproprio Per chi non lo sa, il Fiorucci milanese ben noto per essersi fatto nome e miliar– di coi suoi squallidi furti di idee a beat, hippy, freaks, è per metà proprietà della Montedison (Standa per intenderci). Standa ricca, naturalmente, che dal '65 vende a caro prezzo stracci colorati e che va tanto bene da aprire succursali a New York ecc. L'ex-pantofolaio milanese sa come si fanno i soldi: sfruttando il lavoro nero in Italia e all'estero. Non solo ha ma– gnanimamente offerto, dietro percen– tuale, il piano superiore del negozio di via Torino a Milano, a compagni pove– ri che fanno artigianato - così ha folclo– re e idee in loco!!! - ma sfrutta le mani d'oro dei sudcoreani che gli cuciono giacchette e camicie a prezzi miserabili, qui rivendute al 1000 per cento. Il mese scorso l'hanno beccato in dogana coi suoi pacchi provenienti dalla Corea, e sulle etichette c'era scritto: 'made in Corsico'. Elio Fiorucci i soldi sa anche come si difendono. Mentre la Standa normale preventiva le perdite causa furti, e al massimo usa le telecamere e chiama la polizia, da Fiorucci i guardoni della Mondialpol hanno licenza di sparare. E' successo a fine ottobre (e i giornali non ne hanno parlato) che un ragazzo che tentava il furto di un paio di pantaloni e che, scoperto, li aveva già mollati, scap– pando in strada è stato inseguito e sparato a un piede. Il mondialpol che ha sparato è ancora in forze da Fiorucci, non solo, ma pare sia stato elogiato dai 'colleghi' poliziotti in questura.

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